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Surat Shabd Yoga
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 Da domande e risposte con Sant Ji/3

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D I S C U S S I O N E
n/a “Contare le stelle nel cielo”

da un domande e risposte del 3 marzo 1982
16 PS, Rajasthan


Domanda: L’ultima sera hai detto che il Maestro Kirpal ha liberato anche gli animali e mi chiedevo… quando dici che ha liberato gli animali, dove li ha portati? Li ha portati a Sach Khand? (risate)
Sant Ji: Quando si tratta della questione della liberazione, significa che il Maestro libera le anime e le porta alla Vera Casa, Sach Khand. Invece quando il Maestro libera o si prende cura delle anime degli animali, significa che le libera da quel corpo e concede il corpo umano in cui dà l’iniziazione al Naam; poi le porta a Sach Khand. Il Naam è come un visto con il quale possiamo entrare nel regno di Sach Khand.
Per qualcuno può pure essere possibile contare le stelle nel cielo, tuttavia è impossibile per chicchessia contare gli esempi o conteggiare la grazia del Maestro. I Maestri vengono nel mondo per liberare le anime e liberano chiunque venga in contatto con loro, che cavalchino qualsiasi animale o lo tocchino o qualsiasi cosa facciano con un animale: tutti quegli animali, quegli esseri entrano sotto la loro protezione e vengono liberati dal corpo, poi vanno alla loro casa. I Maestri vengono nel mondo solo per il bene delle anime, unicamente per liberarle.
Al momento operiamo a livello della mente e tra noi e il Maestro v’è il grande muro della mente. Non siamo in grado di sapere come il Maestro libera le anime. Solo allorché superiamo questo muro, allorché ci liberiamo dal muro della mente tra noi e il Maestro, ci rendiamo conto di come lui opera a diversi livelli e come libera le anime. Solo allora crediamo in lui, che è venuto come un liberatore.
Domanda: Sant Ji, ci dici sempre che è il Maestro a condurci da lui, che è il Maestro a meditare. Qual è la causa del nostro allontanamento dal Maestro? Perché gli volgiamo le spalle?
Sant Ji: Ho sempre detto che il vostro amico è dentro di voi come pure il vostro nemico. Il vostro amico ispira sempre a fare cose positive, mentre il vostro nemico ispira sempre a fare cose negative. Il Maestro è vostro amico e la mente è vostro nemico. Ambedue sono dentro di voi e come avvocati competenti vi propongono sempre varie scuse per spingervi continuamente a fare le cose secondo i loro desideri. Il Maestro vi suggerisce sempre di fare cose positive, vi ripete sempre di andare da lui, di meditare, di mantenere pura la vita e cose simili. Al contrario la mente vi dice sempre: “A che serve andare dal Maestro? Ora non hai bisogno di meditare perché hai ancora una vita lunga davanti a te e mediterai dopo”. Perciò quando obbediamo alla mente, significa che volgiamo le spalle al Maestro. Entrambi questi poteri sono dentro di voi e vi consigliano dall’intimo: dovreste guardare dentro di voi e verificare quante volte obbedite alla mente e quante volte seguite il Maestro.
Kabir Sahib ha detto: “O uomo, l’amico è dentro di te come pure il nemico”.
Il Maestro non è il corpo; è al contempo con il corpo e senza il corpo. Come forma dello Shabd è onnipervadente, non è il corpo, tuttavia avendo assunto un corpo umano, lo vediamo nel corpo. Quando il Maestro dà l’iniziazione, risiede dentro il discepolo nella forma dello Shabd. Ci dice sempre che queste sono le cose pericolose e non dovremmo immischiarci, non dovremmo farle. Tante volte il Maestro ci avverte pure, ci rivela ciò che non dovremmo fare. Nemmeno per un istante ci lascia soli, ci dice sempre le cose buone da fare e quelle cattive da non fare.
Avevo un amico, di nome Kher Singh. Non era iniziato, ma ebbe la buona ventura di avere il darshan del Beneamato Maestro. Era un credente della religione sikh, appassionato di riti, cerimonie e cose esteriori della religione sikh, non era attratto al Sentiero. Era un buon amico.
Una volta di notte ebbe una visione in cui vide il Maestro Kirpal che gli diceva: “Non andare in Punjab; se lo farai, ti ammalerai così gravemente che ti dovranno riportare a casa. Presto lascerai questo mondo, ma se ritarderai la visita in Punjab, se non andrai in Punjab, può darsi che potrai vivere altro tempo”. La mattina dopo al risveglio era molto felice e mi riferì la visione dicendo che aveva avuto un sogno in cui aveva visto il mio Maestro che gli aveva raccontato tutte quelle cose. Era molto grato al Maestro per averlo avvisato che si sarebbe ammalato e che non sarebbe dovuto andare in Punjab. Poi confessò di essere assai dispiaciuto per non aver tratto giovamento da quel grande Potere, per non aver preso l’iniziazione al Naam da lui: a quel tempo si pentì.
Ma la mente è una cosa tale che pur avendo visto la verità, pur avendo compreso molto, non vuole fare ciò che è bene per noi. Per questo dopo qualche giorno egli dimenticò quel che avrebbe dovuto fare. Quando mi rivelò la visione, gli dissi con amore: “Mio caro, questo non è un sogno, i Maestri ci fanno avere misericordiosamente le visioni; noi le consideriamo sogni ma, in effetti, non lo sono”. Gli dissi: “Abbiamo sogni solo quando la nostra anima scende nei chakra inferiori, come conseguenza abbiamo sogni del mondo dai quali non traiamo alcuna soddisfazione, alcuna felicità. Da tutti i sogni del mondo dei chakra inferiori derivano tristezza, nessuna felicità. Ma quando abbiamo sogni, visioni del Maestro durante il sonno, in quel momento il Maestro innalza l’anima nei piani superiori. Trascinando l’anima nei piani superiori, il Maestro vuole purificarla e vuole rivelarci la verità, le cose vere che accadranno nella nostra vita. È un peccato che non capiamo le visioni che il Maestro ci concede misericordiosamente, le reputiamo sogni ordinari, per questo non ne beneficiamo. Non le capiamo”. I Maestri cercano sempre l’occasione per innalzare la nostra anima e purificarla, giacché sono venuti nel mondo per purificare la nostra anima e riportarla alla vera Casa.
Ogniqualvolta la mente è calma durante il giorno, quando non abbiamo tensione, quando non abbiamo tanti pensieri, poi di notte, a causa della tranquillità mentale nel giorno, per il Maestro è molto facile innalzare la nostra anima. Trascinando l’anima nei piani superiori, ci fa avere visioni e con misericordia ci dice le cose che dobbiamo sapere; spesso accade con tanti satsanghi, ma non le capiscono e le considerano solo sogni. Gli spiegai tutte queste cose e mi credette.
In quel momento mi credette, ma in seguito la mente gli suggerì di andare a visitare certi posti. A venticinque chilometri da qui c’è una città chiamata Suratghar. Si recò lì e pur sapendo che il Maestro gli aveva detto di non andare in Punjab, qualcosa accadde e decise di andare in Punjab. Prese il treno e andò in Punjab.
Non appena entrò nello stato del Punjab nella zona di Faridkot, si ammalò. Era andato a trovare sua sorella, e quando si ammalò, si rese subito conto dell’errore e del fatto che si fossero avverate le parole del Maestro. Nel momento in cui la sorella gli disse che lo avrebbe portato dai medici, rispose: “Non portarmi da nessun medico, non voglio nessuna medicina. Accompagnami subito in Rajasthan!”
Così fu riaccompagnato in Rajasthan e poi mi disse: “Si è avverato tutto quello che il Maestro mi aveva svelato e ora me ne andrò. Ora ho solo una preghiera che quando lascerò il corpo, tu starai con me. Morirò con questo pensiero di pentimento per non aver preso l’iniziazione dal Maestro. Non ho tratto alcun giovamento, anche se lui è stato così clemente con me, ma ti prego di sedere al mio fianco affinché possa trapassare gioiosamente”.
Nel momento in cui lasciò il corpo, ero seduto con lui; i suoi due figli, la moglie, eravamo tutti seduti con lui. Lasciò il corpo felicemente e pacificamente dicendo che il Maestro era venuto per liberare la sua anima.
Intendo dire, il significato di tutta questa storia è che il Maestro è così misericordioso, il suo compito è di dare avvertimenti ai discepoli che ha iniziato. Oltre a questo dà avvertimenti e visioni anche ai non iniziati, a coloro che hanno un po’ di fede in lui; sono sempre sotto la protezione del Maestro. Hanno sempre indizi durante le visioni o i sogni. Ogniqualvolta la loro mente è tranquilla, hanno sempre visioni del Maestro e il Maestro rivela sempre la verità.
Ambedue i figli di Kher Singh venivano a trovarmi e anche adesso lo fanno. La nuora di Kher Singh, di nome Jagir Kaur, soleva preparare il cibo per il Maestro quando veniva a visitarmi. Un giorno mentre stava parlando con il Maestro, le chiese: “Mio suocero sapeva che si sarebbe ammalato, che sarebbe morto a causa di quella malattia quando tu gli avevi detto misericordiosamente ciò che sarebbe successo; perché non ha creduto in te? Perché non ti ha obbedito?” Il Maestro Kirpal le disse: “L’anima non vuole obbedire alle parole del Maestro a causa della mente. L’altro fatto è che deve accadere ciò che è scritto nel destino, nessuno può cancellare ciò che scrive il Creatore. È accaduto ciò che era scritto da Dio Onnipotente e per questo non ha creduto alle visioni, non ha obbedito ai comandamenti”.
La nuora di Kher Singh era molto sorpresa di come uno non obbedisca agli ordini del Maestro quando una cosa simile mette a repentaglio la sua stessa vita. Allora il Maestro le disse con amore: “Bene, se non comprendi questo, ti dico che tu morirai cadendo dal tuo stesso trattore, ti schiaccerà e morirai. Se vuoi fare qualsiasi cosa per salvarti, fallo”.
A quel tempo la famiglia di Kher Singh non possedeva alcun trattore e pensarono che fosse impossibile: “Quando non abbiamo neanche il trattore, com’è possibile che ti schiaccerà?” Non credettero a quelle parole.
Dopo qualche anno il figlio di Kher Singh acquistò un trattore e lo portarono da me per farlo benedire. Rammentai a Jagir Kaur le parole del Maestro e lei rispose: “Beh, che potevo fare se volevano comprarlo? Ma starò molto attenta, non salirò sul trattore!” Risposi: “D’accordo, fa’ quello che vuoi, ma sono alquanto sicuro di ciò che accadrà perché tutto quello che ha proferito il Maestro, deve accadere. Qualunque cosa dicano i Santi, non è inutile; le loro parole si avverano sempre”.
Quando ero nel primo giro al Sant Bani Ashram, ricevetti una lettera che diceva che Jagi Kaur era morta; era caduta dal trattore che l’aveva travolta. Morì sul colpo. Fui molto dispiaciuto per lei e anche in quel momento mi resi conto che tutto quello che aveva detto il Maestro, si era avverato. Intendo dire che molte volte i Maestri ci danno questi avvertimenti; non fanno profezie, non vogliono cambiare ciò che è scritto nel nostro destino. A volte nel loro Volere ci danno avvertimenti per farci sapere quel che ci accadrà, in modo che possiamo prepararci ad accettare il Volere divino.
È un peccato che la mente delle persone mondane sia come il collo della tartaruga, a volte è dentro a volte è fuori. Non rimane fermo in una posizione. La nostra mente può credere nel Maestro e obbedire ai suoi comandamenti solo se diventa calma. Non riesce ad obbedire agli ordini del Maestro poiché non è stabile.



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