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Surat Shabd Yoga
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 "Il Maestro diventa felice"

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D I S C U S S I O N E
Amministratore "Il Maestro diventa felice"
Sant Ajaib Singh Ji

un discorso di domande e risposte ad Ahmenabad,
India il 2 settembre 1994

Caro Sant Ji, mentre faccio il Simran è meglio ricordare il Maestro; inoltre va bene avere una motivazione per fare il Simran?

É un’ottima domanda e spero che tutti scriverete la risposta nel vostro cuore; di solito la mente insinua questo tipo di illusioni, di pensieri in tutti i satsanghi.
Prima di tutto, un satsanghi dovrebbe avere un cuore molto forte. Ho sempre detto che possiamo meditare solo se abbiamo reso il nostro cuore come il ferro.
Dobbiamo lottare più duramente nel piano astrale di quanto lottiamo sul piano fisico. Finché non abbiamo un cuore forte, non possiamo lottare nel piano astrale per la presenza di molti poteri che dobbiamo affrontare. Vengono a tentarci e ci intimoriscono. Kabir Sahib dice: “Là ci sono quelli che vi minacciano, vi tentano, pertanto finché il meditatore non ha un cuore forte, non riuscirà a progredire”.
Un amato indiano è venuto nel darshan questa mattina e mi ha detto che quando si sveglia alle tre del mattino per meditare, ha paura. Gli ho chiesto: “Se devi andare al lavoro a quel tempo, hai paura?”. Ha risposto: “No”. Allora gli ho domandato: “Se devi guardare la televisione e se devi dormire a quel tempo, hai ancora paura?”. Ha risposto: “No, sento paura solo quando medito”. Gli ho detto: “La paura ti tribola solo perché il tuo cuore non è forte e non hai abbastanza fede, fiducia”.
L’unico movente cui dovreste aggrapparvi è di andare interiormente, manifestare il Maestro e parlare al Maestro.
Se non ricorderete il Maestro, se non sederete a manifestare il Maestro, miei cari, di chi state praticando la devozione? Ecco perché dovremmo sempre ricordare il Maestro. Guru Arjan Dev dice: “Maestro, Maestro, seguita sempre a ripetere Maestro perché senza di Lui non sono nulla”.
Se non Lo ricorderemo, allora come praticheremo la Sua devozione? Dovremmo sempre ricordarlo sia che viaggiamo sull’autobus oppure siamo seduti nel bagno, o facciamo qualunque cosa – dovremmo sempre ricordarlo. Il Simran che stiamo ripetendo ci è stato dato dal Maestro. Dovremmo sempre ricordare la Sua forma di fronte a noi. Se sederete con i pensieri mondani, non otterrete nulla dal vostro intimo per quanto concerne il pensiero o la cosa mondana, né riuscirete ad entrare nell’intimo e non mediterete nemmeno a quel tempo, così sprecherete tempo.
Vi ho detto al riguardo già prima: nel villaggio dove vivevo, c’era un amato che una volta ebbe bisogno di soldi, così si sedette a meditare con questo desiderio o pensiero mondano. Ebbe una visione del suo baule pieno di banconote. Disse subito alla figlia di aprire il baule per vedere se fosse pieno di quelle banconote. Disse anche che se avesse aperto gli occhi, sarebbero scomparse. Quando aprì il baule, non c’erano banconote in quanto era solo la sua mente a vederle. Quando pensate a cose mondane, non ottenete nulla.
Venne qua e mi disse dell’accaduto, che quando sedeva a meditare con questo pensiero, vedeva il baule pieno di denaro, ma poi non era reale. Gli dissi: “Mio caro, se durante i sogni mangi dolci o altre delizie, non ti senti appagato, non sopprimi la tua fame. É proprio così – anche se vedi tutte queste cose mondane nell’intimo, non le otterrai”.
La meditazione, miei cari, serve solo per rimuovere i pensieri mondani da dentro di voi. La meditazione serve solo per svuotare l’intimo che è saturo di pensieri mondani affinché il Beneamato venga a risiedervi.
Tutti i satsanghi dovrebbero sempre ricordare questo paio di cose che vi ho sempre rammentato prima di meditare. La prima cosa è che non dovreste reputare la meditazione un fardello, fatela sempre con amore. L’altra cosa è che prima di sedere in meditazione, dovreste placare, calmare tutte le ansietà, le preoccupazioni e i desideri del mondo che vengono in voi, dovreste fare il Simran. Se farete il Simran dopo aver dimenticato tutti i desideri e le passioni mondane, allora come dice Guru Nanak: “Se farete il Simran in questo modo, dopo aver calmato la mente e tutti i desideri del mondo, un solo istante di Simran sarà sufficiente per voi”.
Vi ho detto di questo avvenimento in precedenza. Una volta c’era un’iniziata di Baba Sawan Singh in un luogo chiamato Muksar. Si presentò da me dicendo che era venuta per meditare e se ne sarebbe andata solo dopo aver innalzato il velo interiore, solo dopo aver aperto la porta interiore.
Ne fui molto contento: “Ti ringrazio per essere venuta a meditare”.
Trattandosi di una donna anziana, dissi alle ragazze che erano presenti per fare seva: “Prendetevi cura di lei, assistetela”.
Quelle ragazze erano a sua disposizione, le lavavano i vestiti e facevano tutto per lei. Poi la donna anziana, il cui nome era Bhagwanti, ci chiese di chiamare un’altra donna che viveva a circa tre chilometri di distanza da noi. Conoscevo quella donna e sapevo che Bhalwanti era molto chiacchierona, come lo era pure l’altra donna. Le dissi: “Da sola non riesci a controllarti, se inviti un’altra persona che è chiacchierona come te, come riuscirete a meditare?”.
Meditò per alcuni giorni e poi mi disse che voleva tornare a Muksar e che avrei dovuto organizzare per il suo ritorno. Le domandai: “Perché vuoi tornare a casa? Sono venuti i tuoi figli a lasciarti qua, ora è molto difficile per noi organizzare il tuo rientro a casa. Ma perché vuoi tornare? Sei venuta qua per meditare”.
Mi disse che quando meditava, vedeva i figli di fronte a sé, vedeva anche tutto il lavoro mondano a casa, le cose mondane; la tribolavano moltissimo, voleva tornare a casa.
Dunque, miei cari, se avesse ricordato il Maestro Sawan Singh, se avesse avuto questo movente di ricordare il Maestro Sawan Singh dentro di lei, allora avrebbe avuto buon esito. Ma che cosa le è accaduto quando meditava? Prima era stata la sua mente a incoraggiarla a venire da me per meditare. Una volta intrapresa la meditazione, ella incominciò a ricordare i familiari. Ricordandoli e pensando a loro, l’equilibrio o il peso delle cose mondane era superiore, ecco perché cedette all’attaccamento e non adempì il desiderio che aveva di manifestare Baba Sawan Singh.
Le dissi: “Mia cara, se avessi meditato con il movente di manifestare il Maestro Sawan Singh, saresti venuta da me e Lui si sarebbe manifestato. I figli e il lavoro mondano sono venuti di fronte a te dal momento che ricordavi ed eri attaccata alla tua famiglia”.
Sia il Maestro Sawan Singh sia il Maestro Kirpal Singh erano molto clementi e molte volte quando qualche vero ricercatore veniva da loro, acconsentivano subito di dargli l’iniziazione e lo iniziavano subito. Erano molto misericordiosi.
Una volta accadde che – ho già narrato quest’avvenimento – durante una visita del Maestro Kirpal presso una casa, un diletto venne a chiedergli l’iniziazione. Il Maestro Kirpal fu così clemente che lo accettò subito e mi disse di dargli l’iniziazione. Il Maestro stava riposando in una stanza e presi quell’amato in un’altra, lo feci sedere a meditare e anch’io sedetti con lui, chiudendo gli occhi. Non passarono poco più di alcuni istanti che egli si alzò e se ne andò. Io non sapevo che se ne era andato; stavo sedendo là a comunicare l’iniziazione a questo amato e, dopo un po’ mi resi conto, che quella persona non c’era più, sedevo da solo. Quando me ne resi conto, uscii e lo rincorsi. Aveva già percorso due chilometri lungo la strada che fiancheggiava casa mia. Quando lo raggiunsi, gli domandai quel che era accaduto.
Disse: “Bene, non so quel che mi è successo. Venivo da casa; ero così assorto nel lavoro, nella famiglia e sono arrivato dal Maestro. Egli è stato molto clemente e mi ha accettato per l’iniziazione; tu me la stavi dando e non so quel che mi è successo. Ancora una volta la mente mi ha giocato un tiro. Il Maestro è stato molto clemente, ma la mente non mi ha permesso di trarre giovamento da quella grazia e mi ha indotto a riprendere la strada di ritorno a casa”.
Perciò miei cari, quando ci sediamo a meditare, dobbiamo stare molto attenti. Tutti i satsanghi, come ho sempre detto, prima di sedere a meditare, si accertino di ricordare i cinque Santi Nomi poiché quelle sono le parole, sono i Nomi del Maestro. Se fate il Simran, allora ricorderete altresì il Maestro che vi ha dato il Simran. La Forma del Maestro apparirà per conto suo di fronte a voi se la ricorderete, se farete il suo Simran.
Quando farete il Simran in questo modo, ricordando la Forma del Maestro, tutti i pensieri mondani scompariranno. Ecco perché dico sempre che dovreste rimuovere tutte le ansietà, tutte le preoccupazioni, i pensieri e i desideri del mondo quando vi sedete a meditare. Quando eliminate tutti i pensieri e le cose mondane in voi, quando gettate via tutte queste cose usando la scopa del Simran, allora l’intimo diventerà vuoto, quindi rimarrà o il Simran o il Maestro che vi ha dato il Simran.
Durante le iniziazioni, quando la gente medita, Pappu e Gurmel non chiudono gli occhi per meditare poiché hanno questo compito. Anche durante le meditazioni mattutine ci sono un paio di amati che fanno semplicemente la guardia. I primi tempi anche se dicevo alla gente: “Vi prometto che non vi lascerò, anch’io sederò con voi”, succedeva che alcuni aprivano gli occhi, si alzavano e camminavano un po’ e poi si sedevano di nuovo. O talvolta aprivano gli occhi per vedere se tutti erano seduti a meditare.
Sono molto contento di vedere che ora gli amati si stiano abituando a meditare. Ecco perché preferisco non perdere nessuna seduta di meditazione. Se devo perdere un Satsang, può andar bene, ma preferisco non mancare alle sedute di meditazione. Quando vengo qua per meditare, sono molto contento di guardare gli amati, di vedere come la gente ora siede in meditazione. Di fatto, la mente è tale che se le fate far qualcosa, all’inizio non l’accetterà ma gradualmente, a poco a poco, insistendo, inizierà a gioirne e avrete buon esito.
Quando vengo a meditare con tutti voi, sono felicissimo di vedere che gli amati siedono con grande amore. Quando apro gli occhi, un paio di minuti prima di farvi smettere, vedo i miei cari figli seduti in meditazione e questo mi dà immenso piacere, soprattutto quando vedo su tanti amati molta gloria e radiosità. Mi rende felicissimo vedere i figli che ora meditano.
Spesso ho detto che la Sant Mat è basata sulla Realtà, è basata sulla Verità, non è una favola. Qualunque cosa abbiano detto i Maestri, qualunque cosa ci abbiano comunicato, è vera al cento per cento.
Dunque, dovremmo meditare con piena determinazione, con fede, con amore. Anche il Maestro diventa molto contento. Ogni giorno uno dovrebbe fare lo sforzo di manifestare il Flusso dello Shabd, la Corrente dello Shabd affinché fluisca in noi durante la vita del Maestro. Anche il Maestro diventa molto felice quando i suoi discepoli, quando i suoi amati riescono a manifestare quella Corrente Sonora in loro mentre è ancora nel corpo. Si rallegra molto: “Almeno ci sono alcuni amati che sono diventati quel che volevo”.

n/a cosa si intende nella lettera "il maestro diventa felice" avere il cuore forte?

n/a cosa si intende nella lettera "il maestro diventa felice" avere il cuore forte?

Amministratore Il Maestro utilizzava queste due espressioni: "avere il cuore forte" oppure "avere il cuore come una montagna". C'è un capitolo (numero 17) del libro "Ruscelli nel deserto" che porta proprio questo titolo "Fate del vostro cuore una montagna". Puoi scaricarlo da qui:

http://www.sadhuram.net/download.asp

Inizia così:

Un amante dovrebbe sviluppare il proprio amore e mantenere il proprio cuore come una montagna.

Per incontrare Dio, per realizzare Dio e per praticarne la devozione dobbiamo rendere i nostri cuori grandi come una montagna. Possono scatenarsi molte tempeste, ma la montagna non si sposta; le tempeste vanno e vengono eppure la montagna è inamovibile. Dobbiamo rendere il cuore altrettanto grande. Quando pratichiamo la devozione di Dio, i parenti e perfino gli amici ci calunniano; anche i familiari e i genitori dicono che siamo diventati dei rinuncianti.

n/a GRazie per la precedent risposta.Avrei mille domande da fare ne approffittero' per farne qualcuna ancora. Sto leggendo il libro "gli insegnamenti di Kirpal singh al capitolo castita' c'è una frase che mi ha turbato molto.La frase è questa. non cagionera' progresso ma regresso, l'uomo che intraprende il sentiero come una disciplina imposta etc.gradirei un commento su questa affermazione.grazie. mi presento:sono appena venuto a conoscenza di questa disciplina se cosi posso chiamarla e ne sono rimasto molto colpito, ora sto leggendo i vari libri che mi sono stati gentilmente portati da un vostro iniziato.un caloroso saluto a tutti [

Amministratore Il punto è che qualsiasi pratica e disciplina di questo Sentiero sono frutto di una scelta cosciente, libera e gioiosa di perseguire il proprio cammino evolutivo. Sono una conseguenza dell'amore che si vuole portare nella propria vita e nel proprio essere, con la grazia del Maestro.

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