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 Decimo anniversario della dipartita di Sant Ji

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D I S C U S S I O N E
n/a 6 luglio 1997 - 6 luglio 2007

Sono passati dieci anni dalla dipartita di Sant Ji. Ripubblichiamo il resoconto verbale degli ultimi giorni.

Raj Kumar Bagga (o Pappu, segretario e traduttore del Maestro)

Sabato notte (5 luglio 1997) dopo cena Sant Ji non si sentiva bene. Domenica mattina presto disse a Gurmel di andare a Raisingh Nagar a prendere delle medicine. Gurmel prese le medicine dopodiché Sant Ji si sentì molto meglio. (Quando Gurmel era andato a Raisingh Nagar a prendere le medicine, aveva chiamato Pappu per dirgli che Sant Ji voleva che lui cancellasse il giro. Pappu non voleva farlo senza l’autorizzazione personale di Sant Ji, dunque partì subito e guidò fino in Rajasthan.) Alle nove circa di domenica mattina Sant Ji disse: “Andiamo dal dottore a fare un check-up, per non avere dubbi sulla mia salute”. Allora Sant Ji andò personalmente dal dottore, che lo visitò e gli suggerì alcuni esami con gli ultrasuoni ed altro, a cui lui si sottopose. Ottennero subito i risultati e tutto era normale. Il dottore disse: “Sei solo un po’ debole e forse il problema ai reni che hai avuto un paio di anni fa è la causa della tua debolezza. Allora prendi questa medicina e starai bene”. Sant Ji rientrò a casa e quando arrivai lì, era appena tornato dal medico, il quale gli aveva prescritto e somministrato una flebo. Sant Ji mi chiamò non appena arrivai e Lui era sdraiato sul letto con la flebo. Era debole, ma non dirò che era terribilmente ammalato. Quando arrivai là, mi tenne la mano ed il braccio con grande fermezza e domandò sul conto di Sushi e dei bambini. Poi mi disse quel che era accaduto la notte prima, come non si era sentito bene, come aveva mandato Gurmel a prendere le medicine e poi si era sentito meglio, ma che era andato dal medico e ora stava bene. Ecco tutto quel che disse. Non accennò nulla riguardo al giro in quel momento, poi aggiunse: “Bene ora vai a mangiare e riposa visto che hai guidato tutto il giorno”. Allora andai a mangiare e a dormire. Mi chiamò di nuovo domenica alle cinque e mezzo. Era seduto sul letto normalmente. Rimasi con Lui forse quindici minuti e mi parlò di molte cose. Ridemmo perfino, fece battute. Poi disse: ”Ogni cosa è nel Volere del Signore Kirpal. Avevamo progettato di andare, ma noi facciamo progetti e Lui ha i suoi. Quindi dovresti tornare a Delhi e chiamare gli amati per avvisarli che ogni cosa è nel Volere del Signore Kirpal, che tutti gli sforzi compiuti da loro non sono sprecati. Comunque non è nel Volere che venga in questo periodo a causa della mia debolezza e non credo di riuscire a fare il giro con questo tipo di debolezza. Sento un gran peso al riguardo e se Kirpal vuole farmi lavorare, allora il prossimo anno faremo questo programma a maggio anziché a luglio. Questa volta se fossi andato a maggio, sarebbe andato bene poiché a maggio stavo bene”. Gurmel disse: “Forse Pappu potrebbe andare a Ganganagar a chiamare gli amati e poi tornare all’ashram per trascorrere un altro giorno”. Sant Ji affermò: “No, lascialo andare perché ha una grande responsabilità sul capo. Questa questione del giro è molto seria. È meglio che vada a parlare direttamente alle persone per avvisarle che sono spiacente ma non si può fare”. Disse: “Dovresti partire al mattino presto”. Risposi: “D’accordo”. Stavo per tornare con la novità che il giro era cancellato.
Dopo Sant Ji stava bene, riuscì perfino a camminare un po’. Alle nove, dopo aver mangiato qualcosa, andò a dormire. Ma dato che si sentiva debole, come la notte prima, Sant Ji chiese ad Ajit Singh e a Nirmal Singh (il padre e lo zio di Gurmel) di rimanere con Lui. Dissero che Sant Ji andò a letto alle nove e fino alle dieci e un quarto dormì benissimo. Ma alle dieci e un quarto si svegliò d’improvviso dicendo che sentiva un bruciore nel petto. Non era nel cuore ma proprio nel centro del petto. Fu portato in bagno da entrambi e quando tornò si sentiva ancora indisposto ma era sopportabile. Alle undici e un quarto era diventato insopportabile e mandò a chiamare Gurmel. Gurmel arrivò e prese la pressione sanguigna, fece altre prove e tutto era normale. Poi d’un tratto Sant Ji incominciò a sentirsi mancare il fiato, il respiro diventò difficoltoso. Allora Gurmel chiese a Sant Ji: “Dovremmo andare dal medico?”, al che Sant Ji disse: “Sì, sono arrivato al limite”. Allora chiamarono Pappu, ci vollero circa sette o otto minuti per arrivare dal dottore.
Quando arrivarono all’ospedale di Raisingh Nagar, pur essendo nel mezzo della notte, il medico era proprio lì. Visitò Sant Ji e subito esclamò: “È un grave attacco di cuore”. Fu chiamato il cardiologo, il quale disse a Sant Ji: “Apri la bocca e fammi vedere la lingua”. Sant Ji aprì la bocca e anche gli occhi. Il dottore disse: “Ha bisogno di ossigeno”. Presero una barella per portargli l’ossigeno e mentre stava per salire sulla barella, in un secondo se ne andò. Non mostrò nulla, non disse nulla. Il cardiologo dichiarò: “Si è fermato il respiro”, erano due minuti prima di mezzanotte del 6 luglio quando morì.

* * *

Quattro o cinque giorni prima di andarsene Sant Ji scrisse un bhajan e lo lesse a Bant. Nel bhajan era molto chiaro che se ne stava andando e Bant era preoccupata. Lei disse: “Bene, che cos’è questo?”. Sant Ji rispose: “Beh, no, no, no, non è niente. L’ho scritto solo per calmare quelli che fanno predizioni sulla mia salute, sulla mia dipartita eccetera”. Stava per dare il bhajan a Gurmel, come faceva sempre, per stabilire la melodia. Poi disse: “No, non ora, te lo darò più tardi”. E nessuno vide più quel bhajan e nessuno ci pensò più. Dopo che Lui se ne fu andato, Bant mi portò quel bhajan ed era molto chiaro.
Nel 1986 Sant Ji aveva registrato un nastro alla presenza di Gurmel e glielo aveva dato. Il nastro è rivolto a tutto il sangat. In quel nastro Lui lasciò istruzioni precise per tutti, dichiarò di aver trasferito la proprietà a Bant e a Gurmel in modo che non vi fossero controversie sull’appartenenza della proprietà.
Poi parlò della successione. Disse: “La questione del diventare un Guru è molto pericolosa e nessuno dovrebbe diventare un falso maestro, nessuno dovrebbe seguire un falso maestro. Se seguirete il Sentiero che vi ho mostrato, se farete il Bhajan e Simran e la vostra devozione con molta fede, amore e devozione, allora sicuramente Dio Onnipotente Kirpal vi mostrerà la via. Se incontrate qualcuno che ha meditato come ho fatto io, e qualcuno che ha realizzato il Maestro dopo aver meditato, allora potete trarne giovamento e anch’io vi aiuterò al riguardo”.
Per Gurmel, Bant e gli altri all’ashram istruì con chiarezza che non devono abbandonare l’ashram. L’ashram è il loro luogo e devono continuare a vivervi guadagnandosi i mezzi di sussistenza. Devono solo tenere il Satsang mensile come faceva Sant Ji; devono continuare con questo programma di tenere il Satsang, ma con il nastro. Nessuno deve coinvolgersi con la questione dell’iniziazione. Disse: “Le iniziazioni furono date solo finché ero nel corpo e nessuno dovrebbe giocare al riguardo essendo una cosa molto difficile”. Dichiarò che i falsi guru crescono come funghi e nessuno dovrebbe entrare in controversia riguardo alla successione. Disse alle persone dell’ashram che se seguiranno i veri insegnamenti, Dio Kirpal stesso li guiderà alla Verità.
Disse che voleva che i resti del corpo fossero sparsi in un campo all’ashram: nessuna tomba, nessun monumento, nessun luogo dove le persone verranno a inchinarsi. La cremazione avvenne alle tre. Pappu disse: “Sembrava che ci fosse così poca carne. Era come se vi fossero soltanto gloria e splendore –tutto quel che vedemmo erano gloria e grazia, non c‘era altro che le fiamme potessero consumare. Tutti i dolori e le sofferenze del suo corpo erano sparite. Era grazia stupefacente”. “Potevamo sentire che il Potere di Sant Ji è molto forte all’ashram. Con la Sua grazia è stato così meraviglioso all’ashram. Molti sono venuti per la cremazione, molti sono venuti oggi quando abbiamo raccolto le ossa e ogni cosa era così disciplinata, così pacifica e così amorevole. Non abbiamo notato nemmeno una volta persone che si riunivano e formavano gruppi o parlavano o chiedevano domande tipo: ‘Chi sarà il successore?’ oppure ‘dove è andata la luce?’ eccetera. Noi tutti stiamo sentendo come se stessimo facendo un programma alla presenza di Sant Ji”.
“Senza dubbio è un momento difficile, ma Lui ci sta tenendo uniti. Penso che per tutti il messaggio sia, come Lui disse: ‘Se farete quel che vi ho insegnato, se avrete fede e devozione, allora sicuramente Dio Onnipotente Kirpal vi mostrerà la via”.

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