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Surat Shabd Yoga
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 "Badate ai fatti vostri"
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499 messaggi
Inserito il - 02 Febbraio 2007 :  18:46:20  Visualizza profilo  Modifica messaggio  Rispondi citando  Visualizza l'indirizzo IP dell'utente
"Badate ai fatti vostri"
Maharaj Kirpal Singh Ji
11 giugno 1973, Kashmir, India


nota del traduttore: lungi dal commentare questo articolo, volevo solo sottolinearne la bellezza e la particolarità, davvero unico e indimenticabile Questa sessione di domande e risposte apparve nel Sant Bani inglese del dicembre 1978 (pagina 16) in un momento di grande travaglio per il sangat di Sant Ji. Le domande sono in corsivo, le risposte del Maestro con il carattere normale.


Capisco le difficoltà. Vi citerò un esempio: c’è una corsa, una maratona, tutti corrono per arrivare al traguardo. Che cosa dovrebbero fare? Dovrebbero fare del proprio meglio per arrivare al traguardo. Se possibile, arrivate per primi, vincete il primo premio. Una volta che siete stati posti sulla Via – ascoltate tutti, aprite le orecchie – non guardate a destra o a sinistra oppure a quelli che vengono dietro di voi. Non confrontatevi con quelli che vi stanno davanti. Fate del vostro meglio per arrivare al traguardo. Se volete aiutare quelli che vengono dopo di voi, subirete ritardi. Mi seguite? Non fate caso a chi corre con voi. Andate avanti, non guardate a destra o a sinistra. Questo è il primo esempio per mostrarvi quel che dovreste fare. Una volta posti sulla Via, ognuno di voi è stato posto sulla Via: BADATE AI FATTI VOSTRI. Uso le parole, badate ai fatti vostri. Dovete arrivare alla meta. Augurate del bene a tutti; che ognuno faccia quel che deve fare, ma preoccupatevi solo del vostro progresso.
Per quanto riguarda le faccende spirituali, scrivo a tutti: «Siete connessi direttamente a me». Credo di aver emanato una circolare: «Nessuno dovrebbe frapporsi tra l’iniziato e il Maestro, per quel che concerne l’aspetto spirituale». Questo è ciò che voi riferite: quando progredite, cercate di aiutare gli altri sacrificando voi stessi. Raggiungete il traguardo! Quando invece vi viene dato quel lavoro, continuate, svolgetelo.
Alcuni incominciano ad aiutare gli altri; è un fatto positivo, ma il risultato è che il loro progresso viene rallentato; a volte vanno in fallimento. Dunque, badate ai fatti
vostri, ecco le parole di Paltu. L’uomo sta avanzando, d’accordo, procedete anche voi. Non è compito dell’iniziato aiutare tutti. Raggiungete la meta, magari vi viene dato quel compito – se Lui lo reputa appropriato, non altrimenti. Seguite il mio punto? Ora il risultato è che proprio l’uomo che si trova in fondo al pozzo (annegato nel pozzo), dice agli altri: «Bene, procedete così e cosà, altrimenti morirete». Che effetto fa? Voi siete già annegati nel pozzo! Non ne siete ancora usciti e… guidate gli altri? Com’è possibile? Siete annegati nel pozzo del corpo; finché non ve ne liberate… anche allora dovreste progredire oltre. Raggiungete la meta. Capite? È una cosa vostra personale, badate. A volte ci rilassiamo sulla Via con il risultato che non avviene nessun progresso degno di nota. Anche coloro che progrediscono, subiscono dei ritardi. Naturalmente, qualcuno si mette a guidare gli altri, questo e quello, ma non è una guida perfetta. Quel lavoro spetta al Maestro. Se lui dice: «Tu», d’accordo, fatelo. Se non ve lo ordina, non fatelo per nessun motivo. Chiunque segua la Via, dovrebbe cercare di mettere in pratica le mie parole, è molto importante, vi assicuro. È un fattore generale che si frappone sulla via di tutti. Dovete laurearvi; prima laureatevi voi, poi potete nominare degli insegnanti. Noi incominciamo ad essere d’aiuto per gli altri con il risultato che la nostra guida non è completa e anche il loro futuro viene compromesso. Paltu dice: «Ascoltate, sunnie (in panjabi), nelle cose spirituali, badate ai fatti vostri».
Potresti spiegare la tua affermazione di non aiutare gli altri?
Cercate di seguire lo spirito delle mie parole. Non dico mai di aiutare gli altri. Ci sono molti altri modi di aiutare, ma nell’aspetto spirituale voi non ne avete la capacità. Siete già annegati nel pozzo, come potete fare da guida agli altri?
Che cosa intendi dire con «nell’aspetto spirituale»? Quando ci chiedono come meditare?
Voi avete ricevuto l’iniziazione. Se vi fanno domande, rispondete: «Andate dal Maestro». Ci sono i miei discorsi, sui nastri.
Intendi dire proprio questo?
Quando diventate l’artefice, badate, ponete la vostra attenzione, diventate un insegnante. Il vostro piccolo ego si intromette con la conseguenza che interrompete il vostro progresso. D’accordo, voi avete ricevuto quella cosa, procedete. Non diventate insegnanti. Dichiarate: «Il Maestro dice così». C’è un’enorme differenza tra le due cose. Ribadite: «Il Maestro ha detto così».
Il risultato sarà che saranno in molti a raggiungere la meta. L’uomo che corre veloce, quelli che arrivano primi, secondi, terzi, ottengono il premio, non è vero? Ecco perché il Signore Krishna afferma: «Su migliaia uno viene da me ed è posto sulla Via. Su migliaia di uomini simili che sono posti sulla Via, uno arriva alla meta - uno». Avere pensieri positivi per gli altri, questa è un’altra cosa. Si pubblicano i libri, i quali parlano della teoria. Voi non siete l’artefice in quel caso. Capite, la mente è un amico astuto. Quel poco che riuscite a fare, allorché vi sentite felici nel cuore, ve lo rovina.
Non confrontate. Badate ai fatti vostri, altrimenti sarete rovinati. Se pensate a qualcuno più vecchio di voi, perché mancate di rispetto? I paragoni spettano a coloro che si innalzano. Coloro che sono già sulla Via, perché dovrebbero fare confronti? «Quel tale è progredito, quell’altro no». Badate ai fatti vostri. Procedete. Seguite il mio punto? Vi sono questioni diverse: un conto è la scuola elementare, un altro è la scuola superiore. Bene, siate grati a tutti, ogni uomo ha la sua propria strada. Quando avrà bisogno di un’altra guida, se ne presenterà un’altra. Coloro che s’innalzano, i Maestri, potrebbero… anche allora non diranno nulla. Possono fare confronti, a che punto sono gli altri e dove si trovano. Ognuno ha il proprio marito; i nostri mariti vanno bene. Non dovete fare paragoni. A volte facendo confronti, si presenterà qualcosa. Noi degradiamo gli altri e per questo dobbiamo pagare. Quando siete in corsa, andate! Correte! Correte! Correte! Raggiungete il traguardo. Chiunque arrivi al traguardo, s’innalza al massimo; a quel punto tutti diranno: «Oh… ha ottenuto qualcosa». Le parole dei Maestri sono circoscritte, ma cariche di significato. Questo è ciò che ho ripetuto a coloro che hanno registrato un progresso limitato. Ho visto nella mia vita due in India e due all’estero, che sono andati oltre. Naturalmente se conosco un po’ di più: «Sì, dovreste fare in questo modo, per favore». Mi seguite? Questo significa che vi insegno.
Vi distaccate dal vostro Maestro per un po’, incominciate a pensare – a volte la gente dice: «Quelli sono molto evoluti». Non fate paragoni, avete vostro marito. Procedete, andate avanti! Quando arrivate alla meta, tutti diranno: «Oh lui è arrivato al traguardo!». Volate con il vostro aereo. Non combattete, mi seguite?
A volte il tal dei tali è avanzato…
Queste cose si frappongono sul vostro cammino. Paltu disse: «Badate ai fatti vostri». L’uomo che porta la luce, la diffonde per gli altri mentre lui stesso procede nelle tenebre. Qui l’uomo che sta portando la lampada, fa luce agli altri, ma lui stesso brancola nel buio.
Se farete come vi dico, progredirete alla grande. Arriverete alla meta nel giro di qualche mese, vi assicuro.
Avete vostro marito, Dio ve lo ha dato. Si presenta un altro come tale, allora? Abbiate rispetto per tutti, d’accordo, ma comportatevi in base alle parole del vostro Maestro. Questo è l’errore: serviamo dolci agli altri, ma noi che cosa mangiamo? Cose amare. Perché non mangiate anche voi dolci? Se qualcuno è migliore o peggiore o altro, il Maestro è lì presente per vigilare. «Come seminate, così raccogliete». Nessuno sfugge a questa legge, nemmeno le incarnazioni (avatar) ne sono immuni.
Vi sto parlando della scienza. Perché non dovreste capire? È la cosa più importante. Permettetemi di citarvi un altro esempio. La vostra casa è in fiamme, che dovreste fare? Innanzi tutto uscite dalla casa, poi chiedete chi ha appiccato il fuoco. Molto semplice, sono principi carichi di significato.
Il Maestro conosce ogni cosa, è il giudice corretto di tutto. Stiamo dicendo al Maestro che conosce tutto, gli alti e i bassi.
Esistono certe cose. Ecco perché sedere accanto a un Maestro vi dà più di quanto possiate imparare in centinaia di anni. Vi sto dicendo concetti semplicissimi. Voi sapete, tutti sanno. Quando la vostra casa è in fiamme, qual è il vostro dovere? Dovete chiedere: «Perché è in fiamme? Chi ha appiccato l’incendio?». Per prima cosa uscite e poi chiedete. Un’altra casa sta bruciando? Oh la vostra sta bruciando! Uscite! Raggiungete, raggiungete, raggiungete la meta! Ecco tutto. Sapete che cosa state facendo realmente? Solo quello. Volete guidare gli altri, questo riguarda gli intellettuali, scusatemi. Conoscono tantissimo a livello intellettuale, ma possono solo farvi da guida fino al limite della loro conoscenza. Innanzi tutto, uscite da questa prigione (il Maestro si dà una pacca sul corpo). Incomincerà l’ABC. «Non si ottiene il Regno di Dio con l’osservazione; è dentro di voi». Dunque l’ABC ha inizio allorché trascendete la coscienza fisica, ecco tutto. Imparate a morire affinché possiate incominciare a vivere. Innalzatevi! Uscite di qui! Coloro che rimangono nella coscienza fisica, sono tutti inceneriti, intrappolati dai dacoita esteriori. Trascendeteli. Questo è ciò che viene chiamato «religione», dove ha inizio l’ABC della religione. L’altro uomo che non si è innalzato, benissimo, ha fatto del suo meglio… il punto è se voi vi siete innalzati! Gli altri vanno male, mentono, questo e quello? Ma voi? Chi ha preso quell’uomo sotto la sua custodia, ne è responsabile; lui lo libererà. Proprio prima di venire qua, stavo scrivendo una lettera. Qualcuno ha proclamato di aver raggiunto la meta e di aver ricevuto il mio ordine. Gli ho detto: «A me non risulta. Tu vuoi procedere, allora procedi; è una tua responsabilità, mi auguro che tu progredisca». Il lavoro del Maestro è delicatissimo. Lui è responsabile per questa vita e anche per quell’altra. Pensiamo che si tratti solo di lotta intellettuale, di fingere e di atteggiarsi, ma non è così. Ecco perché si dice: «O Dio, ti sono grato perché hai occultato i tuoi segreti ai saggi per rivelarli ai bambini». Non si tratta di tenere conferenze, di lotte intellettuali, di questo o quello, no! La conoscenza è positiva: esiste la conoscenza del mondo, la conoscenza del corpo, la conoscenza degli indriya e quella dei soggetti accademici. Di tutta quella conoscenza, la più elevata è la conoscenza del Sé con la quale potete avere buon esito in qualsiasi campo dirigiate la vostra attenzione.
Soppesate ciò che vi sto dicendo. Da oggi in poi se lo farete, progredirete a meraviglia. Semplicissimo. La vostra casa è in fiamme. La vostra casa è in fiamme.
Sì, per favore.
Posso fare una domanda?
Cento, non una. Risponderò al meglio delle mie possibilità. Sì, per favore?
Supponete che un uomo venga da me e io sia consapevole del suo inebriamento divino, senza alcun tipo di dubbio. Lo posso percepire con grande chiarezza e sono innalzato senza che lui dica una parola. Avrei il diritto di chiedergli: «Fratello, mi guiderai un po’ affinché possa purificarmi e diventare come te?».
Ma tu non hai fede nel tuo Maestro? Non otterrai nulla.
Oh… non dovrei chiederglielo?
Perché non chiedi al Maestro? Che cosa ci sta a fare lui? Significa che il nostro Maestro non basta per dare? Colui che vi ha dato così tanto finora sulla Via, non è competente per dare di più?
Ma non hai mai nemmeno il tempo di respirare!
Supponi che ti consideri il mio Maestro. Se pensassi che tu non sia sufficiente, chiederei: «Mi aiuterai gentilmente?». Ricordate, c’è un esempio citato da Swami Ji Maharaj (Swami Ji, Shiv Dayal Singh). Alcuni devoti di un Maestro erano seduti accanto a lui e arrivò un uomo che era stato in pellegrinaggio, lo chiamavano hajji. Uno dei seguaci disse: «Guarda!», gli prese il collo, «inchinati davanti al Maestro», ma l’hajji parlava del suo pellegrinaggio. Il Maestro disse: «Ascoltate, questo è sbagliato» e diede un esempio:
«Un uomo stava per annegare nel fiume, sto parlando di un uomo pienamente devoto al Maestro. Non c’era nessun aiuto.
Saltò fuori una mano: “Vieni e ti aiuterò”.
L’uomo disse: “Chi sei tu?”.
“Sono Dio”.
“Non voglio aiuto da nessuno che non sia il mio Maestro!”.
Poi apparve un’altra mano: “Vieni e ti aiuerò”.
“Chi sei tu?”.
“Sono il profeta Maometto”.
“Non voglio il tuo aiuto, voglio il mio Maestro”, a quel punto apparve il suo Maestro e lo salvò».
Perché andiamo dagli altri? Perché manchiamo verso il nostro Maestro. Se il nostro maestro è imperfetto, allora va bene. Se un maestro è un Maestro, capite – se un Maestro è giunto alla laurea, può guidarvi fino alla meta. Se si è appena iscritto all’università, può guidarvi solo fino a quel punto. Se va oltre, può guidarvi lì. L’uomo può aiutare gli altri nella misura in cui è progredito.
Dunque c’è differenza tra maestri e Maestri, tutti i cosiddetti maestri non sono Maestri. Tutti i guru non sono Guru. Magari si sono innalzati a un determinato piano. Ecco perché vi viene dato il criterio dei cinque Nomi caricati; i Nomi servono per mettere alla prova. Coloro che rimangono davanti alla ripetizione dei cinque Nomi caricati, s’innalzano al massimo livello, gli altri no. Che cosa può salvarvi da qualsiasi effetto negativo nell’intimo? La carica. Ci sono molti più inganni nell’intimo che all’esterno, più inganni nell’intimo. Maulana Rumi ci guida: «Non percorrete il cammino senza una guida». Ci sono numerosi pericoli, numerose cadute. Se il vostro Maestro è un Maestro, dirà: «Bene, conosco solo fino a quel punto, procedete».
Ricordate, quando andai in America nel 1955, incontrai una signora, è ancora viva. Ascoltò tutti i miei discorsi, ma il giorno dell’iniziazione non si presentò. La gente le chiedeva: «Perché non sei venuta?». Lei rispondeva: «Incontro Cristo tutti i giorni». Venne da me e le dissi: «Sono felice che tu parli con il tuo Maestro. Sono molto contento, ma ora quando entri in contatto con Cristo, chiedigli che cosa devi fare». Non si fece vedere per alcuni giorni: Cristo non apparve. È un esempio vivente, quella donna è ancora viva.
La conosco benissimo.
La conosci?
È un’amica personale.
Una tua amica personale. Lei non si presentò; quando stavo partendo per Lousville, la notte prima chiamò il signor Khanna: «Voglio l’iniziazione».
«Lui sta partendo domattina. Non ce la farà a dartela?».
«No! No! Non può dirmi di no!». Si presentò.
«Che cosa è successo?».
«Per qualche giorno Cristo non mi è apparso».
Sto parlando in un modo eretico, vi assicuro. La gente penserà che si tratti di un’eresia.
«Lui non mi è apparso per qualche giorno, poi l’ho visto e mi ha detto: “Va bene, va’ da lui per una guida ulteriore”». C’è una giurisdizione che procede nell’intimo e all’esterno, nulla di casuale. Tutti i Maestri che sono dipartiti, aiutano i propri seguaci attraverso il polo umano che opera sulla terra.
Anche qui in India è accaduto tantissime volte. Il Signore Krishna era solito manifestarsi a tanti. C’era un uomo a Lahore che venne a trovarmi. Ascoltò il discorso, mi disse che incontrava Krishna. Dissi: «Bene, tu incontri Krishna. Chiedigli che cosa devi fare». Anche il Signore Krishna era un seguace dello Shabda. Il suo lavoro era diverso, d’accordo. Abbiamo rispetto per lui. Poi non si manifestò più e disse: «Se vai da lui, io non mi manifesterò più». È normale, la gente pensa che sia una votazione come quella per un presidente o un primo ministro. Non è una votazione. Tutta la vostra intelligenza non vi aiuterà.
Seguite il mio punto oggi? Come può fare da guida agli altri l’uomo nel pozzo? Può solo dire questo e quello e attribuirsene il merito, ma poi non riuscirà a guidarvi in modo pratico. La sua stessa casa è in fiamme: «La casa sta bruciando!». «Oh sei nei guai!».
Dunque accettate le parole di tutti i Maestri, mentre io sto citando quelle di Tulsi Sahib: «Badate ai fatti vostri!». Qual è la verità dietro queste parole semplicissime? Abbiate rispetto per tutti. Se gli altri non sono perfetti Maestri, d’accordo, è il loro destino. Pregate per loro, ecco tutto. Non fate paragoni. Coloro che hanno il diritto, coloro che sono i più elevati, possono fare confronti, ma anche loro non mancano di rispetto. Quando parlate di qualcuno senza mancargli di rispetto… ecco quel che è richiesto. Noi manchiamo di rispetto, siamo noi a subire una perdita. Punti delicatissimi. La gente non li segue. Dunque c’è un altro uomo che si è presentato come «maestro» in occidente. Gli ho scritto una lettera prima di venire qui.
Quell’uomo non è mai venuto?
No, no, è in occidente.
Non è mai venuto a vederti?
No. Perché? Come? È in occidente.
Applegate, non è mai venuto in India?
No. Ora lui si sta semplicemente rivolgendo… a salvare il cristianesimo. Gli ho risposto per l’ultima volta. No, c’è qualcun altro tra di voi. Adesso si comporta come un «maestro». Gli ho scritto ieri sera prima di venire qui. «Sì, d’accordo, dici che sei un Maestro. Va bene, io non ne sono cosciente. Procedi pure sotto la tua responsabilità, ti auguro il meglio». Sarei felice se ci fossero più donatori. Non dovrei esserne felice? Se ci fossero più donatori in grado di dare, sarei felice. Il mio lavoro sarebbe più facile, non è vero?
Una domanda in panjabi, apparentemente sulla successione.
Suppongo che qualcuno nomini qualcun altro. Quando Guru Nanak lasciò la scena, la gente chiese: «Come ti troveremo ancora?». Allora diede un ottimo esempio: «Il vostro amico viene con un altro abito, con altri vestiti; non lo riconoscete?». Il vostro amico è lì, riconoscetelo! Capite? La gente può dire qualunque cosa. Coloro che riconoscono quel Potere, è stato lui a nominarlo. È una legge ferrea. Ho molti timori - «prego Dio» - davvero. Quando il Maestro mi incaricò di tenere il Satsang, lo pregai: «Non darmi questo lavoro, dallo a qualcun altro».
Quando il Maestro mi incaricò di tenere il Satsang in ogni posto, lo implorai: «Maestro, non darmi questo lavoro. Molto gentile da parte tua, dallo a qualcun altro». Perché? Chi ti guarda con mancanza di rispetto, è un debito contro di te. Allora? Lui disse: «La mia mano è sul tuo capo, andrà tutto bene». Quando pensate al Maestro, non siete voi l’artefice, siete salvi. Il piccolo uomo che incomincia a tenere discorsi, si considera un Maestro nel profondo del cuore, sente di essere qualcuno. Quando incomincia a pensare in quel modo, allora gli viene addebitato tutto sul suo conto. Punti delicatissimi, questi discorsi sono più preziosi dei libri. C’è un Potere all’opera sulla terra, questa è la regola, è in base alla regola.
Seguite, cari amici, il discorso di oggi? Salvatevi! Badate ai fatti vostri. Dio vi benedirà. Siete in corsa, arrivate per primi. Non guardate a destra e a sinistra per vedere chi è primo, chi sta correndo più velocemente o più lentamente. Augurate il bene a tutti, pregate Dio: «Che sia pace su tutta la terra sotto la tua volontà, o Dio». Sotto la tua volontà, o Dio. Questa è la preghiera di Guru Nanak. Preghiamo così: «O Dio, aiuta tutti».
I libri si riferiscono a questi aspetti, ma non con altrettanta chiarezza. La maggior parte delle persone cade sulla Via, la maggior parte. Non pochi, ma la maggior parte. A migliaia intraprendono la Via, su migliaia uno raggiunge la meta. Quando Lui vuole che voi facciate qualcosa, fatelo. Non attribuitevene il merito.
C’è un’altra domanda in panjabi.
No, no, parla in inglese. Gli altri non sanno in quale lingua stai parlando, in greco o altro.
Mi avete mai sentito dire che arrivano questi tempi? Tempi difficili, intendo. Non ho mai detto che il mondo non giungerà a una fine, questo accadrà… supponete che stia arrivando la dissoluzione? Diamo per scontato che arriverà. Ma non ho mai detto nulla di simile fino ad ora. La gente lo dice, lo so; ma io non l’ho mai detto. Non l’ho mai detto, finora. Supponete che arrivi la dissoluzione. Siete sotto la protezione di Qualcuno che si deve prendere cura di voi. Perché temerla? Alcuni mi hanno scritto dall’America che la gente corre sulle cime delle colline e che il paese sprofonderà nell’oceano. Ho ricevuto una lettera che diceva: «Che cosa dovremmo fare? Stanno portando la barche sulle cime delle montagne». Gli ho risposto: «State tranquilli, l’Uomo che vi ha preso sotto la sua protezione, vigilerà su di voi» e non è accaduto nulla.
Successe anche in India. Un «maestro», non ho bisogno di dire il suo nome, disse: «Ora sta arrivando la dissoluzione. Correte tutti in quel posto». Si radunarono a migliaia e la questione fu riferita al nostro Maestro: «D’accordo, li ospiteremo» e non accadde nulla. Se avete fede nelle pietre, quel Dio vi apparirà. Un uomo vivente sulla terra, che si muove sulla terra, non avete alcuna fede in Lui? Che altro è richiesto?
Nei colloqui privati uno può dire qualsiasi cosa al Maestro, ma nei Satsang non bisogna fare alcun commento o bisognerebbe permettere di farli?[/i]
Questo è un discorso, un fatto: tutti stanno peggiorando. Quando avete incontrato il vostro Maestro, procedete! Fate quel che dice. Amatelo. Stanno procedendo, stanno correndo. Se Dio vuole che procedano oltre, glielo farà fare. Augurate del bene a tutti. Potete dare un sentore, questo va bene. Non siate gli artefici. Questa è l’essenza del diario. Ecco perché dico che non sono un conferenziere, ma quando c’è un punto da discutere a fondo, lo faccio.
Va bene, capite? Badate ai fatti vostri. Continuate con le vostre meditazioni. Ognuno ha la sua strada. Potete pregare per gli altri. Pregate per gli altri, questo va bene. Augurate il bene agli altri, va bene, ma pregate Dio che possa dare a tutti. Dio vi benedica. Ora vediamo quanto riuscite a correre veloci; non guardate a destra o a sinistra.
Posso dirvi un’altra cosa. Che cosa fanno? Questi sono discorsi registrati, li trascrivono e li fanno circolare, a volte non sono compresi pienamente. Qualche piccola imperfezione forvierà le persone. Per questo ho detto: «Trascriveteli, ma lasciate che li controlli prima di farli circolare», l’ho messo per iscritto. Tutti i discorsi che ho dato, tutte le istruzioni e i discorsi a cuore a cuore, che voi avete trascritto, lasciate che li controlli prima di farli circolare; il significato può cambiare. Mettendo per iscritto magari fate un errore – non al cento per cento, però non è comunque esatto.
Che Dio vi benedica. Chi sa che cosa accadrà? Il nostro Maestro soleva dire: «Ascoltate, è l’umiltà, vi assicuro». A volte i Maestri si comportano come gli uomini, capite. Si comportano come gli uomini e anche come il Dio nell’uomo, in ambedue i modi. A livello umano si comportano per guidare gli altri, sono di esempio. Ma anche a livello di Dio nell’uomo. Lui conosce tante cose che i libri non menzionano nemmeno; se ne trovano riferimenti. Se seguirete questo con esattezza, progredirete alla grande nel giro di mesi; avvertirete beatitudine dentro di voi.
D’accordo, che Dio vi benedica.


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