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Surat Shabd Yoga
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 "La bellezza della Sua forma"
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Inserito il - 03 Agosto 2023 :  09:22:22  Visualizza profilo  Modifica messaggio  Rispondi citando  Visualizza l'indirizzo IP dell'utente
La bellezza della Sua forma
Sant Ajaib Singh Ji


domande e risposte del 14 ottobre 1992,
Ahmedabad, India

SANT JI: Ringrazio Dio Sawan e Dio Kirpal che hanno elargito la grazia a tutti noi e ci hanno fatto sedere insieme. Se non ci avessero elargito tanta grazia, non saremmo seduti qui insieme.
Ora potete porre le domande.
DOMANDA: È possibile rimanere seduti qui, semplicemente in silenzio, e guardare il Maestro negli occhi senza parlare?
SANT JI: È un’ottima domanda, molto interessante. Anche tanti amati che vengono a trovarmi nei colloqui privati, hanno lo stesso tipo di richiesta. Dicono di essere venuti solo per guardare negli occhi e avere un darshan silenzioso. Cari amati, quando ci eleviamo al di sopra del corpo, della mente e giungiamo al centro dell’occhio, allora tutte le domande trovano risposta, tutte le domande scompaiono. È accaduto nel caso di molti discepoli e del Maestro: quando si elevano e vedono la bellissima Forma del Maestro nell’intimo, tutte le loro domande trovano risposta e a quel punto desiderano guardare negli occhi del Maestro, seduti in silenzio ai suoi piedi.
Avevo un amico, un maulvi o sacerdote musulmano; mi diceva sempre che un uomo non può essere Dio. Ripeteva che stavo seguendo la Via sbagliata. Ebbi l’opportunità di studiare la traduzione del libro sacro, il Corano, e gli dissi: “Mio caro, nel tuo libro sacro, in molti punti è scritto che devi andare a cercare rifugio ai piedi dei Profeti e dei Maestri. Non andando ai piedi dei Maestri e dei Profeti stai perdendo così tanto che non ti rendi nemmeno conto”.
Quando capì la realtà e l’amato Maestro andò lì, lui lo guardò negli occhi e tutte le sue domande furono chiarite. Il Maestro soleva dire che l’ABC della spiritualità inizia solo quando ci si eleva al di sopra della mente e dell’intelletto.
Ho vissuto molti episodi, molte esperienze. Spesso ho detto di non aver mai fatto domande all’amato Maestro. Ciò non significa che non mi abbia dato ciò che volevo o che non abbia risposto alle mie domande. Cari amati, a che serve porre domande nella Corte in cui tutte le vostre domande ricevono risposta senza chiedere? La mente pone domande.
Vorrei dirvi che gli amati che sono venuti a trovarmi dopo l’ultima sessione di domande e risposte che abbiamo avuto qui, mi hanno detto che tutte le loro domande hanno trovato risposta. In effetti, di solito ciò di cui si parla nel Satsang o le risposte che vengono date alle domande, riguardano le cose che gli amati devono affrontare nella vita quotidiana. Anche se tutte le domande ricevono una risposta, come dice Guru Nanak Sahib: “Finché viviamo nel mondo, diciamo qualcosa, chiediamo qualcosa”.
Il Maestro Sawan Singh Ji ha avuto esperienze e ha conosciuto tutte le diverse religioni e comunità. Soleva dire: “I punjabi fanno sempre qualcosa con le mani. Non riescono a stare fermi; muovono sempre le mani. Allo stesso modo, gli occidentali non riescono a rimanere inattivi per quanto riguarda la mente; continuano sempre a chiedere una cosa o l’altra”.
Quando incontrai Russell Perkins per la prima volta, gli dissi: “Voi siete molto felici dopo aver fatto domande”. E lui rispose: “Sì, è così; a noi piace fare domande”. Allora ho creduto di più in quello che il Maestro Sawan Singh aveva detto riguardo agli occidentali.
Nel momento in cui ci rendiamo conto che il Maestro è l’Onnisciente e conosce il nostro cuore, tutte le nostre domande e risposte finiscono. Vorrei comunque chiedere al dottor David Copeland di dire tutto ciò che ha nel cuore.
Sì, dottore?
DOMANDA: Volevo solo sentire racconti dei tuoi incontri con il Maestro Sawan Singh.
SANT JI: Quasi tutte le storie riguardanti i miei incontri con il Maestro Sawan Singh che ho raccontato in precedenza, sono state pubblicate nella rivista Sant Bani, ma se gli amati vogliono sentirle ancora una volta, sarei molto felice di ripeterle.
Il Maestro Sawan Singh era fisicamente molto bello, molto affascinante. Il suo volto era oltremodo attraente.
Il mio primo incontro con Baba Sawan Singh fu incoraggiato da Baba Bishan Das, che aveva la conoscenza fino ai primi due piani, e mi disse: “Ti ho trasmesso tutta la mia conoscenza”.
Ero alla ricerca della spiritualità sin dall’infanzia e Baba Bishan Das mi disse che mi aveva dato tutto ciò che aveva. Quando entrai nell’esercito, una volta fui assegnato all’acquartieramento di Nashera, che si trova sulla frontiera vicino ai confini del Pakistan e dell’Afghanistan. Era stato costruito da Baba Sawan Singh stesso quando era in servizio.
Il Maestro Sawan Singh fece un giro nella zona dei confini e il luogo in cui si recò, si chiamava Peshawar, vicinissimo all’acquartieramento di Nashera dove ero assegnato. C’erano alcuni pashtun, dalla popolazione del posto, che venivano nel nostro cantone per vendere i rametti di un albero particolare con cui si pulivano i denti. Così ebbero l’opportunità di avere il darshan del Maestro Sawan Singh a Peshawar. C’erano due che parlavano tra loro dello splendore, della gloria e della bellezza del Maestro Sawan Singh. Ero interessato e li sentii dire: “Un Santo è venuto dal Punjab e non conosciamo il suo potere interiore, la sua gloria interiore; è possibile che sia Guru Nanak. Anche se non è Guru Nanak, diremmo che non è inferiore a Guru Nanak”.
Il comandante della pattuglia amava molto visitare i Santi e i Mahatma. Era sempre ben felice quando riusciva a vedere un Sadhu o un Mahatma. Ovunque l’esercito fosse di stanza, trovava sempre un modo per visitare un Sadhu o un Mahatma nelle vicinanze. Così gli parlai di Baba Sawan Singh e gli dissi: “Ho sentito parlare di un Mahatma che ora si trova a Peshawar e se sei interessato, possiamo andare a trovarlo”. Così raccogliemmo altre informazioni dai pashtun che avevano visto Baba Sawan Singh a Peshawar e in circa venti o venticinque, compreso il comandante della postazione militare, ci recammo a Peshawar per vedere Baba Sawan Singh.
Baba Sawan Singh stesso aveva prestato servizio nell’esercito e sapeva quanto fosse difficile per i militari ottenere tempo libero, così ogni volta che qualcuno dell’esercito andava a trovarlo, gli concedeva sempre tempo e lo riceveva nei colloqui.
Gli chiesi di darmi l’iniziazione al Naam. Rispose: “Riceverai il Naam al momento opportuno e Colui che deve darti l’iniziazione, verrà di persona a casa tua”.
In quel momento si creò un desiderio dentro di me e cominciai a chiedermi del Mahatma, di cui Baba Sawan Singh aveva predetto che sarebbe venuto a casa mia e mi avrebbe dato il Naam in persona.
Dissi: “Maestro, come farò a sapere che è lo stesso Mahatma di cui hai parlato che verrà lui stesso a casa mia? Come farò a sapere che è proprio lui? Come potrò avere fede in lui?”
Il Maestro Sawan Singh disse: “Colui che ti darà la fede, verrà da te per conto suo. È dentro di te e verrà da te di persona. Devo farti fare molto seva”.
Poi parlai a Baba Sawan Singh del mio Maestro, Baba Bishan Das, e mi disse dove si trovava la sua Dera e di portare lì Baba Bishan Das. Quando tornai in Punjab, dissi a Baba Bishan Das di Baba Sawan e subito si preparò; lo portai a vedere Baba Sawan Singh.
Baba Sawan Singh fu molto contento di vedere Baba Bishan Das, ma disse: “Ora non hai molto tempo, questa è la mia promessa: mi prenderò cura della tua anima interiormente”. Così accadde, dopo qualche tempo Baba Bishan Das lasciò il corpo e Baba Sawan Singh si prese cura di lui.
Ho incontrato tante volte Baba Sawan Singh, forse più di mille. Ma una volta, quando Baba Sawan Singh stava ingrandendo la tenuta a Sirsa, soggiornò nella casa di un rajput, Madhu Singh; vi rimase per molto tempo. Un ufficiale dell’esercito, che adorava vedere Baba Sawan Singh, andò per il darshan e lo accompagnai perché ero il suo marconista. Lì sentii questo bhajan che gli amati stavano cantando: Chelo ni saiyo Sirsa nu chaliye. Sentii questo bhajan in quel momento; era dolcissimo, molto attraente, ma non sapevo che fosse stato scritto dal Maestro che poi mi avrebbe iniziato.
Cari amati, solo Dio Onnipotente sa quante volte ho visto il Maestro Kirpal Singh quando sono andato a trovare Baba Sawan Singh. È possibile che sia stato accanto a lui molte volte, ma non lo conoscevo. L’unica volta che ricordo di aver visto chiaramente il Maestro Kirpal Singh, è stato quando il Maestro Baba Sawan Singh ha lasciato il corpo ed è stato cremato. A quel tempo non sapevo che fosse il Maestro Kirpal, che fosse il Satguru che in seguito sarebbe venuto a casa mia e mi avrebbe dato l’iniziazione al Naam; mi sono ricordato di aver visto il Maestro Kirpal solo dopo aver visto la foto di quell’occasione in un libro.
Il volto o la forma di Baba Sawan Singh era tale che… come posso descriverne a parole la bellezza, la gloria?
In uno dei bhajan ho detto: “Ho visto milioni di volti, ma nessuno, tranne il suo, ha trafitto il mio cuore o ha preso dimora nel mio cuore”.
Da quando vidi per la prima volta la sua bellissima forma, festeggiai tutti i suoi compleanni, sebbene non mi avesse iniziato.
Cari amati, sto parlando solo degli incontri esteriori con lui, per quanto riguarda gli incontri interiori, erano quotidiani.
Non c’erano molti iniziati del Maestro Sawan Singh nella nostra zona; ce n’erano solo undici in tutto il distretto e vivevano a circa cinquantacinque chilometri di distanza dal mio villaggio. Quindi andavo nella città dove vivevano quegli iniziati per celebrare i bhandara o i compleanni del Maestro Sawan Singh. Mi recavo lì e organizzavo tutto per il cibo e il resto per la celebrazione; andavo anche a chiedere a quelle persone di venire a partecipare alla celebrazione. Sopportavo o subivo anche la disapprovazione di quegli amati perché loro erano iniziati di Baba Sawan Singh e io non ero iniziato, quindi ogni volta che si criticavano a vicenda, dicevo: “Non è una buona cosa per voi farlo”. Mi riprendevano dicendo che non avevo alcuna conoscenza della Sant Mat.
Quello che facciamo noi, è riunirci per celebrare, per ricordare il Maestro e, dopo esserci riuniti, invece di meditare, iniziamo a criticarci a vicenda. È come se prima mangiassimo il riso pilaf, un piatto molto gustoso, e poi cenere. In questo modo roviniamo il gusto di tutte le cose buone che abbiamo mangiato prima. Così, quando sentivo che criticavano e litigavano tra loro, dicevo: “Non va bene, non dovete criticarvi a vicenda. Dovete obbedire agli ordini del Maestro Sawan Singh, dovete meditare”. Si arrabbiavano con me e dicevano: “Come fai a sapere qualcosa sulla Sant Mat? Non sei nemmeno iniziato”.
Rispondevo: “Sì, non sono iniziato; non ho alcuna conoscenza della Sant Mat, ma almeno so cosa dice il Maestro Sawan Singh Ji sulla meditazione e sull’atteggiamento critico”.
Dharam Chand, un iniziato del Maestro Sawan Singh, teneva il Satsang e cantavo, leggevo; lo feci per molti anni.
Quando Dharam Chand si convinse che avevo avuto buon esito in modo pratico nelle prime Due Parole, nella meditazione dei primi due piani, suggerì di andare nel distretto di Pali in Rajasthan (un altro distretto del Rajasthan nella zona di Mahawar) e di comprare un po’ di terra. Così andammo e comprammo un terreno; ci trasferimmo lì. Dharam Chand mi disse che dovevo diventare un Maestro.
Gli dissi: “Mio caro, mi stai dicendo di diventare un Guru? Devo ancora diventare un discepolo!”
Quindi, cari amati, questi sono solo alcuni incontri che ho avuto con il Maestro Sawan Singh, di cui vi ho appena parlato. Il suo volto era così attraente, così meraviglioso che non potrò mai dimenticarlo. Non è il corpo del Maestro a essere bello. Non è la forma, la forma fisica esteriore del Maestro che i Maestri descrivono sempre come la più bella, ma è la Forma interiore, la Forma radiante del Maestro che, se si vede, non si può mai dimenticare.
I corpi dei Maestri sono diversi. Qualcuno è alto, qualcuno è basso. Il corpo a volte si indebolisce a causa di malattie e cose del genere, quindi non è il corpo fisico che i Maestri descrivono spesso come la forma più bella, ma la Forma radiante che riusciamo a contemplare solo dopo essere entrati interiormente.
La Forma Shabd del Maestro è così meravigliosa, così attraente che, una volta che vi eleverete e la vedrete con i vostri occhi, non la dimenticherete mai più e vorrete guardarla sempre.
I miei zii materni mi hanno sempre tormentato. Mi dicevano che quello che stavo facendo non era giusto, perché la gente li derideva e diceva: “Tuo figlio è diventato un sadhu”.
Dopo aver incontrato il Maestro Kirpal Singh Ji una volta, quando visitai la casa dei genitori di mia madre, incontrai di nuovo gli zii materni, che mi dissero: “Abbiamo visto il tuo Maestro e non c’è niente in lui di quello che dici”.
Risposi: “Non avete gli occhi con cui lo vedo io. Se lo guardaste con gli occhi che ho per lui, lascereste le vostre case per seguirlo”.
Quando a mio zio fu elargita la grazia, quando ricevette l’iniziazione, mi disse: “Non hai glorificato abbastanza il Maestro. Ho voglia di suonare i tamburi e dire alla gente quanto sia bello, quanto sia glorioso. È Dio vivente, è Dio che si muove”.
Ogni volta che incontravo l’amato Maestro e mi trovavo da solo con lui, gli dicevo: “O Beneamato, o mio Bellissimo, vorrei poterti far sedere davanti a me tutto solo e continuare a guardarti”.
Quindi stavo parlando del figlio spirituale di Baba Sawan Singh, il Maestro Kirpal Singh, che era altrettanto bello, altrettanto attraente.
Una volta volevamo celebrare il bhandara di Baba Sawan Singh il 2 aprile. Mi incontrai con un iniziato di Baba Sawan Singh, anch’egli inebriato dall’amore di Baba Sawan Singh, e progettammo questo bhandara. Facemmo stampare alcuni opuscoli, li distribuimmo alla gente della città e assumemmo anche alcune persone per suonare i tamburi e annunciare che avremmo celebrato il bhandara. Nell’annuncio proclamammo pure: “Faremo gulab janam e altri dolci, la gente mangerà tutti questi cibi buoni e cose del genere”. Eravamo folli d’amore per lui ed è per questo che celebrammo il bhandara del Maestro Sawan Singh in quel modo, anche se all’epoca non ero iniziato.
Bene, ora preparatevi per la meditazione.

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