Abbiate buon esito con questo corpo umano
Sant Sadhu Ram Ji

dopo la prima iniziazione agli occidentali, 30 dicembre 2002

 

O uomo attraente, abbi buon esito con questo corpo umano.
Non partecipi al Satsang né guardi nell’intimo.
Se facessi capire alla mente, potresti avvantaggiartene e liberarti.
Abbandona la testardaggine, fa’ capire alla mente,
elimina le incomprensioni nel cuore.

Mi inchino milioni di volte ai piedi del Satguru Ajaib Singh Ji. Quando il Guru ci concede il Naam, dovremmo apprezzarlo e riverirlo. Il Guru ci ordina di unirci al Naam che non fa parte del mondo esterno, si rivela nell’intimo. Innanzi tutto il Guru tiene il Satsang e ne spiega l’importanza. Guru Nanak ha scritto: “Considera Satsang quell’incontro dove si insegna il vero significato del Naam”. Nel Satsang del Signore si parla solo dell’unico Shabd, si dà solo un’istruzione.
Se l’anima serba anelito, se l’anima ha amore e affetto per incontrare il Signore, non riesce a sopportare le sofferenze del mondo. Quali sono queste sofferenze? Quelle della nascita e morte. La jiva (o anima incarnata) nasce nel mondo più e più volte. Prima ancora di finire una vita, viene preparata quella successiva. Dobbiamo morire una, due, tre volte. Ci sono otto milioni quattrocentomila specie in questa creazione. In ogni tipo di corpo ci attende una sofferenza. Il corpo umano è quello più elevato, ma che accade in quel corpo? A volte otteniamo febbre o soffriamo di altri malanni, ci ammaliamo. Dunque anche questo corpo ha tanti lati negativi. Quando nasciamo in qualsiasi corpo, dobbiamo liquidare il karma.
Il Satguru concede il Naam e spiega alla jiva: “Cerca di capire, mia cara, ti sei incarnata in questo corpo come conseguenza del karma”. Esistono tre tipi di karma: sanchit, pralabdh e kriyaman. La jiva ha questi tre tipi di karma. I kriyaman sono i karma che creiamo nel momento attuale. I sanchit sono immagazzinati nelle vite passate; dobbiamo patirne una parte ora e una parte viene tenuta per il futuro. Ci incarniamo nascita dopo nascita per liquidare quel magazzino di karma. I pralabdh determinano il destino della vita attuale. Prendendo e combinando le reazioni di alcuni peccati e di alcuni buoni atti viene creato questo corpo. Se il corpo fosse creato solo in base alle reazioni dei buoni karma, sperimenteremmo soltanto felicità. Ma il nostro corpo è predisposto da una combinazione di reazioni di peccati e di buone azioni.
Quando il Satguru ci dà il corpo umano, è misericordioso con noi. Nasciamo nel mondo grazie alla sua misericordia. Ci dà aria e acqua, tutte le cose per la nostra comodità. Che cosa dobbiamo fare quando ci concede il Naam? Guru Nanak ha scritto: “O mente, l’anima annega nelle cinque passioni. Segui gli ordini del Guru e abbandonale”. Come possiamo far questo? Andate in così tanti luoghi sacri, nei pellegrinaggi per accumulare atti positivi, adorate gli dèi, eseguite riti e rituali. In questo modo magari ottenete un merito o due. Guru Nanak ha scritto: “Se liberi l’anima dal corpo, ottieni il frutto del pellegrinaggio ai sessantotto santuari”.
Se vi impegnerete nel Simran, migliorerete. Anche Kabir Sahib dice: “O mente, la tua forma è la forma della luce”. Dovreste diventare coscienti del vostro vero Sé. Se trascenderete le nove aperture, diventerete la forma della luce e diventerete coscienti del vostro Sé, di chi siete veramente.
Nel corpo siamo soggetti alle passioni. I Santi hanno scritto che la mente ha la caratteristica di una scimmia o di un elefante. L’elefante è vittima della passione della lussuria. Che cosa fanno i cacciatori? Costruiscono un’elefantessa falsa e la pongono su una fossa. Controllato dalla lussuria, l’elefante cade nella fossa. I cacciatori lo trattengono lì per diversi giorni finché diventa debole e inerme, dopodiché lo tengono in cattività per tutta la vita.
Dunque dobbiamo ispirare la mente, dobbiamo spiegarle che si è intrappolata nelle passioni. Tutti sono vittime delle passioni. Ma se diventate del Satguru e sviluppate amore per il Simran del Satguru, vi mettete in salvo da quelle sofferenze.

Quando hai ricordato Dio, non sei bruciato nel grembo.
Dio è venuto a salvarti; con la nascita hai dimenticato.
Se vuoi sopravvivere, pratica la devozione e abbi buon esito con la tua vita.


In uno dei libri di Sawan Singh troviamo una storia che avvenne all’epoca di Kabir Sahib. Il re di Balak Bukhara viveva nel regno e desiderava incontrare il Signore. Aveva anelito e amore per Dio. Una volta Kabir Sahib andò da lui assumendo il corpo fisico e si mise a camminare sul tetto del palazzo. Il re di Balak Bukhara lo vide e disse: “O uomo di Dio, che cosa stai facendo qui?”. Kabir Sahib rispose: “Ho perso il cammello e lo sto cercando”. Il re gli domandò: “Come fai a cercare un cammello sul tetto di un palazzo?”. Kabir rispose: “Sì, hai ragione. Un cammello non può salire su un tetto e che dire di chi dorme sui petali di fiori (n.d.t. il re soleva dormire su un letto fatto di fiori)? Il Signore non si è mai manifestato a nessuno in questo modo e non lo farà mai”. Detto questo, Kabir Sahib scomparve. Ma l’amore è amore dopo tutto e il re pensò: “Avrei dovuto parlare di più con questo Santo”.
Il mattino successivo il re andò alla corte. Kabir Sahib prese di nuovo il corpo umano e indossando gli abiti di un gentiluomo, si recò alla corte del re. Disse: “Vorrei stare in questa locanda per alcuni giorni, per favore dammi una stanza”. Il re di Balak Bukhara rispose: “È il palazzo del re, non una locanda!”. Allora Kabir Sahib disse: “Dov’é tuo nonno?”. Il re rispose: “È morto, se ne è andato, è dipartito”. Kabir gli domandò: “E il tuo bisnonno?”. Il re replicò: “Anche lui è morto. Anche lui se n’é andato e pure noi faremo altrettanto”. Allora Kabir Sahib esclamò: “Se non rimarremo in questo luogo per sempre, allora non è una locanda per viaggiatori?”. A questo riguardo Guru Nanak ha scritto: “Il mondo intero è un sogno”. I nostri sogni non sono reali e anche questo mondo non è reale. La sua essenza non è reale; rimane solo per un breve periodo. È proprio come una locanda per viaggiatori vicino alla stazione dei treni dove hanno letti e stanze. Molti viaggiatori arrivano, molti partono; tanti sono arrivati e tanti sono partiti.
Quando il re udì tutto questo, fu colpito al cuore. Lasciò il regno e andò in cerca di quel Santo. Trovò Kabir Sahib a Kashi (Varanasi) e dichiarò: “Amico, dimmi come incontrare il Signore”. Kabir Sahib gli disse: “Tu sei un imperatore, un re. Io sono un povero tessitore, mi guadagno da vivere in quel modo. Come possiamo convivere?”. Lo shah di Balak Bukhara rispose: “Non sono venuto da te come un imperatore o un re. Sono venuto da te come un povero; sono diventato un mendicante per amore del nome del Signore. Per favore, dammi l’elemosina del Signore. Per favore, dimmi come incontrarlo”. Alcuni amati erano seduti con Kabir e dissero: “È venuto da così lontano, dovresti dargli qualcosa”. Nei tempi passati non si riceveva l’iniziazione al Naam subito. Prima occorreva purificare la mente attraverso il seva. Quando la mente era pura, allora il Guru concedeva il Naam.
Così per sei anni il re di Balak Bukhara visse con Kabir Sahib. Mangiava tutto quello che Kabir gli dava. Dopo sei anni Mata Loi disse: “Ora sembra cambiato, dagli quello che gli devi dare”. Ma Kabir Sahib disse: “La sua mente è ancora la stessa di quando è arrivato. Non è migliorata, vediamo com’è. Lo farò uscire e in quel momento gettagli della spazzatura”. Kabir ordinò al re: “Figlio mio, ho lasciato fuori qualcosa, valla a prendere”. Quando il re di Balak Bukhara uscì, Mata Loi era sopra il tetto e gli gettò sul capo della spazzatura. Guardando in alto il re esclamò: “Se fossimo a Balak Bukhara, ti farei vedere chi sono!”. Mata Loi andò da Kabir Sahib e gli riferì quel che era accaduto. Kabir rispose: “La mente non è ancora morta”. Quando la mente muore, allora potete praticare la devozione. Kabir Sahib ha scritto: “Questa mente è molto astuta, dice, non c’è nessuna manchevolezza in me”. La mente è molto scaltra e intelligente.
Passarono altri sei anni, il re di Balak Bukhara era rimasto per tutti i dodici anni e la sua mente era cambiata. Kabir Sahib disse: “Ora sembra migliorato”. Mata Loi rispose: “Non riesco a dire se è migliorato o no, solo tu sai”. Allora Kabir le disse: “Porta un contenitore con ancora più sporcizia dell’ultima volta e quando lo faccio uscire, gettagliela”. Preparò un cesto di spazzatura e quando il re di Balak Bukhara uscì, glielo gettò. Questa volta rispose a mani giunte: “Che tu sia benedetta, la mia mente è ancora più sudicia” e arrossì di vergogna.
Miei cari, finché la mente non muore, finché non si focalizza nello Shabd, non si può compiere nulla e non si compie nulla. Sono passati molti anni da quando siamo stati iniziati. L’iniziazione ha avuto qualche effetto su di noi? Abbiamo ottenuto l’inebriamento del Naam? No, non lo abbiamo ottenuto. Guru Nanak ha scritto che l’inebriamento della meditazione sul Naam dovrebbe rimanere giorno e notte. Quando il Guru ci procura il dono dell’inebriamento del Naam, dovremmo prenderne gli effetti; invece noi abbiamo preso l’effetto delle altre intossicazioni. A volte siamo colpiti dalla lussuria, a volte dall’ira, a volte dall’avidità, dall’attaccamento e dall’egoismo. Il Guru ci ha concesso il Naam, lo ha posto dentro di noi, ma giace ancora lì dove lo ha posto. Non abbiamo dato quel nutrimento del Naam all’anima, non abbiamo impegnato la mente in meditazione. Dunque Kabir Sahib disse: “Ora è pronto per ricevere il Naam, gli darò l’iniziazione”. Diede l’iniziazione al re; la sua mente si applicò al Simran, la sua anima si elevò a livelli superiori e raggiunse Par Brahm.
La mente deve unirsi allo Shabd e deve ricevere il gusto dello Shabd. Tutti i Santi e i Mahatma hanno detto che senza il Naam non diventeremo devoti del Signore. Una volta sperimentato lo Shabd, diventiamo devoti del Signore. Finché godiamo i piaceri esterni del buon cibo, eccetera, il gusto di quel nettare interiore non arriverà. Guru Nanak Dev Ji ha scritto che finché godremo i sapori esterni, non otterremo il nettare interiore. Quando incomincerete a godere il nettare interiore, perderete il gusto per le cose esterne. Nei bhajan Mira Bai ha scritto che il mondo intero è insulso. Infatti i Santi e Mahatma hanno amore per il Signore e per i cinque puri Shabd, per loro tutto il mondo è insulso mentre il Naam è delizioso e soave.

Cerca il perfetto Maestro se non vuoi incarnarti in diverse specie.
Kal intrappola le anime nelle passioni, rari sono i sopravvissuti.
Se Kal incontra un’anima senza un Maestro, le chiede tutti i conti.


Quando il re di Balak Bukhara si unì con lo Shabd, Kabir Sahib disse: “Ora puoi andare”. Il re tornò in città dopo dodici anni. Si sedette sulle rive di un fiume vicino all’oceano e si mise a cucire vestiti cenciosi. Arrivò il suo ministro e disse: “Per dodici anni ho portato avanti la mia responsabilità di governare il regno per conto tuo, ora per favore torna e prenditene cura tu”. Il re prese l’ago che stava usando per cucire la stoffa, lo gettò nell’acqua corrente e disse: “Trova quell’ago per me”. Ma l’acqua scorreva in modo molto veloce e il ministro disse: “Imperatore, se mi ordini, in mezz’ora posso portarti quanti aghi desideri. Ma non posso riportarti quello lì”. Allora il re di Balak Bukhara diede un po’ di attenzione ad un pesce nell’acqua e il pesce uscì in superficie portando l’ago. Disse: “Se anche gli animali obbediscono ai miei ordini, che cosa me ne faccio di un regno?”. Dunque, miei cari, chiunque pratichi la devozione del Signore, sa che i regni durano solo per un breve periodo. Kabir Sahib ha scritto che un re diventa un asino. Perché? Perché non pratica la devozione. Dopo aver eseguito alcune austerità e pratiche, un re ottiene un regno da governare come ricompensa. Ma quel potere è molto inebriante, nessuno osa nemmeno parlare al cospetto del re. E in quell’intossicazione del potere il re diventa un asino. “O asino (o stolto), non riuscirai ad evitare la morte; dovrai abbandonare il corpo”. Se qualcuno dice: “Io non morirò”, bene, miei cari, non è vero. Il Signore che ha portato in essere l’intera creazione e che dirige ogni cosa, ha predisposto questo ciclo. Come riuscirete a impedire ciò che il Creatore del mondo ha messo in moto? Se il Creatore del mondo non desidera fermare la creazione, come farete voi a fermarla? Miei cari, non potete farlo. Molti sono venuti nel mondo e molti se ne sono andati. Anche noi ce ne andremo. Dunque meditiamo sul Naam. Dovremo amare il Guru affinché il nostro andirivieni di nascite e morti abbia fine e possiamo liberarci per sempre dalla sofferenza.

Dio viene dove uno rende il proprio cuore puro.
L’inutile Ajaib dice: “Ho incontrato il Beneamato Kirpal,
non è una questione di parole. Che ognuno lo faccia e veda!”.

 

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