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Surat Shabd Yoga
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 "La tempesta dell'amore"

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D I S C U S S I O N E
n/a La tempesta dell’amore
Sant Ajaib Singh Ji


sessione di domande dell’1 febbraio 1989 al Sant Bani Ashram, 16PS, Rajasthan, India


DOMANDA: Il dolore avvertito in meditazione contribuisce a liquidare i nostri karma?
SANT JI: Innanzi tutto dovremmo riflettere con attenzione se noi meditiamo regolarmente o no, poiché quando meditiamo con regolarità, ne diventiamo competenti e tutto il dolore scompare.
Se siamo regolari in meditazione, se la pratichiamo ogni giorno e poi se abbiamo dolore che ha inizio dalla punta dei piedi e si sposta in alto, allora dovremmo considerare che si tratta del dolore relativo al ritiro dell’anima.
La sensazione di quel dolore è come se delle formiche stessero strisciando sul corpo. Dunque se qualcuno ha quel tipo di dolore o quella sensazione che ha inizio dalla punta dei piedi, dovrebbe capire che ora l’anima si sta ritirando dal corpo.
Possiamo interpretare quel dolore come il dolore dei karma solo quando abbiamo osservato molto attentamente i karma. Ci sono numerosi karma che compiamo nella vita attuale e parecchi karma provenienti dalle vite passate. A causa di quei karma positivi e negativi patiamo dolore oppure godiamo felicità nel mondo. Dovremmo osservare i karma molto attentamente e cercare di rimuovere le manchevolezze o le cause che producono i karma negativi. A causa dei karma passati lo specchio dell’anima s’insudicia e noi possiamo pulirlo solo attraverso il Simran. Se considerando la vita attuale, tutto sta procedendo bene e non contraiamo molti karma che danneggiano la meditazione, se siamo regolari in meditazione eppure non progrediamo oppure sentiamo dolore o fardello in meditazione, allora dobbiamo comprendere che tutta la meditazione che stiamo facendo viene utilizzata per la nostra purificazione perché il fardello dei karma dalla vita passata è pesantissimo. Ad eccezione della meditazione sullo Shabd Naam non esiste altro modo in cui possiamo affrancarci dai karma passati. Attraverso la meditazione sullo Shabd Naam l’anima diventa pura e ci liberiamo del fardello dei karma passati.
Inoltre è importantissimo per un discepolo sviluppare vero amore per il Maestro. In principio è proprio difficile sviluppare un amore sincero per il Maestro, ma una volta sviluppato, diventa come una tempesta e poi è ben arduo per un discepolo frenare l’amore per il Maestro. Se abbiamo l’incredibile, possente forza dell’amore che viene dal Maestro, e se abbiamo sviluppato l’amore sincero per il Maestro, esso ci aiuta pure molto a liquidare i karma.
Miei cari, quando il vero amore per il Maestro è manifesto dentro di voi, quando quella tempesta furiosa dell’amore poderoso vi coglie, allora tale amato non può vivere senza la meditazione. A quel punto tutti i karma o qualunque cosa stia ostacolando il progresso, vengono lavati via dalla forza di quell’amore ed egli diventa perfetto; gode della grazia del Maestro nell’intimo e all’esterno. Mahatma Chattar Das, un iniziato di Baba Sawan Singh Ji, soleva dire: “Sono talmente assuefatto all’amore del Maestro che ora non ho alcun desiderio di muovere il rosario o fare qualsiasi altra cosa”. L’amato che ha sviluppato e manifestato tale vero amore per il Maestro non vuole nulla del mondo. Egli vuole sempre sedere in meditazione e avere il darshan del Maestro. Aspetta sempre quel momento prezioso in cui può avere il darshan dell’amato Maestro.
Più volte vi ho narrato la storia di due iniziati di Baba Jaimal Singh; anche Baba Sawan Singh Ji la raccontava sovente. C’erano due iniziati di Baba Jaimal Singh chiamati Machar e Ramdita; erano contadini. Erano molto devoti a Baba Jaimal Singh e quindi ogni giorno, essendo ottimi meditatori, avevano il darshan di Baba Jaimal Singh durante la meditazione e poi incominciavano a lavorare. A volte il Maestro mette alla prova anche i perfetti discepoli. Così un giorno non ebbero il darshan di Baba Jaimal Singh in meditazione. Dovevano prendere l’acqua dai canali e irrigare i campi di granturco. Machar chiese a Ramdita: “Hai avuto il darshan di Baba Ji?” Ramdita rispose: “No, oggi non l’ho avuto”. Machar disse: “Anch’io non l’ho avuto oggi. Continuiamo a meditare finché non abbiamo il suo darshan. Se questo granturco è destinato a seccare, perché preoccuparci? Appartiene a Baba Jaimal Singh, non è nostro. Dovremmo sedere per il suo darshan”.
Così si sedettero di nuovo in meditazione e dopo un’ora ricevettero il darshan di Baba Jaimal Singh. Poi presero l’acqua dal canale e irrigarono il granturco. Il significato è che coloro i quali hanno vera brama e vero amore per il Maestro, ne desiderano sempre il darshan, e anche il Maestro elargisce loro molta grazia. Egli dà sempre il darshan. Al momento dell’iniziazione risiede nel discepolo nella forma dello Shabd; non deve venire da molto lontano. Egli è dentro il discepolo. Dipende tutto dalla brama e dalla devozione del discepolo. Ogniqualvolta siede nella rimembranza del Maestro con profonda brama e devozione, il Maestro è sempre lì per spegnere la sua sete.
DOMANDA: Questa domanda riguarda quale tipo di relazione si assume con il Maestro dopo che lasciamo il corpo fisico. Quelli di noi che non sono progrediti nell’intimo, che non hanno sviluppato tanto amore in questa vita, che devono ancora tornare, quanto e quale tipo di contatto avremo con te o con Kirpal là dopo la dipartita terrena definitiva? Là come trascorreremo il tempo con il Maestro? C’è un luogo come questo dove possiamo vederlo? Alcuni di noi vivranno in famiglie e alcuni negli ashram come qui? Come continueremo la nostra devozione?
SANT JI: È una domanda molto interessante, spero che tutti presteranno attenzione alla risposta. Spesso ho detto che la missione dei perfetti Maestri sulla terra è di iniziare quelle anime che sono state scelte nella corte del Signore per incontrare il Maestro perfetto e tornare alla Vera Casa. I Santi hanno sempre detto che per un perfetto Maestro la distanza non fa alcuna differenza. Per giunta, anche se il Maestro lascia il corpo fisico subito dopo aver dato l’iniziazione, il progresso dell’iniziato non viene ostacolato. Il suo progresso continua anche dopo la dipartita fisica del Maestro. In questo contesto il Maestro Sawan Singh soleva narrare una storia sul conto di un padre e figlio che facevano seva con Hazur Rai Saligram; erano molto devoti. Quando il figlio stava per lasciare il corpo, il padre piangeva e diceva: “Sei il mio unico figlio, ora stai per lasciarmi”. Il figlio rispose: “Padre, non preoccuparti di nulla e non lagnarti della mia morte perché non sto per morire. Di fatto sto per avere una vita nuova. Conosco la mia vita passata, nella quale ero un albero. Un giorno qualcuno tagliò un ramo e lo portò a Swami Ji Maharaj, che lo usò per pulirsi i denti. Con la sua grazia e misericordia mi fu fatto lasciare quel corpo di albero e in questa vita ho ottenuto la nascita umana. Tuttavia provenendo dal corpo di un albero il mio intelletto non era sviluppato, ecco perché non ho potuto trarre pieno giovamento dagli insegnamenti del Maestro. Non ho compreso gli insegnamenti e non ho vissuto in base alle parole del Maestro. Ecco perché non otterrò la liberazione ora. Ma so che nella prossima vita, con la grazia del Maestro nascerò come un buon uomo e andrò dal perfetto Maestro, mediterò e alla fine conseguirò la liberazione”.
Potete notare che all’anima nell’albero fu fatto lasciare il corpo e ricevere una nascita umana poiché Swami Ji Maharaj ne utilizzò un ramo. Immaginate come la grazia del Maestro opera e soprattutto come la grazia del Maestro opera per coloro ai quali ha dato l’iniziazione al Naam. Il Maestro Sawan Singh Ji diceva: “L’occhio interiore di coloro che dicono di aver cercato il Maestro, di essere andati dal Maestro oppure al Satsang, non è ancora aperto, ecco perché affermano di fare ogni cosa. Ma coloro il cui occhio interiore è aperto, non parlano in questo modo. Infatti hanno visto la realtà: non è per i loro sforzi che stanno andando al Satsang o hanno incontrato il Maestro. È la grazia del Maestro. È il Maestro, lui stesso, che li ispira a venire al Satsang, li ispira a meditare”. Anche il Maestro Kirpal Singh diceva che non è alla portata di un cieco trovare una persona con la vista. Se la persona con la vista non chiama il cieco e gli prende la mano, il cieco non può trovare la strada.
Il significato è che il Maestro stesso fa accadere ogni cosa ed è l’unico che ci porta al Satsang. È lui a prendersi cura di noi. All’epoca del Maestro Sawan Singh accaddero molti avvenimenti in cui le persone venivano da molto lontano e dicevano al Maestro Sawan Singh come avevano avuto il suo darshan e come lui stesso le aveva guidate all’ashram: furono guidate all’ashram dal Maestro Sawan Singh stesso. Episodi simili accaddero anche all’epoca del Maestro Kirpal Singh. Quando andai al Sant Bani Ashram la prima volta, nel primo giro, un amato venne da molto lontano e mi disse come aveva avuto il darshan del Maestro e come gli fu detto di venire al Sant Bani Ashram: in seguito ottenne l’iniziazione diventando un buon meditatore. Nello stesso modo, a Quito, Ecuador, una donna ebbe il darshan del Maestro – la stessa forma del Maestro di cui c’era la foto sulla rivista Sant Bani di quel mese – e mi portò la rivista con queste parole: “Ho avuto il darshan di questo Maestro e mi è stato detto di venire qui per ricevere l’iniziazione”. Così immaginate Chi ci sceglie, Chi ci porta ai suoi piedi e predispone tutte queste cose per noi.
Spesso ho detto sul conto del Maestro Sawan Singh, del Maestro Kirpal Singh e anche di me stesso, che pur avendo cercato il Maestro così a lungo, tuttavia quando venne il momento e quando la ricerca stava per essere completata, il Maestro li scelse e il Maestro stesso andò nel luogo dove si trovavano per portarli sul Sentiero. Il Maestro Sawan Singh aveva cercato per ventidue anni, ma quando arrivò il suo tempo di giungere dal Maestro, questi venne da lui anche se in quel periodo viveva molto lontano dall’ashram, eppure Baba Jaimal Singh andò lì e rese possibile per il Maestro Sawan Singh di venire ai suoi piedi. Anche il Maestro Kirpal Singh stava cercando Dio Onnipotente e sette anni prima di incontrare fisicamente Sawan Singh, incominciò ad avere il suo darshan. E quando venne il momento opportuno, appropriato, fu portato ai piedi del Maestro Sawan Singh. Parimenti, conoscete già la mia storia. Ho avuto il darshan di Swami Ji Maharaj un anno prima di incontrare fisicamente il Maestro Kirpal Singh. Proprio pochi giorni di incontrare fisicamente il Maestro Kirpal Singh, incominciai a vederlo nella sua vera Forma. Sebbene fossi seduto in sua attesa, in cerca di lui, e stessi meditando sulle prime due Parole, non avevo incontrato alcun antagonista o ammiratore del Maestro Kirpal Singh e non sapevo nulla di lui. Ma quando arrivò il momento, Lui stesso venne e mi cercò, mi trovò. E mi portò ai suoi piedi. Ripeterò le parole sia del Maestro Sawan Singh sia del Maestro Kirpal. Dicevano che dopo la dipartita fisica del discepolo, questi è nelle mani del Maestro che gli ha dato l’iniziazione. Se dev’essere mandato di nuovo nel mondo oppure se dev’essere tenuto nei piani interiori per la purificazione, se deve meditare nei piani più alti e tornare alla Vera Casa, tutto ciò è nelle mani del Maestro che gli ha dato l’iniziazione. Spetta a lui decidere che fare con la vostra anima dopo che lasciate questo mondo fisico.
Nei suoi sacri scritti Swami Ji Maharaj ha affermato che il perfetto Maestro libera il proprio discepolo nell’arco di quattro vite o quattro nascite. Tuttavia il Maestro Sawan Singh Ji diceva che il perfetto Maestro fa del proprio meglio per dare la liberazione al discepolo in una vita. Non vuole che il discepolo torni nel mondo ancora e ancora e patirne le sofferenze. Ecco perché il Maestro cerca sempre del proprio meglio per esaurire tutto il dare e avere e tutti i karma che il discepolo è tenuto a fare in quattro vite, il Maestro gli fa liquidare i karma e porre fine al dare e avere in un’unica vita.
Se tutti i pezzi della lampada sono a posto e se la lampada ha petrolio, se anche lo stoppino è a posto, vi basta un fiammifero per accenderla ed essa vi darà luce. Il significato di dirvi tutte queste cose e di citarvi questi esempi di diversi Maestri è solo per farvi capire la risposta alla domanda che è appena stata posta. Miei cari, riflettete semplicemente solo perché i Santi hanno chiamato questo luogo il mondo della sofferenza e dell’infelicità, il mondo delle nascite e morti, perché i Santi hanno chiamato questa creazione di Kal un mondo d’infelicità.
Sappiamo come il Potere Negativo ha creato le dispute tra padre e madre, le dispute tra fratelli e tra fratelli e sorelle. Da qualche parte ci sono problemi tra mogli e mariti, inoltre una comunità combatte contro un’altra comunità, un paese sta cercando di controllare altri paesi; tutti sono equipaggiati con armi sofisticate, missili e bombe e ogni cosa sono pronti per distruggere gli altri. Come potete chiamarlo un luogo di pace? È sicuramente e senza dubbio un luogo d’infelicità. Prima di tutto, osservate il corpo: osservate proprio la condizione del corpo. Sapete che se non mangiamo, non possiamo sopravvivere perché i prana sono nel cibo. E finché non mangiamo, non possiamo far funzionare il corpo normalmente, sapete quanto sforzo adoperiamo per rendere il cibo puro, santo e salubre. Che accade dopo aver mangiato? Dobbiamo espellere la sporcizia dal corpo e a volte le persone non ci riescono, per alcuni è un problema. Hanno il problema della cattiva digestione. Alcuni hanno altri problemi fisici. E se il loro corpo è salubre, hanno ulteriori problemi da risolvere come la disoccupazione, la povertà e altro.
Farid Sahib ha detto: “O Farid, la fame è peggiore della morte. Perché la sera voi mangiate prima di andare a dormire, ma il mattino seguente prima che vi svegliate, la fame è già lì”. A volte i Maestri non chiamano l’iniziato direttamente. A volte lo fanno attraverso qualche altra persona, ma sono loro che la ispirano o la incoraggiano ad andare da lui. Pensateci. Supponete che ci sia un uomo mandato in prigione, il quale ha sofferto notevoli avversità e una grande mole di punizioni, cose simili. Dopo qualche tempo viene rilasciato. Pensate che vorrà tornare di nuovo in prigione? Certamente no. Vorrà migliorare la propria vita, vorrà condurre una vita positiva e vivere in pace nel mondo. Non vorrà mai far nulla che lo riporti in prigione. Quando Bulleh Shah rimosse le coperture dall’anima e tornò alla Vera Dimora, tutti gli amici vennero a chiedergli come stesse. Dicevano: “Ora sei arrivato. Come stai? Sei felice di tornare a casa? Parlaci, che cosa hai portato dal mondo mortale?” Bulleh Shah ha scritto e ci ammonisce pure che quando andò al palazzo di Dio, tutti vennero a sincerarsi del suo benessere. Quando gli fu chiesto che cosa avesse portato dal mondo mortale, rispose: “Niente, eccetto una faccia nera e dei piedi blu”.
Vi ho appena detto come il Potere Negativo ha creato dispute e difficoltà perfino tra mariti e mogli, come sussistono problemi e sofferenze nel mondo. Nel momento in cui ci ritireremo da tutte queste cose ed entreremo nell’intimo dopo aver lasciato il mondo fisico, incontreremo di sicuro il perfetto Maestro. Egli verrà a prenderci e noi saremo con lui. Non c’è alcun dubbio su questo fatto. Ma voi pensate che riusciremo a rispondere alla domanda delle anime che sono già lì? Quando ci chiederanno, come fecero a Bulleh Shah (che cosa aveva portato dal mondo mortale), che cosa risponderemo? Pensate che riusciremo a dire: “Sì, ho portato mia moglie con me” oppure: “ho portato mio marito con me”. Riusciremo a parlare dei figli, degli ashram e di tutte le cose mondane che abbiamo qui? Miei cari, non riusciremo a portare nulla con noi – nemmeno il corpo in cui viviamo. Ce ne andremo senza nulla perché dobbiamo lasciare dietro tutte le cose che abbiamo su questo piano.
Non so di altri, ma sono certo sul conto delle persone di questo gruppo. Qualora fosse chiesto considerando tutti i problemi che ho appena menzionato, se vogliono vivere in quelle condizioni miserabili, non credo che nessuno alzerà la mano per dire che desidera vivere nel mondo. Tutti hanno un tipo o l’altro di problema. Per giunta, se venisse chiesto se desiderano portarsi dietro il corpo che è pieno di sofferenze e non si muove, non funziona correttamente quando invecchia, non penso che nessuno vorrà portarselo dietro.
Perciò, miei cari, a che serve andare a Sach Khand, la nostra Vera Casa, se anche lì avremo gli stessi problemi come qua, se anche lì dovremo affrontare i problemi di famiglia, dell’ashram e tutti i problemi fisici che abbiamo? Penso che noi stiamo molto meglio là; a che serve tornare alla nostra Vera Casa? Miei cari, non è così in Sach Khand. Non esistono problemi simili perché il Maestro vi accompagna e vi porta sulle ali del Naam, vi porta a Sach Khand che è la vostra Vera Casa, la dimora della pace. E là non avremo alcuna difficoltà. Le anime si riconoscono facilmente. Non esiste esempio del mondo, un modo del mondo per spiegarvi come le anime si riconoscono. Ma è vero che noi tutti ci riconosceremo e là viene dato il cibo dell’anima solo attraverso gli occhi: l’anima rimane paga semplicemente con il darshan di Dio Onnipotente. Ogni cosa accade con il darshan del Signore Onnipotente.
Kabir Sahib ha detto che nel piano del Signore Onnipotente, nella nostra Vera Casa, nessuno ferisce nessuno e nessuno si sente ferito. Non esiste il fetore delle difficoltà o delle sofferenze. C’è solo la soave fragranza dell’amore. Miei cari, Guru Nanak Sahib ha detto che né il corpo né la casta alla quale il corpo appartiene verranno nel luogo in cui dovete andare. Quindi se il corpo e la casta in cui nasciamo non vengono con noi, come possiamo pretendere di portare una sola cosa mondana? Naturalmente verranno con noi i nostri atti. Se abbiamo meditato sullo Shabd Naam, allora il Maestro ci riporta definitivamente alla Vera Casa. Ma se non abbiamo meditato sullo Shabd Naam, se abbiamo compiuto solo atti negativi, dobbiamo tornare nel mondo, in quello stesso luogo dove li abbiamo commessi e pagarne le conseguenze. Nel Sukhmani Sahib Guru Arjan Dev ha delineato una meravigliosa immagine del ritorno dell’anima alla Vera Casa. Ha scritto che come acque diverse si uniscono quando si mischiano e come la luce si assorbe in un’altra luce, parimenti la nostra anima va a unirsi con la Superanima, Dio Onnipotente. È come un pizzico di sale che, una volta dissolto nell’acqua, ne diventa una parte. Come può quel sale tornare a dirci del beneficio di essersi sciolto nell’acqua? Nello stesso modo, quale anima (che sia tornata alla Vera Casa) vuole tornare nel mondo per parlarci della sua condizione? I Santi e i Maestri ci hanno parlato della bellezza e delle cose della nostra Vera Casa attraverso esempi ed inni, tuttavia non sono complete.

n/a Ciao Sevadar,
Salve, mi sono iscritto a qst forum dopo aver letto delle cose molto interessanti e vorrei confrontarmi e avere consigli da voi. Ho scoperto lo yoga lo scorso maggio dopo la morte di Sai Baba, in un periodo di abbandono ho avvertito una forte scossa vibrante salire dal sacro, informandomi ho scoperto essere un risveglio parziale kundalini. un mese dopo ho avuto la fortuna di incontrare Gurunath Jogiraj Siddhanath il quale mi ha iniziato al kriya Yoga. Ad oggi ho avuto diverse belle esperienze, anche dure da accettare o spiegare talvolta,comunque sono ancora in cammino, ho sentito parlare qui sopra di formicolii (tipo formicolio ma non doloroso)..io quella sensazione la avverto una o piu' volte al giorno a livello genitale,dura due o tre secondi poi si ferma, cosa significa?grazie

Om Namah Om

n/a Benvenuto nel forum, consigli soprattutto sulla meditazione non ne possiamo dare né ne siamo all'altezza però potrai trovare nel forum stesso e nel sito tantissimo materiale. Nella sezione LIBRI c'è un libro dal titolo "Gli insegnamenti di Kirpal Singh", che puoi scaricare gratuitamente, dove nella seconda parte c'è una sezione dedicata alla meditazione. Per il formicolio in questo stesso domande e risposte Sant Ji ne parla...


quote:

Ciao Sevadar,
Salve, mi sono iscritto a qst forum dopo aver letto delle cose molto interessanti e vorrei confrontarmi e avere consigli da voi. Ho scoperto lo yoga lo scorso maggio dopo la morte di Sai Baba, in un periodo di abbandono ho avvertito una forte scossa vibrante salire dal sacro, informandomi ho scoperto essere un risveglio parziale kundalini. un mese dopo ho avuto la fortuna di incontrare Gurunath Jogiraj Siddhanath il quale mi ha iniziato al kriya Yoga. Ad oggi ho avuto diverse belle esperienze, anche dure da accettare o spiegare talvolta,comunque sono ancora in cammino, ho sentito parlare qui sopra di formicolii (tipo formicolio ma non doloroso)..io quella sensazione la avverto una o piu' volte al giorno a livello genitale,dura due o tre secondi poi si ferma, cosa significa?grazie

Om Namah Om


n/a Grazie mille per i testi consigliati, ho già iniziato la lettura e li trovo molto interessanti, nel presentarmi e chiedendo confronto non è certo mia intenzione mettere a paragone insegnamenti o esperienze,o diversi Guru, cerco risposte al cammino che ho intrapreso, esperienze che non vengono quasi mai contemplate sui testi. Ho notato che siete molto preparati nel campo contrariamente a quanto detto con modestia da Sevadar :D che scrive pagine intere, vi ringrazio per l'esperienza che mettete a disposizione. grz

Om Namah Om

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