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 "Non c’è più tempo per dormire" - Sant Ajaib Singh

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D I S C U S S I O N E
n/a "Non c’è più tempo per dormire"

Sant Ajaib Singh Ji

questo discorso d’addio fu dato il 15 febbraio 1997 allo SKA,
vicino a Sampla, India


Quel luogo dove non si parla del nostro Beneamato, quella congregazione, quell’incontro è inaccettabile per noi. Non gradiamo andare nel luogo dove non parlano del Beneamato ed è un peccato partecipare ad un incontro dove non si ricorda e non si parla del Beneamato.
Quando parliamo del Beneamato, non sappiamo quanto tempo è passato. Non proviamo noia né ci sentiamo stanchi. Non ci sentiamo mai esauriti e non siamo mai coscienti dello scorrere del tempo mentre parliamo del Beneamato.
Miei cari, è una cosa assai sorprendente che, pur avendo l’abitudine di andare ai piedi del Maestro Baba Sawan Singh sin dall’infanzia, anche il Maestro Kirpal fosse presente. E pur avendo sentito molti bhajan scritti dal Maestro Kirpal Singh, allora cantati da Tai Ji, a quel tempo non sapevo che erano scritti da quel grande Maestro che in futuro avrebbe rinfrescato il mio cuore.
Ho avuto parecchie opportunità di essere molto vicino al Maestro Sawan Singh, di vederlo da vicino e come un bambino ho avuto tante opportunità di toccargli i piedi. Ho avuto tanti privilegi, tante opportunità di avvicinarmi al Maestro Sawan Singh e di ascoltarlo.
L’amore che il Maestro Sawan Singh soleva riversare ed elargire agli amati era al di là di qualsiasi descrizione, non è descrivibile a parole. E quando rideva, lo faceva in un modo tale che sembrava come se tutto il corpo stesse ridendo, sembrava come se i fiori uscissero dalla bocca.
Molte volte attraeva le anime con sorrisi e con risate; molte volte attraeva le anime con il suo modo di camminare; molte volte parlava a qualcuno e qualcun altro sentiva l’inebriamento.
Miei cari, fortunate furono le anime che ebbero l’opportunità di sedere ai piedi dell’amato Maestro Sawan Singh, ebbero la grande fortuna di riuscire a sedere ai suoi piedi e chiunque lo abbia visto una sola volta con molto amore e fede, non ha potuto dimenticare la sua forma.
In uno dei bhajan ho scritto: “Il modo in cui sorrideva, il modo in cui era, se qualcuno l’ha visto una sola volta con amore, non è riuscito a dimenticarlo”.
Spessissimo durante i Satsang gli amati ponevano domande e lui rispondeva ridendo, sorridendo con grande gioia. Ma a volte quando c’erano parecchie domande, diceva qualcosa tipo: “Bene, non datemi per scontato perché sono un contadino. Il contadino, se vuole, può concedervi molto e se non vuole, non vi concederà proprio nulla’. Dunque non datemi per scontato, siate ragionevoli”.
Ogniqualvolta il suo amato figlio, il suo figlio spirituale, il Maestro Kirpal Singh parlava del Maestro Sawan Singh e ogniqualvolta mi parlava di lui, diceva: “Sai che sono stato un contabile e se c’è un penny in meno, dimmi perché e se c’è un penny in più, dimmi perché; devo sapere i conti”.
Miei cari, il diario che Lui ci ha dato è l’espressione di quel che diceva a parole. Il significato del diario è: “Perché abbiamo commesso così tanti errori nella nostra vita, perché abbiamo commesso così tante manchevolezze e perché non abbiamo meditato?”.
Perciò miei cari ho gradito meditare con tutti voi quest’ultima settimana. Sapete che la relazione del Maestro con il discepolo è predisposta da Dio Onnipotente stesso e non si può spezzare. Nessun potere, nessuno può spezzare la relazione che si forma tra il discepolo e il Maestro; dopo che voi ve ne andate da qui, la relazione non è finita.
Guru Nanak Sahib dice: “La vera relazione non ha mai fine perché il Creatore stesso ne è l’artefice”. Dunque i Maestri ricordano sempre i loro discepoli. Guru Nanak Sahib disse che esistono soltanto due poteri che non dimenticano nulla: uno è Dio Onnipotente e l’altro è il Maestro. Tutto il resto è immemore, mentre il Maestro e Dio Onnipotente no. Dopo averci dato l’iniziazione non ci dimenticano, altro che dimenticarci, non possono nemmeno allontanarsi da noi. Sono sempre con noi, ci osservano sempre. I Maestri si prendono sempre cura dei loro discepoli come la madre si prende cura del bambino.
Guru Gobind Singh ha detto che tutti i Maestri pregano sempre, implorano sempre il Signore Onnipotente per il benessere dei loro discepoli. Guru Gobind Singh ha detto: “O Signore, possano tutti i miei discepoli vivere in pace e confortevolmente, tutti i discepoli e tutti i miei familiari”. Considerano tutti gli iniziati come loro stessi familiari ed ecco perché pregano sempre Dio Onnipotente: “Sono i miei familiari e desidero, prego affinché possano vivere in pace e con gioia tutto il tempo concesso loro nel mondo, inoltre che possano meditare sullo Shabd Naam per ritornare alla Vera Casa”.
C’era un amato di Swami Ji Maharaj che soleva avere il suo darshan una volta al mese. Quando si avvicinò il momento (della sua dipartita), Swami Ji Maharaj gli disse: “Mio caro, dovresti avere copiosamente il darshan del Maestro e dovresti meditare su questa Forma del Maestro dentro di te, perché il mese prossimo non riuscirò a incontrarti”, per sua grazia gli fece capire che avrebbe dovuto avere il darshan del Maestro.
Miei cari, allo stesso modo anche questa è la grazia dei Signori Sawan e Kirpal per cui Dio ci ha dato tantissime opportunità di incontrarci. Lui vi sta portando qua ancora e ancora; Lui mi permette di incontrarvi a più riprese e ci sta dando l’opportunità di meditare, di fare il Bhajan e Simran a più riprese. Non avremo ancora queste opportunità; non avremo ancora questa grazia.
Pertanto apprezzate sempre tutto il tempo che avete ottenuto. Apprezzate questi viaggi, apprezzate quest’opportunità, dimorate sulla Forma del Maestro interiore e fate il Bhajan e il Simran con tutto il cuore.
Sapete che la condizione delle strade in India e soprattutto del luogo in cui vivo, il Rajasthan, è terribile. Eppure con questa vecchiaia, con questo corpo vecchio sapete quante difficoltà devo superare per intraprendere il viaggio. Viaggio da così lontano per arrivare qua. Avvantaggiatevi della mia venuta; stimate il tempo trascorso qua. Il mio lavoro è solo questo: che possiate destarvi e fare il vostro Bhajan e Simran. Quando gli amati vengono per il darshan e mi parlano delle loro esperienze, provo un immenso piacere.
Miei cari, ho meditato nella mia vita, ho patito alla grande la fame e la sete. Sapete il motivo per cui il mio corpo è così debole. Da quando ho smesso di mangiare cibo per un lungo periodo di tempo, la mia assunzione di cibo si è ridotta e non riesco ancora a mangiare molto. E sapete che quando non riuscite a mangiare, quando non riuscite a mangiare abbastanza frutta e altre cose, allora la vita prosegue solo con il sostegno di Dio Onnipotente.
Voglio dire che questa relazione è molto forte, non si spezzerà mai. Questo è il motivo per cui tutti i Maestri, tutti i Santi hanno detto del loro Maestro: “Tu sei mio padre, Tu sei mia madre, Tu sei mio fratello, Tu sei mio amico, sei tutto”. Dunque, miei cari, è una relazione indistruttibile e dovreste apprezzarla.
Ora non c’è più tempo per dormire, questo è il momento di svegliarsi. Apprezzate questo periodo e fatene l’uso migliore.
Non fraintendete le mie parole. Non pensate che stia dicendo: “Abbandonate la relazione con vostra moglie o vostro marito” oppure “abbandonate le vostre case, abbandonate la famiglia”, non intendo questo. Intendo dire che dovreste diventare sanyasis: distaccatevi da tutte queste cose nell’intimo. Meditate al punto di andare interiormente per raggiungere quel luogo raggiunto il quale tutti i desideri hanno fine.
Vorrei ricordare a tutti gli amati le parole del Beneamato Signore Kirpal. Lui diceva: “Tralasciate centinaia di lavori importanti per partecipare al Satsang e tralasciate migliaia di lavori importanti per meditare”. Diceva pure: “Non nutrite il corpo senza prima aver nutrito la vostra anima”. Il cibo del corpo è il cibo che mangiamo, ma il cibo dell’anima è la meditazione.
Auguro a tutti gli amati il meglio per il viaggio di ritorno. Spero e prego che tutti voi possiate ritornare alle vostre case sani e salvi, con gioia. Quando tornate a casa, per favore comunicate tutto il mio amore ai diletti – a tutti i familiari – perché mi sono cari quanto voi. Per favore comunicate il mio amore a tutti i diletti, a tutti i familiari. E spero che tornerete al lavoro che avete lasciato per venire qua ed eseguirete altresì le vostre responsabilità mondane.
E di pari passo spero che farete il Bhajan e Simran con regolarità e di tutto cuore, che parteciperete al Satsang. Tenete inoltre il diario – dovete tenere il diario. Riguardo al diario dico sempre che non dovreste compilarlo come un rito o una cerimonia. Una volta trascritto un errore, una volta annotato una manchevolezza, non ripetetela più. Infatti, come ho detto spesso, anche un solo peccato, un solo errore inaridisce del tutto la nostra vita. Se continuiamo a ripetere gli errori, se continuiamo a riportare sul diario tutti gli errori, immaginate un po’ quanta aridità creeremo dentro di noi, dentro la nostra anima e quanta sporcizia dei karma accumulerà la nostra anima. Ecco perché quando compilate il diario, ogniqualvolta vi rendete conto di aver commesso un errore, non ripetetelo più, purificate la vostra vita.

da "Quaderni sulla Sant Mat" - volume 3 - pagina 41

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