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Surat Shabd Yoga
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 "O mio amato Satguru, migliora la mia vita" - Sant

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D I S C U S S I O N E
n/a "O mio amato Satguru, migliora la mia vita"

Sant Ajaib Singh Ji


questo Satsang basato sul bhajan “Satguru pyare meri” fu dato il 12 gennaio 1978 al Sant Bani Ashram, Villaggio Satatararbi, Rajasthan, India

O amato Satguru, migliora la mia vita.
Sofferente per il karma, sto implorando alla tua porta.

Quando il Maestro Kirpal venne al mio ashram, gli cantai questo bhajan.
Molte volte ho detto che quando ero molto giovane – sin dall’infanzia – nutrivo la brama di realizzare Dio e consideravo sempre il mistero della morte come quello più importante da risolvere. Durante l’infanzia c’era un vecchio che era solito sedere sotto a un albero vicino a casa, e ogniqualvolta uscivo con mia madre, vedevo sempre quell’uomo seduto sotto l’albero. Era molto anziano, prossimo alla morte. Un giorno uscii di casa con mia madre e notai che non c’era più quell’uomo sotto l’albero. Rimasi sorpreso e domandai a mia madre dove fosse andato. Mi disse che era morto. Le chiesi: “Le persone che muoiono, possono tornare in questo mondo?”. Non avevo visto nessuno morire prima, per cui le domandai: “Ora quell’uomo è morto; riuscirà a tornare nel mondo?”. Rispose: “No, nessuno può tornare nel mondo dopo la morte. Al momento della morte si abbandona del tutto questo mondo”.
Di nuovo la brama di realizzare Dio e quel Potere che operava in tutti, prese a crescere; in seguito con l’andar dell’età, proprio da quell’istante, l’anelito di realizzare Dio e di risolvere il mistero della morte aumentò nella mia vita. E solo per quell’anelito, il Dio misericordioso che era seduto nei cieli, mi elargì la grazia e venne nel mondo assumendo il corpo del nostro amato Kirpal. E quando venne all’ashram, gli furono presentate queste poche linee. Lo pregai: “O mio amato Satguru, per favore migliora la mia vita. Ho sentito dire che Tu sei Dio e anche il dio di questo mondo è sotto il tuo controllo. Dunque migliora la mia vita, perché sofferenti per il karma chiamiamo alla tua porta. Ho preso rifugio in Te e chiamo alla tua porta, perché ora sto subendo le reazioni dei karma”.
Queste sono le reazioni dei karma compiuti nel passato: a volte ci ammaliamo, a volte siamo disoccupati o a volte abbiamo problemi di famiglia. Ora dobbiamo liquidare i karma compiuti nel passato, ed ecco perché sopraggiunge il dolore o l’inquietudine. Ecco perché Lo pregai: “Per età ed età e per molte nascite precedenti ho contratto karma, ho contratto molti karma, karma negativi e ne ho liquidati soltanto alcuni; ora i karma rimanenti mi stanno infliggendo tanta sofferenza, e non riesco a sopportare quel dolore. Per favore vieni in mio soccorso, e migliora la mia vita, perché ho sentito che sei Dio e puoi prenderti cura di tutte le mie pene”.
Esistono soltanto tre tipi di karma. Uno viene chiamato sanchit, o karma immagazzinato; un altro è chiamato pralabdha o karma del destino, e il terzo è chiamato kriyaman, o il karma attuale che stiamo accumulando in questa vita. I kriyaman karma sono gli atti che stiamo commettendo in questa vita, e i sanchit karma sono immagazzinati nel Brahm, non si presentano quando nasciamo nel mondo. I karma del destino sono quelli che stiamo subendo o liquidando in questa vita. Ad ogni modo, anche se finiamo i pralabdha karma e pareggiamo gli atti positivi o negativi in questa vita, il Potere Negativo non ci permetterà di ottenere la liberazione. Che cosa farà in quel momento? Prenderà alcuni karma immagazzinati in Brahm e, unendoli con i karma del destino, ci darà nascita nel mondo e di nuovo dovremo patire la reazione dei karma del destino: in quel modo contrarremo di sicuro alcuni nuovi karma kriyaman. Anche le incarnazioni o gli avatar hanno il problema del sanchit karma, dato che ne hanno una grande quantità, per cui devono rinascere ancora e ancora nel mondo per saldarli.
Dhritarashtra era il padre dei Korovas, come si narra nel poema epico Mahabharata, e aveva la conoscenza di cento nascite passate. Era cieco sin dalla nascita e pur possedendo la conoscenza di cento nascite passate, non poteva vedere quali karma negativi lo avessero reso cieco dalla nascita. Allora domandò al Signore Krishna: “Puoi dirmi per quale karma negativo sono cieco?”. Il Signore Krishna utilizzò i propri poteri yogici e vide che nella centoseiesima vita precedente Dhritarashtra aveva commesso un karma negativo che gli aveva causato la cecità in quella vita. Dunque la trappola del karma è molto intricata e fino ad ora nessuno è riuscito a pareggiare i karma o a trascenderli.
Abbiamo ottenuto questo corpo umano a causa dei karma positivi e negativi commessi in passato. Se avessimo compiuto soltanto buone azioni, allora avremmo gioito dei paradisi. Oppure se avessimo compiuto soltanto peccati, allora staremmo bruciando negli inferni. Alcuni karma positivi e negativi sono stati combinati e di conseguenza, abbiamo ottenuto il corpo umano per liquidarli. Qual è il prezzo delle buone azioni? Quali sono le reazioni degli atti virtuosi commessi nel passato? Otteniamo buona salute o felicità in questa vita. Le pene e le sofferenze, le altre cose miserevoli che ci succedono nella vita, rappresentano la reazione dei karma negativi commessi in passato. Non troverete nessuno che non abbia sperimentato alcuna felicità durante la propria vita e non troverete nessuno che abbia sempre provato felicità senza mai patire alcun dolore.
Guru Arjan Dev Ji Maharaj dice: “O Signore, a causa dei karma siamo separati da te. E solo ora puoi elargirci la grazia e riunirci di nuovo con te. Dunque, per favore, riversa la grazia su di noi e, tralasciando i karma, uniscici a te”.
E poi aggiunge: “Dopo aver vagato nelle quattro direzioni ed esser andati dappertutto, ci siamo stancati e almeno ora abbiamo preso rifugio in te, o Signore. Ti prego, liberaci”.
Se la mucca smette di dare latte, nessuno si prende cura di lei e viene venduta.
Se un campo non viene irrigato, non avremo raccolto e nessuno sarà disposto a pagare nemmeno un centesimo per quello.
Swami Ji Maharaj dice: “Se volete liquidare la reazione dei karma negativi con leggerezza e felicità, prendete rifugio in un Mahatma”. Dice: “O miei cari, andate a prendere rifugio nel Mahatma se volete liquidare agevolmente i vostri karma”.
Quale medicina ci danno i Mahatma? Ci danno la medicina del Naam.
Guru Nanak Sahib dice: “Se abbandonate il Sentiero del Naam, non importa quale sentiero percorriate, alla fine vi pentirete”. Dice: “Coloro che non praticano il Sentiero del Naam e sono coinvolti in altre pratiche, alla fine si pentiranno dato che non esiste nessun Sentiero ad eccezione di quello del Naam che vi darà la liberazione”.
Guru Nanak Sahib dice: “Dio ha approvato solo questa devozione, la pratica dello Shabd. E questa è l’unica adorazione che viene conteggiata nella corte di Dio”.
Guru Arjan Dev Ji Maharaj dice: “Senza il Naam non esiste nessun’altra adorazione che venga messa in conto nella corte di Dio. Le persone mondane sono coinvolte senza necessità in altre pratiche, ed errano qua e là, fanno altre pratiche che considerano come la devozione di Dio. Ma nulla ad eccezione del Naam viene conteggiato”.
Dunque questa è la mia chiamata di fronte al Maestro: “O Maestro, per favore migliora la mia vita. Sto soffrendo a causa del karma e per questo chiamo alla tua porta”.
Hazur Maharaj Sawan Singh Ji diceva: “Se qualcuno, dopo aver commesso un errore, non lo confessa e non chiede perdono, come potrebbe essere perdonato?”. Allo stesso modo, se dopo aver compiuto karma negativi, non ve ne rendete conto e non li confessate, non chiedete perdono al Maestro, come può perdonarci anche il Maestro?
Quando un bambino sta dormendo, la madre non è preoccupata e continua a fare il proprio lavoro. Ma non appena il bambino incomincia a piangere, la madre tralascia tutti i lavori e si prende cura del bimbo. Allo stesso modo, se noi dormiamo e non chiamiamo il Maestro, perché Lui dovrebbe preoccuparsi di venire da noi? Ma se lo chiamiamo con il cuore, se lo chiamiamo sinceramente, allora Lui verrà e non importa quel che sta facendo, ci abbraccerà sempre.

Non ho alcun controllo su di te.
Eccetto te in questo mondo, nessuno mi appartiene.

Coloro che cercano di imporsi sul Maestro non lo hanno capito, perché non esiste pressione, non esiste forza che possa operare sul Maestro.
Laddove non ha effetto nessuna forza, funziona solamente una preghiera sincera.
Pertanto qui dice: “Non ho alcun controllo o forza su di te ed eccetto te in questo mondo, nessuno mi appartiene”. Dice: “Non posso importi a fare nulla e non ho alcun controllo su di te, ma posso solo pregarti perché capisco e so che nel mondo nessuno mi appartiene eccetto te”.
L’altro giorno vi ho riportato l’avvenimento della mia infanzia quando stavo costruendo mucchi di sabbia e, in seguito, li distrussi tutti eccetto uno. Mio padre osservava questo gioco e mi domandò perché li avessi distrutti tutti. Gli dissi: “Ho distrutto i mucchi di coloro che non mi aiuteranno al momento della morte. Capisco che c’è un Potere in grado di proteggermi al momento della morte e lo reputo Dio Onnipotente”. A quel tempo mio padre cercò di intrappolarmi nel mondo, disse che mi avrebbe fatto sposare con una bella moglie, ma io gli domandai: “Lei riuscirà a salvarmi dalla morte? Può fronteggiare la morte per me?”. Lui rispose: “No”.
Il significato di tutte queste cose è che sin dall’infanzia sapevo che senza Dio Onnipotente, senza il Satguru non c’è nessuno al mondo che possa aiutarci al momento della morte, per cui non possiamo reputare nessun altro come nostro. Dio, il Maestro non risparmiano nessuno e potete immaginare che con un tale Potere non funziona nessuna forza, nessuna pressione. Se volete che quel Potere faccia qualcosa per voi, dovete pregarlo perché nessuna forza opera con lui.
Se qualcuno pensa che dando denaro o cose simili al Maestro, possiate indurre il Maestro a fare quel che volete, non è vero dato che questi esseri vengono nel mondo portando molta ricchezza e non risparmiano nessuno. Non permettono a nessuno di imporsi su di loro con la forza perché non sono servi di nessuna cosa del mondo. Solo una preghiera o una richiesta hanno effetto alla loro porta. Dunque qui dice: “Non ho alcun controllo su di te perché so che sei tutto in tutto, solo la mia preghiera può funzionare con te”. E se qualche discepolo implora con il cuore e prega: “O Maestro, sei venuto nel mondo dai cieli solo per liberare le anime peccatrici, allora perché indugi di elargirmi la tua grazia?”. E se tale chiamata giunge dal cuore di qualunque discepolo, allora sicuramente il Maestro tralascerà ogni lavoro per venire a elargirvi la grazia. Dunque funzionerà solamente la preghiera del cuore; non possiamo forzare il Maestro a fare nulla per noi.

Sono venuto al tuo rifugio, non mi rigettare.
Ho sofferto tantissimo, basta con l’agonia!

Se contiamo le sofferenze che la nostra anima ha sperimentato dopo la separazione da Dio Onnipotente, saremo sorpresi di conoscerle tutte perché l’anima arriva al corpo umano dopo aver subito il ciclo delle otto milioni quattrocentomila nascite e morti, e in quel ciclo ci sono molti corpi che patiscono una condizione miserevole, una vita penosa. Avete visto i serpenti e sapete come vivono. Non possono nemmeno camminare, devono muoversi usando lo stomaco; e potete ben immaginare quanto sarebbe doloroso se voi doveste muovervi usando lo stomaco. Poi gli altri animali: i muli, i cavalli, vedete quanto sono sfruttati dai contadini. Se sono stanchi, non possono lamentarsi. Se non vogliono lavorare, non possono scusarsi. Se sono legati in piedi all’ombra e vogliono andare al sole, non possono farlo per conto loro. E se non vogliono il sole e vogliono godersi l’ombra, non possono farlo per conto loro. Non riescono nemmeno a parlare. Se vogliono acqua, non possono nemmeno chiederla. Se sono ammalati, non possono parlarne. E questa è la condizione degli animali, di quelli che non parlano; non sono affatto felici. E sapete già la condizione dell’uomo, com’è infelice. Tutti soffrono a causa di un tipo o l’altro di dolore. Se vedete qualcuno che voi pensiate sia molto felice, interrogatelo; prendetelo in disparte e chiedetegli: “Quanto sei felice?”. E vi dirà delle sue pene: allora vi renderete conto che nessuno è del tutto felice in questo mondo.

Rinfresca il mio cuore infiammato dal dolore.
O amato Satguru, migliora la mia vita.


da "Quaderni sulla Sant Mat" - pagina 20

Surat Shabd Yoga

 

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