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Surat Shabd Yoga
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 "Il sentiero finale"
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499 messaggi
Inserito il - 09 Marzo 2006 :  17:42:03  Visualizza profilo  Modifica messaggio  Rispondi citando  Visualizza l'indirizzo IP dell'utente
"Il sentiero finale"
George Arnsby Jones


Una volta emersa dal Maha Sunna o vuoto tenebroso, l’anima raggiunge il livello interiore conosciuto come Bhangwar Gupha (Caverna vorticosa) nella terminologia dei mistici adepti orientali. Questo è il quarto reame interiore oltre il piano fisico ed è una regione sostanzialmente spirituale con una combinazione di pochissima materia. L’anima progredisce via via oltre, attraverso un passaggio elevato e luminoso al di sopra di un vortice di potere spirituale conosciuto come il tunnel Hansni; poi accede all’imponente ingresso del tunnel glorioso Rumini dove contempla una struttura straordinariamente meravigliosa. La radiazione di questa struttura colpisce la vista dell’anima e fa sì che il suo nirat (potere di vedere) e surat (potere di sentire) ottengano la perfezione completa e la vera pace.
A quel punto l’anima trascende ad un livello più alto di questo reame spirituale; sul lato destro ammira isole cosmiche brillanti di insondabile bellezza e su quello sinistro numerosi continenti con palazzi splendenti, che sembrano composti di perle, con i piani sopraelevati incastonati di rubini e tempestati di diamanti e smeraldi. La bellezza di queste scene cosmiche ricolma l’anima di un inebriamento stupefacente. Bhangwar Gupha è governato da un grande Signore spirituale, il cui nome è tradotto come «io sono quello!» nella terminologia utilizzata dai mistici adepti del medio e lontano Oriente. Di fatto, gli adepti sufi denominano l’intera regione Anahu, che ha lo stesso significato di «io sono quello!».
All’interno di questa regione di Bhangwar Gupha, l’anima giunge alla piena realizzazione della propria affinità col Creatore, si reputa coscientemente come una goccia di quell’Essenza divina nell’Oceano dello spirito totale. Maulana Rumi ha scritto alcuni versi a proposito delle melodie malinconiche di un flauto, suonato sulla cima di una montagna, che descrivono la separazione dell’anima dalla sua vera Origine. La musica che pervade questo reame, è quella di un flauto soprannaturale ed è questa la musica che risuonò nella coscienza del grande Rumi. Nondimeno, ancora una volta non c’è nulla del mondo fisico che possa paragonarsi con le melodie incantevoli di Bhangwar Gupha. Questo suono incantevole emana dalla gloriosa montagna cosmica, che si eleva in modo maestoso oltre questa regione, e sopra la quale l’anima contempla un sole immenso, che risplende con una bianca luce accecante, migliaia e migliaia di volte più brillante del sole fisico del nostro sistema. Di questa regione Guru Nanak ha cantato:

Più in alto ancora troviamo Karam Khand,
il reame della grazia.
Qui la parola è tutto in tutto e
nient’altro prevale.
Qui dimora il più coraggioso dei coraggiosi,
il conquistatore della mente, ricolmo dell’amore divino.
Qui dimorano i devoti dalla dedizione
incomparabile come Sita.
Illuminati da ineffabile bellezza,
tutti i cuori sono saturi di Dio,
e vivono al di là della portata
della morte e dell’inganno.
Jap Ji

Bhangwar Gupha è invero un reame di bellezza e di luce e le anime che vi dimorano, assimilano l’elisir della Corrente Sonora come noi sul piano fisico mangiamo e beviamo giornalmente. Ad ogni modo, Bhangwar Gupha e tutte le regioni sottostanti (supercausale, causale, astrale e fisico), alla fine cadono nella dissoluzione secondo i mistici adepti. Le dissoluzioni di durata relativamente breve si estendono fino alla sommità della regione causale, mentre le grandi dissoluzioni immensamente lunghe si dilatano dal reame supercausale di Daswan Dwar fino a quello di Bhangwar Gupha. Dunque l’anima aspirante deve viaggiare oltre e verso l’alto al fine di pervenire alla vera liberazione spirituale, poiché solo in Sach Khand, la quinta regione interiore sopra il piano fisico, è del tutto libera da qualsiasi dissoluzione cosmica, grande o piccola. Sach Khand è la vera Casa dell’anima.
Questa regione puramente spirituale viene denominata Sat Lok nell’induismo, Muqam-i-Haq (Reame della Verità) negli insegnamenti dei saggi sufi dell’Islam e Sach Khand (il nome usato dai mistici indiani adepti o Satguru) nel sikhismo. Sach Khand è del tutto priva di materia fisica, mentale e spiritualizzata. Nelle parole dei mistici adepti è «immutevole ed eterna; gioia, beatitudine, saggezza e amore totali, la dimora di Dio». Qui nell’ineffabile meraviglia dimorano gli esseri spirituali perfezionati e i Santi supremi di ogni epoca.
Guru Nanak ha detto: «Qui dimorano i Bhagat o i saggi arrivati da tutte le regioni che si rallegrano nel vero Uno e vivono nella beatitudine eterna». In Bhangwar Gupha, reame sotto Sach Khand, esistono ottantamila universi, i cui residenti sono tutti seguaci degli adepti spirituali che hanno conseguito l’accesso a quella regione. Ma in Sach Khand stesso decine di milioni di sfere sono al servizio del governo benigno del vero Signore e le isole cosmiche del Beato girano attorno a questo reame, come la nostra piccola terra gira attorno al sole. Tali sfere sono le dimore delle hansa, anime pure che non sono mai discese nei piani più bassi. Nelle parole di Guru Nanak:

Sach Khand o reame della Verità è
la sede del Senza Forma.
Qui egli plasma tutte le creazioni
godendo nel creare.
Qui troviamo numerose regioni,
sistemi celestiali e universi.
Conteggiarli equivale a conteggiare
l’incancolabile.
Qui dal Senza Forma sono stati foggiati
gli altopiani celestiali e tutto il resto.
Tutto è destinato a muoversi
secondo la sua volontà.
Colui che è benedetto da questa visione,
gioisce nella sua contemplazione.
Ma o Nanak, tale è la sua bellezza
che cercare di descriverla, significa sfidare l’impossibile.
Jap Ji

Il Signore di Sach Khand è conosciuto nella terminologia orientale come Sat Purush, il vero Essere. Le scritture esoteriche affermano che questo Signore d’Amore irradia una luce equivalente a quella di miliardi di soli, sebbene sia ancora una povera descrizione, poiché Egli è al di là di ogni descrizione o possibile espressione umana. Sat Purush dirige e controlla la creazione e la dissoluzione dell’intero sistema cosmico degli universi sotto di lui, ma il suo reame è immune da qualsiasi mutamento. Questo vero Essere alla fine deriva il proprio potere dal sommo Signore, noto ai mistici adepti come Anami Purush, l’Innominato.
Sach Khand può essere adeguatamente descritto solo nel linguaggio figurato e nel simbolismo poetico, giacché i mistici adepti dichiarano che non esistono possibili comparazioni fattibili nemmeno con le cose più meravigliose di questo mondo. Sach Khand è la casa del Padre, Sat Purush; l’anima è un’emanazione di Sat Purush da cui è scaturita età addietro. Secondo i mistici adepti l’anima rifulge della luce di sedici soli e lune combinate allorché giunge a questo reame.
Guru Nanak ha cantato della regione di Sat Purush nel seguente inno ispirato:

Come sono meravigliose le tue porte,
com’è meravigliosa la tua dimora!
Da qui hai vigilato la tua creazione enorme.
Innumerevoli gli strumenti e le armonie
che vi risuonano.
Innumerevoli i ritmi, innumerevoli i cantanti
che intonano le tue lodi.
Jap Ji


Swami Ji ha altresì descritto il palazzo di Sat Purush come una struttura simile a una fortezza di bellezza ineffabile. Nella descrizione di Swami Ji l’anima pellegrina deve localizzare il Signore supremo dell’amore sul suo trono allorché giunge in quella regione per riconoscerlo come il vero Signore di tutti gli universi. Swami Ji ha descritto i meravigliosi campi e parchi dei cortili esterni del palazzo di Sat Purush, ma ancora ripete che questo tipo di scenario è assolutamente inenarrabile in termini terreni. Riserve di nettare spirituale abbondano su questo piano, dal quale fluiscono esuberanti fiumi di luce per sostenere regioni distanti con energia spirituale. Palazzi dorati appaiono librarsi sopra giardini cosmici di luce argentea e la bellezza delle hansa, le anime pure che vi dimorano, è imperscrutabile.
L’anima pellegrina avanza nell’atrio del palazzo del Signore dell’Amore, Sat Purush, e un guardiano hansa chiede al nuovo venuto com’è riuscito a raggiungere questa regione elevata. L’anima risponde che è giunta ai santi piedi di un mistico adepto o Satguru quando dimorava sulla terra, il quale le ha accordato la conoscenza interiore di quel reame superiore. Poi l’anima viene condotta all’interno del palazzo e si trova di fronte a un loto rilucente di bellezza indicibile. Una voce risuona dalla luce centrale del loto e domanda all’anima la sua identità e per quale scopo o oggetto si è elevata in quella regione. Swami Ji descrive l’ipotetica risposta dell’anima: «Ho incontrato il Satguru che mi ha istruito a dovere. Attraverso la sua clemenza ora ho il privilegio del tuo darshan (vista benedetta)». A questo punto viene rivelata all’anima che lei è veramente alla presenza di Sat Purush, riconosciuto come il potere spirituale che si è incarnato nel mistico adepto sulla terra e nei reami spirituali più bassi. L’anima esulta della propria suprema, buona ventura e trae grande piacere dalla vista spirituale, o darshan, del Signore dell’Amore.
Poi il Signore supremo informa l’anima dei misteri delle regioni più elevate e con il suo stesso potere spirituale dell’amore aiuta l’anima nell’ascesa ulteriore attraverso queste regioni. I mistici adepti hanno dichiarato che la musica di Sach Khand è paragonabile a quella di una vina; tutti i Maestri spirituali che hanno parlato di Sach Khand, hanno testimoniato la meraviglia vincolante della sua musica. Come la sua musica celestiale, la luce di Sach Khand è inesprimibile nel linguaggio mondano, anche in termini di miliardi di soli.
Il mistico adepto che ha iniziato l’anima aspirante ai misteri dell’aldilà, ha quindi il dovere di accompagnarla al sicuro nella sua vera Casa, Sach Khand. Da qui è Sat Purush a infondere la sua stessa energia divina nell’anima per condurla alle regioni spirituali più elevate di Alakh Lok (Regione Invisibile), Agam Lok (Regione Inaccessibile) e Anami Lok (Regione senza Nome, che è il reame spirituale più elevato in assoluto). Ad ogni tentativo e sforzo l’aspirante spirituale può solo afferrare il concetto di Sach Khand come il reame spirituale più alto, ed è sicuramente una regione di puro spirito nonché la vera casa dell’anima. Nondimeno, i mistici adepti parlano di tre reami più alti, oltre Sach Khand, sebbene giudichino del tutto privo di senso tentare di descriverli o spiegarli.
Basti dire che attraverso la grazia di Sat Purush l’anima viene sospinta nella prossima regione spirituale di Alak Lok, dopodiché procede nel palazzo cosmico di Alakh Purush, il Signore di quel reame. Quando l’anima ha ricevuto il darshan di Alakh Purush, si eleva ad Agam Lok, dove contempla il Signore di quella regione, Agam Purush, e ne riceve il darshan. Di nuovo i mistici adepti si sforzano di descrivere lo splendore di queste regioni in termini di miliardi e miliardi di soli. Per quanto riguarda la regione finale di Anami Lok, i mistici adepti rimangono silenti. In poche parole Swami Ji ha detto: «Da un passo all’altro l’anima contempla cose inverosimili che sono indescrivibili col linguaggio umano. Ogni regione e ogni cosa sono assolutamente al di là delle parole. Quale bellezza e quale gloria! Come posso descriverle? Non v’è nulla qui per darne un’idea, sono inerme!». L’anima contempla e fonde il proprio essere nel Signore Sovrano dei reami spirituali oltre Sach Khand. Questo è il summum bonum del sentiero dell’amore, poiché i mistici adepti hanno rivelato che l’amore è il potere supremo in queste sacre regioni. Quando fu chiesto a Swami Ji riguardo Anami Lok, rispose semplicemente: «È amore totale!».
Dunque sul sentiero mistico dell’amore la combinazione del mistico adepto e dello Shabd conducono al jivan mukti, o liberazione spirituale, e all’ascesa dell’anima alla sua vera Casa. Se l’aspirante spirituale adempie fedelmente i comandamenti del mistico adepto, se vive completamente sul sentiero dell’amore, questa liberazione spirituale può essere completata in un’unica vita. L’aspirante ascolterà la sinfonia continua dell’amore, la superna Musica delle Sfere, e realizzerà che il suo vero Sé e la Parola divina sono uno e la stessa essenza. La musica è talmente gloriosa che il chiacchierio della mente ostinata viene calmato e la concentrazione dell’anima viene assorbita completamente nell’udibile Corrente di vita, per poi essere trascinata verso l’alto e oltre i piani della mente e della materia.
Via via che l’aspirante si eleva nei reami più elevati della vita, scopre che questa è davvero l’unica vera liberazione a cui un essere umano possa aspirare. È la liberazione dalla schiavitù del sé inferiore, delle paure, delle fantasie, degli odi, delle preferenze e dei sogni che lo perseguitano mentre percorre la lunga strada delle nascite e morti ricorrenti. L’uomo, individualmente e collettivamente, non può mai essere veramente libero su questo piano fisico dell’esistenza; solo l’individuo che è pervenuto alla più elevata coscienza spirituale, adempiendo il suo vero diritto di nascita, ha conseguito la libertà nel senso più totale della parola. L’anima liberata non può mai più essere resa schiava dai falsi appetiti del sé inferiore o dalle macchinazioni di coloro che credono di controllare il mondo transitorio dell’uomo in virtù del loro potere temporale.
La coscienza spirituale rappresenta al contempo la ragione e l’apice dell’evoluzione umana; la sua natura, che è veramente uno stato eterno e innominato di beatitudine, trascende le parole, ossia semplici invenzioni e simboli concepiti dall’uomo. Chi è pervenuto a questa coscienza spirituale, sa nel centro stesso del suo essere che è uno spirito libero, il quale vive nei reami eterni della liberazione spirituale. Egli si è elevato sulle ali di quella sinfonia celestiale dello spirito, come ha ribadito Guru Nanak:

Con la meditazione sulla Parola uno s’innalza
alla coscienza universale e sviluppa la giusta comprensione.
Con la meditazione sulla Parola uno sviluppa
la chiaroveggenza e la transvisione dell’intera creazione.
Con la meditazione sulla Parola uno è affrancato
dal dispiacere e dalla sofferenza.
Jap Ji

Una volta trascesa la coscienza fisica, l’aspirante spirituale diventa del tutto consapevole di questo potere tonale dell’universo. Nei reami interiori i suoi toni radiosi vengono sperimentati come un mosaico miracoloso di energie sottili, luci risonanti e intonazioni luminose. Come ha dichiarato Kabir: «La musica interiore fluisce continuamente per conto suo, ma solo una rara anima realizza tale comunione; il vero Simran consiste nel sintonizzare perpetuamente l’anima con la musica interiore senza alcun aiuto esterno. Colui che contatta questo gioiello nascosto, è il nostro vero amico».
Attraverso il contatto con la musica interiore l’aspirante perde la propria identità minore e alla fine diventa «uno con Dio». Sebbene continui a vivere nel mondo il tempo permesso in questa vita, è «nel mondo, ma non vi appartiene», essendo un jivan mukti, un essere liberato. Non è più uno schiavo impotente della mente e dei sensi, ma è rinsaldato nella vera Divinità. Vive perpetuamente nella luce divina dello spirito e ascolta costantemente la musica divina nella sua anima. Alla fin fine ritorna a Sach Khand, la Dimora della beatitudine o Muqam-i-Haq, la casa e la fonte della luce risonante e dell’anima stessa. A quel punto l’aspirante spirituale è un’anima cosciente e liberata: ecco la vera salvezza, Moksha o Nirvana, nella sua accezione più assoluta e completa.


tratto da Sat Sandesh giugno 1976, pagina 19

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