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 "Quanto tempo meditare?" - Sant Kirpal Singh Ji

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D I S C U S S I O N E
n/a “Quanto tempo meditare?”
Sant Kirpal Singh Ji

da una visita a Washington, 1955


Una regolarità costante è indispensabile. Non lasciate che trascorra un giorno senza aver dedicato del tempo alle pratiche spirituali. Queste costituiscono il cibo dell’anima, vedete. Sono il Pane della Vita. Date prima pane all’anima, poi al corpo. Fatelo come prima cosa. È oltremodo importante. Peccato che si affermi di non avere tempo. Dobbiamo trovare il tempo. Supponete che dobbiate morire oggi. Ricevete l’avvertimento che dovrete andarvene alla mezzanotte di oggi. Che vantaggio ne ricavereste? Siete preparati? Non vi sarà nessun avvertimento. Fortunatamente, però, nel caso degli iniziati c’è qualche forma di avvertimento in anticipo. Ma solo per coloro che fanno qualcosa. Tutti quelli che non hanno fatto niente, potrebbero vedere il Maestro proprio al momento di andarsene, non prima di quel momento, però.
Ecco perché insisto su queste cose. Dedicate regolarmente del tempo. Fate che non passi giorno senza che abbiate dedicato un periodo di tempo sufficiente alle pratiche spirituali. Ho sempre prescritto quattro ore al giorno, due al mattino, una alla sera e una durante la notte. La persona che dedica questo periodo di tempo non avrà mai motivo di lamentarsi molto, se le pratiche sono state effettuate correttamente. Se all’inizio su ventiquattr’ore non riuscite a dedicarne almeno quattro, non fa nulla, cominciate con due e arrivate almeno a quattro. Nel 1924 quando incontrai il mio Maestro, gli chiesi: “Quanto tempo devo dedicare alle pratiche spirituali?”. Mi rispose: “Almeno cinque o sei ore al giorno, e poi tutto il tempo che trovi. Dopo tutto dobbiamo lavorare, capisci?”. Lasciate perdere le vite passate, prendete in considerazione solo la presente. Per anni e anni siamo stati abituati a vivere nel mondo esterno. Questa è divenuta la nostra natura, di conseguenza dobbiamo dedicare del tempo a questo lavoro. Ci lamentiamo che la mente non resta immobile, è instabile. È un difetto della mente. Ha fatto l’abitudine a questo, vi si è abituata fino a farne la propria natura. Dovete modificare questo stato di cose dedicandovi del tempo, direi. Perfino un brigante, un ladro, quando intraprende queste pratiche spirituali svolgendole in modo corretto e accurato, deve modificare per il resto dei suoi giorni la condotta di vita adattandola a nuovi criteri. Potrà così giungere fino a Dio e contemplarlo. Non vi sono dubbi in proposito, in quanto il Potere che agisce sopra di noi ci assiste anche quando non ne facciamo richiesta.
Incontrare il Maestro è la più grande benedizione della vita che un uomo possa avere: incontrare il vero Maestro, il Maestro competente, non i cosiddetti maestri di cui il mondo è pieno. Dopo aver raggiunto la regolarità, c’è un’altra cosa da fare per ottenere un ulteriore aiuto: l’introspezione. Esaminate la vostra vita giornalmente, considerate le vostre mancanze. Compilate i diari secondo le direttive che ho suggerito: non-violenza, sincerità, castità, amore per tutti, servizio disinteressato. Tutto questo dovrà essere osservato in pensieri, parole e azioni. Ogni mancanza commessa a questo proposito dovrà essere eliminata di volta in volta. Anche se non vi sarà progresso lungo la Via e non vi saranno esperienze dell’Aldilà, avrete ugualmente beatitudine e pace nel cuore. Ne ricaverete una trasfusione. Sviluppate queste cose e create questo terreno; su questo, un giorno, sorgerà il Sole della Divinità.
Con tutte queste cose messe insieme potrete fare meraviglie.


Surat Shabd Yoga

 

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