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 "Elisir spirituale" - intro e capitolo 1
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Amministratore


307 messaggi
Inserito il - 07 Gennaio 2023 :  11:08:11  Visualizza profilo  Modifica messaggio  Rispondi citando  Visualizza l'indirizzo IP dell'utente
Elisir spirituale

*

stralci dalla corrispondenza di
Sant Kirpal Singh

******************************

Introduzione

È un onore che mi sia stato chiesto di dire qualcosa sulla straordinaria competenza dell’autore di Elisir spirituale. Il contenuto stesso del libro rivela la sua semplicità personale nel tentativo di rendere il massimo servizio all’umanità. Avendo ricoperto per quattro mandati consecutivi la carica di Presidente della Fratellanza Mondiale delle Religioni, Kirpal Singh ha potuto incontrare di persona la maggior parte dei capi religiosi in India e molti delegati religiosi dall’estero che hanno partecipato alle grandi Conferenze della Fratellanza tenutesi in India.
Durante i lunghi giri in Occidente nel 1955, nel 1963-64 e nel 1972 ebbe modo di incontrare numerosi capi religiosi in Europa e in America nonché leader politici di tanti Paesi occidentali.
Parlava l’inglese, oltre alle principali lingue della sua India, e questo gli permetteva di conversare facilmente con persone di diversa estrazione culturale. Fino al ritiro dal servizio governativo ha lavorato come civile presso il Dipartimento Militare dei Conti del Governo indiano.
Durante i tre giri in Occidente, così come durante gli estesi viaggi nella nativa India, ha accolto con favore le numerose opportunità di interagire con l’uomo della strada o del ciglio della strada. Era particolarmente interessato alle persone serie con i problemi della vita che affliggono tutti noi. Il tipo di risposte e le altre osservazioni riportate in Elisir spirituale dimostrano che Kirpal Singh aveva molta familiarità con il “problema uomo” a tutti i livelli. Le risposte riflettono la profonda comprensione delle nostre preoccupazioni superficiali e del nostro arrivo qui con un passato dilatato, del percorso tortuoso che stiamo percorrendo nel presente nonché degli atteggiamenti e delle pratiche che dovremmo coltivare per ridurre al minimo le difficoltà future.
Utilizzato come guida, Elisir spirituale fornirà conforto e un approccio più sereno alla condizione personale di ciascuno di noi in questo mondo, ed estenderà la speranza e l’incoraggiamento a quelli che sono interessati a un ritorno anticipato alla vera Casa di tutti noi.


Charles Fulcher

PARTE I
RISPOSTE ALLE DOMANDE
SULLA SCIENZA DELL’ANIMA

******************************

Capitolo 1
CONDOTTA SOCIALE E VITA ETICA


D. Fino a che punto il comportamento esterno denota la crescita spirituale interiore?
R. Esternamente il progresso spirituale si esprime con un acuto senso di abnegazione e autoannullamento, manifestato non per occultare le nostre debolezze, ma per sentire veramente nel profondo del cuore di non essere altro che una rotella nel grande ingranaggio degli scopi divini. Chi diventa un cooperatore cosciente del Piano divino, non si fa mai valere, bensì descrive con umiltà in terza persona. Non disdegna mai nessuno, anzi gradisce sempre offrire aiuto e assistenza amorevole agli altri.
Una tale persona non critica, ma narra i fatti della vita in modo disinteressato per il nostro beneficio spirituale. Vive sinceramente secondo i santi Comandamenti, incurante dei risultati. Non soccombe alle condizioni ambientali, ma vi si adatta con letizia sapendo bene di essere sempre sotto la protezione clemente del Potere del Maestro. Non è mai abbattuta e nel profondo del cuore è sempre di buon umore, anche di fronte alle disgrazie.
Non biasima gli altri per i loro difetti, ma cerca di eliminarli con un modo diligente di vivere e con l’adattamento. Non attribuisce il progresso spirituale ai propri sforzi onesti, ma lo reputa un santo Dono del Maestro. È ben equilibrata nel fallimento e nel successo, perdona e dimentica con facilità. Di rado è provocatoria, anzi è benedetta con un acuto senso di cooperazione amorevole per il benessere spirituale degli altri.
Non rivendica la propria autorità né proclama alcuna superiorità sulle anime meno sviluppate, bensì si comporta come un amico o un fratello e prega nell’intimo per la loro redenzione. Non si sente mai gravata dalle preoccupazioni altrui e offre soluzioni sublimi con molta facilità. È sempre compassionevole nel cuore e desidera il benessere di tutti gli uomini, animali, uccelli o insetti; è sempre satura di gratitudine profonda e raramente si lagna per qualunque difficoltà; è casta e gentile, ma occulta le proprie virtù con il pretesto della dottrina studiata. Non si millanta mai del proprio valore o intelligenza, al contrario cerca di aiutare gli altri di nascosto, non gradisce venire alla ribalta. Elude la notorietà ed evita le grandi folle. Non ama pausare e atteggiarsi, ma è sempre modesta, naturale nel comportamento.
Fa tacere i pensieri a volontà sintonizzandosi con il santo Naam interiore e volgendo l’attenzione ai santi Piedi del Maestro. È sempre protetta da Lui ed è nutrita ogni ora – anzi è benedetta ogni istante con gli impulsi amorevoli di vita dal Potere del Maestro. Sa bene che la sua vita fisica non è che una fase passeggera dell’anima dalle categorie inferiori della creazione nel lungo dramma dell’esistenza umana, e che nulla di materiale l’accompagnerà nell’Aldilà. Non crede nell’accaparrare, ma cerca di condurre una vita frugale ricolma di letizia. Non subisce il fascino di una vita di rango elevato, considerata un impedimento notevole per l’anima umana. Non rivaleggia con i cosiddetti ricchi e influenti, bensì prega per la loro liberazione spirituale dalla ruota delle nascite e morti. Non vive per mangiare, ma mangia per condurre una vita satura di beatitudine divina e armonia. Non è appassionata di abiti vistosi, è soddisfatta con vestiti semplici procurati a prezzi ragionevoli.
Non si sottrae al duro lavoro, al contrario intraprende compiti faticosi per il bene altrui in modo disinteressato, a costo della propria sofferenza fisica. Non chiede ricompensa dei propri sforzi, ma reputa la santa dedizione un dono in sé stesso. Cercherà di aiutare gli altri anche a costo della propria sofferenza. In poche parole è una persona retta di buoni pensieri, buone parole e buone azioni.
D. Un iniziato disciplinato è chi frequenta regolarmente i Satsang, si attiene alla dieta vegetariana e dedica tempo alle pratiche con il dovuto riguardo all’introspezione?
R. Sì, queste sono le virtù cardinali di un iniziato disciplinato, che bisogna inculcare e assimilare in uno stato di amorevole umiltà.
D. Noi, come satsanghi, abbiamo un obiettivo o una responsabilità speciale?
R. Beh, come iniziati abbiamo assunto un dovere. E con il dovere c’è una precisa responsabilità.
Un membro della Ruhani Satsang si assume il compito più importante e più difficile del mondo, ossia permettere a sé stesso e ai suoi simili di raggiungere la conoscenza del Sé e di Dio. Quindi il nostro obiettivo è la conoscenza dell’Aldilà.
La Scienza dell’Anima mira a unire l’anima umana con Dio trascendendo i piani fisico, astrale e causale dell’esistenza. È quindi del tutto indipendente. Forme e cerimonie esteriori, rituali, penitenze, digiuni, veglie o pellegrinaggi sono pratiche esterne chiamate apara vidya. Nei nostri Satsang non dobbiamo confondere la Scienza dell’Aldilà con nessun altro tipo di movimento che si occupa di qualcosa di diverso da questa scienza. Lo scopo principale della nostra vita è quindi conoscere noi stessi e conoscere Dio. Non dobbiamo mai vacillare in questo e in ogni azione che compiamo dobbiamo considerare se ci avvicina o ci allontana dall’ideale, e la nostra responsabilità è quella di dare il buon esempio a tutti.
D. Devo evitare, se possibile, quelli che, a causa dei modi mondani e delle vibrazioni negative, mi fanno soffrire, soprattutto nei contatti prolungati?
R. Dimmi con chi vai e ti dirò chi sei. Sono le frequentazioni a plasmare il nostro carattere e gli aspiranti spirituali dovrebbero fare attenzione a mantenere una forte vigilanza. Le persone di mentalità mondana sono di solito assorbite nei piaceri fisici e sensuali e le loro attività influenzano negativamente l’aspirante spirituale. Dovete sapere che la vostra Via è verso l’Aldilà, mentre i sapienti del mondo ripongono le ambizioni nella gratificazione dei sensi. Dovreste evitare accuratamente le compagnie non consone nell’interesse del vostro progresso spirituale. Anche la lettura di materiale osceno influisce in modo negativo e come tale va evitata in modo scrupoloso.
D. Si dovrebbe abbandonare ogni routine per prendersi cura dei satsanghi che letteralmente cadono dal cielo senza bagagli e valigie, senza fondi per mantenersi, interrompere tutte le faccende familiari, le routine quotidiane pretendendo che voi arriviate con gli alloggi e li intratteniate?
R. Gli iniziati sono uniti in un’autentica relazione che non si spezza mai e fanno parte della famiglia del Maestro. Sono veramente fratelli e sorelle in Dio. Gli iniziati devono offrire tutto l’aiuto possibile, finanziario o di altro tipo, senza ignorare le proprie famiglie. Dovrebbero cercare di lasciarli sulle proprie gambe per il loro sostentamento. Il loro sé dovrebbe espandersi anche a tutti gli altri che sono sulla Via.
D. Con i molteplici problemi sociali che l’umanità si trova ad affrontare, dovremmo tentare di studiarli attraverso l’istruzione superiore e la ricerca durante il giorno e trascorrere le ore notturne in meditazione oppure possiamo voltare le spalle a questi problemi e preoccuparci della nostra ricerca di Dio?
R. Gli iniziati disciplinati dovrebbero sforzarsi di adempiere i propri doveri mondani come una routine, al meglio delle capacità, ma con sereno distacco. Occorre considerare la realizzazione di Dio come l’unica questione di grande importanza, e affrontare seriamente tutte le altre questioni, se necessario, in modo da ottenere la compiacenza interiore di aver fatto bene la propria parte.
D. Se lavoriamo a un progetto creativo come la pittura, possiamo chiedere aiuto e ispirazione al Maestro?
R. Il discepolo bambino è sempre in preghiera per la realizzazione dei suoi progetti. Non c’è nulla di male nel farlo purché sia intrapreso con un senso di distacco e per l’adempimento dei propri legittimi doveri.
D. Il talento artistico, come dicono alcuni, è un dono divino che bisogna usare in questa vita o è qualcosa sul quale uno ha lavorato e sviluppato in una vita passata e che va lasciato alle spalle nel momento in cui si entra in questo Percorso spirituale?
R. Tutti i talenti ereditati come risultato del karma passato sono positivi a condizione che vengano utilizzati per raggiungere il progresso spirituale con meditazioni regolari. Ognuno viene al mondo con certi istinti e impulsi, che possono essere sfruttati per lo sviluppo spirituale sotto una Guida competente. È la devozione determinata dell’iniziato da sviluppare con attenzione e da considerare come il migliore dei doni divini.
D. Le attività creative come la pittura, che procurano piacere e soddisfazione e possono fruttare qualche guadagno extra, sono utili da portare avanti o sono un ostacolo allo sviluppo spirituale nel momento in cui fanno parte di un proprio lavoro specifico?
R. Le cosiddette attività creative come la pittura, il canto, la scrittura di storie, eccetera non sono altro che una deviazione della mente verso attività oziose, soprattutto quando non rientrano nell’ambito dei vostri doveri legittimi o non sono necessarie per il vostro sostentamento. Piuttosto queste attività alimentano l’ego sottile in modo selvaggio e surrettizio, e come tali dovrebbero essere intraprese con la massima cautela. Gli iniziati dovrebbero cercare di dedicare più tempo alla meditazione per progredire sul Sentiero.
D. Gesù ha dato a Pietro, secondo la scrittura, le chiavi del regno di Dio. Alcuni insegnanti dicono che queste chiavi sono amore, saggezza, comprensione, compassione, simpatia e discernimento. Non è possibile che le vere chiavi siano i cinque Nomi caricati? Se è così, ci puoi dare qualche indicazione per le Perle divine?
R. Sono tutti mezzi per raggiungere il fine della perfezione spirituale. Il sacro contatto con il santo Naam nei suoi vari aspetti sono le chiavi del Regno di Dio date al discepolo per risvegliare la coscienza del Sé, la Coscienza Cosmica e la Coscienza Universale. Tutte queste virtù divine seguono per conto loro entrando in contatto con i principi di Luce e Suono senza che voi le chiediate. Il Sole della Spiritualità, quando splende alto, mostra tutto in una forma chiara. La rettitudine segue per conto suo. Il Dharma, una volta stabilito, non lascia spazio ai se e ai ma. Non dovete sforzarvi o atteggiarvi, ma vivere nel senso reale del termine.
D. Quanti sono i veri devoti che restano accanto al Maestro nel suo sacro soggiorno nel benedetto corpo fisico?
R. Non ci sono disposizioni specifiche in merito.
D. Gesù disse: “Fa’ attenzione a non fare l’elemosina davanti agli uomini per essere visti da loro... che la tua mano sinistra non sappia ciò che fa la destra”. Perché allora i discepoli devono mettere il proprio nome sui contributi al Satsang?
R. La contabilità dei fondi serve per mantenere i bilanci. I richiami significano rigorosamente che i donatori non devono attribuire alcuna importanza a sé stessi per i contributi versati, per non alimentarne l’ego.
D. Alla pagina 4 della “My submission” trovo: “La spiritualità non è altro che servire la gente”, eppure ci viene detto che il nostro primo dovere è verso noi stessi. A volte significa trascurare sé stessi per servire gli altri. Ti prego di spiegarci.
R. “Il servizio prima di sé” è molto positivo, ma molto spesso uno non ne conosce nemmeno il vero significato e, con tutte le buone intenzioni, in realtà si presta un disservizio invece del tanto desiderato servizio, di cui si parla così volentieri. Finché non scopriamo il vero Sé dentro di noi, non possiamo visualizzare e, tanto meno, realizzare negli altri lo stesso impulso vitale che vibra nell’universo. Per questo si pone l’accento in primo luogo sulla conoscenza del Sé perché apre la strada alla conoscenza di Dio e, quando questa albeggia, uno non vede altro che lo spirito di Dio all’opera in totale armonia, in ogni creatura. “Il servizio agli altri” assume a quel punto un aspetto del tutto diverso diventando una dedizione allo Spirito dell’universo che pervade dentro e intorno a voi perché quando si coglie l’Umano in sé, si comprende tutta l’umanità.
D. Ho sempre desiderato rinascere per aiutare l’umanità in qualche modo essenziale, con la biochimica, il giardinaggio biologico o le misure sanitarie o la protezione degli alberi, delle risorse naturali. Ora ci viene insegnato a liberarci dalla ruota della rinascita, ma mi sento così inadeguato e impreparato?
R. Lo scopo più alto della vita di un uomo è conoscere sé stesso e conoscere Dio. Se abbiamo raggiunto questo obiettivo, il nostro scopo è adempiuto. Il fenomeno divino che determina le future nascite degli iniziati spetta al Potere del Maestro, nel quale dobbiamo riporre tutte le nostre speranze. I sentimenti benevoli di aiuto all’umanità nei vari campi della tua attività ti benediranno con una visione risvegliata che, a sua volta, ti darà un impulso a lavorare con più zelo, altruismo e spirito di dedizione. Spetta al Potere del Maestro vedere come può fare il miglior uso di te. Un Santo Maestro ingiunge al caro iniziato di condurre una vita disciplinata in modo da ritirarsi ogni sera smaltendo tutto il lavoro assegnatogli e riponendo tutte le speranze e le aspirazioni nel benevolo Potere del Maestro all’opera sopra di lui. Questo programma sacro ti procurerà una calma mentale e sarà immensamente utile per il progresso spirituale.
D. Dobbiamo perdonare tutti coloro che ci hanno fatto del male prima di morire per riuscire a progredire sui piani superiori dopo la morte?
R. Dovremmo imparare a perdonare e a dimenticare, che è un principio d’oro della vita per raggiungere la pace e l’armonia, molto utile per avere uno stato d’animo calmo e contemplativo, che a sua volta ci benedirà con meditazioni di successo. Chi perdona è doppiamente benedetto. Vendicarsi equivale a vigliaccheria, ma perdonare le mancanze altrui è un atto di nobiltà virtuosa. Agli iniziati si consiglia di fare un bilancio del proprio karma ogni giorno, prima di ritirarsi, per vedere se nel corso della giornata di lavoro hanno provocato il dispiacere di qualcuno o se hanno fatto un torto a qualcuno. In tal caso, devono pentirsi e pregare per ottenere la grazia divina. Allo stesso modo, se gli altri, in un modo o nell’altro, hanno fatto loro del male, devono essere perdonati nel nome del Maestro. C’è un ottimo esempio nella Bibbia dove si dice che prima di mettersi a pregare, uno dovrebbe perdonare le mancanze del fratello che gli ha fatto del male in modo che il Padre in cielo possa perdonare le sue mancanze. Evidentemente dobbiamo inculcare questo senso del perdono nella pratica quotidiana. Dobbiamo perdonare tutti coloro che ci hanno fatto del male prima di lasciare questo piano terrestre, il che sarà utile per il progresso dell’anima sui piani interiori.

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