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Surat Shabd Yoga
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 IL VIAGGIO SPIRITUALE INTERIORE/ SAWAN SINGH

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D I S C U S S I O N E
n/a IL VIAGGIO SPIRITUALE INTERIORE

Un discorso di Hazur Baba Sawan Singh come pronunciato nel Satsang


O fratello, dirigiti ora verso casa,

perché abiti in una terra straniera?

Accudisci al tuo vero compito.

Non ti impegnare in altri lavori

e afferrati solo al Naam del Guru

Solo questa ricchezza ti accompagnerà

Impuri sono tutti i colori del mondo

Considera il mio consiglio: lascia che vengano lavati

Tutti i piaceri del mondo han breve durata

Rinuncia, dunque, a mano a mano che il tempo passa

Sii risoluto nell'abbandono al Satguru

Impegnati instancabilmente in questo compito

Ritira interiormente anima e mente

Presta attenzione in alto: afferra il Verbo divino

Sei intrappolato in questa vasta rete,

non v'è liberazione che in questo modo pieno di compassione,

dice il Maestro: "obbedisci a queste parole: spera sempre"

Perché sciupi la tua esistenza vagando all'esterno?

Non ti condurrà alla tua vera casa

E ora, dimora fra i tuoi occhi,

concentra lì la tua attenzione

Ripudierai così la dualità

In loti fissa l'attenzione interiormente

Lascia cadere l'oscurità; afferrati alla luce,

mettiti in sintonia con la melodia divina

Passa ora attraverso l'arco della porta di Bunk

e raggiungi il reame di Trikuti

A Sunna dovresti allora ascendere

e pulire la tua anima nel Mansarover

Buio pesto il Mahasunna: attraversa questa regione

A Gupha, allora, tu avrai accesso

Così purificato, raggiungi Sach Khand

Presta orecchio al suono celestiale della vina

Là esiste una terra meravigliosa

di sopra dalla quale vi è Alakh e Agam

Là incontra Radhaswami, il Signore altissimo

Ottenete mente e anima la beatitudine eterna

(Swami Ji)


I Santi, i saggi, i mistici e i profeti di tutte le epoche, in qualunque parte
del mondo siano nati, hanno dichiarato all'umanità che questo mondo non è la
nostra casa. Dicono:

"Uomo, sei uno straniero in questa terra "

Siamo in terra straniera, dove nulla ci appartiene, nulla è eterno. Non ci è
permesso di rimanere per sempre nello stesso corpo. La ruota del karma gira:
uomo e bestia, uccello e insetto, dio e dea; le forme nella quali l'anima dimora
sono molte. Se questa fosse la nostra vera casa, continueremo senza interruzione
ad essere uomini e il nostro corpo non soffrirebbe dissoluzione o decadimento.
Tuttavia, tale non è il caso e la vita dell'uomo è sparuta, spregevole e breve:
invero è un'illusione. Abbiamo complicato le cose ancora di più forgiando
barriere artificiali fra uomo e uomo. Religioni, caste, credi e vocazioni ci
rendono entità separate e rendono la confusione ancora più sconcertante in
questa regione buia: la terra. Un uomo non è un uomo: è un indù, un sikh, un
musulmano o un cristiano. Perfino un cristiano non è semplicemente tale: è un
vasaio, un fabbro, un tessitore. L'uomo è una creatura "che si raggira in mondi
non reali".


"Ricordati ciò che appartiene a benedetti regni spirituali,

ma che non vengono alla tua memoria.

Da quando hai dimenticato quei reami,

sei indifeso e sconcertato".

(Maulana-Rumi)


"Perché ti rotoli in quest'esistenza terrena?

Vai nei frutteti e nei giardini, dove sei già stato".

(Shamas-i-Tabriz)


Sentendo istintivamente che la terra non è la sua Casa, l'uomo ha investigato
instancabilmente per cercare di fare una giusta valutazione della propria
condizione in questo "istmo di mezzo stato", e per scoprire la sua vera Casa. A
questo proposito egli ha adottato due metodi principali: uno è la scienza e
l'altra la religione. Gli scienziati alla ricerca della verità fuori del corpo,
hanno scavato nella terra, volato nel cielo, attraversato le montagne, raggiunto
i poli e si sono fatti qualche idea (anche se le loro concezioni continuano a
mutare di epoca in epoca) della natura e della formazione della terra. A ogni
modo, con le loro investigazioni non hanno scoperto la Verità Ultima e non hanno
affatto sentore della nostra Vera Casa. Come un dato di fatto, anche la
filosofia moderna, prendendo a prestito confusamente dalla scienza moderna, si è
allontanata sempre di più dalla Verità mettendo in rilievo l'aspetto materiale
della mente e la natura meccanica del corpo. Ma il secondo gruppo di
investigatori, che noi chiamiamo Santi, perfetti Maestri, Mistici e profeti
avevano trovato una risposta completa ai quesiti dell'uomo riguardanti la Sua
vera Casa. Lavorando con strumenti alquanto più belli sui piani più alti, essi
hanno fatto scoperte straordinarie che il mondo è ancora ben lungi dall'appurare
pienamente. Il fatto più meraviglioso è che le loro ricerche, condotte nel corpo
umano, che è esso stesso un laboratorio naturale, hanno prodotto risultati
simili in tutte le epoche, i climi e i paesi. Essi hanno strappato i veli
dell'illusione e hanno scoperto verità che sono eterne e immutabili. Nei loro
libri, che noi chiamiamo scritture, essi hanno lasciato dettagli del viaggio
spirituale interiore. Ora scopriamo un pò che cosa hanno da dire a proposito
della nostra vera Casa e del sentiero ivi conducente.


"Queste sono verità sulle quali centinaia e migliaia di mistici adepti sono uno.

Non differiscono neanche di un capello, come fanno le persone intellettuali".

(Maulana Rumi)


L'analisi del se, come riportata dai Santi, rivela che nell'uomo vi sono tre
entità distinte: il corpo fisico, la mente e lo spirito. L'essenza, o l'uomo
vero è l'anima o lo spirito, mentre la mente e il corpo sono aggiunte che
l'anima ha assunto nel corso del suo interminabile vagare. Questa terra è solo
la patria del corpo fisico (noi abbiamo altri due corpi, l'astrale e il causale,
ma questi appartengono a reami superiori). La casa della mente è in Trikuti (il
secondo cielo) mentre la dimora dell'anima è nel cielo più alto chiamato da
Swami Ji "Radha Swami Dham", cioè "Dimora del Signore dell'anima".


"Tu sei tale che senza il corpo (fisico) hai un corpo (astrale).

Non temere di uscire da questa struttura mortale.

(Maulana Rumi)

E tuttavia l'attaccamento a questa terra, che non è la nostra vera dimora, è
fuori misura. Quando il bambino giunge in questo mondo, la sua attenzione è
rivolta interiormente. Ma presto apre gli occhi, guarda il mondo materiale e
cade immediatamente preda della sua esca, dimenticando gradualmente tutto della
sua Casa divina. Il bambino presta attenzione con le orecchie e incomincia ad
ascoltare le conversazioni di coloro che gli stanno attorno. Il suo contatto con
la terra diviene più stretto. Quando incomincia a parlare è fermamente attaccato
a padre e madre, sorella, fratello e cose simili. E alla fine, dopo esser
passato attraverso i sette stadi della vita, dopo aver ornato e sostenuto il suo
momento contro la scena, l'anima dell'uomo si trova appesantita dai pesi
terreni, che ha collezionato durante la vita.


Nascita dopo nascita, tu sei umiliato e svergognato,

e sei in innumerevoli specie d'inquietudini.

Angosciato ogni respiro nella tristezza e nel dolore,

tu invochi invano con uno spirito indebolito.

Le tue implorazioni d'aiuto rimangono inesaudite.

Sei gettato nell'inferno, nel dominio di Yama".

(Swami Ji)


"Ottieni questo corpo molto oppresso,

intrattieni l'oscillazione di mente e sensi.

Benché i Santi e i Maestri esortino molto e della decima Porta ti dicono
l'importanza suprema

Tu non sei fermo, tu non segui.

Corri ripetutamente verso le nove porte".

(Swami Ji)
I Santi ci avvisano di non invischiarci oltre misura in questo mondo materiale,
che è una terra di Kal e di Maya (i principi maschile e femminile del Potere
Negativo). Il primo è la divinità conosciuta generalmente in questo mondo come
"Dio" .Questo mondo gli appartiene ed egli non permette a nessuno di stare in
modo permanente in un posto. Il corpo è una casa presa a prestito. E' una gabbia
di Kal e dopo il tempo stabilito, tutti siamo forzati a lasciarlo qua.


"Il mondo ci tiene in una rete vasta e mortale".

(Guru Nanak)


"L'illusione ha conquistato il mondo,

Vinto, tutto giace ai suoi piedi.

Gli yoghi, gli asceti e coloro che hanno poteri soprannaturali,

Non possono mai sfuggire; anch'essi sono colpiti".

(Paltu Sahib)


"O uomo sempliciotto, Hai dimenticato completamente la tua casa originale

e vaghi in interminabili nascite e rinascite,

Lucifero ha perfidamente intrecciato un incanto attorno a te,

Com'è triste che carovane dopo carovane sprofondino nell'abisso.

E' sorprendente che tu non ti curi

e non hai pietà della tua condizione miserabile.

Svegliati. o viaggiatore solitario! C'è ancora tempo e opportunità".

(Shamas-i-Tabriz)


"Qualsiasi cosa tu abbia visto dovrà svanire

come l'ombra di una nube.

Nanak dice: "Considera il mondo irreale,

e rifugiati nel Signore".

(Guru Teg Bahadur)

Per quanto concerne le nostre attività in questo mondo, nessuna d'esse è di vero
beneficio per noi. Stiamo tutti tribolando o per guadagnare per la nostra
famiglia e figli, o per servire i nostri amici e compagni, o per permettere alla
nostra mente e ai nostri sensi di godere i piaceri mondani. Niente di queste
cose costituisce il nostro vero interesse. La sola attività di valore duraturo è
il Simran (ripetizione dei Santi Nomi rivelati dal Guru) e il Bhajan (ascolto
nell'intimo della melodia celestiale). Genitori e figli, potere e denaro,
ricchezza e possedimenti: non possiamo portare con noi nessuna di queste cose
nella terra dell'aldilà. Solo due cose sono i nostri compagni permanenti: il
Maestro e la Parola. Se nel mondo abbiamo qualche vero parente sono questi due.
Tuttavia il nostro affetto per questi due veri amici è disgraziatamente misero.


"Cerca qualche Santo, o fratello.

Consegui da Lui il vero Naam e tesoro,

perché questo Naam sostiene tutte le creature,

sia nell'aldilà sia qua".

(Guru Arjan)
"Dimentica questo dominio di piacere e di dolore,

Innalzati ai cieli e raggiungi il Sat Naam.

Questa vita è transitoria e breve,

sei vissuto qui dopo stanchi sforzi.

La ricchezza e le relazioni, così di valore in questo mondo

non ci sono di alcun vantaggio quando la morte si avvicina"

(Swami li)


"Colui che ignora la Parola e ne dimentica il significato

soffre sgomento alla morte e si pente".

(Guru Nanak)


"Sfortunato alquanto è la povera anima cieca

che non bussa alla porta del Satguru.

Egli getta da parte senza un pensiero

questa vita umana, pagata a così caro prezzo".

(Guru Ramdas)


"Canta le lodi del Satguru, O Paltu,

solo questo ti accompagnerà.

Uscita l'acqua (il respiro vitale)

lava in fretta le tue mani".

(Paltu Sahib)


Tutto il mondo è impegnato a trasportar fardelli che non gli appartengono. Per
tutta la vita, la gente cammina faticosamente con pacchi pesanti sulle spalle:
proprio come buoi o asini. Quando giunge la morte, essi abbandonano lo spirito
in modo infamante. Abbandonano questo piano a mani vuote, con niente che possano
definire loro proprio. Di conseguenza, ci conviene non sciupare il dono della
vita umana preziosa lavorando per un altro, ma di fare qualcosa che infine ci
libererà da questo "carcere". Nel mondo dell'aldilà potremo portare soltanto la
ricchezza del Naam: e con sforzi sinceri dovremmo cercare di accumularlo.
Dovremmo valutare ogni secondo e in ogni momento dovremmo fare l'inventario
delle nostre attività in modo di sapere se stiamo facendo qualcosa di abbastanza
degno che ci sarà d'aiuto sia qua sia nell'aldilà. La liberazione può giungere
soltanto se guardate interiormente e vi innalzate al Regno dei Cieli per mezzo
della ripetizione dei Santi Nomi. Tuttavia, queste parole da se non
costituiscono il Naam, che non si può trasmettere nei confini di qualsiasi
lingua: sia esso l'arabo, il turco, il sanscrito, l'inglese o il persiano.
Trascende il linguaggio e non lo si trova nei libri. E' qualcosa che si ottiene
nel regno dello spirito. Se semplici parole costituissero il Naam, potremmo
conseguirlo con facilità dai libri sacri. Il Naam è una legge non scritta: una
lingua inesprimibile. Vagando in esilio in questo grossolano universo materiale,
abbiamo perso il contatto con quel regno luminoso in cui esso risiede. Veli
spessi lo celano alla nostra vista. Solo il Maestro possiede la chiave magica e
il "sesamo" che aprirà la porta dando accesso al reame del Naam: un reame cha
sta nel nostro corpo.


"Col sudiciume di molte vite la mente è intorpidita

e viene pulita nella compagnia dei Santi".

(Guru Ramdas)


"Nella caverna (il corpo) vi è una tesoreria inesauribile

nella quale dimora Dio, il non visto, l'illimitato".

(Guru Amar Dass)


"L'invisibile è nell'intimo ma non si vede,

a causa del muro separatore dell'egoismo".

(Guru Arjan)


Solo la ricchezza del Naam è imperitura e indistruttibile. Per ascendere in quei
cieli dove risuona eternamente, si richiede un lavoro fermo e assiduo tanto
quanto è necessario lavorare in modo persistente e regolare se vogliamo
risvegliare il potere della conoscenza che sta dormendo in noi. L'università
dello spirito ha i suoi insegnanti che noi chiamiamo Maestri e richiede la
stessa applicazione costante che è necessaria per vincere gli onori accademici.
Ad ogni modo, di solito noi non lo facciamo. Chiediamo con insistenza i piaceri
dei sensi. Lussuria, ira, avarizia, attaccamento ed ego tengono la mente nel
flusso esterno. Senza abbandonare questo sudiciume materiale, -questa illusione
e polvere che ci sfugge di mano, ancora e poi ancora, come cerchiamo di
afferrarla - l'anima non può essere ripulita dalle sue impurità e si trova
incapace di ascendere ai mondi interiori. Tutte le attività terrene sono
grossolane e materiali. Osservate, per esempio, i re. Oggi hanno dominio su
vasti regni, ma domani comincia una guerra e perdono ogni cosa. Considerate un
magnate degli affari. Possiede un gran numero di fabbriche: scoppia un incendio
e tutto viene ridotto in cenere. Prendete il caso di un capofamiglia con una
famiglia numerosa: si diffonde la peste e tutti i suoi figli sono colpiti da
essa; rimane completamente solo. Gli altri doni mondani sono ugualmente
squallidi e transitori: un colpo improvviso e, come bolle, scoppiano e
scompaiono.


"Coloro che dimenticano il Signore bello

e dirigono il desiderio del loro cuore

su oggetti invece che su Lui,

sono come sanguisughe che succhiano da un lebbroso".

(Surdas)


"L'uomo getta via un rubino

e corre dietro ad un guscio vuoto.

Abbandona la verità

e desidera la menzogna".

(Guru Arjan)


"Che cos'è la tua vita? Null'altro che una bolla

che appare per un po' e poi svanisce".

(Giacomo quattro: 14)


"Benché non si possa prolungare la vita,

tuttavia i folli peccano incautamente".

(Dadu Dayal)


Il primo passo che ci conduce verso la nostra Casa, è il distacco dal mondo. I
transitori godimenti carnali devono essere messi da parte gradualmente, perché
finche essi persistono, l'anima trova impossibile unirsi al Naam. Mantenendovi
fermi nel rifiutare i piaceri materiali, diminuirete di giorno in giorno il
vostro amore per il mondo. Estraniata dalle sensazioni voluttuose, la mente
tenderà automaticamente verso l'aspetto spirituale, giacche la sua natura è
attività incessante. Dopo aver ottenuto l'iniziazione da un Maestro, il dovere
del discepolo è di apprendere quali piaceri sono proibiti e quali non hanno
urgente bisogno di essere repressi. Sviluppare amore per il Maestro e ascoltare
i Suoi discorsi costituisce il vostro lavoro. Come vi innalzate di sopra delle
tentazioni mondane e giacete in abbandono totale ai Suoi piedi, vi liberate da
tutti i peccati e le debolezze che danneggiano. La ricchezza spirituale si può
accumulare in due modi. Primo: impegnandosi duramente nella meditazione;
secondo: tramite un abbandono completo e incondizionato al Maestro. Il primo è
il modo più facile. Non è difficile rimanere svegli la notte, limitarsi a pasti
frugali e lavorare incessantemente per la propria salvezza. Il secondo metodo è,
comunque, duro da praticare benché sia molto più efficace. Se il discepolo si
prostra in assoluto abbandono ai piedi del Maestro, ha completato veramente il
corso di meditazione. Significa che ha vinto l'ego, come Guru Angad che si era
immerso completamente nel Guru dimenticando la propria individualità separata.
Per questo discepolo la parola del Maestro è legge, tanto sacra quanto il Corano
o i Veda. Questo tipo di assorbimento nella personalità del Guru innalza
senz'altro l'anima e si eleva interiormente senza impedimenti. Ma la mente è un
grande ostacolo sulla via; non vi permette di annichilire il vostro ego. Molti
fra i discepoli iniziati da un perfetto Maestro sono disperati perché, anche
dopo il periodo di un paio di decenni, possono non essere stati in grado di
vedere un singolo lampo di luce interiore. La ragione è che non hanno mai preso
rifugio nel Maestro. Non è autoabnegazione il permettere alla mente di vagare e
perdersi esteriormente con fiumi, monti e foreste allorché sedete in
meditazione. Finché i pensieri sono nascosti e le idee si rincorrono l'una
all'altra nella mente, l'autoabbandono è solo un illusione e un inganno. La fede
implicita nel Maestro è un presupposto sul sentiero. La determinazione deve
essere ferma e l'abbandono totale e completo. E' allora che il discepolo fa un
altro passo: la meditazione sulla forma del Maestro. Ma per prima cosa dobbiamo
rispondere alla domanda: perché meditare sulla forma del Maestro e non su
nessun'altra? Per trovare una risposta a questa domanda, prendiamo in
considerazione il mondo che si stende davanti a noi in tutte le sue diversità e
ricchezze. Finche non ci appare Dio stesso, dobbiamo adorare qualche essere
senziente. Ora, ogni cosa che ci circonda è stata intrecciata con cinque stati
della materia o tattva: terra, acqua, aria, fuoco ed etere. In accordo al tipo
di materia che la costituisce i saggi indiani hanno diviso l'intero universo
materiale in cinque classi formate dai tattva (essenze o elementi) in
combinazioni differenti. Alla prima classe appartiene l'uomo, il cui corpo è
costituito da tutti i cinque elementi. Gli animali, che posseggono soltanto
quattro tattva, vengono dopo. L'akash (etere) manca in essi. Gli uccelli formano
la terza classe; essi hanno in se tre elementi (fuoco, aria e acqua). Gli
insetti e i rettili come gli scorpioni, le lucertole, i tritoni e così via, sono
ancora più bassi. Il fuoco e l'aria sono gli unici due elementi attivi nella
loro composizione. Il regno vegetale comprendente alberi; frutti, fiori e
raccolti, è il quinto in quest'ordine: l'acqua è l'elemento che domina la sua
massa. Se l'uomo adora i vegetali e gli alberi come l'albero di Peepal o la
pianta di Tulsi (basilico), pensate che progredirà? Piuttosto, sprofonderà più
in basso nella scala dell'evoluzione. Simile sarà il suo destino se adorerà
forme composte di due, tre o quattro elementi. Un uomo, che è all'apice della
scala dell'evoluzione, è pari a qualsiasi altro uomo. Perché si dovrebbe
inchinare in adorazione ad un altro della sua specie? Questo tipo di: pensiero
può far diventare schernitori e atei. Dopo aver preso in considerazione questi
fatti, i Santi, usando la seguente illustrazione, fan notare perché si dovrebbe
meditare sulla forma del Maestro e non su altro: considerate il telegrafo che
emette messaggi tramite fili metallici collegati alle batterie. Se il circuito è
completo si può emettere e ricevere un messaggio da un capo all'altro. Ma se è
rotto, non si può mandare ne ricevere alcun messaggio. Se in una stanza si
pongono un certo numero di batterie accanto a fili mescolati senza collegamento
pensate che ci sarà qualche tipo di comunicazione col mondo esterno?
Naturalmente, no. Ebbene, come un sistema telegrafico, la mente umana è fornita
di fili e batterie. Il corso di addestramento spirituale sotto un Perfetto
Maestro, che è l'unico tecnico esperto nel manovrare questo meccanismo, consiste
nel far funzionare in modo attivo il vostro sistema telegrafico. La nostra anima
e la Parola (l'udibile Corrente di Vita o la Melodia divina) devono essere
collegati come i fili e le batterie del telegrafo. Il Maestro stesso ha la Sua
rete di fili programmati in modo così perfetto che riceve e trasmette messaggi
in continuazione. Dobbiamo prostrarci a adorarLo, poiché Egli è in sintonia con
l'Infinito. Eppure, è così riservato, così tanto privo di vanità che ci mostra
come metterci in sintonia col Creatore nel modo più modesto. A mano a mano che
lavorate al vostro meccanismo interiore, sotto le Sue istruzioni, Egli non vi fa
pagare nulla ed è sempre pronto a definirsi vostro servo, piuttosto che vostro
Maestro. Il Maestro è:


"Colui il cui cuore è colmo dell'amore del Signore,

che si considera meno della polvere

e tutti gli altri suoi superiori " .


"Freccia come il Verbo di un Perfetto Adepto,

vola in tutte le direzioni.

Fa alzare colui che dorme,

e colui che colpisce

trova la vera salvezza".

(Dadu Dayal)


"Rinuncia all'ego

e trasformati in polvere

e fa che sul tuo corpo cresca l'erba.

Se nella radiosità del tuo Maestro, ti trasformassi in cenere,

questa cenere sarebbe un'alchimia

che ti trasformerebbe in oro".

(Shamas-i-Tabriz)


Conviene anche a noi seguire completamente le Sue indicazioni con piena fede in
Lui. Dal momento che dobbiamo divenire totalmente assorbiti in Lui, non sarebbe
fuori luogo dire qualcosa a proposito della vera natura del Maestro. Il Maestro
è un'incarnazione della stesso Signore. Egli discende dal cielo più alto -Sach
Khand -, ci accorda il dono dell'iniziazione e infine ci porta con lui alla
nostra Vera Casa in Sach Khand. Il suo unico fine nell'incarnarsi su questo
piano grossolano è di riversare una grazia illimitata sull'uomo. Non denunzia
credi stabiliti e non ne fonda nuovi; si offre volentieri come un servo che non
chiederà alcuna ricompensa. ciò nondimeno, molti fra cui Egli opera, spesso lo
considerano con sospetto.Sospettano di Lui, presumendo che abbia nel suo operato
interessi personali .Sono come lo zoticone che andò da un certo negoziante, fece
pochi acquisti da lui e, sebbene il negoziante si dimenticasse di prendere i
suoi soldi, brontolò che aveva guadagnato illecitamente. C'è un altro aneddoto
con una morale simile che illustra un atteggiamento comune nei confronti di un
Perfetto Maestro. Un facchino sedeva sotto il sole cocente quando un uomo di
buon cuore ebbe pietà di lui e lo invitò ad andare sotto l'ombra fresca dove
quest'ultimo sedeva. Il facchino voleva prima sapere quanto gli avrebbe dato per
farlo! In modo analogo, anche il Maestro ci invita per accompagnarLo verso il
cielo, nella terra che è libera dalle preoccupazioni del cibo di questo mondo.


"Qualsiasi cosa venga a loro è ben accetta

sia essa nettare o tortura di fuoco".

(Maulana Rumi)


"Bussa e ti sarà aperto,

chiedi e ti sarà dato".

(Cristo)


"Dissipando le loro tenebre,

il Satguru ha aperto le palpebre chiuse;

odono le orecchie del sordo,

il muto comincia a parlare".

(Dadu Dayal)


Mentre il discepolo è nel corpo fisico, anche il Maestro è nella forma umana ed
ha moglie e figli, casta e credo. Ma la Sua vera forma (come pure quella del
discepolo) è molto diversa. Il discepolo è veramente Surat (puro Spirito) e il
Perfetto Maestro è il "Verbo fatto carne". Se desiderate vedere la vera forma del
Maestro, è necessario lavorare duramente nelle vostre meditazioni e lo si può
fare solo se tenete una dieta frugale, se siete moderati nel conversare e la
notte vegliate. Il discepolo è proprio come uno scolaro che "striscia a scuola
malvolentieri come una lumaca", mentre il suo insegnante vuole che lavori
duramente affinché possa ottenere il diploma e la laurea. Quando il discepolo si
è abbandonato incondizionatamente al Maestro questi lo esorta a ritirare la sua
coscienza dalle nove entrate del corpo (due occhi, due orecchie, due narici, la
bocca e le due uscite inferiori). Questi nove fori nel corpo umano sono chiamati
le nove porte sulle quali giocano le correnti spirituali, dirigendo cosi le sue
energie all'esterno. Solo quando questa coscienza si volge interiormente, si
trova la decima porta, che è uno stretto passaggio posto fra e di sopra dei due
occhi. E' aprendo questa "porta" che cessano le oscillazioni della mente,
diventa stabile e l'anima si innalza da se nei piani più alti. Ma la conquista
della mente non è facile. Conduce alla conquista di Brahmand (l'intera creazione
sui piani fisico, astrale e causale).


"Colui che conquista la mente

è signore di tutta l'umanità".

(Guru Nanak)


"La mente è Satana e non vive al di fuori

bensì nel nostro intimo essere.

Nessuna gentilezza può sottomettere questo diavoletto,

fronteggialo con una lotta valorosa

e non dare spazio a questo cane.

Rendila un vero servo utile.

Quando un pezzo di legno è cesellato e piallato

ottiene entrambi: fascino e levigatezza".

(Shamas-i-Tabriz)


Finche non riusciamo ad entrare nel centro dell'occhio, rimaniamo completamente
privi di ricchezza spirituale e continuiamo a vagare nel labirinto delle vita.
Veniamo ripetutamente, andiamo e non troviamo soddisfazione da nessuna parte.


"La luce del corpo è l'occhio,

di conseguenza se il tuo occhio sarà singolo,

l'intero corpo sarà pieno di luce".

(Matteo 6:22)


"Nella pupilla dell'occhio c'è una macchia nera,

che cela tutto il segreto del Signore.

Guarda dietro questo velo nero

se desideri realizzarLo".

(Tulsi Sahib)


"E di sopra di quella, fratello,

la visione del loto d'Ambrosia.

Vedi due forme: una bianca e l'altra

che è di colore scuro.

Dietro gli occhi vi è questo dominio,

dove regna in tutta la sua gloria Nijman".

(Kabir Sahib)


"Apri l'occhio interiore

per contemplare lo splendore del Signore.

Diventa tutt'occhi, chiudi la tua bocca ed orecchie".

(Moinuddin Chishti)


Sul piano terreno, l'anima ha tre stati d'essere: di veglia, di sogno e di
dormiveglia. Tuttavia la decima porta conduce a uno stato di supercoscienza
chiamato Turiya. Ciò giace di là dell'esperienza e della comprensione dei
mortali ordinari. Finche siamo svegli, l'anima occupa una posizione nel mezzo
della fronte, fra i due occhi. Così, facendo pressione su questo centro, anche
se chiamate un cieco, questi risponderà. Nello stato di sogno, l'anima si trova
in un punto della gola, mentre nel sonno profondo scende giù all'ombelico.
Proprio come con più siamo lontani dalla luce, più sembra scuro, così i sogni,
che sopraggiungono allorché l'anima è caduta dalla sua posizione risplendente
nella fronte, sono vaghi e incompleti. Lo spirito non può operare in modo
normale e le nostre esperienze sono caotiche. Si può vedere la testa ma non i
piedi; oppure possono essere visibili i piedi e non la testa. Nello stato di
sonno profondo, l'anima scende ancora più in basso all'ombelico e coperture
spesse la avviluppano. Coloro che praticano il pranayama (la scienza del
controllo del respiro) lo fanno in questo basso centro dell'ombelico. Si trova
la vera pace soltanto nelle regioni di sopra del centro dell'occhio. A mano a
mano che vi avvicinate a questo centro, sentite scendere su di voi una pace
maggiore, proprio come incominciate a sentire una sensazione rinfrescante
allorché, scalando una montagna, vi avvicinate sempre di più alla vetta. Ecco
perché la mente e l'anima devono essere fissate e rese immobili al centro
dell'occhio. Appena si fa questo, si ritirerà la corrente della coscienza
dell'intero corpo fisico e si raccoglierà in quel centro rendendo il corpo
insensibile. Questo è il vero pranayama conducente al quarto stato d'esistenza:
Turiya- pad (lo stato di coscienza superiore o trascendentale). Il pranayama
inferiore è dissipatore. Ora i Maestri rivelano le esperienze interiori od
esoteriche che l'anima gode mentre si innalza un poco alla volta nei vari cieli.
Il primo passo per trascendere nell'intimo è la ripetizione dei Santi Nomi. Il
risultato sarà di raccogliere tutta la coscienza al centro dell'occhio.
L'udibile Corrente di Vita si presenterà allora sotto forma di una melodia
divina, interminabile e l'anima attraverserà una regione stellata, il sole e la
luna. Questi non sono i pianeti coi quali noi siamo tutti familiari, bensì
orbite molto più luminose del sole e della luna, che stanno all'apice
dell'universo fisico. Di là di queste regioni si contempla la Forma Radiante del
Maestro. Ora, la mente e l'anima acquisiscono una tendenza verso l' interno. La
terra astrale si apre alla vostra vista e voi vi trovate nel Loto dei mille
petali -Sahansdal Kanwal -con una "Jyoti" (Fiamma) centrale di luce intensa.
I Fachiri musulmani l'hanno chiamata la Terra di Allah. Quando i saggi del passato raggiunsero questa regione e videro questa luce risplendente, ci diedero un'imitazione della luce interiore bruciando una Jot (una fiamma che è accesa nei templi indù e sui
santuari dei santi musulmani, consistente in un lucignolo di cotone immerso
nell'olio contenuto in un sostegno di terracotta). Invece di innalzarci a quei
reami, noi ora costruiamo templi di mattoni e pietre e poniamo in essi jyoti
accese. Prepariamo lampade di posta e mettendo in esse un po' di ghee (burro
semifluido) con un lucignolo, imitiamo la fiamma interiore. Dalla grande Jyoti,
o luce di Sahansdal Kanwal emanano innumerevoli Melodie e Armonie. Ora noi le
imitiamo in questo mondo battendo i gong e soffiando nei gusci delle conchiglie.
Tuttavia, in realtà, la luce schiacciante del regno dei Cieli non ha paragone in
questo mondo materiale. E' a questa luce che si riferiscono nel Corano, la luce
a cui Gabriele temeva di avvicinarsi perché avrebbe bruciacchiato le sue ali,
quando portò Maometto, il grande profeta, sul suolo astrale e si rammaricò della
sua incapacità di procedere oltre.


"Le correnti di Bani (la Parola)

emanano dal profondo della fiamma".

(Guru Nanak)


"Vi è un pozzo capovolto nei cieli interiori,

dove brucia ancora una fiamma eterna".

(Paltu Sahib)


"La fiamma eterna è priva di fuoco

e si incontra dentro te stesso".

(Keshodas)


"Perdendo te stesso,

realizzi la vera vita

e contempli la Fiamma eterna.

(Darya Sahib)

Arrivando qua, la mente, che è stata addormentata per milioni di vite, si
risveglia alla coscienza. Dalla regione astrale emergono due sentieri: uno
attraverso il lato buio e l'altro attraverso quello splendente. Il lato buio è
quello di Kal (il Potere Negativo) e quello luminoso conduce alla regione di
Dayal (il Misericordioso, il Vero Dio). Dalla Jyoti centrale, si erge un bel
sentiero che conduce al piano di Set Sunn (il vuoto bianco). Proprio come un
tiratore scelto spara al bersaglio mentre trattiene il respiro e con una
attenzione pienamente concentrata, in modo analogo anche voi dovete lanciare
attentamente la vostra anima in quelle regioni con amore e devozione intensi. In
questo posto, migliaia di rishi e muni (saggi e santi uomini del passato) si
trovano assorbiti in meditazione. Incarnazioni di poteri spirituali, concreti e
visibili e dotati di coscienza, sono i guardiani del sentiero celeste. Sono
conosciuti come "Riddhi" e "Siddhi" e fanno da sentinella a quei regni interiori
in modo di impedire l'ulteriore ascesa spirituale. Innumerevoli profeti maggiori
e minori, incarnazioni ed eremiti sono arenati là, incapaci di procedere verso
stadi superiori. Ma per l'anima iniziata dà un Perfetto Maestro, tutto è aperto.
Ora procedete verso Trikuti, la regione di Brahm, attraverso un tunnel, un
sentiero a forma di U conosciuto come Bunk Nal (il tubo curvo). Si distende
diritto per una certa distanza, poi discende improvvisamente e si innalza ancora
conducendovi su una strada piana che vi immette nel secondo cielo. Questo
sentiero è infinitesimo in larghezza.


"Stretta è la porta che dà la libertà,

sottile come la cruna.di un ago.

La mente è come un elefante,

come vi può essere liberazione?".

(Kabir Sahib)


Attraverso periodi cosmici, la nostra mente è diventata grossolana ed
elefantina. L'ego si attacca alla proprietà, ai figli, alle figlie; si gonfia
d'orgoglio, di vanità per essere.uno studente, un uomo istruito o di talento.
Come si potrà attraversare il passaggio stretto se non abbandoniamo gli
attaccamenti mondani e purifichiamo l'anima? Si dice che Guru Nanak andò alla
Casba (il sacro santuario dei Musulmani alla Mecca) dove il Qazi Rukun-ud-Din,
un celebre teologo musulmano, gli chiese di dare una descrizione del palazzo
dell'Altissimo. Il Guru rispose che la Dimora del Signore è il corpo umano: un
palazzo che ha nove entrate esteriori, con una decima porta interiore che
conduce a Nur Mahal (la Dimora celeste rifulgente) nella quale risiede Dio
stesso. Il palazzo ha dodici minareti e cinquantadue torrette (trentadue denti e
venti unghie). I dodici minareti sono le due mani, i due avambracci, le due
braccia e i due piedi, le due gambe e le due cosce. In breve, è nel corpo umano
che si trova il regno dei Cieli. Per continuare: il tunnel di Bunk ha la
larghezza di un capello.


"Il sentiero che conduce al cielo è invero stretto,

la sua larghezza è quella del decimo di un seme di senape.

L'elefante non lo può attraversare,

perché l'ego sbarra la porta, ahimè!".

(Guru Nanak)


In questo corpo umano -che è il tempio di Dio - non risiede solo Lui;
interiormente ci sono pure milioni di terre, divisioni della creazione e dimore
di Brahm. Ma senza un duro sforzo, non si può attraversare la via. Per ottenere
questa ricchezza, la devozione ne è il prezzo; non si può elemosinarla o
prenderla a prestito. Dopo aver attraversato il Bunk Nal, l'anima ode la Melodia
divina, che risuona come "Om". I Santi musulmani la spiegano come Allah-Hu (il
sacro Suono di Dio) e chiamano quella regione in quel modo. Gli Indù la chiamano
Trikuti. E' la seconda regione spirituale di sopra dell'universo fisico ed è un
vasto magazzino di karma: una riserva accumulata in vite interminabili. Il
devoto è obbligato a rimanere qui per un considerevole periodo di tempo, poiché
prima di poter ascendere più in alto, deve liquidare l'intero fardello karmico.
Swami Ji stesso fa riferimento al suo lungo soggiorno in questa regione. L'anima
è purificata dalle sue impurità attraverso un lungo periodo di meditazione.
Appena si raggiunge la purezza, il Maestro vi esorta ad innalzarvi alla regione
di Par Brahm (di là di Brahm) che è anche chiamata Daswan Dwar (la decima
porta). E' la terza grande Regione spirituale di sopra dell'universo fisico ed è
qui che l'anima si libera di tutti i veli, le coperture. Allora l'anima brilla
in tutta la sua innata e primitiva radiosità e gloria. Qui l'anima si bagna nel
Mansarovar, il lago del Nettare dell'immortalità e diventa immortale nel suo
stato puro. Ripulita dalle sue ultime impurità, si strugge per la Benedizione
divina dell'unione con il Signore Assoluto. In seguito, l'anima raggiunge
Tribeni, la confluenza di tre correnti: d'Amore, Luce e Potere, che scendono dal
Signore più alto per sorreggere e sostenere l'universo degli universi. Quando i
Guru Sikh costruirono il Tempio d'Oro, che costituisce ora la città di Amritsar,
lo circondarono con una stagno d'acqua per rappresentare sulla terra lo stagno o
il lago Mansarovar della terza regione spirituale. Chiamarono questo stagno
Amritsar che ha il medesimo significato di Mansarovar: la pozza di Nettare
dell'Immortalità. Nello stesso modo, i Rishi e i Munì indiani (saggi e santi
uomini del passato) chiamarono Tribeni la confluenza del Gange, dello Jamuna e
dell'ora estinto Saraswati per simboleggiare sulla terra il luogo d'incontro
delle tre grandi correnti di Luce splendente nel Daswan Dwar. Ma la vera cosa
che libera, si trova nell'intimo e non esteriormente.


"In un punto ira, pingala e sushamana* si incontrano.

La loro confluenza, o Beni,

è il vero paryag ed è lì che si bagna la mente".

(Beni Sahib)


"Immergiti nel Tribeni,

la confluenza dei tre,

e poi vai oltre".

(Kabir Sahib)


* (Nel Turiyapad vi sono tre vene: la sinistra, la destra e quella centrale
chiamate ira, pingala e sushamana. Il sentiero sta nel sushamana. Il Tribeni del
Par Brahm è differente ed è qui che l'anima perde tutte le sue coperture).


Par Brahm è il santuario in cui lo spirito fa un bagno purificante e diventa
immacolato. Ora ha trasceso i tre corpi: fisico, astrale e causale, e non è né
nero né bianco. Adesso la sua luce è quella di dodici soli. In questo mondo,
dove la luce di un sole è sufficiente ad abbagliare col suo riverbero, ci
sembra incredibile. Ad ogni modo, in realtà l'anima su questo pianeta materiale,
è come una lampada incandescente imbacuccata da coperture spesse, che creano un
senso d'oscurità. Nel Far Brahm l'atma è senza alcun rivestimento e,di
conseguenza, è radiante e risplendente. Guru Nanak chiama questo Tribeni,
Amritsar: lo stagno del Nettare dell'Immortalità. E' il vero centro di
pellegrinaggio esistente in ogni indù, musulmano, sikh e cristiano. Se vi
bagnate in quello stagno, il vostro spirito sarà purgato da tutti i peccati che
lo hanno coperto per età innumerevoli. Non si può togliere questo sudiciume
tramite un bagno in un luogo di pellegrinaggio sulla terra.

"Il vero Amritsar esiste nel corpo umano.

Se la mente persiste nell'amore,

si impregna di nettare dallo stesso stagno d'ambrosia cosi puro,

qua, là e dappertutto".

(Guru Nanak)


"Il microcosmo contiene il macrocosmo,

bagnati nella pozza dell'Immortalità".

(Kabir Sahib)


"Nel corpo scorre lo specchio d'acqua dell'Immortalità,

bevendone il nettare perdi l'egotismo

e nascita e rinascita cessano per sempre".

(Namdev)


Quando l'anima è ripulita da tutte le impurità, diventa assolutamente libera di
star nei mondi più alti o di incarnarsi a volontà nei piani inferiori.


"Il Gurumukh (vero devoto del Guru) è libero di andare e venire".


La maggior parte delle religioni del mondo emanano da Brahm, il sovrano di
Trikuti, e solo in casi eccezionali da Par Brahm. I Santi e devoti che ascendono
alle regioni superiori sono invero rari. Di sopra di Daswan Dwar, vi è il
Mahasunna, un vuoto vasto di un'oscurità cosi totale che lo spirito, che è ora
una cosa gloriosa emanante la luce di dodici soli, si trova sopraffatto dal buio
denso e non riesce ad attraversarlo se non per la grazia e la guida benevole del
Satguru. In questa regione ci sono parecchie migliaia di spiriti, ciascuno
contornato dalla luce splendente di dodici soli, tuttavia incapaci di
districarsi da questa regione di oscurità. Ma lo spirito che, con l'aiuto del
Maestro, lo attraversa una volta è, dopo di ciò, libero di farlo a volontà.


"Se appaiono un centinaio di lune,

si avvicinano un migliaio di soli,

se il Maestro non fosse qui,

non potete strappare i suoi veli:

l'oscurità è così assoluta".

(Guru Angad)


"I Santi sono come le galline proverbiali,

che depongono le uova d'oro.

Nella quarta veglia della notte

quando vanno nei sette cieli,

esse diventano il loro sole.

Quando dormono,

fanno del sole e della luna il loro cuscino.

Di là dei tre mondi vanno nel quarto

e per loro compassione concedono la vista ai ciechi".

(Shamas-i-Tabriz)


"In quest'età buia,

quanti sono diventati immortali

grazie agli insegnamenti del Guru!

Quanti periscono in continuazione

per la loro mancanza".

(Dadu Dayal)


Perciò è chiaro che un Maestro vivente è il presupposto per un viaggio sicuro
nelle regioni di là di Maya Sunna. Eppure la gente commette l'errore grossolano
di dipendere dai santi e profeti che lasciarono il piano terreno secoli o, in
alcuni casi, periodi cosmici fa. Ora quei santi uomini non sono in grado di
aiutare la gente che vive sulla terra. Un insegnante, per esempio, che morì
cinquant'anni fa, non si alzerà dalla tomba per istruire il vostri figliolo. Se
qualcuno insistesse per avere i suoi torti riparati da Vikramaditya, un re
semileggendario di tanto tempo fa, possiamo aver pietà di lui per la sua
illusione. Dhanwantri, il celebre medico di un'età passata, non curerà il vostro
figlio moribondo, tantomeno il Signore Ramchandra sarà lo sposo di qualche
signora d'oggi. Se desidera avere figli, deve sposare qualche eroe vivente. Dopo
essere emersa dall'espansivo vuoto tetro di Mahasunna, l'anima raggiunge la
quarta Regione spirituale che dai Santi è chiamata Bhanwar Gupha, la caverna a
turbine. Questa regione è governata dal grande Signore spirituale Sohang il cui
nome significa "Io sono quello". Qui l'anima si rende conto della sua parentela
col creatore e viene a sapere che è una goccia di quell'Essenza divina che
costituisce l'Oceano dello Spirito, il Mare eterno che noi chiamiamo Dio. Da qui
l'anima viaggia verso la quinta Regione spirituale, Sach Khand (la Regione della
Verità). Questa è la Casa del Padre, la sua Vera Casa dalla quale discese tanto
tempo fa. La musica che emana da questo luogo è quella della Vina (uno strumento
a corde) e tutti i Santi che hanno raggiunto questa regione, citano la dolcezza
estasiante di questa musica.


"Nella dimora immutabile

del Signore Senza Forma,

suonerà la Vina

la melodia infinita,

e io dirò Rama,

distaccato interiormente" .

(Namdev)


O Nanak,

dove risuonano notte e giorno

le tonalità della Vina,

io contemplo per sempre la gloria del Signore"

(Guru Nanak)


"Nel quarto Reame risiede Sat Purush

e in quella beatitudine dimorano permanentemente i Santi.

Quella casa mi fu mostrata dal perfetto Guru.

Risuonano i meravigliosi toni soavi della vina"

(Swami Ji)


"Da sopra Sat Lok

emanano i dolci canti della vina".

(Gulal Sahib)


"Il suono della vina tintinna nel cielo dove il Signore Supremo ha il Suo
trono".

(Bhika)


Decine di milioni di mondi come il nostro sono sotto l'autorità benevola di Sat
Purush (il Vero Dio) che è il sovrano di quella regione. Ottantottomila Isole
del Beato ruotano attorno a questa regione, come la terra gira attorno al
sole.Queste sono le dimore degli Hansa, anime pure che non scendono mai nei
piani inferiori. Questo ci può ben sembrare incredibile. Ma la nostra posizione
e inabilità di afferrare l'immensità e la bellezza dei Mondi Superiori può
essere illustrata dalla seguente parabola.

Un bel Cigno bianco, la cui casa era il mare, volava una volta da un oceano
all'altro. Sentendosi stanco, discese sulla terra e si riposò sul margine di un
pozzo. Una rana saltò fuori dal pozzo e gli chiese chi fosse. Rispose di essere
un povero cigno del mare. Allora la rana chiese quanto fosse grande il mare e il
cigno rispose che era vasto. La rana saltellò indietro e disse se aveva coperto
tanto spazio quanto quello del mare. Il cigno, alquanto divertito gli disse che
il mare era molto più grande. La rana saltò allora per una distanza molto più
grande e chiese se ora avesse misurato in modo corretto la vastità dell'Oceano.
Il cigno disse naturalmente di no. Disperata la rana saltò attorno l'intera
curva del pozzo e chiese se quello facesse giustizia alla vastità del mare. Il
cigno rispose ancora di no. Al che, la rana lo chiamò bugiardo e furfante perché
il mare non poteva mai essere più grande del luogo in cui lei viveva. Ebbene
l'intero mondo, che ora è la nostra casa, consiste di sette Dweep (isole) e nove
Khand (divisioni). Non abbiamo esplorato pienamente neanche questi. I nostri
intelletti sono limitati: la nostra mente ristretta. Non ci siamo mai innalzati
ai reami interiori dello spirito. siamo stati pietrificati dall'adorazione di
idoli. I Veda e le altre scritture ci rivelano l'esistenza di decine di milioni
di soli e di lune che sono nel regno celeste in noi. Ma se non entriamo
interiormente, come potremo mai contemplarli? In Sach Khand, come è già stato
detto, l'udibile Corrente di vita echeggia come le melodie suonate dalla vina
.Ma si usa questa similitudine solo per dare un'idea di quella musica
estasiante, che è impareggiabile e ineffabile. I fachiri musulmani chiamano
questa regione Muqam-i-Huq (la dimora del Vero Dio). Il Maestro che ci ha
iniziati in questo corpo ha il dovere di portare l'anima fino a Sach Khand. Indi
è Sat Purush, il Signore di questa vasta regione, che infonde nell'anima la Sua
energia divina e la innalza nei mondi più alti: Alakh (Terra infinita), Agam
(Regione inaccessibile), Anami ( la Regione senza Nome, l 'ottava e massima
Regione spirituale.


"O fratello, dopo Sat Lok vi è Alakh Lok;

là governa il Signore Alakh Purusha.

Bilioni di soli non eguagliano un Suo capello:

ho contemplato questo Alakh".

(Swami li)


"Allora viene Agam Lok,

un luogo senza eguale,

nel quale trova accesso l'anima di un raro Santo

(Swami Ji)


Attraversate Alakh e Agam e guardate oltre. Che beatitudine indescrivibile! Qui
in Anami o Radha Swami Dham (letteralmente, dimora del Signore dell'anima) vi è
"la pace che oltrepassa la comprensione.


"Fratello, sopra di ciò, vi è Alakh Lok

abitato da Anami Purush e nessun altro.

Soltanto coloro che raggiungono quella terra sanno,

perché le parole non possono comunicare nulla di quello".

(Kabir Sahib)


In questa altissima Regione spirituale l' anima, che è una goccia dell'essenza
divina dell'Altissimo Dio, si immerge nel mare di cui ne era una goccia e perde
la sua entità separata. Vita e morte, dolore e piacere, gioia e tristezza: tutti
questi termini diventano ora insignificanti. Ma come si può accedere a queste
regioni se non per una grande buona fortuna. Radha Swami è ciò che Guru Nanak
chiamò Anami e Swami (Anami: Senza Nome; Swami: Signore o Altissimo).


"Tu sei di là del regno della morte

e non obbedisci a Kal.

Alakh, Agam: questi sono i tuoi nomi

e alcuni dicono Anami".

(Guru Nanak)


"Egli è Supremo: di là di ogni accesso,

il Signore Swami è illimitato".

(Guru Nanak)


"Canterò sempre lo Swami, la prima Causa di ogni cosa".

(Tulsi Sahib)


"Da lì si vede la Torre eterna.

Il palazzo di Radha Swami è invero meraviglioso.

Supremamente incantata,

l'anima si immerge nell'Anami Purush".

(Swami Ji)


Quella regione è la vera casa dei Santi e la loro grandezza è indescrivibile,
giacche essi sono uno con l'Essere Supremo, tuttavia sono così miti e umili che,
mentre sono nel corpo, non dicono mai di essere Maestri Perfetti. Potete
considerare il Maestro come amico o fratello maggiore. E' solo quando vi
innalzerete interiormente che vi renderete conto della Sua grandezza. Intanto, è
bene essere tutti impregnati di devozione al Naam e al Satguru.


elle

Surat Shabd Yoga

 

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