La storia di Sheikh Chilli
Sant Ajaib Singh JiUna volta c’era un principe di nome Sheikh Chilli che serbava molti desideri e fantasticava a dismisura. A volte per cose futili seguitava a vaneggiare: «Accadrà così e cosà, farò questo e quello… ».
Una volta mentre stava camminando per strada vestito normalmente, sopraggiunse un soldato che non si rese conto di chi avesse di fronte; pensava che fosse un ragazzo ordinario. Quel soldato voleva che qualcuno consegnasse un contenitore d’olio a un mercato vicino, dunque chiamò Sheikh Chilli e gli propose di farlo.
Strada facendo Sheikh Chilli domandò al soldato quanto lo avrebbe pagato per quel lavoro e il soldato rispose: «Ti darò mezza rupia».
A quel punto Sheikh Chilli prese a lavorare di fantasia: «Bene, lui mi darà mezza rupia e con quella comprerò tre o quattro uova e da quelle uova nasceranno pulcini, i quali cresceranno. Poi avrò altre uova, altre galline e allora le venderò per comprare una capra. Da una ne avrò altre, venderò il latte e alla fine venderò le capre e con tutti quei soldi mi sposerò. Una volta sposato, avrò tanti bambini e un giorno quando il cibo sarà pronto, mia moglie mi farà chiamare dai figli e farò finta di arrabbiarmi con loro: “No, non voglio mangiare”».
Proprio in quel momento scosse il capo e il contenitore d’olio cadde a terra. Il soldato si adirò e lo rimproverò: «Hai rotto il contenitore d’olio!». Sheikh Chilli esclamò: “Tu ti preoccupi del tuo contenitore d’olio, ma io mi preoccupo di tutti i miei figli!».
Dunque la nostra condizione è simile a quella di Shekih Chilli. Ci siamo riempiti la testa di tutti i desideri della mente e delle fantasie del mondo; la mente si è abituata in modo tale che per tutto il giorno si sofferma su quei desideri, fantasie e calcoli senza avere tempo per il Simran. Non tentiamo mai di fare il Simran. Se cercassimo di fare Simran, quei desideri e quelle fantasie scomparirebbero, in loro vece custodiremmo solo il Simran.
dal Sant Bani Magazine, maggio 2003