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Surat Shabd Yoga
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 "Gettate il grande seme di Dio"
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499 messaggi
Inserito il - 02 Luglio 2008 :  04:43:43  Visualizza profilo  Modifica messaggio  Rispondi citando  Visualizza l'indirizzo IP dell'utente
"Gettate il grande seme di Dio facendo il vostro lavoro"
9 settembre 1970
dal libro "La luce di Kirpal"

DOMANDA: Va bene se per meditare non ci sediamo su una sedia?
IL MAESTRO: Il modo migliore di sedersi è con la spina dorsale dritta. Non ci dovrebbe essere alcuna tensione nel corpo; è il modo naturale, vedete. Nello yoga se vi mettete nella posizione del loto, avvertite tensione, mentre questa è una via diversa, naturale. Sedetevi semplicemente nella posizione per voi più comoda, solo che la spina dorsale dovrebbe essere dritta, ecco tutto, senza tensioni nel corpo, nel collo o altrove. Sedetevi sul pavimento, su una sedia, dove volete. Ma una volta adottata una posizione, non cambiatela, ecco tutto.
DOMANDA: Se momentaneamente ci stanchiamo e ci appoggiamo allo schienale della sedia, è sbagliato?
IL MAESTRO: L’unica cosa è che non dovreste addormentarvi, ecco tutto. A volte vi sedete, vi rilassate, magari vi sentite assonnati… perché siete del tutto rilassati.
DOMANDA: Durante la meditazione esiste un tipo di distrazione migliore di un altro? Per esempio, se d’un tratto la mente incomincia a pensare al Maestro e al suo lavoro, a quel che egli dice e così via, questo tipo di distrazione è migliore rispetto ad altri?
IL MAESTRO: Comparativamente è un po’ meglio, ma non molto. Perché vi distraete all’esterno? Perché non andate nell’intimo e guardate? Se sto solo parlando con voi, in piedi all’esterno e poi entro interiormente e vi vedo… quale delle due cose è meglio? La Sua dolce rimembranza va benissimo, sedetevi e pregate, questa è una cosa giusta, creerà un’atmosfera positiva con cui iniziare. La mente ha un modo curiosissimo di distrarci dalla meta. Potete parlare del Maestro, va benissimo – Egli è questo, Egli è quello – bene, ma ci sono già tanti pensieri. Dovete vederlo; vedere è meglio che pensare. L’unica cosa è sedere con attenzione fissa; Egli è completamente solo. Vuole che ognuno vada da Lui completamente solo… per non parlare di tutti i pensieri mondani e anche del corpo o dell’intelletto. Lasciateli, andate direttamente da Lui, andate nel Suo grembo. Allenandovi riuscirete a farlo, ovviamente dopo un po’ di tempo. Ma l’uomo perso nella conoscenza libresca è come in un deserto; non esiste via d’uscita. Dobbiamo fare una riflessione e capire: «Bene, caro amico, Egli è dentro di te, va’ nell’intimo». L’intelletto usato per quello scopo va bene, ma una volta che avete capito, fatelo. Una volta che avete capito qualcosa, è sufficiente: a quel punto non rimane che metterla in pratica, non è vero?
DOMANDA: Questa è la parte difficile.
IL MAESTRO: È ciò che è richiesto. Il tempo vola. La mente cerca di distrarvi dalla meta. Ci proverà, in un modo gentilissimo, dirà: «Sto parlando del Maestro», perché non mi ascolti? La rimembranza del Maestro va benissimo. Quando svilupperete la ricettività, avrete una radiazione e ne godrete l’effetto. Ma essa verrà solo quando ci sarà ricettività. Si sviluppa solo quando siete lì, senza nulla tra voi e il Maestro, nemmeno i pensieri; si tratta di una cosa pratica. Kabir disse: «Il tuo Maestro può vivere al di là dei sette oceani mentre tu vivi da questa parte. Volgi a Lui la tua attenzione». La vostra attenzione è tra voi e Lui; null’altro dovrebbe interferire. Allora riceverete quella radiazione da centinaia e migliaia di chilometri.
DOMANDA: Come puoi sapere, eravamo qui l’anno scorso, poi siamo tornati a casa e ora che siamo di nuovo qui, posso parlare per me (ma penso anche per mia moglie), all’improvviso le meditazioni sono ancora una volta migliori di quanto non lo fossero a casa.
IL MAESTRO: Naturalmente, il punto è che non possiamo sottovalutare l’effetto che produce l’atmosfera della presenza del Maestro. Ma se svilupperete ricettività, godrete di quell’effetto anche da migliaia di chilometri di distanza. Similmente quando meditate, non ci dovrebbe essere nessun altro pensiero, nemmeno di voi stessi: a quel punto sarete ricettivi.
DOMANDA: Qui all’ashram non siamo condizionati da pensieri che giungono dall’esterno. Siamo isolati e non recepiamo le notizie del mondo. Non c’è gente che entra a spettegolare o cose simili, è molto più facile.
IL MAESTRO: Che cosa disse Cristo? «Ritiratevi in voi stessi». Che cosa intendeva?
DOMANDA: Bene, di concentrarsi qui [indicandosi la fronte], ne sono sicuro.
IL MAESTRO: O lì o… se volete vedere quel giornale, ve ne darò uno. Per un po’, capite, è una specie di allenamento. Per un po’, diciamo una settimana, dieci giorni, un mese circa. Se sarete devoti con regolarità giorno per giorno, col tempo vi svilupperete. Ad ogni modo quando andate da un Maestro, la cosa migliore per voi è di fare semplicemente l’uso più appropriato del tempo: dedicate più tempo sviluppando ricettività. A casa vostra avete troppa carne al fuoco, qui penso che ne abbiate molta di meno. Sta a voi metterne molta o poca, come ora.
DOMANDA: Uno dovrebbe, suppongo, togliere gradualmente questa carne dal fuoco mentre la vita scorre, piuttosto che non toglierla o addirittura aggiungerne altra.
IL MAESTRO: Vi dico, se lo lasciate alla mercé della mente, quel tempo non arriverà mai. Il lavoro della mente è di eccedere.
DOMANDA: Alcuni di noi sono più inclini a usare la mente, non è vero? Intendo dire, astrologicamente alcune persone sono più inclini alla sfera mentale e hanno un fardello più grande da sopportare?
IL MAESTRO: Il loro progresso ulteriore sarà ritardato. Se per un po’ dovete fare qualcosa, fatela e vedete. Il nostro compito è di vedere Dio. Per esempio, entrate interiormente e prima di tutto contemplatelo, poi potrete fare quello che volete. Prima che ciò accada però incominciamo a fare tante cose, ecco tutto. Ogni giorno dovremmo riservare del tempo per quello scopo; un giorno, dieci giorni, sarebbe un enorme fattore d’aiuto. Riservate del tempo per quello scopo. Se non è un giorno o due, che siano almeno alcune ore durante la giornata, forse due, tre ore: distaccatevi semplicemente dall’esterno. Rinchiudetevi in una stanza e allora nessuno vi disturberà. Ovviamente questo viene con l’allenamento, non esistono scorciatoie per questo.
DOMANDA: Dobbiamo sedere perfettamente calmi? Per esempio ho notato che quando il cantore canta per te o ti ascolta mentre parli, a volte ondeggia avanti e indietro. È permesso questo?
IL MAESTRO: Ti assicuro, se penserai al corpo, ti verrà da oscillare. Se non gli presterai attenzione, non lo sentirai.
DOMANDA: Anche se ondeggio?
IL MAESTRO: Non lo sentirai. Oscillerai, ma se non penserai al corpo, non lo avvertirai.
DOMANDA: Capisco, sì.
IL MAESTRO: Ecco perché dico sempre di fissare semplicemente lo sguardo nel mezzo di qualunque cosa vi sia davanti e di fronte; non qui (indicando la fronte), perché qui il corpo si sveglierà. L’uomo sviluppa queste cose con la concentrazione. Dunque non esiste una scorciatoia per la concentrazione fuorché concentrarsi, concentrarsi e poi concentrarsi, così ci riuscirete.
DOMANDA: Ci sono alcuni esercizi semplici che possiamo fare per accrescere la concentrazione?
IL MAESTRO: Fate una cosa per volta, interamente e solamente, vi aiuterà. Se siete al lavoro, lavorate e basta. Quando ero in ufficio, lavoravo senza nemmeno sapere chi fosse seduto di fronte a me. Focalizzavo tutta la mia attenzione e il lavoro veniva svolto [schiocca le dita due volte] in pochissimo tempo. Occorre allenamento; quando pregate, imparate ad assorbirvi completamente nella preghiera, ecco la risposta. Pregare, recitare preghiere, eccetera, sviluppa un’atmosfera per un po’. Quando ottenete la giusta atmosfera, fate semplicemente il vostro lavoro.
DOMANDA: Raccomanderesti dunque di incominciare a meditare con una preghiera?
IL MAESTRO: Pensate al Maestro, al Dio in Lui; non al Maestro, ma al Dio in Lui, capite. Il Dio in lui. Ciò creerà un effetto di pace, una carica. Sedetevi, pregate e andate nell’intimo. Una volta posi una domanda al mio Maestro, proprio all’inizio del discepolato: «Maestro, se siamo del tutto tagliati fuori dall’esterno e tu non sei apparso nell’intimo, che cosa dovremmo fare in quel frangente?», era una domanda estremamente pratica.
Mi disse: «Ascolta, gli uomini pensano ai loro simili, agli amici – in quell’intervallo è negativo pensare al Maestro?».
Dopo qualche tempo, di nuovo, gli chiesi: «Che cosa dovrebbe fare un uomo?».
Rispose: «Se il Maestro che vuoi incontrare è seduto interiormente, che tu pensi a Lui o meno, lo troverai entrando interiormente».
Questi due punti furono chiariti tantissimo, capite? Prima, pregate. Quando riuscite a pensare a tantissime cose, perché non pensate al Maestro? È molto meglio: come pensate, così diventate; però non è ancora sufficiente - entrate interiormente e guardatelo. Venite alla porta, entrate nell’intimo (voi sapete come), lo troverete.
DOMANDA: Sai, c’è una nota di consolazione in quel che hai appena detto, ossia che c’è stato un periodo della tua vita in cui non potevi vedere il tuo Maestro.
IL MAESTRO: All’inizio quando andai da Lui, per i primi due o tre giorni, ve lo assicuro, non vi fu subito un’intensa radiosità. Prima di incontrarlo mi aveva guidato interiormente per sette anni. Quando era seduto là come un uomo e diceva: «Entra nell’intimo», lo avevo già fatto sette anni prima. Lui era con me. A volte gli ponevo una domanda di ordine generale, solo per risolvere i dilemmi altrui. Per me non era così male, dato che avevo delle esperienze; ma gli chiesi che cosa avrebbero dovuto fare le persone nel frattempo, quelle che avevano appena incominciato. Disse: «È negativo pensare al Maestro?».
DOMANDA: Bene, non si applicava a te allora. Era una domanda teorica?
IL MAESTRO: Sì, solo una domanda teorica.
DOMANDA: L’hai cercato per tutti i sette anni prima di incontrarlo in carne ed ossa?
IL MAESTRO: No, no. Quando mi sedevo a meditare, potevo volare in altri luoghi con Lui. In quei giorni c’era la Guerra Mesopotamica, vedete, era il 1914-1917. Nei viaggi interiori Lui era con me. Venivo altresì guidato nella vita esteriore.
DOMANDA: Eri stato con Sawan Singh in una vita precedente?
IL MAESTRO: Vedete, quel Potere opera attraverso tutto - non nella stessa forma, ma è presente. Naturalmente l’uomo è in formazione. Supponi che io lo sia stato o meno, ti sarà d’aiuto? Il Potere di Dio opera, l’uomo è in formazione: alcuni hanno di più, altri non sono ancora pronti, però tutti hanno la stessa Meta. Ogni Santo ha un passato e ogni peccatore un futuro; c’è speranza per tutti. Il fatto è, vedete, che un uomo forte si rivela nella sua forza mentre quello più debole si chiede come l’abbia ottenuta. Le domande possono essere chiarite con pochissime parole, con parole semplicissime. Ma per l’uomo che è sulla Via, bene, il Maestro lo guida e basta, capite? Altri dicono: «Come si può fare?». Il fattore tempo è una necessità, vi assicuro. Quando ero bambino, studiavo alle elementari in terza classe. Vidi un uomo che teneva una conferenza e pensai: «Che pronuncia! Da dove vengono tutte le sue parole, da dove le prende?», pensavo come un bambino di terza classe. Pensavo che fosse meraviglioso. Ora mi sembra normale, non è vero? Dunque il fattore tempo è una necessità. Coloro che sono più pronti, si svilupperanno con maggiore velocità. Come vi ho detto ieri, anche quelli che non sono pronti, devono solo incominciare ora ed essere regolari: obbedite ai comandamenti del Maestro, vivete in base a quel che dice, e sarete in grado di superare quell’uomo che a causa del suo passato non si attiene completamente alle sue parole, ecco tutto. Non esistono regole categoriche al riguardo. Ma questa è la cosa più elevata che dobbiamo compiere. L’ideale principale, la massima idea è di conoscere Dio, vederlo. Nel corpo umano potete vedere Dio.
DOMANDA: Sacrificare ogni cosa per quello?
IL MAESTRO: Anteponete Dio a tutto, le altre cose seguiranno. Fate del vostro meglio per il bene degli altri. Senza egoismo, senza nascondere. Il sé si espanderà. Ciò vi aiuterà, ringraziando Dio! Se aiuterete gli altri, sarete aiutati. Se consolate gli altri, sarete consolati. Se non permetterete a nessuno di morire di fame, penso che si prenderanno cura di voi.
DOMANDA: Ma credo che prima tu abbia dichiarato che non siamo nella posizione di aiutare nessuno finché non ci realizziamo spiritualmente.
IL MAESTRO: Nella via spirituale è così; nel mondo fate del vostro meglio. Un uomo dovrebbe imparare a dare qualcosa agli altri, capite? Ha un significato spirituale. Quando non avete niente da parte a livello spirituale, come potete distribuire? A volte si propongono questi discorsi da diversi punti di vista. Talvolta le stesse parole comunicano un significato a differenti livelli: ogni uomo dovrebbe sacrificarsi, vivere per gli altri, ecco la cosa principale. Per cominciare forse all’un per cento, poi al dieci, al cinquanta, infine al cento per cento, ecco la meta conclusiva. Quanto più vivrete per gli altri, tanto più si espanderà il sé e tanto più troverete pace. Se ognuno dà, servirà poco sforzo. I Santi danno alcune cose direttamente, ma a volte per coloro che hanno una comprensione media, utilizzano le parabole.
Tra gli indù esiste questa parabola: il Signore Vishnu invitò a una festa tutti gli dèi, quelli buoni, quelli cattivi e altri ancora. Quando servirono il cibo, il Signore Vishnu si alzò e disse: «Ascoltate, cari amici, tutto questo è per voi. Mangiate a sazietà, ma ad una condizione: non piegate i gomiti».
Quelli di comprensione media dissero: «Di che cosa sta parlando? Se non pieghiamo i gomiti, come facciamo a mangiare?». Se ne andarono infastiditi, in collera, dicendo che il Signore Vishnu li aveva sminuiti e non aveva permesso loro di mangiare. Gli dèi invece rimasero pensando: «Il Signore Vishnu intende qualcosa, ci dev’essere un significato», capite? Approfondirono il fatto e alla fine esclamarono: «Oh, ma è facilissimo! Saremo tutti nutriti se nutriremo gli altri; chi rimarrà affamato allora?». Si resero conto che dovevano servirsi il cibo a vicenda; queste sono cose che ci fanno capire.
DOMANDA: Su quanti livelli diversi dovremmo considerarti?
IL MAESTRO: Prima come uomo, da uomo a uomo, poi nella vita interiore, capite? Per prima cosa siamo uomini; alla guida di uomini è richiesto un uomo. Se viene dall’alto, come possiamo ascoltarlo? Il Maestro dovrebbe essere uno che sia passato attraverso le varie fasi della vita da uomo. Capite la differenza tra Cristo come il figlio dell’uomo e come Dio nell’uomo? Ecco la prima cosa. Quando andai in Occidente, dissero che avevo una natura umana, un contatto umano. Ovviamente sono un uomo innanzi tutto. Noi dovremmo essere uomini. L’uomo dovrebbe essere perfetto in ogni campo: fisicamente, socialmente, amorevolmente. Queste cose si possono spiegare solo a livello umano. Se vi assicurerete che tutti siano nutriti, voi non rimarrete affamati. Se non permetterete a nessuno di andare in giro nudo, anche a voi non accadrà. Ecco l’unica cosa che dobbiamo imparare. A tal fine la giusta comprensione è: Dio ha creato gli uomini con gli stessi privilegi. È un’entità cosciente, una goccia dell’oceano dell’Onnicoscienza. Siamo tutti fratelli e sorelle in Dio, ecco la giusta comprensione. Se penserete in questo modo, allora seguiranno giusta comprensione e giusti pensieri, giusto parlare e giusto agire.
DOMANDA: La cosa principale è il controllo sui pensieri; tutto il resto segue?
IL MAESTRO: Che cosa siamo? Siamo attenzione. Dio è attenzione, attenzione totale. Lui era Uno, volle diventare molti e tutte le cose vennero all’esistenza. Noi siamo gocce di quell’Oceano totale. Quando siamo del tutto concentrati, allora… se Dio può creare tutta la Creazione, voi non riuscirete a creare nemmeno una città? Voi siete grandi, l’uomo è grande. Diventerete così, capite. Voglio che tutti voi diventiate Ambasciatori dell’AMORE. L’uomo ha la possibilità di svilupparsi; ovviamente il fattore tempo è una necessità. C’è speranza, speranza certa come due più due fa quattro. Il peccato è che non viviamo in base a quel che riceviamo.
DOMANDA: Dici che desideri che tutti noi possiamo arrivare a quello stadio. Bene, quale percentuale di noi arriverà a quello stadio in questa vita?
IL MAESTRO: Ascoltate, perché ci dovremmo preoccupare oltremodo? Esaminate quanto vi siete sviluppati voi. Quanto prima raggiungerete la Meta, tanto prima sarà finita la trasmigrazione.
DOMANDA: Non vuoi parlare di quando questo accadrà? Accadrà un giorno, ma non ha importanza specificarlo?
IL MAESTRO: Tutti dovrebbero prendersene cura, anteponete Dio a tutto. Contemplate Dio e poi distribuite. Non siate intraprendenti per gli altri, direi. Proseguite e gli altri seguiranno; contano più gli esempi che le parole. Contano più gli esempi che le parole!
DOMANDA: Non dovremmo preoccuparci del progresso spirituale altrui, ma solo del nostro?
IL MAESTRO: Sarete un ottimo esempio e gli altri seguiranno per conto loro. Anche una vostra parola li aiuterà. Ma se non fate nulla voi stessi, potete dare lunghi discorsi, discorsi reboanti ma senza nessun effetto, ecco la differenza. Un uomo parla dall’abbondanza del cuore. Qualunque sua parola o espressione eromperà caricata per procurare lo stesso effetto agli altri. Come l’aria, che soffiando sulla cima di qualche montagna coperta di neve ghiacciata, si raffredderà, non è vero? Ma se l’aria soffierà sul fuoco, ovviamente si scalderà. Qualunque parola sortirà lo stesso effetto dato dalla condizione del vostro cuore. Ricercati: riformatori, direi, non degli altri, ma di sé stessi. E quale sarà la loro ricompensa? La Divinità.
DOMANDA: Un grande lavoro.
IL MAESTRO: Un grande lavoro? Una grande rivoluzione. E lo possiamo fare solo nel corpo umano. Il peccato è che non abbiamo deciso il da farsi. Io lo decisi nel 1912: prima Dio e poi il mondo. Ero molto ambizioso, capite? Ero un lettore vorace di libri, lessi tre biblioteche. Ero avvezzo all’ambizione. Dovevo decidere. E quella decisione fu presa passo dopo passo… ciò vale per tutti; quel che un uomo ha fatto, gli altri lo possono imitare. Contano più gli esempi che le parole.
DOMANDA: In altre parole a quel tempo decidesti che non avresti fatto soldi e non te ne saresti preoccupato?
IL MAESTRO: Volevo grandi biblioteche a mia disposizione, per esempio. Tutte le comodità. Ero, come vi ho detto, un lettore vorace di libri. Mi attirava la conoscenza di tutte le cose, da qualunque parte provenisse. Non ero pago, restavo sveglio la notte e non andavo a dormire finché non avevo finito, magari alle quattro o alle cinque del mattino.
DOMANDA: Volevi comprare una grande biblioteca?
IL MAESTRO: No, era un’ambizione giovanile per aiutarmi a conoscere Dio. Volevo Dio e tutto quello che mi aiutasse a questo scopo. Succederà. Ogni cosa viene per aiutarvi.
DOMANDA: Quest’ambizione per la biblioteca si affievolì non appena vedesti il tuo Maestro?
IL MAESTRO: Vidi il Maestro già prima, ma ciò era dovuto al mio passato. Quando studiavo nella settima classe, lessi un libro, forse ne avete sentito parlare Life of Ramanuja (n.d.t. La vita di Ramanuja). Ramanuja ottenne qualcosa da un Maestro. Andò in cima a una montagna, chiamò a raccolta tutti gli abitanti: «Venite, sto per darvi quel che ho ottenuto dal Maestro».
La gente gli chiese: «Hai il permesso del Maestro?».
«No».
«Andrai all’inferno».
«D’accordo, andrò all’inferno da solo, però gli altri saranno salvati, non importa».
In quel momento pensai: «Se otterrò qualcosa, lo dirò a tutti». La gente non dà questo genere di cose, vi assicuro. Molto raramente troverete qualcuno che conceda un’esperienza di prima mano. È la grazia di Dio. Dunque il mio punto di vista è che ogni uomo deve diventare tale. Se diventa davvero un uomo, penso che sia il massimo servizio. Noi non viviamo in base ad esso. Anche una sola parola viva basterà, direi. Dare discorsi reboanti (discorsi insinceri)… ci sono numerosissime congregazioni, conferenze, libri: tutto ciò aiuta ad elevare gli altri? Perché no? I Santi dicono: «Va bene, caro amico, fa’ il Simran, medita». La sua carica aiuta. Dove inizia la carità? Ditemi, a casa. Se lo farete, presterete un grande servizio, vi assicuro (per radiazione) con l’esempio. Tutti coloro che verranno in contatto, saranno guidati. Alcuni dicono che sentono pace senza che io dica loro di fare nulla; la percepiscono. Potete sentirla attraverso le vibrazioni e con la ricettività. Non è una cosa nuova che ho in me in modo particolare. Tutti noi ne siamo dotati, solo che voi non vi siete curati di prendere quella direzione, ecco tutto. Accumulate i vostri tesori, dove? Che cosa disse Cristo?
DOMANDA: Sì, «accumulate i vostri tesori in cielo».
IL MAESTRO: Dobbiamo dare e ricevere. Dobbiamo liquidare con gioia. Dio vi ha unito, alcuni come fratelli, come sorelle e mogli. Dio vi ha unito. Non gettate altri semi, gettate il grande seme di Dio, vedete, ecco tutto.

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