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 "I Santi hanno un cuore di cera" - Sant Ajaib Sing
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Inserito il - 03 Dicembre 2004 :  14:15:38  Visualizza profilo  Modifica messaggio  Rispondi citando  Visualizza l'indirizzo IP dell'utente
"I Santi hanno un cuore di cera"

Sant Ajaib Singh Ji


questi tre discorsi di bhajan furono dati dal 27 dicembre 1985 al Villaggio 16 PS, Rajasthan, India

27 dicembre 1985
Bellissimi, tutti i vostri bhajan sono stati dolcissimi. Sono molto grato all’Onnipotente Misericordioso Kirpal, il quale ci ha dato quest’opportunità di cantare le Sue lodi.
In uno dei bhajan si canta che non è possibile narrare la storia dell’amore del Maestro. Anche Kabir Sahib disse che un sordomuto non può parlare e quindi non può dirci la dolcezza dei dolci. Può solo esprimere la sua gioia danzando, farci capire la dolcezza dei dolci attraverso le azioni. Allo stesso modo, non è possibile descrivere a parole l’amore e la grazia del Maestro, ciononostante quando i Santi e i Mahatma ottennero l’inebriamento dell’amore del loro Maestro, cercarono di comunicarlo alla gente. Tentarono di esprimere i loro sentimenti attraverso poemi e bhajan.
Ci dissero altresì quali difetti abbiamo, e che questo mondo è pieno di sofferenze; nessuno è felice nel mondo. Ci dissero: “Sono un peccatore, ho queste manchevolezze”. Ci dissero come il Maestro ha elargito loro la grazia e come il Maestro non si è preso cura del proprio corpo o salute, tuttavia, avendo riportato l’anima alla Vera Casa, ha lavorato molto duramente. È venuto misericordiosamente nel mondo e ha assunto la forma umana solo per il bene dei discepoli.
Dunque nei bhajan i Santi e i Mahatma hanno cercato di esprimere l’amore per il loro Maestro, hanno tentato di parlarci dell’importanza del Maestro e della sua grandezza.

30 dicembre 1985
Tutti i vostri bhajan sono stati bellissimi, dolcissimi. È stato molto amorevole sentirli tutti. È un momento assai piacevole ed è unicamente per grazia del Supremo Padre Kirpal che siamo in grado di sedere nella sua rimembranza – e nella sua rimembranza riusciamo a dire alcune parole sulla sua gloria.
Senza dubbio il Satguru deve portare tutte le anime che ha iniziato a Sach Khand - perché Lui è la dimora della grazia, il re della grazia, l’oceano della grazia. Ma chi è coraggioso? Solo chi lotta con la mente, i sensi, e, dopo essersene liberato, va nell’intimo e manifesta il Maestro dentro di sé. Solo chi vede il Maestro nell’intimo durante la propria vita, è coraggioso.
Sapete che se qualcuno vi dice: “Liberate la mente e i sensi; permettete loro di fare quel che vogliono. Mangiate, bevete e divertitevi, accondiscendete ai piaceri mondani!”, allora tutti andranno a inchinarsi ai piedi di una simile persona e tutti la seguiranno. Ma se qualcuno vi dice di proteggervi dalla mente e dai sensi, di non diventarne schiavi, di lottare con loro – su milioni troverete solamente poche persone che andranno da lui. E di coloro i quali seguono quel Maestro che ci insegna ad affrancarci dalla mente e dai sensi, troverete solamente poche persone – forse una o due su centinaia e migliaia – che lotteranno con sincerità con la mente ed i sensi.
Nei Satsang il Maestro Sawan Singh Ji diceva spesso che se qualcuno vi dice che in America vi danno gratuitamente la terra e che ottenete tutti i piaceri e le cose senza pagare, allora tutti gli indiani, da tutto il mondo vorranno andare là. Ma quando il Maestro ci dice: “Avete sofferto nel mondo. Ogniqualvolta siete venuti nel mondo, avete sempre sofferto la nascita e la morte. Dio Onnipotente, che state cercando, è dentro di voi. Venite da noi e vi mostreremo come realizzare Dio, venite e vi faremo incontrare Dio” – quando i Maestri ci dicono di andare da loro e di seguire le loro istruzioni, noi non siamo disposti ad andare in quella direzione.
Il Maestro Sawan Singh Ji soleva menzionare spesso la Russia. Diceva: “Che cosa succede là? Lavorate duramente, fate soldi, mangiate, bevete e vi divertite, e poi vi preparate per l’inferno”.
È tutto dovuto alla grazia del Supremo Padre Kirpal che venne in quest’Età del Ferro, ci diede l’iniziazione e ci permise di ricordarlo. Lui venne a rinfrescare i nostri cuori accaldati.
Sarebbe uno sciocco chi dice che il suo cuore è in pace – sapete che a causa della lussuria, il cuore si scalda, quel senso si accalora e per adempiere quel desiderio, per rinfrescare il nostro cuore, utilizziamo quel senso e, anziché ottenere qualche soddisfazione, il desiderio aumenta. Allo stesso modo, per soddisfare il desiderio di avidità, per rappacificare quel senso di avidità, inganniamo gli altri, facciamo ogni cosa nel mondo e, anziché ottenere soddisfazione o appagamento, i desideri aumentano.
Attualmente siamo come bambini. I bambini non apprezzano o non sanno quel che stanno facendo i genitori, che sia positivo o negativo per loro. Anche se i genitori sanno quello di cui i bambini hanno bisogno e fanno del loro meglio per dare cose buone ai figli, tuttavia essi non lo apprezzano perché sono bambini e non hanno quella comprensione. Similmente, su questo Sentiero dei Maestri noi siamo come bambini. Non sappiamo i benefici della meditazione sul Naam, quel che otteniamo con la meditazione sul Naam. I Maestri conoscono pienamente il Naam, per cui ci dicono sempre di meditare sul Naam. Tuttavia siamo bambini e quindi non sappiamo come apprezzare questo o quali ne sono i benefici. Guru Nanak Dev Ji Maharaj disse: “Mi sacrifico per coloro che meditano sul Naam in quest’Età del Ferro”.
Guru Arjan Dev Ji Maharaj disse: “Chi sono i nostri veri parenti? Chi sono i nostri cari? Chi sono i nostri amici? Soltanto coloro incontrando i quali i nostri cuori si rinfrescano e con i quali otteniamo il desiderio di praticare la devozione di Dio. Tali Santi, tali Maestri sono rari nel mondo”.
Dice: “Quando li guardo, tutte le mie qualità negative scompaiono. Sono i nostri veri Amici. Ho cercato tali cari, tali Amici in tutto il mondo ma ne ho trovati soltanto pochissimi che hanno manifestato il Naam nell’intimo”.
Guru Arjan Dev Ji Maharaj era talmente inebriato dal Maestro, nutriva un amore talmente grande per il Maestro proprio come le onde sorgono nell’oceano. Parimenti l’amore per il suo Maestro prorompeva nell’intimo di Guru Arjan Dev. Infatti disse: “Coloro che hanno avuto il darshan del Maestro, hanno avuto buon esito nelle loro vite”.
Ecco perché ringrazio tutto il tempo il Supremo Padre Kirpal, il Signore Kirpal. Perché come abbiamo fatto a imparare a praticare la devozione? È stato solo per sua grazia che Lui ci ha insegnato a praticare la devozione per Dio. Noi non sapevamo come lottare con la mente. Lui ci ha insegnato a lottare con la mente, poiché la mente porta sempre tutte le forze di fronte a noi. A volte manda la forza della lussuria e ci attacca con quella. A volte utilizza l’ira, l’avidità, l’attaccamento e l’egoismo per combattere contro di noi. È tutto dovuto alla grazia del Supremo Padre Kirpal che ci ha dato la conoscenza dello Shabd Naam e, armandoci con le armi dello Shabd Naam, ci ha permesso di combattere con la mente.
Kabir Sahib disse: “Finché serbate lussuria, ira ed egoismo dentro si voi, non importa che siate un erudito o un illetterato”.
Dunque dovremmo ringraziare Dio Onnipotente perché ci ha dato quest’opportunità di praticare la sua devozione – specialmente in questo periodo in cui l’inquietudine prevale in tutto il mondo.

2 gennaio 1986
Bellissimi, tutti i vostri bhajan sono stati bellissimi, molto dolci. Sono stato felice di ascoltarli, sono molto contento di cantare la gloria di quel grande Kirpal.
Noi tutti sappiamo quanto il Maestro Sawan Singh amasse il suo Maestro e ne fosse innamorato. E sappiamo pure dell’amore del Maestro Kirpal per il suo Maestro, come ne era innamorato. Possiamo verificarlo molto bene nei bhajan che ha scritto.
Tutti i Santi, tutti i Maestri hanno amato i loro Maestri, ne sono stati innamorati; erano veri amanti del Maestro. Il Maestro Sawan Singh Ji diceva che quando il vero amante vuole versare lacrime nell’amore e nella rimembranza del Maestro, che cosa fa? Attizza le ceneri di un fuoco per far uscire il fumo. La gente vede le lacrime uscire dagli occhi e crede che sia a causa del fumo. Ma di fatto sta piangendo nell’amore e nel dolore della separazione dal suo Maestro. In quel modo, nel ricordo del Maestro con le lacrime, il vero amante alleggerisce il proprio cuore.
Guru Arjan Dev Ji Maharaj dovette compilare il Guru Granth Sahib solo perché in quei giorni i familiari dei Guru sikh precedenti avevano incominciato a interpretare male gli scritti dei grandi Maestri che avevano lasciato il corpo. Quelle famiglie, che non avevano ricevuto dai Maestri l’ordine di dare l’iniziazione o di continuare il lavoro dopo di loro, avevano incominciato ad alterare gli scritti dei Guru precedenti. Utilizzando quegli scritti, dicendo di esser stati loro gli autori, li distribuivano usando il loro nome e in quel modo usavano in modo improprio gli scritti dei Guru precedenti. Soprattutto Prithi Chand, il figlio di Guru Ramdas, fece molto questo. Anche suo figlio, Meherban, non fu da meno di suo padre; ambedue usarono impropriamente gli scritti dei Guru precedenti. Ecco perché Guru Arjan Dev Ji pensò: “Questi sono i sacri insegnamenti dei grandi Maestri. Non dovrebbero essere interpretati male, non vanno perduti”. Quindi compilò i bani, gli scritti di tutti i Guru che lo precedettero. Raccolse anche i bani di altri Santi e Mahatma che erano pervenuti a uno stadio elevato, che erano diventati Param Sant. Da qualunque fonte riuscisse, raccolse gli scritti di quei grandi Santi e devoti che erano pervenuti a uno stadio elevato, e li compilò nel Guru Granth Sahib.
Ho scritto molti bhajan e nei primi non indicai il mio nome o il nome del Signore Kirpal, perché non volevo farlo. Ma scoprii che la gente rubava quei bhajan. Scrivevano i loro nomi nei bhajan e dicevano di esser stati loro gli autori. Allora quando incominciarono a far questo, dovetti indicare il mio nome e anche il nome del Signore Kirpal affinché altri non potessero appropriarsi di quei bhajan.
Russell Perkins ha lavorato molto duramente per compilarli in un libro. E anche qua in India Pappu ha lavorato duramente per pubblicarli in un libro affinché i devoti avessero qualcosa da leggere ed esprimessero quel che c’è nel loro cuore – poiché non esiste altro modo per i discepoli per manifestare quel che hanno nel cuore ad eccezione del canto dei bhajan scritti dai perfetti Maestri.
Anche Kent Bicknell ha lavorato molto duramente per rendervi disponibili questi bhajan. Li ha trascritti e traslitterati tutti con l’aiuto di Pappu.
L’anno scorso all’inizio di novembre, come voi tutti sapete, l’India ha vissuto un momento difficilissimo (n.d.t. Sant Ji si riferisce ai tumulti a seguito dell’assassinio di Indira Gandhi). Non nella città di Delhi, ma in tutta l’India è stato molto difficile. La gente apprezza ancora le carote e le radici, ma non ha dato alcun valore alle teste degli uomini ed hanno ucciso gli uomini come se nulla fosse. Ero andato a Sirsa con un gruppo e quando stavo tornando, mi furono dette tutte queste cose che accadevano nel paese. Mi commossi moltissimo e mi sentii molto turbato e triste nel cuore. Si rattristano, rimangono turbati soltanto coloro che hanno un cuore da essere umano. La gente ha cuore però il cuore dei Santi è come un cuore di cera che si scioglie molto facilmente. Ogniqualvolta sentono parlare di sofferenza o di difficoltà, il loro cuore si scioglie subito.
Ajeet Singh era con me e guidava la macchina mentre io ero seduto sul sedile posteriore. Sentivo un estremo dolore, fu molto difficile per me e a quel tempo feci questa preghiera all’Onnipotente Kirpal; scrissi questo bhajan. “La felicità è scomparsa – chi condividerà il dolore? Vieni, ascolta, o amato Kirpal! A chi altro posso dire il mio dolore?”. (Hoya sukh ole).
Ogni singola parola di questo bhajan eruppe dal cuore che soffriva moltissimo a quel tempo e il Signore Kirpal elargì la grazia e prestò ascolto a questa preghiera, a questa supplica. Elargita la grazia ai cuori spietati degli uomini, riversò misericordia, grazia e clemenza nel cuore degli uomini. Pose fine a tutte quelle uccisioni, a tutta quella violenza e la pace prevalse dappertutto.
Ho detto spesso che se non andate nell’intimo, se non avete raggiunto Daswan Dwar, non dovreste mai cercare di scrivere poesie, poiché quel che scrivete non fa parte della vostra esperienza e chiunque lo leggerà, non sentirà alcun effetto. Voi siete aridi e tale rimarrà anche la persona che legge il vostro scritto. Ma se avete raggiunto Daswan Dwar, qualunque preghiera offriate al Maestro, qualunque poesia scriviate per il Maestro, lo fate dopo averlo visto e ogni singola parola, ogni singola preghiera avrà una risposta.
Oggi perché gli ipocriti sono popolari e perché l’ipocrisia prevale dappertutto? Solo perché la gente usa la mente e l’intelletto per scrivere i libri, e perché la gente crede moltissimo nella lettura di quei libri. Anche molti satsanghi vengono forviati leggendo quei libri. La gente scrive molti libri voluminosi e gli altri li leggono rimanendone assai impressionati. Ma non verificano se la persona che ha scritto quel libro voluminoso ha costruito la propria vita, se ha mantenuto un buon carattere, se ha meditato o si è sacrificato per Dio per venti o trent’anni della sua vita. Non prestiamo alcuna attenzione allo scrittore, ma siamo impressionati dagli scritti. Ecco perché non otteniamo alcun effetto – perché la persona che ha scritto quel libro, lo ha fatto usando la mente e l’intelletto. Non facendo parte della sua esperienza pratica, può solo impressionare la nostra mente senza lasciare alcun impatto sull’anima; essendo lui arido, anche noi rimaniamo aridi.
Ecco perché il Maestro Kirpal diceva sempre che se sedete vicino al ghiaccio dove sta soffiando vento, sentite aria fresca e se sedete accanto al fuoco, sentite aria calda. Allo stesso modo, otterrete l’impressione dell’autore di cui leggete gli scritti. Se ha scritto in base alla propria mente e intelletto, otterrete solo quell’impatto. E se nell’intimo, è puro, se ha meditato, otterrete anche quell’impatto. Il Maestro Sawan Singh diceva: “Entrate interiormente e rendetevi conto da voi stessi come quegli autori, i cui libri sono popolarissimi nel mondo, vengono tribolati negli inferni e qual è la loro vera posizione nei piani interiori”. Per questo diceva sempre che non dovreste scrivere nulla finché non entrate interiormente e non avete raggiunto Daswan Dwar.

da "Quaderni sulla Sant Mat" - pagina 8

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