-2147467259|Operation must use an updateable query.

accedi all'introduzione per vedere le foto per leggere i discorsi per entrare nel forum per ordinare i video

Surat Shabd Yoga
Nome utente:
Password:
Salva password
Hai perso la Password? | Opzioni di amministrazione
 Elenco dei forum
 discorsi, domande e risposte, messaggi, libnri
 Pochissimi vogliono davvero tornare a Casa

Nota: Devi registrarti per inserire un messaggio.
Per registrarti, clicca qui. La registrazione è gratuita

Grandezza della finestra:
Nome utente:
Password:
Formato del testo: GrassettoCorsivoSottolineato Centrato Inserisci collegamentoInserisci e-mailInserisci immagine Inserisci codiceInserisci citazioneInserisci lista
   
Messaggio:

* HTML Attivo
* Istruzioni Html Attivi

Modalità:
Includi firma.
Notifica via e-mail la risposta di altre persone alla discussione.
     
D I S C U S S I O N E
n/a Pochissimi vogliono davvero tornare a Casa
Sant Kirpal Singh Ji
13 settembre 1970, Dehra Dun


Domanda: Mi chiedo se potresti parlare della nostra casa in Sach Khand.
Il Maestro: Supponete, per farvi un esempio, di vedere un meraviglioso edificio o il palazzo di un re da qualche parte e poi di andare in un piccolo villaggio fatto di mattoni (nemmeno del tutto cotti)… Magari trascorrete qualche tempo nel piano astrale, pochissimo nel causale, nient’altro. Queste sono cose da sperimentare. Lo stadio in cui Dio si esprime in modo totale, è in Sach Khand o Sat Naam. Lo si può sperimentare solo nei piani spirituali. Ci sono piani fisici, astrali, causali e oltre quelli spirituali. Fino al piano astrale e causale si può dare qualche povera descrizione, ma oltre non è veramente descrivibile in questa lingua.
Domanda: È possibile parlare di come si vive su quel piano?
Il Maestro: È come una bolla d’acqua nell’oceano, a volte emerge in Sat Lok. È luce totale, luce scintillante, fortissima. Non è paragonabile alle luci astrali o causali. Se entrate in quel luogo… fontane di luce che zampillano. Ancora oltre è l’entrata a Sat Lok. Le fontane di luci fuoriescono zampillando, qualcosa del genere.
Domanda: Perché mai ce ne siamo mai andati o siamo stati indotti a farlo?
Il Maestro: Sapete, Dio ha creato il mondo. Ci ha mandati nel mondo. Perché lo ha fatto, ecco la domanda? Credo che sia meglio che andiate a chiederlo a lui.
Domanda: Torniamo alla meditazione.
Il Maestro: Innalzatevi a lui e chiedeteglielo. Allora non avrete l’intelletto e saprete perché ci ha mandati. Di fatto siamo in una prigione, la casa è in fiamme. L’uomo non dovrebbe chiedere chi ha appiccato il fuoco, sarebbe meglio per lui uscire dalla casa e poi chiedere. Anziché chiedere chi ha appiccato il fuoco e perché, uscite; allontanatevi da questo pericolo, da questa casa. Innalzatevi, scopritelo. Allora conoscerete molte cose. Dopo tutto, arriveremo a conoscere la sua volontà. Perché ha creato il mondo? Perché l’uomo dà nascita ai figli? È suo desiderio, non è vero?
Domanda: Suppongo per mantenere popolato il reame di Kal, vero?
Il Maestro: Bene, è il tuo desiderio, persegui quello scopo. Qual è il motivo per cui ci ha mandati? Una volta eravamo nel suo grembo, poi siamo stati mandati giù; Lui espresse così la sua volontà. Supponete che io vada dall’India agli Stati Uniti, là dovrò adeguarmi alle leggi degli Stati Uniti; è qualcosa del genere. Perché ci ha mandato? Fu il suo volere. Tutti i Maestri hanno parlato in questo modo, non si può dire altro. Una volta fu posta questa domanda al nostro Maestro che rispose: «Andiamo a chiederlo a lui; è meglio».
Domanda: In alcuni aspetti della filosofia indiana si descrive Dio che gode di sé?
Il Maestro: Un’espressione, godere di sé. Ti sei mai divertito da solo? Se lo hai fatto, sei un Dio in miniatura, un micro-dio. Lui disse che il mondo è una gioia e allo stesso tempo vide la sua grandezza; che cos’è? Allora significa che lui era del tutto solo, molto solo? Dunque volle una creazione per sentire gioia; ma perché fece il mondo, chi può rispondere? Perché ci ha mandati qua? È il suo volere. Per prima cosa ci fece incarnare. Non abbiamo fatto niente di male e siamo stati mandati giù. Quella non fu una reazione. Nel mondo seminiamo qualcosa e la raccogliamo, non è vero? Quale seme abbiamo gettato? Siamo rimasti sempre in lui.
Domanda: Questa è la grande domanda.
Il Maestro: Non sono parole mie, sono parole del Maestro. Ora stiamo raccogliendo quel che abbiamo seminato, ma che cosa abbiamo fatto prima di incarnarci nel mondo…
Domanda: Ma esiste la speranza che avremo la risposta per lo meno alla sommità del reame mentale o causale, è lì che avremo la risposta?
Il Maestro: No, lì c’è il passato, fino a quel punto conoscerete soltanto la reazione alle vostre nascite passate.
Domanda: La risposta è disponibile in Sach Khand?
Il Maestro: Sach Khand, no. La risposta al perché siete nati, rinati, qua, là, è ottenibile anche sul piano causale, dove però non viene dimostrata questa stessa domanda del perché fummo mandati giù nel mondo. Sta solo a Dio rispondere; lui ci ha mandati. Perché lo ha fatto quando non abbiamo commesso nulla di male? Avete fatto qualcosa di sbagliato? Quale peccato abbiamo commesso prima di incarnarci?
Domanda: Bene, il Vecchio Testamento spiega di Adamo ed Eva, come dovremmo considerarli?
Il Maestro: Adamo ed Eva registrarono i loro nomi nella Genesi. Ma come venne all’essere la creazione? Ascoltate, vi dico, il seme ha preceduto il frutto o il frutto ha preceduto il seme? L’uovo è venuto prima della gallina o la gallina prima dell’uovo? Nessuna risposta, vedete; è tutto un’illusione, è tutto maya (inganno). Dunque c’è reazione. Adamo ed Eva, un uomo e una donna, sono solo una posizione. Dicono che Adamo comparve prima di Eva e che lei a un certo punto mangiò il frutto dell’albero. Dio è sceso e ha creato Eva. E prima? Prima di quello? Supponi di saperlo? Ti sarebbe d’aiuto, caro amico? La casa è in fiamme, usciamo.
Domanda: Tutti noi stiamo cercando di uscire dalla casa, ma i piedi sembrano impantanati nel fango.
Il Maestro: A rigor di termini, noi non vogliamo uscire. Lo facciamo molto raramente. E quelli che lo fanno, cambiano un po’.
Domanda: Dici che a rigor di termini la maggior parte della gente non ci sta provando?
Il Maestro: No. La maggior parte non vuole lasciare tutto questo. Che cos’è tutto questo? Abbandonare questo bel corpo, gli attaccamenti, le relazioni e i templi, le case, le macchine e ogni cosa. Chi è disposto a lasciarli?
Domanda: Dunque la maggior parte di noi qua che sta tentando, ha buone probabilità di riuscirci? Naturalmente con la grazia del Maestro.
Il Maestro: Anche tra coloro che hanno intrapreso questo sentiero, pochissimi vogliono davvero andarsene. Dedicano tempo, ma sono ancora avvinghiati. Pregano Dio per avere qualcosa qua nel mondo e nell’aldilà. Pochissimi vogliono davvero tornare a Casa.
Domanda: Quale percentuale di noi ce la farà?
Il Maestro: Il seme che è stato gettato, è indistruttibile, deve fruttificare.
Domanda: Permettimi di chiederti quale percentuale ce la farà quest’anno?
Il Maestro: Come ti sarà d’aiuto?
Domanda: Stavo proprio leggendo un articolo in cui hai scritto che ci rimarranno probabilmente tre o quattro vite.
Il Maestro: Non l’ho mai scritto. No, no, no, magari l’hai letto nei detti dei Maestri. Dico pure che i quattro stadi possono essere superati in un’unica vita, non necessariamente in quattro vite.
Domanda: Sì, lo confermi pure nell’articolo.
Il Maestro: In una vita, allora perché quattro vite? Esistono quattro stadi di sviluppo, ecco tutto. Al primo stadio l’uomo è desideroso di incontrare il Maestro, il quale lo collega al Naam; quindi dovrebbe essergli pienamente devoto. Esistono diversi stadi di sviluppo. Uno sente la fame, c’è il pane, lo mangia ed è soddisfatto. Non necessariamente in quattro vite, ma l’uomo è in formazione, vi assicuro. Alcuni sono più pronti, altri lo sono meno in proporzione. Ma un uomo può superare questi quattro stadi in una vita. Osserviamo che esistono quattro stadi richiesti, ma alcuni hanno un’interpretazione diversa, ecco tutto.
Domanda: C’è un modo per dire con accuratezza chi ha avuto buon esito nel trascendere forse il primo o i primi due stadi solo valutando le sue caratteristiche? Intendo, d’un tratto dovrebbe diventare più puro per essersi innalzato nel mentale o nell’astrale?
Il Maestro: Posso darvi qualche esempio. Una signora dall’Occidente mi scrisse una lettera nella quale mi diceva che aveva attraversato Trikuti. Le posi una domanda e lei rispose con idee vaghe di quel piano, aveva avuto qualche esperienza, ma non in modo completo; glielo spiegai. Vive ancora in Occidente.
Domanda: Vediamo, è alla sommità del mentale.
Il Maestro: Sì. La gente fa progressi, capite. Anche qui abbiamo una coppia che è progredita; anche in Occidente. Sono pochi, ovviamente, ma c’è qualcuno.
Domanda: Quelli che sono progrediti sino a quel punto, di solito sono forse i più silenziosi che non attirano mai per niente su di sé l’attenzione?
Il Maestro: Perché no? Hanno questo corpo, il tempio di Dio, e lo ringraziano. Adoperano questo corpo entrando interiormente. Naturalmente, c’è un piacere molto insolito in Dio.
Domanda: Mi stavo chiedendo se ci sono caratteristiche della personalità in grado di identificare una persona…
Il Maestro: La cosa principale è che lui dovrà essere amorevole. Sarà felice di dare, non di ricevere. L’amore conosce servizio e sacrificio. Ama Dio, ama Dio che risiede in ogni cuore, ama gli animali, ama i serpenti, ama gli uccelli; sono i fratelli più giovani della famiglia di Dio. Desidera senza dubbio che «sia pace in tutto il mondo sotto la tua volontà, o Dio».
Domanda: Essendo asceso a quel piano o al piano mentale, non avrà più a che fare con alcuna stravaganza della personalità?
Il Maestro: La personalità offusca la coscienza del sé finché non si assorbe secondo l’esempio che vi ho dato, come una bolla nell’acqua per diventarne una parte. Vi faccio un esempio. Una moglie appena sposata chiede alla madre: «Come farò a sapere quando nasce un bambino?». Vedete? E la madre le dice: «Avrai il bambino e lo saprai». Quando vi innalzate, allora direte qualcosa. Quando vi sentirete in quel modo, direte: «Oh, è così, è cosà». Sino ad allora non vi vengono in mente nemmeno le parole. Lui ci sta chiamando. Saprete. Siete certi, sicuri, convinti che il Sentiero sul quale siete stati posti, è quello giusto?
Domanda: Sì.
Il Maestro: Allora procedete, ecco tutto. Avete avuto qualche barlume, se non di più. Qualche prova?
Domanda: Sì.
Il Maestro: Allora procedete. Se avete avuto qualcosa ora, potete aspettarne poi altre. Dimenticate il passato e dimenticate il futuro. Che cosa accadrà e che cosa non accadrà. Ecco la domanda per cui la madre disse alla figlia: «Vedrai, poi ci dirai». Proseguite, tralasciate tutte le domande. Prima occorre capirle. Una volta capite, andate avanti. Primo, non siete il corpo. Vero? D’accordo, trascendiamolo, innalziamoci nell’aldilà. Restatevi più a lungo. C’è più beatitudine lì che qua. Tutta la gloria e la bellezza giacciono dentro di voi. Quando siete certi e siete convinti che la via è più che giusta e venite a conoscerne una parte, avete qualche esperienza interiore… e io dico che questo seguirà.
Domanda: Il caso del bambino che frequenta l’asilo e vuole arrivare alla sesta classe troppo velocemente.
Il Maestro: Il fattore tempo è una necessità. Come vi ho detto, l’uomo forte si rivela nella sua forza mentre quello debole si chiede come abbia fatto ad acquisirla. Molti di voi hanno ottenuto qualcosa. Altri (da scuole diverse) non hanno esperienze oppure ne hanno pochissime. Ci sono centinaia di cosiddetti maestri; a migliaia vanno da loro. Non ne sono convinti perché non vedono nell’intimo. Ora per lo meno, grazie a Dio, avete qualcosa di convincente. Il Maestro stabilisce il criterio: «Non credete alle parole del Maestro finché non vedete da voi stessi». Se un uomo non è convinto dell’esistenza della luce interiore, domanderà: «Come vi può essere luce?». Venne qui un santo, un cosiddetto santo, a dare lunghi discorsi. Andai a sentire quel che aveva da dire. Venne a sapere qualcosa riguardo a me da qualcuno e iniziò un lunghissimo discorso. «Bene, che cosa c’è nell’intimo, c’è ogni sporcizia, tutto il sangue, gli intestini, non v’è null’altro dentro. Se volete vedere il sole, potete guardare nell’alto dei cieli durate il giorno». Le persone erano sbalordite! Che cosa cercava? Venne da me e gli dissi: «C’è luce nell’intimo, puoi vederla». E quelli che andarono da lui e da altri come lui? Ringraziate Dio che non siete uno di loro. Voi vedete che c’è qualcosa, ne siete testimoni.
Domanda: Tu stesso hai iniziato qualche persona che parla in quel modo. Alcuni di questi insegnanti, non è vero? Intendo ne hai iniziati alcuni, ma loro non lo ammettono. Ho in mente un paio di esempi.
Il Maestro: Ci sono alcuni casi simili, sicuramente.

- questa sessione è tratta da un libro "The Light of Kirpal" sul quale stiamo lavorando; si tratta di una raccolta di ottantasette domande e risposte da cuore a cuore che spaziano dal 1969 al 1971. Il titolo del libro "La luce di Kirpal" fu dato da Sant Ji ("Kirpal Prakash").


Surat Shabd Yoga

 

Torna Su
Snitz Forums

torna alla pagina principale