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Surat Shabd Yoga
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 "Togliere i semi poco per volta"

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D I S C U S S I O N E
n/a "Togliere i semi, poco per volta"
Sant Kirpal Singh Ji
capitolo 59 da "La luce di Kirpal"
21 febbraio 1971


Ciao, andate a gonfie vele? Va bene.
DOMANDA: Quando compilo i diari la sera, dimentico gli errori più delicati commessi durante il giorno. Che dovrei fare?
Ricordate il Pelman System of Memory, «Come migliorare la tua memoria?» Fu scritto da un certo Pelman. Questo è ciò che dovete fare all’inizio… mi sono alzato al mattino, sono andato in bagno e mi sono lavato, poi ho fatto la colazione, sono uscito per andare a lavorare e così via. Ora procediamo, quando ti sei alzato al mattino, quale pensiero ha attraversato la tua mente? Durante il giorno quando sei andato in bagno, a che cosa pensavi? Noi vigiliamo solo sull’evoluzione del corpo fisico, non della mente, con quel metodo si chiede all’uomo di allenarsi a ricordare dal mattino alla sera. La memoria si rafforza e ci sarà un miglioramento. Dovete fare anche questo per l’introspezione; dovete eliminare, richiamare alla mente i pensieri che l’hanno attraversata. In principio direte: «Va tutto bene, poche mancanze», però se approfondirete, dovrete accettare il fatto che non avevate ragione. A volte ricorderete: «Egli mi ha detto questo e quello e io l’ho insultato. Va bene, ho ribattuto colpo su colpo». Ma in seguito direte: «Se egli si è comportato male, perché dovrei farlo io?» Le reazioni sopraggiungono dalle manchevolezze e quelle reazioni vi colpiscono più di una volta. Tutte quelle reazioni sono causate dalle vostre manchevolezze. Ecco come dovete eliminare le imperfezioni o le manchevolezze nascoste. Il diario è un tribunale, un severissimo sorvegliante sulle vostre teste. Non è una cosa ordinaria. In principio noterete pochissime mancanze. Ma via via che approfondite giornalmente, scoprite sempre di più, sempre di più. In verità le mancanze esistevano, ma non avevate mai indagato per eliminarle.
Ho letto le biografie di grandi uomini, di molti grandi uomini. Ognuno aveva qualche sistema per vigilare le proprie manchevolezze ed eliminarle. Hafiz era un grande Santo. Soleva gettare una pietra in un mucchio per ogni errore commesso. Dopo un po’ si era formato un ampio tumulo. All’inizio l’uomo non ricorda. Ma nel modo che vi ho appena descritto, anche la vostra memoria si rafforzerà. È il metodo del Pelman System of Memory. Per giunta, saprete quanti errori vi sono, quanti scorpioni avete sotto il letto. Attualmente non sappiamo quanti ce ne siano; dovete eliminarli.
Supponete che vi sia acqua sporca con dei semi che crescono sulla superficie. Allora come potrete specchiarvi in essa? Togliete i semi poco per volta. Levateli, scartateli, alla fine rimarrà solo l’acqua. Quando sarà pulita, riuscirete a vedere il vostro sé. È importantissima: è chiamata purezza di mente ed è essenziale per la meditazione. Fino ad ora, come vi ho detto, quando le persone andavano dai Maestri, dai Guru, per prima cosa essi purificavano i ricettacoli, poi concedevano loro qualcosa. Ibrahim fu un Santo. Era un re che lasciò il proprio regno per trasferirsi da Kabir. Visse con lui tre, quattro anni. Era molto obbediente e non chiedeva nulla; mangiava ciò che gli davano. Faceva quel che gli veniva detto, come uno schiavo comprato.
La moglie di Kabir, Loi, gli disse: «Mi sembra pronto ora, perché non gli dai qualcosa?»
Kabir rispose: «No, il suo ricettacolo non è pronto».
Ella insistette: «Che altro è richiesto? È molto obbediente, non dice nulla; mangia quel che gli dai, non si lagna mai».
«D’accordo, domattina quando esce dalla porta di casa, raccogli tutti i rifiuti in un cestino e gettaglieli in testa, poi ascolta le sue parole».
Il mattino dopo quando Ibrahim uscì di casa, Loi gli gettò sul capo tutti i rifiuti di casa.
Ibrahim urlò: «Beh… fossimo stati a Bokhara (egli era il re di Bokhara), questo non sarebbe successo!» Il suo ego era ancora lì… «sono un grande uomo».
Quando Loi riferì a Kabir le parole di Ibrahim, egli le disse: «Te l’ho detto, il suo ricettacolo non è ancora pronto».
Passarono alcuni anni. Rimase lì per altri dieci anni. Poi un giorno Kabir disse: «Ora il ricettacolo è pronto».
Loi replicò: «Esternamente non è cambiato nulla».
«D’accordo, domattina quando egli esce, gettagli sul capo tutti i rifiuti della notte».
L’indomani Loi fece così.
Ibrahim allora esclamò: «Dio, io sono peggio di questa immondizia». E Kabir le disse: «Non te l’avevo detto? Ora è pronto, capisci?»
Fino ad ora queste cose vi venivano date con lo scopo di prepararvi, di purificare per prima cosa il ricettacolo. Dov’è il tempo ora? Potete permettervi di trascorrere anni ai piedi del Maestro? I tempi sono cambiati. Adesso ottenete subito qualcosa! Quale grandiosa concessione! Poi vi viene chiesto di purificarvi. Il diario serve solo a quello scopo. Più eliminate imperfezioni, più entrate in contatto nell’intimo e più veloci saranno i risultati. Oggigiorno vi viene fatta una grande concessione. Naturalmente l’Età del Ferro, come viene definita, è un’età molto buia e bisogna compiere un grande lavoro. La tenuta del diario è importantissima.
Non dovete far altro che eliminare le imperfezioni e otterrete «transvisione», che non è spiritualità, vi assicuro. La sviluppate in modo naturale; segue per conto suo. La spiritualità, come vi ho detto, è una questione di autoanalisi: conoscere sé stessi ed entrare in contatto con Dio. Ieri vi ho detto che state prendendo in giro Dio. [il Maestro sorride] Non è vero? Dice: «Risiedo in voi e voi mi mettete nei templi fatti di pietra. Allontanate la gente da me accendendo candele e suonando campane, questo e quello. Sono dentro di voi, ve l’ho detto». È qualcosa del genere, vero? Dunque vedere è credere. I semplici sentimenti o deduzioni sono soggetti all’errore. Trovate così tanto tempo per altri passatempi. Su ventiquattro ore forse trascorrete diciotto, venti ore in altre attività. Quanto tempo dedicate al vostro Sé? E questa è la cosa più importante. Un uomo non istruito al momento della morte non diventerà un erudito dopo aver lasciato il corpo, capite? Rimane per anni ciò che era al momento della morte. Questo è il motivo del motto: «Ora o mai più», «ora o mai più». Se non vi curate del presente, non potete rettificare il futuro. Vivete nel presente, anche oltre nel momento presente. Questo è il punto più vitale che riguardi il vostro sé. Tutte le altre cose sono collegate al dare e avere; dovete liquidarle, saldarle. Dovete raccogliere ciò che avete seminato in passato. Un’altra cosa: non gettate altri semi, ecco tutto. Questa è un’opportunità grazie alla quale potete tornare a casa, alla vostra vera casa. Ma noi che cosa stiamo facendo ora? Siamo come un prigioniero il cui termine per l’esecuzione è prossimo e dice ai suoi compagni: «Ascoltate! Tenetevi questo, ritorno», gettiamo semi per ritornare. Non gettate altri semi. Liquidate quel che avete già seminato.
Ciò di cui sto parlando non è la cosa più importante?
DOMANDA: Sì, davvero, importante.
Allora? Noi ce ne andremo, un giorno dovremo lasciare il corpo, ma quando, nessuno lo sa. Anche sul cammino potremmo venire tagliati fuori, allora? Non siamo da nessuna parte. Ecco perché i Santi sottolineano l’importanza del Pane e dell’Acqua della Vita. Dalla salute spirituale dipende la vita della mente e del corpo. Ecco quel che intendiamo. Questo è il compendio di tutte le scritture.
Non dovete lasciare il mondo. Liquidate ciò che dovete pagare. Saldiamo tutto il dare e avere e dirigiamoci verso Dio. L’uomo è l’essere più elevato di tutta la creazione. Se non facciamo l’uso migliore di questo tempo, allora dovremo ritornare come quel prigioniero che disse: «D’accordo, tenetevi questo, tornerò di nuovo». Questo è un tempo ideale per ritornare alla nostra casa. Ma noi continuiamo semplicemente a liquidare e gettare nuovi semi che saranno la causa del nostro ritorno. Volete l’altra vita dopo la morte solo per ritornare di nuovo? Perché non tornare alla vostra casa? In tal senso abbiamo fatto poco.
Dio dice: «Sono la Luce, risiedo in te». E noi, che facciamo? Dio vive nel corpo che egli ha creato. Questo corpo umano fu generato nel grembo della madre da Lui, ma noi dirigiamo le persone nelle case di pietra costruite da noi stessi. Stiamo allontanando le persone da Lui. Scusatemi, se parlo così [il Maestro sorride], ma le cose esteriori rappresentano solamente simboli per mostrare che la luce è dentro di voi. Veramente quella luce è dentro di voi. Coloro i cui occhi sono aperti, vedono la luce interiore, non all’esterno. Accendiamo le luci all’esterno, suoniamo le campane all’esterno. Non sono altro che simboli del suono e della luce dentro di voi. Sono soltanto imitazioni; le imitazioni a volte sono più attraenti… e la gente viene ingannata. I veri diamanti sono rarissimi, numerose invece le contraffazioni. Questa è la differenza tra Apra Vidya e Para Vidya. Dobbiamo volgerci nell’intimo per vedere la luce.
Voi avete ampie risorse in tal senso: tempo, comodità e potete organizzarvi, ma la maggior parte di noi è così tanto dedita alle cose esteriori che non abbiamo tempo o ne abbiamo poco per pensare al nostro sviluppo interiore.
Qualcosa? Qualche domanda? Sì?
DOMANDA: Maestro, viaggio molto a causa della mia professione.
Sì, questo va bene.
DOMANDA: E devo trascorrere molte notti negli alberghi.
Questo va bene.
DOMANDA: Se entro nella camera dove devo soggiornare per diversi giorni, è giusto pregare il Maestro di purificarla e pulirla dalle cattive vibrazioni, dai pensieri negativi o da qualsiasi altra cosa?
In Occidente naturalmente non vi portate dietro la biancheria e le coperte.
DOMANDA: No.
Perché ve le danno già. Puoi fare una cosa: concentrati nell’intimo. Tu sai come meditare.
DOMANDA: Ci provo.
Per lo meno sai come si fa. Forse hai avuto qualche esperienza interiore, non è vero? Dunque prega ed entra interiormente. Ciò opererà come ancora di salvezza contro qualsiasi influsso esterno. Ecco l’unico modo. In genere quando viaggiamo, dimentichiamo la meditazione; è un peccato. Quando andate in qualsiasi posto dove dovete riposare per la notte, dedicate più tempo alla meditazione. Se serbate una rimembranza costante, diventate come una stanza ad aria condizionata. Lo raggiungerete con la pratica regolare. La regolarità ripaga. L’abitudine si trasforma in natura.
Ricordo Emerson, un grande uomo; diceva che quando voleva stare completamente solo, andava in una locanda. «Venivano e andavano a centinaia, nessuno faceva caso a me; non mi curavo di nessuno. Ero completamente solo con me stesso». Diceva che quando cercava la solitudine, non andava nei boschi, ma in una locanda. Lì rimanete soli con voi stessi. La gente va e viene; nessuno sa chi siete. Quando stringiamo conoscenza con gli altri, che cosa diciamo di solito: «Come va? Da dove vieni? Chi sei e che cosa fai?» Perché non tralasciare tutte queste cose? Ecco ciò che affermò Emerson, capite? Tutti i grandi uomini hanno qualcosa di speciale nelle loro vite. Egli cercava la solitudine in una locanda o in un albergo, dove c’è un andirivieni regolare e nessuno si cura di voi. Questo è un addestramento, capite? Il peccato è che noi non ci raccogliamo, ecco il punto. Se vivete focalizzandovi nell’intimo, nulla di esterno può influenzarvi. Potete utilizzare le facoltà esteriori per qualsiasi cosa che desideriate particolarmente. Queste schiave dovrebbero essere ai vostri ordini, non per sottomettervi, ecco il punto. Ci siamo semplicemente abituati ad essere schiavizzati. Ora come vi ho spiegato, non è come andare in una locanda dove nessuno si prende cura di voi finché non stringete amicizia? … vivete interiorizzati e continuate con il lavoro che dovete svolgere. Possiamo vivere nel mondo e tuttavia esserne fuori.
Ciao, ciao. Sei arrivato… come? Con…
DOMANDA: Con il treno.
Con il treno. Da solo o con qualcun altro?
DOMANDA: No, solo io.
D’accordo, tutti gli altri stanno bene.
DOMANDA: Sì, stanno tutti bene.
D’accordo. Tu, hai fatto l’uso migliore del tuo tempo a Delhi?
DOMANDA: Sì.
In meditazione.
DOMANDA: Sì.
Ecco tutto. Ora ci siamo tutti. Qualche novità da Delhi?
DOMANDA: No, niente di particolare.
Va bene. Sono felice di vederti. Ora fate colazione, nove e trentacinque. Il tempo vola alla grande, bene.

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