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Surat Shabd Yoga
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 Storia 23

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D I S C U S S I O N E
Amministratore La storia di Dalhousie
Storia 23

dal libro “Memories of Sawan” di Bibi Lajo

Un giorno nel mese di giugno Hazur Din Dyal Ji si recò ad Amritsar per dare il darshan. Le persone del posto avevano lavorato molto duramente con il seva e serbavano grande rispetto e amore per lui. Una notte Hazur iniziò a cenare nella stanza del secondo piano della sala del Satsang ad Amritsar. Felicissimo, disse: “Kako, hai la migliore ricompensa per aver servito questo sangat. Mi sento a mio agio più in questo kothi che nei luoghi rumorosi. Le persone parlano molto, ma in questo posto isolato e tranquillo mi sento in pace. Sono molto felice del tuo servizio e puoi chiedere quello che vuoi in questo momento”. Dissi: “Data Ji, non ho fatto niente. A volte ho tre o quattro giorni di lavoro per te. Questo non è un seva”.
Hazur continuò: “Non sei mai stanca di lavorare. Che desiderio vuoi soddisfare?” Risposi: “Voglio servirti per sei mesi continuamente”. Data Ji disse: “D’accordo, concesso”. Pensavo che Data Ji mi stesse dando solo un incoraggiamento temporaneo. Dove andrà Data Ji per sei mesi? La mente peccaminosa non crede alle parole del Guru. Quando Data Ji si alzò presto la mattina dopo, Danichand Nagpaul venne a prendere il darshan. Mi disse: “Bibi, devo dire qualcosa e voglio parlare con Hazur”. Risposi: “Sì certo”. Informai Hazur dell’arrivo di Danichand e del suo desiderio di vederlo. Data Ji disse: “Parla Danichand Ji”. Baba Ji disse: “Il mio kothi è a Dalhousie. Uno è in vendita. Una signora inglese lo vende a trentatremila rupie. Hazur Ji, è più vicino alla Dera. Se Hazur volesse comprarlo, è un buon affare”. Data Ji disse: “Fratello, ci penseremo quando raggiungeremo la Dera, anche tu ci arriverai domani. Partiremo per la Dera stasera”. Danichand disse: “Ottimo Hazur, ma devi comprarlo”. Data Ji disse: “Va bene fratello, se il Maestro vuole che accada”. Dopo aver terminato il Satsang e aver dato il santo darshan a tutti, Data Ji partì per la Dera quella sera.
Sardar Jagat Singh, Bhagat Singh, Lalchand, Sardar Seva Singh, Rai Bahadur e Shankardas erano già arrivati alla Dera. Babu Danichand era arrivato la mattina presto. Data Ji sedeva sul divano nella stanzetta più vicina al giardino. Tutti i gentiluomini gli sedevano accanto. Data Ji esordì dicendo: “Miei cari, ascoltate cosa ha da dire Danichand”. Danichand riferì tutto della casa che era in vendita. Data Ji disse: “Va bene se la casa è in montagna a sei ore dalla Dera. Posso raggiungerla facilmente. Poi c’è la questione dei soldi. Che cosa ne pensate?” Tutti tacevano quando lui parlava di soldi.
La conversazione durò fino a mezzogiorno. Poi Data Ji disse: “Ditemi ora se devo chiamare Lajo (Bibi)”, erano ancora tutti in silenzio. Dall’altro lato la mia mente mi spinse a dire a Rallie (un’altra sevadar con me): “È mezzogiorno e Hazur non è tornato. È in ritardo per il pranzo”. Le chiesi di andare a chiamarlo. Rallie disse: “No, vai tu”. Arrivata da Hazur, lui mi guardò e con la sua mano morbida puntata verso di me disse: “Vieni qui e siediti, stavo per chiamarti”. Serbavo qualche timore e mi fermai nell’angolo. Data Ji disse: “Kako! Non avere paura. Siediti e ascoltami”. Dissi: “Data Ji, dì le tue parole amorevoli, qualunque cosa tu voglia dire”. Data Ji rise e disse: “Sì, sì, se ho bisogno di far fare qualcosa, tutti dicono Kako, tu puoi farlo”. Risposi: “Data Ji, lo farò anche a costo della mia vita”. Data Ji disse: “Molto bene. Guarda Kako, alla Dera di Beas fa troppo caldo. Se andiamo lontano, i satsanghi alla Dera non saranno felici. Se ci fosse la possibilità di comprare una casa in montagna, dovremmo farlo?” Risposi: “Sì, dobbiamo comprarla”. Data Ji spiegò: “Kako, ci sono due grandi case su questa montagna. Ma la scaltra signora britannica vuole venderla per trentuno o trantaduemila rupie. Puoi pagare una tale somma di denaro?” Dissi: “Sì, posso farlo solo prendendola da Hazur”, al che Data Ji si animò e disse: “Sì, se hai il Guru, se hai fede e grazia, puoi dire con fermezza di sì”. Il Satguru mette alla prova i discepoli, ma gestisce tutto e mostra al resto delle persone solo come il lavoro dovrebbe essere svolto per il suo vero scopo. Il Satguru mi diede la possibilità di lavorare come un uomo e portai a termine il lavoro. Mi diede il potere per completare il lavoro. Mi ispirò a pronunciare queste parole dalla mia bocca: “Data Ji, si farà con la Tua grazia”. Mi ispirò ad affermare che si sarebbe fatto con la grazia di Data Ji. Poi chiesi: “Data Ji, quando dovrebbero essere pronti i soldi?” Data Ji disse: “A gennaio”. Parlai per grazia di Hazur: “Sì, Hazur, puoi averli anche a novembre”. Data Ji disse: “Benissimo, Kako, sono molto contento di te. Tutti hanno fallito la prova, ma tu l’hai superata e li hai incoraggiati tutti”. Dissi: “Data Ji, è tutta la Tua grazia e gentilezza”.
Data Ji disse: “Kako, tra sei giorni devo andare a vedere le case e darò una caparra. Avrò bisogno di duemila rupie”. “Va bene, Data Ji, sarà fatto con il tuo gentile favore”. Poi gli chiesi: “Data Ji, è l’una, per favore mangia il pranzo e riposati un po’”. Data Ji disse: “Va bene, Bibi, andiamo”.
Hazur ci precedette alla sua residenza e lo seguii. Lungo la strada due veri devoti s’imbatterono in lui. Dissi loro che Hazur avrebbe comprato due case in montagna. Furono assai entusiasti e mi diedero tremila rupie come seva per comprare le case. Quando Data Ji raggiunse la residenza ed era pronto per fare un bagno, dissi educatamente: “Hazur, quando hai finito con il bagno e i pasti, dammi un minuto per dirti una cosa”. Data Ji rispose: “Ti concedo tutto il tempo che vuoi”. Data Ji tornò dopo aver fatto il bagno e gli misi davanti tremila rupie. Parlò con un sorriso: “Kako, da dove vengono?” Dissi: “Data Ji, è tutto il Tuo potere. Tu, tu stesso fai tutto e lo fai a nostro nome. Ispiri la nostra mente. Siamo tutti peccatori, ma tu ci proteggi. Fai tutto da solo, ma non vuoi mostrare il tuo potere e prendertene il merito! Ecco perché fai fare il lavoro a questa jiva peccaminosa”. Hazur disse: “Kako, non parlare a Rai Sahib e Bhagat Singh dei soldi. Rimani in silenzio per un po’”.
Quando riferii a Data Ji che il denaro doveva essere preparato a casa di Rai Sahib, Rai Sahib e Bhagat Singh si rivolsero a me. “Se i soldi non saranno pronti, saremo insultati e poi verremo a cercarti.” Udendo queste parole rimasi in silenzio. A questo proposito Data Ji disse: “Ascoltate, da un lato lei sta accettando di organizzare i soldi e in cambio la state minacciando! È giusto o corretto nei suoi confronti? Se non saranno pronti, allora prendetevela con lei, ma perché state litigando adesso?” Detto questo, Data Ji rientrò. Con la grazia di Hazur tutti tacquero.
Dopo sei giorni Data Ji si preparò per partire per Dalhousie. Data Ji disse: “Andiamo Kako, vado a vedere le case per te”. Data Ji non si stancava mai di viaggiare. Alle 7:00 salii in macchina. Era il mese di giugno. Hazur mi disse: “Kako, prendi duemila rupie per pagare l’acconto delle case. Non dirlo ancora a Rai Sahib e Bhagat Singh. Vediamo un po’ quanto mi amano”. Dissi: “Bene, Hazur”. Presi i soldi e mi sedetti in macchina per andare con lui. Anche Rai Sahib, Har Narayan, Munshi Ran (il giudice) e Bhagat Ram (l’avvocato) viaggiarono con noi.
Alle 13:00 Hazur purificò Dalhousie mettendo i suoi piedi di loto sul terreno. Diede il darshan a tutti, raggiunse la casa del fortunato Danichand Nagpal, un avvocato, e rimase lì con lui. Cucinai il cibo per Hazur e lo mangiò con amore. Gli dissi: “Ci sono molti meno satsanghi. Potrebbero non riuscire a venire”. Hazur disse: “Verranno tutti”. Non appena presi i piatti e fui fuori dalla porta, vidi circa centocinquanta satsanghi in piedi, fuori, in attesa del darshan di Hazur. Erano tutti gorkha (residenti delle colline). Con loro c’era anche un vero devoto di nome Jagdishchand. Stavano cantando bhajan in lode di Hazur. Il Satguru li salutò tutti con amore. Data Ji fu molto gentile. Ascoltò i loro desideri e disse: “Kako, sono grandi devoti. Servi loro del tè perché le persone che vivono sulle colline, amano bere il tè”. Dissi: “Certo Satguru Ji, sono una loro sevadar, mi piacerebbe farlo”. Data Ji disse: “Bravissima figlia. Essere uno schiavo del sangat è il più grande piacere e conforto nella vita”. Dopo aver dato il darshan, disse: “Sarete tutti molto stanchi in questo momento perché avete camminato per venticinque chilometri attraverso le montagne da Bakloh (il nome del loro villaggio)”. Dissero: “Bene, Hazur, lo faremo”. Le persone non declinavano mai. Alle 16:00 Sohanlal, un avvocato di Dalhousie, venne per il darshan. Ricevette un buon darshan e parlò con Hazur con amore. Si assunse la responsabilità di effettuare la transazione per l’acquisto delle case. Non era un satsanghi, ma faceva seva più dei satsanghi.
Data Ji disse: “È un uomo molto onesto”. Chiesi: “Data Ji, riuscirà a essere iniziato?” Rispose: “No, Bibi, ha molto amore, ma il Naam non è nel suo destino”. Esclamai: “Va bene Data Ji, come vuole la Tua grandezza”.
Dopo essersi alzato presto la mattina, Hazur prese il latte ed esordì: “Andiamo a vedere il kothi”. Risposi: “Va bene Satguru, se vai, ti seguirò”. Hazur disse: “No, Bibi, non conosco la strada”. Risposi: “Satguru Ji, vado per prima”. Data Ji s’incamminò. Bhagat Singh, Munshi Ram, Hamarayan, Meghnath di Lahore ed io eravamo con Hazur. Tutte queste persone erano venute con Hazur e me dalla Dera di Beas. Rimasi a distanza. Hazur stava parlando con Bhagat Singh all’altro angolo e stavo ricevendo il suo darshan, in piedi sul lato opposto. Hazur disse: “Vieni qui, Kako, e ascoltami”. Dissi: “D’accordo, Sache Patshah” e poi mi avvicinai. Hazur disse: “Kako, abbi cura dei soldi”. Dissi: “Sì, Data Ji, lo farò”. Disse: “Andrà tutto bene Kako, hai un cuore coraggioso. La fede vince sempre”. Risposi: “Sì, Data Ji, la Tua grazia è lì”. Bhagat Singh s’arrabbiò di nuovo. Data Ji lo rimproverò e lo fece tacere. Data Ji dichiarò: “Se i soldi non saranno sistemati, allora chiedetemelo”, al che tutti tacquero. Lo stesso giorno fu pagato l’acconto.
Quando Hazur ebbe finito con i pagamenti della casa, Bhagat Singh andò da Hazur. Hazur disse: “Ci sono una cascata e un ponte”. Dissi: “Sì, Hazur, anch’io ne ho sentito parlare”. Hazur disse: “Andiamo a vedere”. Fece un passo avanti e tutti lo seguirono. Dopo aver guardato la cascata, giungemmo a un ponte; qui c’era una grande roccia nell’acqua. Guardando la roccia, Hazur disse: “Kako, mi siederò sopra”. Dissi: “Va bene, Satguru Ji”. Stesi sopra un asciugamano e Hazur si sedette. Esclamò: “Ascolta Kako, fa molto freddo. È lo stesso quando il sangat è seduto nel Satsang. Tutti sono calmi e tranquilli. Quando sono fuori dal Satsang, sono di nuovo nel fervore della rabbia. L’acqua non ha alcun effetto all’interno della roccia. Quando si rompe, è asciutta all’interno. Come gli esseri umani mondani che non sono così facilmente influenzati dalle parole del Santo perché la loro mente è avviluppata dalla sporcizia del mondo”. Pronunciò queste parole e all’improvviso Hazur tirò l’angolo dell’asciugamano su cui era seduto per catturare un verme. Lo mostrò a tutti e lo gettò nell’acqua corrente. Poi rise e disse: “Guarda, Bibi, siamo venuti qui solo per questo verme. Questo povero verme ci appartiene. A causa dei karma negativi è morto senza iniziazione ed è diventato un verme, ma dovevo spazzare via le otto milioni e quattrocentomila nascite. Ora è destinato a rinascere come un essere umano. Quindi riceverà l’iniziazione, ma non gliela darò io”. Si sedette per un po’ sulla roccia e poi iniziò a camminare. Tornò alla residenza e mangiò; rimase per sei giorni. Lungo la strada, Munshi Ram disse: “Hazur, non ci sono molte persone a Dalhousie”. Hazur disse: “Ascolta, Giudice Sahib, ci saranno così tante persone che non ci sarà più posto dove vivere. Anche oggi posso vedere molte case e persone che cercano terra per costruire case. Giudice Sahib, avrai più tempo per meditare qui”.
Data Ji arrivò alla Dera dopo sei giorni. Non appena i soldi furono sistemati, partì per il Kashmir e anch’io andai con lui. La valigia, che era stata lasciata a Dalhousie, era ancora piena di soldi, che il sangat aveva dato come seva per l’acquisto delle case. Hazur era l’artefice di tutto, ma attribuiva il merito agli altri. Con la grazia di Hazur tutte le trentacinquemila rupie furono raccolte e pagate al Deputy. Hazur era un grande Satguru e manteneva l’onore dei disonorati per soddisfare i bisogni dei bisognosi, per dare aiuto agli indifesi e una casa ai senzatetto. Dissi: “Tu sei il Grande Maestro che si prende cura dell’onore di Lajo”. Poi Data Ji ordinò: “Kako, dobbiamo finire le scartoffie per la casa e poi dobbiamo andare. Nessuno ti conosce in questa zona e devi andare da sola”. Risposi: “Sei sempre con me, Sache Patshah”. Mi fece accompagnare da un ragazzo. Era il servitore di Rai Bahadu. Il suo nome era Dhanna. Poi disse: “Kako, non preoccuparti, Swami Ji è con te”. Risi e dissi: “Sì, Sache Patshah, non c’è niente da temere adesso”. Hazur rispose: “No, Bibi, il Guru che ti manda, non è preoccupato per te. Si prende cura di te”. Abbassai la testa, Lui mi mise la sua dolce mano sulla testa e mi diede una pacca sulla spalla. Mi disse tutto su come fare il seva e poi mi lasciò andare. Pensavo che non mi mancasse nulla. Presi delle candele e Dhani Dharamchand, che amava moltissimo Hazur, venne alla stazione per darmi il resto di cui avevo bisogno. Lui portava sempre frutta selezionata per Hazur.
Arrivai a Dalhousie alle 17:00 con la grazia di Hazur. Giunta alla stazione di Dalhousie, Babu Jagdishchand era lì in piedi perché era venuto per incontrare qualcun altro. Il mio bagaglio era in macchina. Mi chiese: “Bibi, esci e prendi il tè. Come ti senti? Non hai un bell’aspetto”. Dissi: “Ho molti bagagli”. Disse: “Bibi, prenderò tutti i bagagli e li lascerò nella casa in cui alloggi”. Scesi dall’auto. Poi il sevadar mi aiutò e mi portò a casa con i bagagli. Lungo la strada disse: “Bibi Ji, stavo mangiando e all’improvviso ho visto Hazur in piedi di fronte a me che ha detto: ‘Guarda fuori, Bibi è sola’. Quando sono uscito, ti ho visto davvero sola”. Dissi: “Il mio Satguru è fantastico. Mi aveva già detto quando me ne stavo andando: ‘Kako, vai, Swami Ji è con te’”.
Alle 21:00 arrivai alla residenza. Non avevo la chiave di casa perché l’aveva ancora la signora inglese. Così andai da lei e riportai la chiave. Quando aprii la porta, la casa non era pulita. Pensai al Satguru in arrivo l’indomani e di come la casa fosse davvero sudicia. Dove si siederà Hazur? Così per tutta la notte pulii la casa e stesi dei tappeti. Cucii le tende con la macchina da cucire che il sevadar Jadish aveva portato da casa sua. Decorai la casa prima dell’arrivo di Hazur. Il giorno successivo c’era il Diwali (un giorno di festa indù), quindi cucinai dolci e cibo. Alcuni portarono carbone e delle teiere. Chiesi: “Chi ha mandato tutte queste cose?” Dissero: “Sahib, le ha mandate il loro ufficiale”. Non riuscivo a capire chi fosse. Nella mia mente risuonavano le parole di Hazur: “Kako, Swami Ji è con voi”. E davvero Swami Ji era con me e mi aiutava.
Alle 13:00 Hazur arrivò a casa con il viso splendente come il sole e con un’andatura affascinante, davanti a questa cameriera peccatrice. Ero felicissima di vederlo e non avevo parole per esprimere la mia gioia in quel momento. C’erano anche i gorkha, erano arrivati prima. Guardando Hazur, intonarono il bhajan:

Il mio destino si è risvegliato. Oh, miei cari, è arrivato il Satguru.
Con amore metto una ghirlanda di perle e gioielli al suo collo.
Sistemo una sedia reale su cui Lui possa sedersi.

Sistemarono una sedia sotto il portico. Con il suo bel viso splendente Data Ji si sedette sulla sedia. Con gli occhi chiusi e con la massima attenzione cantai un bhajan a Sache Patshah. La gente chinava la testa e anch’io gli toccai i piedi. Hazur mise la sua mano soffice e bella sulla mia testa. Sembrava molto felice e poi disse amorevolmente: “Andiamo a dare un’occhiata al tuo kothi”. Non appena entrò nella stanza, disse: “Oh il kothi è decorato molto bene! Quando l’hai decorato? Sono molto felice con te. Hai lavorato molto duramente”. Risposi: “No, Sache Patshah, è solo per Tua grazia e per il Tuo potere che sono stata in grado di fare tutto il lavoro”.
Data Ji mi procurò molta felicità. Anche Munshi Ram, Bhagat Singh, Hamarayan Singh e l’autista Sawroop Singh erano con Data Ji. Data Ji mangiò e poi offrì cibo a tutti.
La sera Hazur uscì di casa e iniziò a guardare gli alberi sulla collina. Uscii anch’io e dissi: “Hazur, questi alberi sono molto verdi e alti. Sono bellissimi”. Hazur disse: “Sì, Kako, li sto guardando. Mi aspettano da molto tempo. Ora li ho visti. Tutti questi alberi prenderanno la nascita umana”. Sentendo queste parole dissi: “Sei grande e onnipotente in questo universo e conosci tutti i segreti”. Hazur rise. Ebbi l’impressione che mi stesse raccontando un segreto sugli alberi. Poi affermò: “Guarda Kako, nessuno può capire le azioni dei Santi. I Santi hanno un potere illimitato di spiritualità”.
La sera disse: “Kako, oggi è Diwali e siamo venuti a casa tua. Non ci sono dolci o candele. Cosa darò al sangat come parshad? Il sangat è seduto e aspetta il parshad”. Dissi: “Sì, Data Ji, accenderò le candele e le ciotole (di argilla riempite con olio di senape e un bastoncino di cotone su un lato per illuminare) e porterò i dolci che ho cucinato di notte”. Disse: “Accendi anche le ciotole all’interno”. Rise e aggiunse: “È un affare costoso. Bene, sono ancora contento di questo. Questa casa è perfetta per fare Simran e meditazione. In questo luogo il suono echeggerà in un modo tale che sarà difficile sentirne la vibrazione. Sai che la casa a Dalhousie dove risiedeva Baba Ji (Baba Jaimal Singh Ji) è piena di vibrazioni sonore, e sono molto potenti e forti”. Portai davanti Hazur quattro grandi contenitori pieni di caramelle e illuminai l’intera casa con candele e ciotole, dentro e fuori. (Non c’era elettricità, motivo per cui erano accese le candele e le ciotole. Questa festa assomiglia alle luci durante le vacanze di Natale.)
Con entrambe le mani piene di caramelle Data Ji diede il parshad a Bhagat Singh, Munshi Ram, Hamarayan e al resto del sangat. Tutti mangiarono felicemente il parshad. Al mattino Hazur si alzò, si preparò e bevve il latte. Quando uscì, Hamarayan e altri sevadar stavano ancora dormendo. Hazur entrò nella loro stanza e disse: “Kako, abbiamo finito tutto il lavoro mattutino, ma questi giovani stanno ancora dormendo. Non hanno lavorato nell’esercito ed è per questo che sono pigri. Alzatevi fratelli, è sorto un grande giorno”. Scoppiai a ridere. Si alzarono velocemente e videro che Hazur era in piedi fuori a guardare verso le montagne. C’era sempre qualcuno che girovagava intorno ad Hazur come una falena.
Hazur rimase qui otto giorni mentre andava avanti tutto il lavoro per i documenti della casa. Poi si recò alla Dera di Beas. Lungo la strada rese felice il sangat dando il darshan a Grasper (una città in Punjab). Era sempre felice di fermarsi ad Amritsar e di dare rapidamente il darshan.


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