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Surat Shabd Yoga
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 Lilia è andata per lidi migliori

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D I S C U S S I O N E
n/a Lilia era conosciuta, più che altro per i vecchi iniziati “milanesi”, come la mamma di paolo.
Quando nel 1977 s’incominciò a tenere il Satsang il sabato sera “in cantina”, dopo lei si soffermava spesso con noi. In qualche modo è sempre stata in contatto, anche se da lontano, il Maestro ha segnato di riflesso la sua vita. Ha avuto la fortuna di vedere Sant Ji a Ribolla nel 1980 e nel 1983 a Londra dopo una rocambolesca e miracolosa partenza da Malpensa senza passaporto; e Sant Sadhu Ram Ji a Bologna nel 2003 in un colloquio rilassato e accorato. I primi anni della mia permanenza all’ashram in Toscana ogni tanto veniva a trovarmi.
Ricordo un avvenimento in particolare un mese prima della morte di mio padre (settembre 1979); Lilia scrisse una lettera molto toccante a Sant Ji nella quale parlava del grande travaglio che stava passando nell’assistere alla dolorosa malattia terminale del marito. A quei tempi si spedivano le lettere fisicamente ed occorrevano mesi, soprattutto la lentezza delle poste indiane… si spedivano le lettere a Pappu (a Delhi), il quale le traduceva e poi le portava in Rajasthan, da lì le rispediva. Stranamente, tre giorni prima della dipartita del papà vidi nella posta il classico formato azzurro delle lettere del Maestro. Sant Ji aveva risposto con smisurata delicatezza e affetto dicendo che rispettava il suo amore per il marito, che le era vicino e che in ogni caso non avrebbe dovuto preoccuparsi perché Kirpal si sarebbe preso cura di lui. Potete immaginare lo schianto emotivo…
Negli ultimi anni Lilia aveva superato tre tumori e d’estate era stata accanto al marito (si era risposata dopo quindici anni dalla morte di mio padre), ricoverato per tre mesi quasi in fin di vita. Poi all’inizio di ottobre la conferma che l’ultimo tumore si era sviluppato in metastasi, nessuna speranza. Ho avuto modo di esserle vicina sia d’estate con il calvario dell’ospedale del marito sia questi ultimi mesi. Nel periodo finale è stata assistita da medici delle cure palliative in stato terminale, ma non ha mai voluto un aiuto in tal senso. Solo l’ultima mattina ha chiesto e ricevuto dei sedativi. Se ne è andata venerdì 13 dicembre alle 14.15 sotto lo sguardo sereno e riconoscente del marito e dei figli. La dignità con cui ha affrontato ogni momento della malattia è esemplare e degna di nota. L’infermiere delle cure palliative ha rimarcato più volte che non aveva mai visto una persona disposta ad andare avanti con le proprie forze senza dipendere da aiuti esterni, per quanto auspicabili.
Riconsiderando tutto, non posso non notare un disegno perfetto, sincronicamente irreprensibile del decorso degli eventi: le persone giuste, perfette al momento giusto; ogni pezzo del puzzle si è incastrato con una compiutezza assoluta. Il Maestro le è stato vicino sempre… ogni istante…
paolo

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