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Surat Shabd Yoga
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 "Sempre desiderosi di elargire la grazia"

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D I S C U S S I O N E
Amministratore Sempre desiderosi di elargire la grazia
Sant Ajaib Singh Ji

domande e risposte del 30 gennaio 1983
al 16 PS, Sant Bani Ashram, Rajasthan, India

DOMANDA: Una mia amica vuole che chieda a Sant Ji se può venire a trovarlo qui e se questo dipende dal suo sforzo o dal suo karma.
SANT JI: Sapete che quando il bambino è molto piccolo, è inerme e non può fare nulla da solo. Finché è sdraiato nel letto in silenzio, senza chiedere aiuto, la madre dice: “D’accordo, sta bene. Faccio il mio lavoro”, e non gli presta molta attenzione.
Ma nel momento in cui il bambino inizia a piangere e a chiedere aiuto, non importa quanto la madre sia impegnata o quanto sia importante il lavoro che sta svolgendo, lascerà tutto per venire subito in suo aiuto. Verrà subito ad abbracciarlo.
Anche nella Sant Mat vale lo stesso principio. L’anelito del discepolo e la grazia del Maestro operano insieme, a fianco a fianco. Se abbiamo anelito, non importa quanto il Maestro sia occupato, abbandonerà subito tutti i suoi pensieri. Non ha alcun pensiero mondano. Tutti i suoi pensieri sono rivolti ai discepoli.
Quindi, se custodiamo un autentico anelito per lui, non importa quanto sia occupato con gli altri discepoli, abbandonerà tutti i lavori e verrà ad aiutarci. Anche la tua amica dovrebbe serbare l’anelito di venire qui, sforzarsi da parte sua e lasciare che sia il Maestro a decidere il risultato.
DOMANDA: I satsanghi dovrebbero essere coinvolti a livello economico e politico nei paesi in cui vivono?
SANT JI: È dovere di ogni cittadino di un paese essere fedele alla propria nazione. È dovere di ogni persona rimanere leale e fedele alla comunità in cui vive. Allo stesso modo, è dovere di ogni persona rimanere leale e fedele alla propria famiglia.
La Sant Mat non ci insegna a rifuggire le nostre responsabilità. Ci dice che dovremmo dedicare l’attenzione e il coinvolgimento necessari in queste questioni. Ma dovreste anche cercare di dare la massima attenzione al Bhajan e al Simran.
Con il semplice coinvolgimento nell’economia e nella politica non riusciamo a servire il paese in modo più ampio, in modo più importante. Ci sono molti altri settori, molti altri campi in cui possiamo servire il paese in modo migliore.
Anche con il Bhajan e Simran, in un certo senso, stiamo svolgendo il nostro ruolo al servizio della nazione. Infatti se ci sono più devoti e meditatori sullo Shabd Naam, se ci sono più persone che praticano la meditazione del Bhajan e Simran, il paese può progredire maggiormente. In effetti se ci sono più persone devote al Signore in un paese, vi sarà più pace, e sapete che dove c’è pace, il paese progredisce con rapidità.
Sapete che l’India ha dato i natali a molti grandi Santi e Mahatma, Rishi e Muni. Tanti Mahatma, Rishi e Muni hanno trascorso la loro vita in questa terra e hanno insegnato a praticare la devozione. Per questo l’India è chiamata “la terra dei Rishi e dei Muni”. E di tutta l’India, il Rajasthan è il luogo in cui la maggior parte dei Mahatma è nata e ha trascorso il proprio tempo. Ecco perché il Rajasthan è chiamato anche “la terra dei Mahatma”.
La parte del Rajasthan in cui ci troviamo ora, faceva parte di uno stato chiamato Bikaner. E Ganganagar è un distretto dello stato di Bikaner. Oggi le cose sono cambiate. Anche la gente di questa zona adotta i modi dell’Occidente e molti paesi occidentali adottano i modi che avevamo qui.
L’ho visto con i miei occhi perché non è passato molto tempo. Forse quarant’anni fa qua nessuno beveva vino, nessun funzionario si faceva corrompere e nessuno chiudeva a chiave le porte. Tutti conducevano una vita molto semplice ed erano dediti alla devozione di Dio. Erano tutti molto veritieri. Non c’era nulla di simile alla corruzione in questo stato. A quel tempo chi lo governava, re Gunga Singh, era molto severo e molto retto. Aveva una bilancia sul tavolo.
Ogniqualvolta si sedeva in tribunale, teneva questa bilancia. Soleva dire: “Dio può perdonare un ufficiale corrotto, ma io non lo perdonerò mai”. Diceva: “Quando faccio giustizia, la soppeso”. Per questo motivo, a quei tempi, se si lasciava qualcosa in giro, nessuno la prendeva perché la gente sapeva che nel regno di Gunga Singh non si doveva fare.
Una volta suo figlio guardò una ragazza con occhi lussuriosi e lei rispose: “Si dice che i sudditi dello stato siano come i figli del re”. A causa dell’errore re Gunga Singh lo fece giustiziare; non perdonò nemmeno suo figlio. Per quanto l’errore non fosse molto grave – avrebbe potuto essere perdonato – per dimostrare al popolo che non poteva tollerare nemmeno questo, uccise suo figlio. Ogni volta che vedeva un ufficiale vestito in modo elegante, chiedeva subito: “Dove hai comprato questo bel vestito? Sicuramente hai preso una bustarella”. I suoi tempi erano molto positivi. Nessuno beveva vino e molti praticavano la devozione. Quindi, se ci saranno più persone buone in un paese, esso prospererà. Se ci saranno più persone buone, penseranno a migliorare il paese e ne glorificheranno il nome.
Sapete che Kabir Sahib nacque in una famiglia di casta molto bassa. E oggi persone lontane e vicine, provenienti da tutti i paesi, ricordano il suo nome con dolce amore e devozione. Dicono: “Dove nacque Kabir Sahib? Nacque in India”. Così Kabir Sahib ha glorificato il nome del suo paese. Allo stesso modo, Guru Nanak Sahib e gli altri dieci Guru, fino a Guru Gobind Singh, hanno glorificato il nome della nazione. Similmente, sapete che il nostro amato Maestro ha attraversato gli oceani e risvegliato le anime, ha praticato la devozione del Signore e ci ha ispirato a praticarla. In questo modo ha glorificato il nome della nazione.
I politici hanno il loro punto di vista per spiegarci le cose. E i Santi hanno il loro proprio. Con amore rimuovono la corruzione dentro di noi e ci rendono brave persone. I politici vogliono governare la terra e vogliono che la gente cambi le proprie abitudini con la forza.
Al contrario i Santi ci fanno cambiare le abitudini con amore e governano i nostri cuori. I politici governano la terra, mentre i Santi governano i nostri cuori. I Santi ci fanno cambiare le abitudini con amore e ci ispirano a praticare la devozione del Signore, mentre i politici vogliono cambiare le abitudini della gente usando il potere, usando la forza, il che non è mai possibile.
Sapete che sono passati circa duemila anni dalla nascita di Cristo. E sapete quante persone in Occidente credono in lui. Qualcuno ha dimenticato il suo nome? Tutti lo ricordano con amore e devozione.
Circa millequattrocento anni fa nacque il profeta Maometto. Tutti i musulmani provano amore e devozione per lui e non vogliono dimenticarlo. Allo stesso modo, circa cinquecento anni fa nacquero Guru Nanak e Kabir, eppure non li dimenticano; li ricordano sempre con amore e devozione. Questo solo grazie ai loro insegnamenti e al loro modo di vivere.
Potete andare più indietro e vedere come nacquero il Mahatma Buddha, il Signore Rama e Krishna; sono passati secoli dalla loro nascita. Ancora oggi ne festeggiano gli anniversari, i compleanni e con quanta dolcezza li ricordano. Similmente, Swami Ji Maharaj nacque circa cent’anni anni fa e ancora lo ricordiamo. Baba Jaimal Singh e il Maestro Sawan Singh, come celebriamo i loro compleanni, i loro anniversari. E come li ricordiamo! E con quella rimembranza consideriamo che stiamo praticando la devozione.
Parimenti, le persone ricordano Baba Somanath Ji, il discepolo del Maestro Sawan Singh, e sapete come si riuniscono a Bombay nella sua rimembranza e come hanno ispirato altri a unirsi a loro nel ricordo di Baba Somanath.
Sapete che qui al Sant Bani Ashram abbiamo Satsang ogni prima domenica del mese. Naturalmente celebriamo i compleanni e gli anniversari dei Grandi Maestri. Ma la maggior parte viene a partecipare solo al Satsang mensile. E questa volta siamo molto fortunati perché il compleanno del nostro amato Maestro Kirpal Singh cade proprio nel giorno del Satsang mensile, il 6 febbraio, di domenica. Per quell’occasione ho scritto molti bhajan in cui mi congratulo e saluto questa grande anima che è venuta nel mondo per liberarci. Non solo saluto, mi congratulo e ringrazio Colui che è venuto nel mondo, ma esprimo altresì la mia gratitudine al padre e alla madre di quella grande Anima. Ecco perché nei bhajan nomino Gulab Devi, madre del Maestro, e Hukam Singh, padre del Maestro. Perché anche loro sono stati molto fortunati ad avere un’Anima così grande nella loro famiglia. Per questo li nomino e sono grato anche a loro.
Voglio dire che la grande Anima è venuta nel mondo ed è andata lontano e vicino. Lui è diventato il compassionevole dei sofferenti, ha rinfrescato i cuori accalorati e ha servito la comunità, la religione e la nazione. Voglio dire che i Santi sono gli unici che servono veramente la loro comunità e religione. Ed è per questo che ispirano tutti i discepoli a essere leali al paese, alla famiglia e comunità. Non consigliano mai di non essere fedeli al proprio paese, alla propria famiglia o comunità. Ci dicono sempre che, come cittadini, è vostro primo dovere rimanere fedeli e leali al paese.
Dall’altro lato si può vedere la condizione dei politici o dei governanti. Quando Kabir Sahib viveva a Kashi, l’imperatore era Sikander Lodi. Ora nessuno si ricorda di lui; nessuno sa nemmeno chi fosse, anche se i sovrani o i re fanno costruire monumenti a loro nome, in loro ricordo. Ma quando arriva un altro re o un altro partito al potere, vedete come demoliscono i monumenti e il ricordo. Solo gli Amati di Dio, quelli che praticano la devozione del Signore, sono ricordati a lungo mentre i politici, i governanti e i re non lo sono.
C’è un esempio molto famoso che riguarda Aurangzeb, il re mogul. Fu uno dei re più potenti dell’impero mogul e tormentò molti Santi e Mahatma. Uccise Guru Teg Bahadur, il nono Guru dei sikh, davanti al popolo di Delhi. E ora, nel luogo in cui fu ucciso, la gente va a chinare il capo. Hanno ricoperto quel luogo d’oro (il Gurdwara Sis Ganj si trova in quel sito) e vanno a inchinarsi. Prima di inchinarsi, si lavano i piedi; in un certo senso diventano puri e poi vanno lì. Per tutto il giorno recitano il Gurbani.
Ma nel luogo in cui è stato sepolto Aurangzeb, non c’è nessuno che se ne prenda cura, nessuno che pulisca lo sporcizia. Solo gli uccelli vanno a imbrattare. Quindi potete ben immaginare e capire chi ha glorificato il nome della nazione o chi ha servito la nazione in senso autentico. Anche dopo trecento anni ricordano l’amato di Dio e rendono omaggio a un’anima così grande, venuta al mondo per servire la comunità e la nazione.
DOMANDA: C’è qualcosa di sbagliato nel voler lavorare duramente per avere successo finanziario o ricchezza, o è già predeterminato nel karma?
SANT JI: Vedete, non c’è dubbio su questo fatto, che il nostro corpo viene fatto dopo, ma prima è scritto il nostro destino, il nostro fato. I Santi dicono che il primo dovere è di lavorare sodo. Supponiamo di preparare il cibo, di avere il cibo davanti a noi e di dire: “Se è nel mio destino, questo cibo arriverà per conto suo e io mangerò”. In questo modo il cibo non arriverà mai alla bocca da solo. Dovrete desiderare di mangiare e dovrete lavorare sodo. Dovrete usare le mani per mangiarlo.
Ecco perché tutti devono lavorare duramente. E tutti dovrebbero adoperarsi, sia che si tratti di lavoro mondano o di meditazione. Il Maestro Sawan Singh Ji soleva dire: “Se venite sconfitti, anche dopo aver lavorato duramente, consideratelo come la volontà di Dio”.
DOMANDA: Mia moglie fa sempre qualche domanda sull’assicurazione sulla vita ogni volta che arriva la rata. Dice: “Sei sicuro che il Maestro voglia che la paghiamo?” Se io muoio, lei prende un sacco di soldi (risate).
SANT JI: Vedete, queste cose che vengono fatte nel mondo per il bene delle persone sono davvero molto positive. E l’assicurazione sulla vita non è una cosa negativa. Se la si può avere, è un’ottima cosa.
Ma vi parlerò della mia assicurazione sulla vita. Una volta avevo una polizza e pagai tutte le rate, e la polizza scadde. Ma quando andai a riscuotere i soldi, mi diedero del filo da torcere; dovetti spendere più soldi (per riscattare la polizza) di quanti ne avrei ricevuti. Quindi, se nel vostro paese viene offerta una cosa del genere, non dovreste accettare. Ma se c’è un’altra soluzione migliore, allora potete considerarla.
DOMANDA: Sant Ji, che tipo di benedizione dà un Santo meditatore quando dà una pacca sulla schiena o mette la mano sulla testa o stringe le mani?
SANT JI: La realtà è che non c’è differenza tra il Santo e il Signore Onnipotente. L’unica differenza è che nel corpo del Santo c’è il tesoro nascosto che chiamiamo “Signore Onnipotente”. Per il resto non c’è differenza tra lui e il Signore Onnipotente. Per questo motivo, quando ci sediamo a meditare con lui, ci sediamo con il Signore Onnipotente. Se mette la sua mano sulla nostra testa, è esattamente come se Dio mettesse la sua mano sulla nostra testa. E se prendiamo la sua mano e ci tocchiamo la fronte, o se baciamo la sua mano, è esattamente come baciare la mano del Signore Onnipotente.
I Santi hanno ricevuto grande forza e potere da Dio Onnipotente. Guru Nanak Sahib dice: “Per ordine del quale tutto accade nella Corte di Dio, è anche benevolo”. Dio ha dato ai Santi la stessa grazia come ha dato forza e potere. Per questo motivo non esita a darci le sue benedizioni.
Guru Nanak Sahib ha detto che Dio ha assunto le sembianze del Sadhu. Vive nel Sadhu e vive in mezzo a noi. Molte volte ho detto che quando ho avuto l’opportunità di sedermi in grembo all’amato Maestro, mi sono sempre sentito come un bambino di quaranta giorni. Non mi sono mai sentito un adulto o un saggio. Mi sono sempre sentito come un bambino ignorante seduto in grembo a mio padre. Lui era molto misericordioso, molto bello, per questo mi accarezzava sempre come un padre accarezza il figlio. Molte volte prendeva anche del cibo e me lo metteva in bocca come un padre nutre il figlio.
Swami Ji Maharaj ha anche detto: “Con il darshan del Maestro ho dimenticato il mio corpo e la mia esistenza”. Ha detto: “Mi sono talmente inebriato con il darshan da non rimanere più consapevole del corpo”.
Con grande amore vorrei dirvi che i Santi hanno molta grazia. Sono sempre desiderosi di elargirci la grazia, ma la mente non crede in loro e ci mette sempre in difficoltà, per questo non approfittiamo completamente della loro grazia e rimaniamo sempre lontani da loro. Guru Ram Das Ji Maharaj dice: “Il Sadhu è colui che pratica e dentro il quale si manifesta il Naam. Se toccate un simile Sadhu, toccate Dio Onnipotente; e se vedete un simile Sadhu, vedete Dio Onnipotente”.
Quindi, cari amati, se guardiamo negli occhi del Maestro, stiamo guardando negli occhi di Dio. Se stringiamo la mano al Maestro, stiamo stringendo la mano al Signore. Se mette la sua mano benevola sul nostro capo, dobbiamo sapere che è la mano di Dio Onnipotente sul nostro capo.

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