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Surat Shabd Yoga
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 "Vera meditazione"

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D I S C U S S I O N E
n/a "Vera meditazione"
capitolo 45
tratto da "La luce di Kirpal"
Sant Kirpal Singh Ji

Quando sedete per meditare, l’atteggiamento positivo non è quello che vi porta a dire: «Non dovrebbe penetrare nessun pensiero, non dovrebbe penetrare nessun pensiero», piuttosto quello di porre tutta la vostra attenzione su un unico oggetto. I pensieri negativi, un modo negativo di pensare producono sempre un effetto avverso. La vera adorazione è di essere interamente, solamente devoti a uno. È solo un’abilità, come vi ho detto, dell’attenzione o surat. Si svilupperà con una pratica regolare e accurata. Se per qualche giorno praticherete in modo accurato per una, due, quattro o cinque ore, proprio così, ininterrottamente, svilupperete l’abitudine. La mente vuole beatitudine, gioia e le sperimenterà. La mente non vi permetterà di percorrere quella strada perché sa che quando giungete a quello stato di beatitudine, non vorrà più tornare indietro, abbandonarlo.
Così fate amicizia con la mente. Fate amicizia con la mente. «D’accordo, cara amica, aspetta, aspetta; farò ciò che vuoi, ma prima permettimi di fare questo per un po’». Come spiegare affinché sia chiaro? Fate amicizia con la mente. «Vuoi mangiare qualcosa? D’accordo, ti darò qualcosa da mangiare, ma prima, per un po’, facciamo questo, poi ti darò ciò che desideri». Sapete che cosa dice Cristo nella Bibbia? «Aspetta, Satana, aspetta. Aspetta un attimo». Farla aspettare significa che le presteremo attenzione, ma dopo. Questo vi aiuterà. La mente vuole che si faccia qualcosa. Di nuovo meditate e ancora la mente vi trascina. «Va bene, aspetta, amica. Sarò da te; aspetta, aspetta un attimo». Ripetendo la stessa cosa giornalmente, si trasformerà in un’abitudine e l’abitudine si trasformerà in natura. La regolarità, la parola «regolarità» significa non solo sedere fisicamente, ma farlo interamente e solamente. Uso sempre le parole «interamente e solamente», non fisicamente che non ho mai menzionato. Anche se siete lì fisicamente, può darsi che non lo siate interamente e solamente. Più a lungo riuscite a restare devoti a un unico oggetto di pensiero, maggiore sarà il progresso. Naturalmente, una cosa che si frappone sul cammino è la tendenza ad aggrapparvi; vi fate prendere dall’emozione. Quella stessa emozione è l’attenzione dell’ego. Più a lungo riuscite a concentrarvi, migliori sono i risultati. Quando vi immergete nella natura, la contemplate, ve la godete, questo va bene; c’è un potere all’opera nella Natura. Volgetevi a quel Potere, poi sedete in meditazione: vi godrete entrambi, l’esteriore e l’interiore.
Dunque pensare in modo positivo è sempre utile, capite? Se qualcuno dice: «Non guardare, non guardare dall’altra parte», naturalmente vi chiederete: «Che cosa c’è dall’altro lato?» Guardate interamente e solamente ciò che avete davanti e ciò che sta dall’altra parte si manifesterà. Ci sono cose proprio trascurabili. Fare la stessa cosa in un certo modo vi vincola, in un altro vi alleggerisce. Se tutta l’attenzione è assorbita su un unico oggetto, interamente e solamente, siete davvero tagliati fuori dal mondo esterno, ecco la vera rinuncia. Che cos’è la rinuncia? Estraniarsi completamente dall’esterno, senza abbandonare la terra e la casa. Potete andare anche nel deserto, ma se la vostra attenzione è assorbita all’esterno, sarete lì. La vera rinuncia si consegue quando siete interamente e solamente devoti a una cosa; è un allenamento. Ecco perché è detto: il lavoro è adorazione. Allenatevi in questo modo, poi provate nell’altro. L’uomo impara a nuotare nell’acqua, non è vero? La meditazione, la vera meditazione – aggiungerei la parola vera – è solo di essere focalizzati in un punto, interamente e solamente. È un campo di allenamento nelle cose mondane ed è positivo; quindi procedete. Poi godrete di più, vi assicuro, anche all’esterno. Inoltre troverete diletto nel lavoro: avere molti impegni sarà per voi un campo di allenamento. La vera rinuncia non significa lasciare la casa, la terra, questo e quello, il cibo e le bevande; la si ottiene solo quando siete devoti interamente e solamente a un punto, quando siete assorbiti, estraniati completamente dall’esterno, anche dal vostro corpo. La pratica regolare vi renderà un adepto in questo. Oggi potete rimanere assorbiti due, cinque minuti, poi mezz’ora. Di tutto il tempo in cui vi sedete fisicamente, diciamo per quattro ore, se rimanete concentrati anche solo per mezz’ora, avrete risultati maggiori. Quando la notte vi sdraiate per riposare, rilassatevi come se foste in meditazione. Lasciatevi andare nel sonno con quello stesso pensiero di Dio. Quel pensiero riverbererà nel sonno circolando nelle vostre stesse vene. Nel momento in cui vi alzerete la mattina, vi sembrerà di aver praticato questa rimembranza per tutta la notte.
DOMANDA: Ma come possiamo ricordare il Simran nei sogni?
Non succederà in un giorno. I sogni e le visioni sono due cose diverse. I sogni sorgono come reazione dei pensieri incontrollati, sfrenati e ve li ricordate diversamente da ciò che in effetti avete visto; al mattino ne serbate una vaga memoria. In questo caso si tratta di sogni. Quando avete una visione, siete coscienti del tempo: potete parlare, ascoltare ricordandovi tutto. Non è un sogno, vi ritirate dal corpo. Anche nei sogni avviene questo ritiro dal corpo con la differenza che quando si sogna l’attenzione si sposta alla gola mentre nel sonno profondo scende nella zona dell’ombelico. Nel caso delle visioni, potete sentirvi svuotati, ma rimanete coscienti. «Il mio corpo dorme, non io», in quello stato avete delle visioni e sono reali. A volte l’iniziato non riesce a trascendere e il Maestro viene ad aiutarlo. Le visioni sono reali, a differenza dei sogni. Qualsiasi cosa vediate, continuate a guardarla, allora diventerà cristallina: ecco l’unica cosa da fare.
Ciò vi aiuterà. Se continuerete in quel modo, avrete buon esito. All’inizio, quando un uomo impara a nuotare, deve fare un sforzo. Nel momento in cui diventa esperto, nuota senza alcuno sforzo come se niente fosse. Ho nuotato nei fiumi; li amavo tantissimo. Nel fiume Jhelum [uno dei cinque fiumi del Punjab n.d.t.] c’era una corrente fortissima. Di solito nuotavo nel mezzo del fiume, senza paura. È la paura che vi uccide. L’acqua non vi farà annegare, è richiesto solo uno sforzo minimo. Questo avviene quando diventate un esperto. La regolarità ripaga, se le pratiche vengono effettuate con accuratezza; ecco tutto quello che posso dire. Sedere fisicamente alla Porta con la mente che si dimena per tutti i quattro lati del mondo, non è affatto meditazione. Ecco perché Kabir dice, se il vostro corpo è seduto accanto a Dio o al Maestro e voi correte via verso le cose esteriori, non si può dire che siate in loro compagnia. Compagnia del Maestro significa quando siete lì interamente e solamente. Quella specie di assorbimento vi darà effetti migliori; apprenderete di più. Ecco perché è detto che un’ora in compagnia del Maestro in questo modo vi darà più di cento anni di pratiche regolari. Le pratiche servono solo per arrivare fino a quello stadio. Lì sedete accanto al fuoco. Altrimenti pensate a come accendere un fuoco, come sfregare un bastoncino contro l’altro.
DOMANDA: All’inizio raccomandi di meditare due ore e mezzo al giorno. Ma se non riusciamo a meditare tutto quel tempo in modo accurato? Proporresti di incominciare con un periodo più breve e di interrompere allorché i pensieri arrivano per poi tentare di accrescerlo?
Le decime sono state una consuetudine per tutta la storia. Dare un decimo, un decimo del tempo: due ore e mezzo, il decimo di ogni cosa. È stata la consuetudine per tutta la storia. Se sedete per due ore o due ore e mezzo, magari meditate veramente per cinque minuti. D’accordo, poi se riuscite a dedicare interamente e solamente dieci minuti e aumentate in quel modo, va bene: non ho obiezioni. C’è uno scopo. Ecco perché dico: non andate a meditare come se fosse un’imposizione. Andate carichi e allegri, proprio come un figlio va dalla madre. A volte questo vincolo è necessario; per lo meno dovreste dedicare quel tempo (da due a due ore e mezzo). Di quel tempo credo che riuscirete a dedicare pochi minuti nel modo appropriato. Ma se dedicate solo cinque minuti e di quelli rimanete concentrati un quinto di un minuto? Hafiz dice: «Verniciate tutto il muro, ma se non ci riuscite, per aiutarvi, iniziate almeno a fare qualcosa». Se per esempio dovete saltare un metro e mezzo o tre metri, ponetevi l’ideale di saltare un metro e mezzo, così riuscirete a saltare almeno mezzo metro o un metro. Seguite il mio punto? Provateci. Se davanti a voi avete qualcosa di più alto, cercherete sempre di arrivare per lo meno alla metà. Se il vostro ideale è basso, non arriverete nemmeno a quello e andrete ancora più in basso. Allo stesso tempo vi dico che va bene se dedicate cinque o dieci minuti in quel modo, interamente, solamente; poi aumentate. Ora meditate due ore: a volte avete buon esito, altre no. Ma se meditate cinque o dieci minuti quando dovete segnarlo sul diario, siete costretti a dire: «Ho meditato solo cinque minuti». Questo è il motivo basilare. Ogni cosa ha un motivo basilare.
Un uomo non può diventare un adepto in un giorno. Se ci riuscite, benissimo, ne sarò felicissimo. Se riuscite a dedicare dieci minuti oggi, interamente e solamente, venti minuti. Aumentate ogni giorno di dieci minuti. Dopo una settimana mediterete settanta minuti. Voglio che lo facciate. E dopo quindici giorni, centocinquanta minuti. Fatelo, ne sarò felice, capite? Non voglio che il lavoro sia fatto in un modo sciatto, bensì accurato. La mente vi interrogherà con così tante domande e vi coinvolgerà, vi convincerà di non dedicare due ore. Incominciate con cinque minuti. D’accordo, fatelo. Lo accetto da oggi.
Tu lo accetti?
[la persona acconsente]
D’accordo incomincia in quel modo da oggi. La mente ti ingannerà, non ascoltarla! Accetti di meditare quindici minuti per volta?
[la persona che parla al Maestro acconsente]
Ora qual è il passo successivo? Se riesci a meditare quindici minuti, se hai buon esito, aggiungo la parola «se», allora dopo aver raggiunto il luogo dove puoi trovare l’acqua, non vuoi scavare oltre? Ma tu arrivi lì, poi torni indietro, poi scavi un’altra buca per quindici minuti, te ne vai, poi scavi di nuovo. D’accordo, sono felicissimo. Incomincia da oggi nel tuo caso. Sono d’accordo in qualsiasi modo. Ma dedica tempo, per favore. Non credo che troverai nessun amico così che ti permetterà ogni concessione. Ma se acconsenti di farlo, sii sincero. Non ingannare te stesso. Dedica quindici minuti per volta, onestamente, interamente, solamente. Cambierai.
Prima cosa, siedi rilassato, del tutto rilassato. Poi dedica quindici minuti; farai meraviglie. Ora tutti i vincoli sono scomparsi, capisci? Ma allo stesso tempo, mantieni l’ideale più alto, naturalmente lo realizzerai in parte. Se tutti voi incominciate così, non ho obiezioni. Quindici minuti per volta, interamente, solamente.
Sono disposto ad adattarmi a qualsiasi cosa gradiate. Ma è richiesta accuratezza. Poi non ingannate voi stessi. La mente è molto astuta. Come potrà contare quella seduta quando a volte siete insonnoliti? Non conterà. Sedete pienamente coscienti. Se per mezz’ora siete assonnati, allora… ? Incominciate così, avrete un’ora di piena meditazione che vi darà di più. Avrete di più, naturalmente, vorrete di più. Avrete una certa beatitudine e otterrete di più, pure.
Pensiamo troppo a quanto tempo abbiamo dedicato. A volte guardiamo l’orologio per notare quanto tempo è passato. Quel conteggio non funzionerà. Sedete, del tutto estraniati. State per morire, una volta per tutte. Questa è meditazione. Potete ritornare o no. La mente è molto astuta. Come un gentiluomo vi suggerirà sempre: «D’accordo, perché non dedicare cinque minuti per volta?» Sono d’accordo con la vostra mente, so che è astuta. In ogni caso sono felice che sollevi il capo. Quando il serpente solleva la testa, capite che c’è pericolo. Dite alla vostra mente di dedicare oggi quindici minuti, interamente. Ecco quel che è richiesto, capite?
Quando vi concentrerete per periodi maggiori, avrete più progresso. Ora seguite l’ingiunzione della mente e osservate che non vi imbrogli, non vi inganni.


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