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Surat Shabd Yoga
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 Simran
 Rimembranza o ripetizione (Simran) - terza parte

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D I S C U S S I O N E
n/a Precetti del Simran
I Santi ci dicono che tutti noi siamo abituati a ripetere certi nomi. Come sarebbe bello se riuscissimo a volgere l’attenzione al Nome di Dio! Il Simran infonde appagamento e sopprime il dolore. Con la ripetizione del Simran del Signore ci immergiamo in lui.
Molti eseguono i doveri mondani con mani e piedi; le loro menti rimangono libere. Adoperate le mani e i piedi nel lavoro, e la mente nella rimembranza del Signore. Se uno ha buon esito in questa pratica, dovrebbe eseguire il Simran sempre, che sia desto o addormentato, proprio come le lancette di un orologio si muovono senza sosta.
Tutti pensano a Dio nell’avversità, ma se uno riuscisse a pensarlo con amore sempre, allora nessun dolore lo visiterebbe mai. Il dolore è frutto del peccato. Dimenticando Dio, uno si allontana da lui. In questo modo cade vittima del ciclo interminabile delle nascite e morti.
Se facessimo Simran nelle circostanze fortunate, allora la forza di volontà e la mente si rafforzerebbero. Anche se una calamità dovesse colpirci, ne rimarremmo indifferenti. Se una persona non è riuscita a fare Simran durante un periodo di prosperità, ma vi si è dedicata solo nell’avversità, o nella malattia, o nel coinvolgimento in una causa, può aspettarsi ben poco da esso. Se facessimo Simran senza interruzione, tutte le preoccupazioni e le ansietà svanirebbero. Allora la mente non abbandonerebbe il Simran nemmeno per un secondo.
Kabir dice:

Tutti lo ricordano nei momenti di sofferenza e nessuno lo fa nella felicità. Se uno lo ricordasse conducendo una vita di agiatezza, perché mai il dolore dovrebbe colpirlo? Quando non si fa Simran nel benessere, ma solo nel dolore, chi potrà mai rispondere a una tale supplica?

L’Adi Granth Sahib ha posto grande veemenza sul Simran.

Ricorda il Signore con ogni respiro. Non dimenticarlo nemmeno per un istante.

Parimenti i Santi musulmani ne hanno sottolineato il grande bisogno:

Così ha ordinato il Signore: “Ricordatemi ed io vi ricorderò”.

Hazrat Maometto dice:

Le persone che ripetono i santi Nomi di Dio, sono circondate da angeli. La grazia di Dio le protegge. Gioiscono di pace e beatitudine. Dio le ricorda.

Nell’Hadis si dichiara:

Una persona che intenda stare vicino a Dio, dovrebbe incontrare l’Incarnato nel corpo (un perfetto Maestro), poiché in lui risiede sempre la rimembranza dei Nomi di Dio”.

Inoltre aggiunge:

“Sono a fianco di una persona che mi ricorda e che muove le labbra nella mia rimembranza”. Aggiunge: “Sono uno stretto compagno di chi pensa a me. Amo chi mi ama”.

Farid-ud-Din Attar dice:

Nelle preghiere contempla il Beneamato. Dentro e fuori vivi nella sua rimembranza, e ricordalo tanto nell’intimo quanto all’esterno. Nella sua adorazione non ti legare a nessun altro, poiché Dio è l’Uno senza secondo”.

Il vero digiuno consiste nel ritirare i sensi dai perseguimenti sensuali e impiegarli nella sua rimembranza.

Il Simran è possibile solo con la grazia del Signore
e tramite la clemenza di un Maestro
Il Simran è una pratica preziosa. Una persona si dedica al Simran solo attraverso una buona ventura. Si può apprenderne il segreto unicamente da un vero Maestro.

Tempo per il Simran
Bisogna fare Simran con ogni respiro – seduti, in piedi, camminando, mangiando – uno dovrebbe così ricordarLo con attenzione fissa da non separarsi da Lui e non smarrirsi. Ma i tempi speciali per il Simran sono la notte, la mezzanotte e il periodo dell’Elisir (le due o tre ore prima dell’alba). Il Simran in questi tempi è assai proficuo.
Hafiz ingiunge:

Non sprecate tempo nel sonno perché la rimembranza di Dio a mezzanotte e nelle ore di buon mattino merita speciali benedizioni dal Signore.

La notte è particolarmente adatta al Simran per la quiete e la solitudine. In questo periodo le correnti dell’anima non sono disperse. Con l’alba queste correnti si espandono. L’alba e il tramonto sono momenti di unione (notte e giorno, giorno e notte) e questi periodi hanno un potere spirituale e magnetico latente in essi. Il risultato è che siamo dunque completamente saturi del Maestro. In questi momenti, senza alcuno sforzo, la concentrazione viene automaticamente. Quindi, questi due periodi sono assai proficui per la ripetizione dei santi Nomi.
Eseguite la ripetizione e la contemplazione durante il tempo dell’Elisir, dopo aver lasciato il letto. Riprendetevi dalla sonnolenza e fiacchezza con la respirazione profonda e con qualche esercizio leggero. In questo periodo la mente è quieta e fresca, si concentra con facilità.

La pratica della ripetizione dei Nomi è per tutti
La pratica della ripetizione è per tutti – ricchi e poveri – e chiunque la esegua, diventa idoneo per la sua ricompensa. Ma il Simran dovrebbe essere disinteressato. Re o suddito, uomo o donna, di qualsiasi casta, fede o colore: tutti possono fare Simran. Chiunque faccia il Simran del Naam (Parola), ottiene la salvezza. È il più alto di tutti ed è invero fortunato.
Tutti ricordano il Signore per soddisfare i propri desideri. Uno lo fa per una moglie, un altro brama un figlio, e ancora qualcun altro desidera ricchezza. Tutti hanno un motivo dietro al loro Simran. Naturalmente si ottengono gli oggetti dei desideri, ma non ci accompagnano quando moriamo. Anche il corpo rimane indietro. Che altro verrà con noi al momento della dipartita? Kabir dice: “Chi esegue Simran disinteressato, è il più sublime di tutti”. Questo significa che dovremmo mendicare a Dio nulla all’infuori di Dio.
Le scritture ci dicono che tutte le cose nel mondo sono transitorie. Sono veramente ombre che svaniscono in un istante, perciò implorare qualsiasi altra cosa che non sia Dio stesso, vuol dire subire una sofferenza indicibile. Finché si esegue il Simran per un qualsiasi motivo, stiamo chiedendo a Dio gli oggetti del mondo, e così cagioniamo ulteriori privazioni a noi stessi. Solo il Simran disinteressato è accettabile a Dio. Un Santo musulmano dice: “Non annerite il cuore con pensieri inutili. Non chiedete a Dio altro che lui”.

Frutti del Simran
Le scritture sikh elencano numerosi benefici dal Simran. Quando un’avversità soverchiante vi assale sul cammino, quando non esiste altro aiuto, quando gli antagonisti vi perseguono accanitamente, quando le relazioni vicine vi disertano, quando tutte le speranze sono evaporate e quando tutte le strade sono chiuse – se ancora ricordate Dio, non vi sarà mai fatto alcun male. Il Signore è la forza del debole. È eterno. Si può incontrarlo attraverso lo Shabd del Guru.
Quando una persona è depressa per mancanza di cibo e risorse, quando anche l’ultimo centesimo l’ha abbandonata, quando è senza lavoro – anche allora se dà spazio al Signore nel cuore, sarà liberata per sempre dalla penuria.
Quando uno è lacerato da preoccupazioni e affanni, quando il suo corpo è malato, quando è profondamente immerso nei problemi domestici, quando è alla merce dei colpi del dolore, quando girovaga da una parte all’altra senza trovare casa né focolare dove riposare – anche allora se esegue il Simran del Signore, otterrà calma e pace interiori.
Quando una persona è sotto il dominio di lussuria, collera e attaccamento, quando è assalita da spilorceria e avarizia, quando è sotto il controllo dei quattro vizi (ossia furto, alcolismo, adulterio e persecuzione dei Santi), quando i desideri demoniaci di annichilire gli altri s’impossessano di lei, quando non ascolterà la lettura di una sacra scrittura – anche allora se pensa al Signore, otterrà la libertà in un batter d’occhio.
Una persona può essere ben versata nei Veda e nelle scritture, può sottoporsi a penitenze e austerità, può eseguire pellegrinaggi, può compiere le sei azioni sacre (ossia offerte e ricevimento di carità, lettura e insegnamento dei Veda, esecuzione personale di Yagya e il farla eseguire) – facendo tutto questo, se ancora non è tinta nell’amore del Signore, senza dubbio andrà all’inferno.
Una persona può avere numerosi regni, può governare vasti domini, può avere accesso a tutti i lussi, può possedere giardini e frutteti, può usufruire di tanti privilegi, può fare baldoria nei piaceri del mondo – eppure se non ha la rimembranza del Signore, è condannata a essere un serpente nella prossima vita.
Una persona può essere veramente ricca, può essere astemia e di alti principii, può amare i genitori, la famiglia e le relazioni, può avere un’armata di uomini che a mani giunte sono pronti a eseguire i suoi ordini – anche allora se non pensa al Signore, è condannata all’inferno.
Una persona può essere salubre di corpo, può essere scevra da malattia e dispiacere, può essere completamente immemore della morte, può essere assorbita nei piaceri sensuali giorno e notte, può possedere qualsiasi cosa desideri – tuttavia se non pensa al Signore, va dritta negli abissi dell’inferno.
Il Simran pone fine ai peccati, al dolore e ai dubbi. Rimuove collera ed ego. Allontana preoccupazioni, tutti i mali e i tre attributi. Ci libera da spettri e folletti. Dona pace e beatitudine. Con il Simran uno è liberato; diventa un buon esempio e un benefattore spirituale. Si trasforma in un vero filantropo, ha poche necessità. E diventa un capo tra gli uomini.
I devoti del Signore sono vivi solo attraverso il Simran perché non possono vivere nemmeno per un istante senza pensare al Signore. Sono sempre assorti nel suo Nome.
Il Simran allontana il timore della morte e affranca dal ciclo di nascite e morti. Rimuove ostacoli e difficoltà, piacere e dolore. Concede poteri miracolosi, conoscenza esoterica, e il merito di recitazioni e penitenze. Si perde la dualità; ci si spoglia delle scorie e della sporcizia della mente, e il fulgore del Nome di Dio diventa manifesto. Il devoto è sempre ai piedi del Maestro. Ottiene gloria nella Corte del Signore e, attraversando l’oceano dei fenomeni, consegue la salvezza eterna.
Chi fa Simran, rimane distaccato pur vivendo in mezzo alle altre persone. Non si ottengono i frutti dal Simran che deriva comandando la mente, ma dal Simran rivelatoci da un Adepto perfetto.

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