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Surat Shabd Yoga
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 "Bagnarsi nella polvere dei piedi del Maestro" - S
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Inserito il - 03 Dicembre 2004 :  14:13:46  Visualizza profilo  Modifica messaggio  Rispondi citando  Visualizza l'indirizzo IP dell'utente
"Bagnarsi nella polvere dei piedi del Maestro"

Sant Ajaib Singh Ji


questa sessione di domande e risposte fu tenuta il 3 aprile 1981 al Sant Bani Ashram, Villaggio Satatararbi, Rajasthan, India

DOMANDA: Sant Ji, nell’ultimo giro l’estate scorsa hai detto che sarebbe passato un lunghissimo periodo di tempo prima del tuo ritorno nel Nord America. Hai dichiarato che la situazione del mondo sarebbe stata terribile; potresti spiegarcelo?
IL MAESTRO: Non intendevo questo, e non l’ho detto considerando la condizione del mondo. Intendevo che è una cosa molto importante per un Santo visitare un paese, una zona nel mondo; e per la gente che vive in quella zona è una benedizione. Queste cose non accadono ripetutamente. Sapete che sono vincolato agli ordini del mio Maestro; e dipende tutto dall’amore degli amati. Se l’amore degli amati mi trascina da qualche parte e se il Maestro me lo ordina, allora ci andrò.
Non dovremmo angosciarci mentalmente dopo aver sentito le notizie alla radio, aver letto i quotidiani e le profezie che la gente fa del mondo e della sua situazione. Noi abbiamo ricevuto l’iniziazione; dunque dovremmo meditare perché non possiamo fare nulla della condizione del mondo.
Un satsanghi dovrebbe sempre avere fede nel Maestro e continuare a praticare il Bhajan e il Simran. Non dovrebbe mai pensare al mondo; non dovrebbe mai preoccuparsi di quel che accade o di quel che potrebbe accadere nel mondo.
Questo mondo in cui viviamo ora appartiene al Potere Negativo e se qualcuno dice che lo trasformerà in un mondo di gioia o se qualcuno tenta di farlo, non ci riuscirà perché l’inquietudine è sempre stata presente nel mondo e in futuro continuerà a essere lo stesso.
Sapete che nel mondo ci sono sempre guerre; un giorno ci sono alcuni paesi in guerra e un altro ce ne sono altri, continua sempre questa cosa. Perché tutti questi paesi combattono fra di loro? Solo perché sono attaccati alla loro comunità e al loro paese, per questo combattono fra di loro. Non si innalzano al di sopra delle loro comunità e paesi, e non realizzano questa verità: Dio risiede in ognuno di noi e dovremmo vedere Dio all’opera dappertutto. Non fanno questo e quindi rimangono attaccati alla loro comunità, al loro paese e combattono.
Dovremmo innalzarci al di sopra di tutte queste cose e praticare la devozione. Non ho mai fatto alcuna profezia per cui ci vorrà molto tempo prima che ritorni di nuovo in Occidente e non ho mai fatto profezie di questo tipo perché, come ho sempre detto, dipende tutto dal Volere del Maestro. Andrò ad avere il darshan dell’Amato ovunque lui mi mandi nel suo volere.
Guru Nanak Sahib si definisce un burattino di legno. Dice: “Che può fare un burattino quando la sua corda è nelle mani di Dio Onnipotente? Deve fare qualunque cosa lui vuole che accada e deve vestire in qualunque modo lui desideri. Il burattino deve andare ovunque lo mandi e fare quel che lui vuole. Che cosa possiamo fare noi?”. Pertanto siamo come marionette nelle mani di Dio Onnipotente e le nostre corde sono nelle sue mani. Dobbiamo andare ovunque lui ci mandi, dobbiamo fare qualunque cosa ci dica. Non abbiamo una volontà nostra personale.
Molte volte ho detto questo e anche Russell Perkins ne è al corrente, poiché fu proprio lui a venire a vedermi qua. Qual era il mio progetto a quel tempo? Il mio progetto era di non uscire più nel mondo e di rimanere dentro a meditare. Nel dolore della separazione dopo la dipartita del Maestro ero talmente turbato nel cuore che non volevo fare nulla nel mondo, per cui decisi di meditare per il resto della mia vita. Non volevo uscire, e non volevo che la gente venisse a disturbarmi. Ecco perché dissi alla persona che cucinava per me di chiudere la porta dall’esterno affinché la gente pensasse che non fossi dentro e se ne andasse senza disturbarmi. Sono uscito per il vostro amore e per questo dico sempre: “Il vostro amore mi ha portato fuori”.
Le persone del mondo agiscono coinvolgendosi nell’ego e dicono: “Abbiamo fatto questo e abbiamo fatto quello”. Gli Amati di Dio operano sempre nel volere di Dio. Dicono: “Non accade nulla per opera nostra, accade solo quel che Lui vuole”.
DOMANDA: La mente è molto forte qui ed è un eccezionale tiratore scelto, trova sempre il suo bersaglio. Noto che sono assediato da tentazioni e sono attaccato da tutti i lati. Facendo il Simran nel mondo in cui sento il Maestro ripetere prima della meditazione e pensando al Maestro, noto che riesco a dileguare quelle tentazioni. Però ce ne sono così tante che, pur avendo grande fede nel Maestro, incomincio a nutrire dubbi reali su di me. Mi chiedo se anche queste diminuiranno non appena ce ne andiamo da qua e non siamo più nella grazia del Maestro oppure lasceranno cicatrici – questi pensieri, queste battaglie che abbiamo avuto con il Potere Negativo?
IL MAESTRO: Il Satguru non abbandona mai il discepolo nemmeno per un istante. Lo accompagna sempre come un’ombra e non se ne allontana nemmeno per un istante. L’unica differenza è che c’è sempre un velo tra il Maestro e il discepolo. Finché il discepolo non ha amore e fede completi nel Maestro, non può vedere il Maestro camminare con lui e fare le cose per lui. Quando te ne andrai da qua, il Maestro non ti abbandonerà, sarà con te; se farai il tuo Bhajan e Simran con sincerità di cuore e se ricorderai questo viaggio sacro, allora sicuramente otterrai aiuto.
DOMANDA: Una volta qualcuno del gruppo di Baba Somanath mi ha detto che era importante stare attenti sull’utilizzo comune degli utensili da cucina o del cibo, di accertarsi di non prendere cibo dai piatti altrui, o cose simili. Puoi discutere di questo e dirci se è importante oppure no nell’ambito della propria famiglia?
IL MAESTRO: Al riguardo hanno pubblicato molto nella rivista Sant Bani.
Il Maestro Sawan Singh diceva: “Il meditatore non permetterà mai di mangiare dal suo piatto, perché se lo fa, dovrà darvi la sua meditazione e se permette a qualcuno di mangiare dal vostro piatto, allora dovrete prendere alcuni karma di quella persona, dovrete dare il beneficio della vostra meditazione”.
È un trucco della mente pensare che condividendo il cibo dallo stesso piatto o nutrendoci a vicenda, accresciamo l’amore tra di noi, non è vero. Ho visto in molti casi che un giorno si nutrono a vicenda e mangiano dallo stesso piatto, e il giorno dopo sono separati.
DOMANDA: Non so se questa sia un’esperienza comune per gli altri o meno, e so che non sono tenuto a focalizzarmi sul corpo in meditazione, eppure a volte sento la temperatura del corpo salire molto rapidamente, si scalda molto. Mi chiedevo se c’era qualche implicazione karmica o spirituale per questo fenomeno?
IL MAESTRO: Non accade a tutti, accade ad alcuni. Non a ha nulla che vedere con i karma. A volte accade questo quando non abbiamo molta pace di mente come dovremmo.
DOMANDA: Negli inni dei Maestri si menziona il bagnarsi nella polvere dei Piedi del Maestro. Dovremmo prenderlo figurativamente o alla lettera?
IL MAESTRO: Nei Bani i Santi e i Maestri hanno parlato molto di questa polvere e ne hanno sottolineato l’importanza.
La polvere in cui dobbiamo bagnarci si trova nella decima porta perché tutte le nove aperture, le nove porte sono rivolte all’esterno; la decima porta è quella che apre interiormente, così dopo aver trasceso queste nove aperture, quando entriamo nella decima porta, vediamo i piedi del Maestro. Dicendo di bagnarvi nella povere dei piedi del Maestro, si intende che una volta arrivati là, dovete bagnarvi, dovete abbandonarvi ai piedi del Maestro. È il Mansarovar, lo Stagno di Nettare in cui dovete bagnarvi, si tratta della medesima cosa.
Tulsi Sahib ha detto: “Un istante dopo l’altro portate l’attenzione al Centro dell’Occhio e mantenetela in quel punto. Purificate lo specchio del corpo e mente, abbellitelo con la vostra attenzione”. Solo se l’attenzione sarà diretta costantemente al Maestro, riuscirete a raggiungere i suoi piedi e a bagnarvi nella polvere dei piedi del Maestro, solo allora si manifesterà la luce in voi.
Noi ci inchiniamo alla povere dei piedi dei Maestri anche esteriormente, perché se non otteniamo la povere dei piedi del Maestri all’esterno, non veniamo ispirati a entrare nell’intimo e a bagnarci nella polvere interiormente.
Anche Guru Nanak Sahib ha detto: “O Nanak, chiedo quest’unico dono – per favore rendimi la polvere dei piedi dei Santi”.
Riuscire a raggiungere e a bagnarci nella polvere dei piedi dei Maestri è la reazione o il risultato dei nostri karma positivi ed è una cosa incredibile.
Esistono sessantotto luoghi di pellegrinaggio in India. Guru Ramdas ha scritto: “Tutti quei luoghi anelano la povere dei piedi dei Santi. Dicono: ‘In noi vengono a bagnarsi gli alcolizzati, le persone che hanno commesso karma negativi pensando di rimuovere la sporcizia dei peccati e li lasciano nella nostra acqua. Ma noi aneliamo la polvere dei piedi dei Maestri o dei Santi perché con un po’ di quella polvere tutta la nostra sporcizia, impurità e peccati saranno rimossi”.
Una volta espressi a Baba Bishan Dass il desiderio di andare a Hardwar. Gli dissi che desideravo tanto andare a bagnarmi in quel luogo sacro, nelle acque sacre di Hardwar. Baba Bishan Dass mi disse: “Non quest’anno, ti porterò l’anno prossimo, e verrò anch’io con te”. A quel tempo non mi resi conto di quel che Baba Bishan Dass mi avrebbe mostrato, ma ogniqualvolta i Maestri o i Santi dicono o fanno qualsiasi cosa, c’è sempre un profondo significato ed io non me ne resi conto. Perciò l’anno dopo quando mi portò ad Hardwar, arrivammo a notte fonda e non appena fummo arrivati, si presentò una donna la quale chiese a Baba Bishan Dass di lavargli i piedi e di permetterle di berne l’acqua. Baba Bishan Dass rispose: “No, non posso permettertelo perché non ho mediato così tanto e non sono ancora perfetto come tu pensi”. Benché lei insistesse molto e lo desiderasse a tutti i costi, Baba Bishan Dass fu molto deciso e non glielo permise, e poi la donna se ne andò. Non avevo mai visto quella donna venire da Baba Bishan Dass, per cui il mattino dopo domandai: “Chi era quella donna?”. Baba Bishan Dass mi disse: “È quel fiume Gange dove tu sei venuto a bagnarti. Molti peccatori e malvagi vengono a bagnarsi nelle acque del Gange, per cui lei viene inquinata da tutte le impurità e dai peccati della gente e anche lei anela la polvere dei piedi dei Santi per ottenere la liberazione”.
Prima che giungesse da Guru Nanak (quando era Bhai Lehna), Guru Angad Dev era devoto ad una dèa ed era una specie di capogruppo della sua zona. Soleva radunare la gente e portarla ad avere il darshan dell’idolo di quella dèa. Una volta accadde che entrò in contatto con un discepolo di Guru Nanak Dev il quale gli pose una domanda semplicissima: “Hai mai incontrato la dèa di cui cerchi sempre il darshan e vai a visitare i templi?”. Bhai Lehna rimase molto sorpreso. Fino ad allora nessuno gli aveva posto una domanda simile ed era preoccupato perché non aveva mai incontrato quella dèa e le era molto devoto. Rispose: “No, non l’ho mai incontrata”.
Allora il discepolo di Guru Nanak gli disse: “D’accordo, questa volta quando vai a visitare il tempio della dèa, fermati in un luogo chiamato Kartarpur (dove viveva Guru Nanak ed era sul tragitto per il tempio)”. Il discepolo gli disse: “Dovresti andare a vedere il mio Maestro, Guru Nanak, e allora saprai se quel che fai è corretto o no”. Quando Bhai Lehna, accompagnato da altri devoti della dèa, arrivò a Kartarpur e incontrò Guru Nanak, rimase impressionato. Disse ai suoi amici: “Stanotte non verrò con voi; continuate voi il viaggio, io rimarrò qui”. Rimasto con Guru Nanak, alle tre di notte vide una donna che spazzava il pavimento della casa di Guru Nanak. Rimase sbalordito di vedere quella donna lì perché era di buon mattino ed era fuori luogo pulire il pavimento, eppure lo faceva con sincerità di cuore. Allora Bhai Lehna le si avvicinò e le domandò chi fosse e che cosa stesse facendo. Rispose: “Sono quella dèa di cui tu sei devoto e sto implorando alla porta di questo grande Santo perché anelo il corpo umano affinché possa praticare la devozione del Naam e ritornare al piano del Signore Onnipotente dal quale la mia anima si separò”.
Udito questo, Bhai Lehna fu sconvolto e allora si rese conto che la devozione che aveva praticato, non era corretta e che avrebbe dovuto praticare il Sentiero di Guru Nanak. Domandò alla dèa: “Fino ad ora ti sono stato molto devoto eppure tu non mi hai dato il darshan, mentre oggi ti ho vista. Qual è il motivo? Perché non mi hai dato prima il tuo darshan?”. Rispose: “Sono sempre qui a mendicare alla porta di Guru Nanak, come potrei andare a dare il darshan a qualcun altro? Quando io stessa anelo la liberazione, come posso darla agli altri?”.
Quando Bhai Lehna vide questo, ottenne l’iniziazione da Guru Nanak e poi ne diventò il discepolo gurumukh.
Solo se avremo fede nel Maestro esteriormente, avremo altresì una fede interiore per Lui. Solo se avremo amore per la polvere esterna del Maestro, desidereremo con ardore la polvere interiore e riusciremo a entrare nell’intimo.
Soltanto coloro che meditano, amano i piedi del Maestro e soltanto loro stimano e rispettano la polvere dei piedi del Maestro.
DOMANDA: Apprezzo moltissimo i video dei giri di Sant Ji, ho l’opportunità di vederti e mi chiedevo se quando ti guardiamo in televisione sul video, riceviamo il tuo darshan come quando avviene esteriormente?
IL MAESTRO: Dipende dalla fede degli amati. Per lo meno ricordi, è ottimo che gli amati abbiano predisposto questo, è ottimo per te.
DOMANDA: Nell’ultimo darshan ci hai detto che sta al Satguru farci tornare per un’altra nascita. Una volta in passato hai dichiarato che anche se meditiamo poco, quando moriremo, non ritorneremo e che non dovremmo pensare di ritornare, perché andremo laddove pensiamo di ritornare. Se così è, se abbiamo piena fede nella competenza del Maestro che non ritorneremo, ci incarneremo di nuovo? Inoltre, se abbiamo fede nel Maestro che ci porterà direttamente a Sach Khand, lo farà davvero?
IL MAESTRO: Sì, la nostra anima otterrà beneficio in accordo alla fede che nutriamo per il Maestro: soltanto coloro che avranno fede nel Maestro, saranno liberati sicuramente.
Il Satguru non vuole che i discepoli ritornino nel mondo a fronteggiare di nuovo i problemi; non vuole mai questo. Vi dico questo ed è la verità: il Maestro vuole che il discepolo compia il suo lavoro in questa nascita e torni a Sach Khand.
Vi sono alcuni rari casi in cui il satsanghi o l’iniziato ottiene un’altra nascita. Succede solo quando l’iniziato contrae o sviluppa molti karma negativi e quando il Satguru vede che non c’è altra via d’uscita.
Se sappiamo quel che si intende per “fede”, allora la nostra pigrizia è fuori discussione. Non saremo mai forviati nella nostra devozione dalla lussuria, non avremo mai pensieri negativi, non avremo mai periodi di aridità. Non avremo mai nessuna di queste cose. Quando serbiamo fede per cui il Maestro non è un essere umano, viene mandato nel corpo umano solo per la nostra liberazione, solo per insegnarci e Lui è competente – Lui ci riporterà sicuramente a Sach Khand e noi dovremmo obbedire ai suoi comandamenti. Se abbiamo tutte queste cose in mente, allora non esiste potere sulla terra che possa riportarci nel mondo; dato che ogni cosa è nelle mani del Maestro e Lui non vuole mai che torniamo nel mondo, allora la possibilità di ottenere un’altra nascita è fuori discussione.
È una cosa molto sottile, eppure complicata, molto difficile da capire, che il Potere Negativo ha le corde di tutte le anime nelle sue mani, ma quando il Maestro ci dà l’iniziazione, a quel tempo prende le corde delle anime che ha iniziato dal Potere Negativo e connette o unisce quelle corde a Sach Khand.
Soltanto quelle anime il cui tempo è venuto e che sono scelte da Dio per la liberazione, vanno nella compagnia dei Santi e ne traggono giovamento. Le altre anime, non importa per quanto siano a conoscenza di un Santo, non possono mai entrare in contatto con Lui.
La distanza non fa alcuna differenza; se qualcuno vive oltre i sette oceani o lontanissimo dal Maestro, se è scritto nel suo destino di ottenere il Naam e di venire dal Maestro, troverà la propria strada per arrivare dal Maestro. Se non è scritto nel destino di una persona di ottenere l’iniziazione dal Maestro, anche se vive vicinissimo al Lui, non avrà fede in lui e non otterrà mai l’iniziazione.
Il Maestro Sawan Singh Ji diceva: “Finché il velo è tirato nell’intimo, noi diciamo che andiamo al Satsang, che siamo venuti dal Maestro e poi che lui ci ha iniziato, che abbiamo meditato e facciamo questo e quello. Ma una volta sollevato il velo, ci rendiamo conto che non stavamo facendo nulla, di fatto il Maestro faceva ogni cosa. Era il Maestro a portarci da lui, era lui a farci meditare, era lui a portarci al Satsang, era lui a ispirarci a fare ogni cosa. Solo allora ci rendiamo conto che lui fa ogni cosa e che noi non siamo nulla”.
Solo quando il velo interiore viene sollevato, ci rendiamo conto di come opera la barca del Naam dei Santi e di come stanno trattando nella mercanzia del Naam. Come disse Tulsi Sahib: “I Maestri portano la barca del Naam – in questo mondo mortale – portano il frutto del Naam nella loro barca e lo danno alla gente. Dopo aver dato il frutto, portano le persone sulla loro barca e le riportano a Sach Khand”. Capiamo tutte queste cose solo quando il velo interiore è sollevato.
DOMANDA: Non sto cercando per niente di essere insolente nel fare questa domanda e se non è appropriata, allora la ritirerò, ma c’è un modo in cui il Maestro può descriverci Sach Khand?
IL MAESTRO: Penso che sarebbe molto meglio per te andare là a vedere piuttosto che chiedermi come sia, perché sei stato posto sul Sentiero e se lavorerai duramente, se ti sforzerai, il Maestro ti aiuterà sicuramente ad arrivare là.
Al riguardo il Maestro Sawan Singh citava un esempio meraviglioso. Diceva che il Taj Mahal è un monumento meraviglioso in India e se vogliamo confrontarne la bellezza, se vogliamo darne l’esempio o se vogliamo dire che il Taj Mahal assomiglia a questo o a quell’edificio – non esiste nessun edificio al mondo o monumento in India con cui paragonare il Taj Mahal. Quando non possiamo paragonare le cose terrene, allora come possiamo dare qualche esempio per spiegare o per descrivere la bellezza di Sach Khand. È qualcosa che vale la pena sperimentare.
Quando il Maestro Sawan Singh andò ad Agra, lo accompagnava una ragazza che entrava interiormente. Il Maestro Sawan Singh le chiese se avesse mai visto un palazzo o un edificio meraviglioso nell’intimo. Lei rispose: “Qualunque cosa veda nell’intimo è talmente stupenda che a confronto questo Taj Mahal è proprio come un gabinetto”.


da "Quaderni sulla Sant Mat", pagina 2


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