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 "Che cosa dovremmo chiedere al Maestro" - Sant Aj
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499 messaggi
Inserito il - 18 Dicembre 2004 :  01:38:21  Visualizza profilo  Modifica messaggio  Rispondi citando  Visualizza l'indirizzo IP dell'utente
"Che cosa dovremmo chiedere al Maestro"
Sant Ajaib Singh Ji

una sessione di domande e risposte, 28 gennaio 1990,
al Sant Bani Ashram, Rajasthan, India

Vorrebbe Sant Ji commentare su quali cose i discepoli dovrebbero chiedere alla forma fisica del Maestro? Qual è il modo appropriato e rispettoso di utilizzare il contatto prezioso che abbiamo con la Sua forma esteriore, e quali cose il Maestro esteriore può fare nella volontà di Dio per i suoi discepoli? ... che cosa dovremmo fare per confidare sulla Sua presenza costante dentro di noi nella Forma dello Shabd e come possiamo sviluppare, utilizzare il nostro discernimento, ricettività per scoprire le risposte da noi stessi piuttosto che addossare tutte le domande e i problemi mondani alla forma fisica del Maestro?

La domanda è ottima e può essere utilissima a molti amati, ma ogniqualvolta ponete una domanda, cercate di abbreviarla poiché gli amati capiscono meglio le risposte alle domande brevi.
La maggior parte delle cose che l’amato ha chiesto in questa domanda, hanno avuto risposta nei Satsang, ma noi non vi prestiamo attenzione. Non è il caso di tutti; ci sono alcuni che prestano molta attenzione ai Satsang, in cui si menzionano sempre la maggior parte di questi punti: quali sono i nostri errori, che cosa dovremmo chiedere al Maestro e che cosa non dovremmo. Molte volte nei Satsang si accenna a queste cose.
Spesso esorto gli amati ad abbonarsi alla rivista Sant Bani. La ricevete una volta al mese e spendete molto denaro per comprarla, pertanto quando la ricevete, dovreste leggerla dall’inizio alla fine, visto che la maggior parte di tali domande hanno avuto risposta nella rivista. Si pubblicano molti Satsang, molte sessioni di domande e risposte. Perciò, se leggeste la rivista dall’inizio alla fine, otterreste la risposta alla maggior parte delle vostre domande.
Ora vorrei spiegare la risposta a questa domanda. Per capirla dovremo andare molto in profondità. Baba Sawan Singh pose parte di questa domanda a Baba Jaimal Singh.
Il Maestro ci ha dato il massimo dono del Naam e ci incoraggia sempre all’esterno attraverso la Sua forma esteriore a meditare sul Naam. Non solo ci incoraggia a parole, bensì Lui stesso medita e presenta un esempio vivente, ci incoraggia a meditare. Inoltre nei Satsang, nei discorsi, ogniqualvolta ci parla, ci dice che dobbiamo proteggerci dalla lussuria, ira, avidità, attaccamento ed egoismo, quei cinque dacoita che saccheggiano le nostre meditazioni, che saccheggiano le nostre anime e hanno provocato il nostro fallimento spirituale. Attraverso la Sua forma fisica ci dice tutte queste cose e molte altre – quelle cose che dovremmo fare per progredire in meditazione.
Anche Swami Ji Maharaj affermò che il Maestro ha due forme: una è quella esteriore, l’altra è quella interiore. E che cosa disse al suo Maestro? Disse: “O mio Maestro! Mostrami la tua vera Forma. Pur amando molto questa forma esteriore, mostrami anche la tua Forma interiore”.
Il Maestro Sawan Singh e il Maestro Kirpal Singh furono le più grandi anime a venire nel mondo, tuttavia quanto amore serbarono per il loro Maestro e come lavorarono duramente per darcene una dimostrazione! Noi sappiamo che cosa chiesero al loro Maestro, quali domande fecero al loro Maestro. Dunque, pensando e ricordando quel che fecero, abbiamo bisogno di capire molto.
La maggior parte degli amati, ogniqualvolta riescono a vedere la Forma interiore del Maestro, la fraintendono e pensano che si tratti di un sogno del Maestro. Ma spesso ho detto: “Miei cari, la visione del Maestro che ottenete non è un sogno” – poiché noi sogniamo solo quando l’anima cade dal Centro dell’Occhio ed entra negli organi inferiori del corpo e poi, secondo i pensieri del giorno passato, abbiamo i sogni. Ma il Maestro è molto puro e santo: non discende mai dal Centro dell’Occhio negli organi inferiori del corpo poiché che cosa troviamo lì? Sono soltanto pieni di sporcizia, inaccessibili al Maestro. Che cosa accade quando abbiamo una visione del Maestro che spesso fraintendiamo come un sogno del Maestro? Ogniqualvolta la mente è pacifica e silenziosa, allora il Maestro innalza misericordiosamente la nostra anima con il suo sguardo clemente e amorevole, con l’amo del suo Amore; in quel modo ci porta nei piani superiori e ci benedice con la Sua forma interiore. Ma noi persone pensiamo che sia stato solo un sogno e non ne beneficiamo. Spesso sentirete molta felicità e pace dopo aver avuto tale visione del Maestro. Alcune care anime che ottengono tale grazia del Maestro, non la fraintendono e per molti giorni ricordano la Forma del Maestro che han visto nell’intimo. In quel modo, avvantaggiandosi da quella rimembranza della Forma del Maestro, progrediscono in meditazione.
Una volta, riguardo alla Forma interiore del Maestro, Baba Sawan Singh Ji domandò a Baba Jaimal Singh: “Maestro, a volte il Maestro appare nell’intimo e dice ‘sì’ a qualcosa, risponde a una domanda, ma ciò non accade esteriormente. Il Maestro non elargisce la grazia in quel modo. Qual è il motivo?”. Baba Jaimal Singh disse: “Spesso accade che quando il discepolo medita e appare il Maestro, il discepolo in uno stato di eccitazione non pensa a quel che sta chiedendo al Maestro e qualunque cosa chieda, il Maestro dice: ‘Bene, sarà concesso’ oppure ‘avrai questo’. Ma quando il Maestro vede che questa volontà sarà negativa per il suo progresso spirituale, allora non concede quel che ha promesso”.
Gli amati che vanno nell’intimo e si collegano con il Signore Onnipotente ogni giorno, conoscono la realtà. Hanno visto la Realtà ed ecco perché non hanno alcun bisogno delle cose mondane: non presentano alcuna domanda mondana, non chiedono nulla al Maestro dal momento che sono connessi con Lui in modo costante ogni giorno. Invece coloro che vanno occasionalmente nell’intimo, oppure sono innalzati misericordiosamente dal Maestro qualche volta, allora chiedono tantissime cose mondane al Maestro: quando lui risponde e quando quelle risposte non succedono esteriormente, diventano confusi. La cosa migliore sarebbe che gli amati andassero nell’intimo ogni giorno, in tal modo se c’è qualche confusione, il giorno dopo possono chiarirla con il Maestro. Se le cose non avvengono secondo le parole del Maestro, allora essi stessi possono andare nell’intimo e chiarire il giorno dopo con il Maestro.
Miei cari, le jiva sono molto ignoranti. Sono più ignoranti di un bambino di cinque anni. Sapete che un bambino di cinque anni è molto inconsapevole, non sa che non è bene per lui mettere la mano nel fuoco. Ma i genitori sono molto saggi e sanno che se mette la mano nel fuoco, si brucerà. Ecco perché lo tengono sempre lontano dal fuoco e ogniqualvolta tenta di mettere la mano nel fuoco, gli dicono: “No, ti fai male”, e glielo impediscono sempre. Ma il bambino si adira perché non sa il motivo di quella proibizione. Similmente, supponete che un bambino abbia un raffreddore e tossisca. I genitori non gli daranno nulla che accrescerà la tosse. Ma lui vuole mangiare i sottaceti che aumenteranno la tosse. I genitori dicono: “No, non mangiarli”. Lui non capisce che è solo per la sua salute. Non capisce e si arrabbia, si getta per terra, eccetera. Ma i genitori sono saggi e non gli danno i sottaceti.
La nostra condizione è la stessa. Noi non sappiamo, siamo molto ignoranti, non sappiamo quel che è bene e quel che è male per noi. Vediamo tutte le cose materiali nel mondo fisico e le desideriamo sempre. Non sappiamo quali cose sono positive e quali no. Pertanto, quando chiediamo tutte quelle cose al Maestro, Egli deve usare la sua discriminazione e decidere quali cose saranno positive per noi. Se non otteniamo ciò che desideriamo, allora ci adiriamo. Ma il nostro Maestro è consapevole, come quel saggio genitore, di quel che è bene e quel che non lo è per noi. Non ci dà nulla che sia dannoso.
Non sappiamo quel che il Maestro vuole darci e quel che ha in serbo per noi. Egli desidera che, pur vivendo nel mondo, riusciamo a entrare nell’intimo e a ritornare alla nostra vera Casa. Vuole che ci sediamo su quel Trono che appartiene al nostro onnipotente Signore. Vuole riportarci alla nostra vera Casa, ma noi non capiamo ed ecco perché non ci avvantaggiamo della Forma del Maestro: anziché chiedere la grazia interiore, seguitiamo a chiedere cose esteriori.
Molte volte ho narrato questa storia al Satsang e la ripeterò ancora. È la storia di un taglialegna. Una volta un re si addentrò nella foresta per cacciare. Perse la strada e diventò molto assetato. In quella foresta un taglialegna stava facendo la legna e aveva dell’acqua con sé. Allora il re, molto assetato, venne a chiedere l’acqua e il taglialegna gliela diede. Sapete quanto un uomo assetato apprezzi l’acqua; sente che chi gli ha dato l’acqua, gli ha salvato la vita. Il re fu molto contento con il taglialegna e disse: “Io sono un re e poiché mi hai salvato la vita, ti darò qualcosa di molto prezioso. Ti darò un giardino di legno di saldalo affinché la tua vita diventi molto comoda”.
Ora quel taglialegna non aveva alcuna stima per il legno di sandalo; non sapeva quanto fosse prezioso. Pensò che fosse un legno come tutti gli altri. Incominciò a tagliare gli alberi di sandalo, li bruciò per farci il carbone e venderlo al mercato. In quel modo continuò a guadagnarsi da vivere come aveva fatto sino ad allora.
Dopo qualche tempo il re aveva bisogno di legno di sandalo, così decise di mandare dal taglialegna qualche suddito, convinto che avesse molto sandalo e vivesse nel benessere visto che il legno di sandalo era molto costoso. Ma quando i sudditi arrivarono, furono sorpresi di scoprire che non era rimasto un solo albero di sandalo, tutto era stato trasformato in carbone. Gli chiesero se gli fosse rimasto qualche legno di sandalo. Disse: “No, non ho nulla. Potete vedere che ho tagliato tutto il giardino per vendere poi il carbone. Non ho nulla”.
Volevano un pezzo di legno di sandalo, chiesero: “Non è rimasto nulla?”. Disse: “Bene, c’è questo piccolo pezzo che ho usato per il bastone dell’ascia”. Comprarono quel piccolo pezzo e in cambio gli diedero molto denaro. Quando si rese conto del valore di quel piccolo pezzo, si sentì male; allora si rese conto di non aver stimato il legno di sandalo che aveva ricevuto. Non aveva nemmeno apprezzato la fragranza del sandalo, lo aveva tagliato tutto. Si sentì talmente depresso e triste dell’accaduto che morì all’istante in quello stato di depressione.
Questa è solo una storia. In realtà, qual è il legno di sandalo che Dio Onnipotente ci ha dato? Il Maestro ci ha dato il supremo dono del Naam, ossia il giardino di sandalo, ma noi persone non ne stimiamo la fragranza. Quel è la fragranza del sandalo? La presenza del Maestro vivente è la fragranza del sandalo che ci ispira ad andare nell’intimo e a vedere la Realtà riposta in noi da Dio Onnipotente. Ma noi non stimiamo la fragranza, non apprezziamo il dono di Dio, il Naam che Dio Onnipotente ci ha dato. E così seguitiamo a sprecare quel dono, continuiamo a sprecare questa nascita umana preziosa, concessaci da Dio Onnipotente, facendo tutte le cose mondane. Continuiamo sempre ad accondiscendere alle cose mondane e alla fine che cosa accade? Come quel taglialegna moriamo, lasciamo questo mondo senza aver ottenuto nulla.
Ad ogni modo, il Maestro che ci ha dato l’Iniziazione non è negligente, vigila sempre la nostra anima anche se lascia il corpo fisico e torna alla Vera Casa, Sach Khand. Pensa sempre al nostro benessere, al nostro miglioramento e cerca sempre di trovare un modo o l’altro con cui aiutarci. Ci incoraggia ripetutamente in molti modi. Ci ispira a meditare sul Naam e in qualche modo ci fa meditare sul Naam. In seguito, quando lasciamo il corpo e il Maestro ci innalza per farci sedere sul trono in Sach Khand, e quando ci ricompensa per quel poco di meditazione che abbiamo forse fatto, allora ci rendiamo conto che se la meditazione è così preziosa, perché non l’abbiamo praticata con ogni nostro singolo respiro? Allora la nostra condizione diventa come quella del taglialegna. Ci sentiamo depressi, scoraggiati e ci rammarichiamo per non aver tratto giovamento del tempo prezioso concesso da Dio Onnipotente, per non aver meditato.
Il Maestro, che ci ha dato l’iniziazione, non è mai negligente. Ci ricompensa sempre per qualunque meditazione facciamo. Se Lo avessimo stimato prima, avremmo trascorso tutto il tempo meditando e andando nell’intimo, non avremmo sprecato per niente tempo facendogli domande.
Che cosa dovremmo chiedere alla forma esteriore del Maestro e quali sono le cose su cui confidare con la forma esteriore del Maestro? È vero che Dio Onnipotente ci ha dato questa facoltà del discernimento, ci sono tante cose che dobbiamo decidere noi stessi: anche i Maestri ci dicono di utilizzare il nostro discernimento e decidere per conto nostro. Ma i modi dei Maestri sono proprio unici. Sapete che attraverso i Satsang prendono sempre in considerazione quasi tutte le cose che accadono nella nostra vita e rispondono sempre a quasi tutte le domande. Spesso approfondiscono parecchio una risposta alle nostre domande mondane e inoltre, poiché i Maestri non interferiscono nelle vite mondane, ci lasciano decidere molte cose per conto nostro.
Miei cari, la missione di ogni perfetto Maestro non dipende da Veda, Shasthras o da altre sacre scritture. La missione dei Santi perfetti dipende solo dal Naam, da Dio Onnipotente e dal Maestro che ha affidato loro questo compito di dare l’iniziazione al Naam.
I Maestri citano dagli scritti dei Mahatma del passato, dai Maestri del passato solo per farci capire che non ci rivelano nulla di nuovo – affinché noi non abbiamo la sensazione che dicano qualcosa di diverso. Ci dicono: “Non vi stiamo dicendo nulla di nuovo; i Maestri del passato hanno già detto tutte queste cose”.
Spesso ho riferito quel che il Maestro Sawan Singh Ji diceva agli amati nel sangat: “Coloro che vanno dal Maestro aspettando che curi la loro malattia o li aiuti a vincere una causa o a risolvere qualche problema a casa – coloro che vanno dal Maestro aspettando tutte queste cose mondane – non dovrebbero prendersi la briga di andare al Satsang. Di fatto, che cosa possono ottenere dalla Sant Mat?”.
All’epoca di Baba Sawan Singh, molti che andavano nell’intimo sanno benissimo quanti anni prima il Maestro Sawan Singh fu costretto ad abbandonare il corpo solo perché era oppresso da tutti i problemi dei diletti. Similmente, coloro che vanno nell’intimo sanno quanti anni prima anche il Maestro Kirpal Singh ha lasciato il corpo e quanto ha dovuto soffrire fisicamente. Anche Lui ha dovuto subire un’operazione e molte altre difficoltà, anche Lui se ne è andato prima. Noi persone non capiamo questo, e tuttavia continuiamo a opprimere la forma fisica del Maestro con tutti i nostri problemi e le cose esterne.
Questo non significa che se non apriamo il cuore di fronte al Maestro, se non gli diciamo le nostre pene e problemi, Egli non ci aiuterà. Non è così. Se facciamo il Bhajan e Simran, qualunque quantità sia fattibile, Egli ci aiuta in quel modo e ovunque abbiamo bisogno, il Maestro estenderà tutto l’aiuto possibile.
Se una persona negativa va in prigione perché ha fatto qualcosa di male e se continua a comportarsi male, crea problemi anche in prigione, allora che cosa faranno le autorità? Renderanno il carcere ancora più severo, lo metteranno in una stanza più solida; inoltre sarà sorvegliato come un istigatore ed è possibile che gli aumentino la pena da scontare. Se un’altra persona, che non è negativa ma è dovuta andare in prigione per aver fatto qualcosa di male, vive secondo le regole, i regolamenti della prigione e non crea problemi, allora le autorità hanno pietà di lei e possono ridurle la pena da scontare.
Non ci vigila colui nella cui rimembranza sediamo? Ogniqualvolta sediamo nella sua rimembranza, ci guarda sempre. Ma noi persone, coinvolte nell’ego, ogniqualvolta accade qualcosa di buono, diciamo che è merito nostro; quando accade qualcosa di negativo, biasimiamo per quello il Maestro. Il Maestro che è seduto dentro di noi, nella cui rimembranza sediamo, conosce ogni cosa e ci sorveglia costantemente.
Guru Nanak Sahib dice: “Senza nemmeno chiedere, Egli conosce ogni cosa di voi. Chi state pregando?”.
Riguardo a coloro che vanno nell’intimo, Guru Nanak Sahib afferma che tali persone dichiarano: “O Signore, chiedere a te qualunque cosa eccetto Te è come chiedere altre sofferenze. Concedici gentilmente il Naam, che ci darà più appagamento affinché la brama della mente scompaia”.
Bhai Gurdas ha scritto nei Vars che pure l’albero sotto cui siede il Maestro, è così compiaciuto e benedetto da ottenere la liberazione da quel corpo. Anche se uno spirito ha il darshan del Maestro nella sua forma astrale, si libera di quel corpo. E anche le pietre ottengono la liberazione. Qual è la difficoltà di ottenere la liberazione per chi si rifugia nel Maestro? Otteniamo la liberazione solo se abbiamo fede, fede costante e amore per il Maestro.
La jiva non sa se le cose mondane che chiede al Maestro, siano positive o no per lei. I Santi vengono nel mondo per liberarci. Siamo noi ad essere coinvolti nelle cose mondane, Loro sono venuti nel mondo per liberarci. Se chiediamo loro di nuovo cose mondane, allora?
Guru Nanak Sahib chiese solo il Naam al suo Maestro. Disse: “O Maestro, concedimi il Naam che mi darà contentezza sì che la brama della mia mente scompaia”. Disse: “O Signore, se vuoi darmi qualcosa, dammi il Naam”.
Sapete che il Maestro Kirpal ebbe il dono della chiaroveggenza sin dall’infanzia, ma non ne fece mai uso. Quando andò dal suo Maestro, che cosa chiese? Disse: “Maestro, dammi solo un amore rispettoso per Te”. Sapeva che Baba Sawan Singh era un grande potere, era Dio, e sapeva che cosa chiedere a Dio, che cosa chiedere al perfetto Maestro. Solo chi va nei piani interiori e contempla la gloria del Maestro nell’intimo, serba vero amore, stima per il Maestro: solo lui sa che cosa chiedere al Maestro.
Il Maestro Kirpal Singh Ji diceva che nel periodo finale della vita del Maestro Sawan Singh quando la gente pregava, a quel tempo il Maestro Sawan Singh diceva: “Se volete darmi più opportunità di fare seva, se volete che rimanga a fare altro seva, allora gentilmente non scrivetemi più lettere con problemi mondani. Se volete, scrivetemi lettere riguardo al Bhajan e Simran, riguardo alla meditazione, ma non opprimetemi con tutti i vostri problemi mondani poiché lo avete già fatto molto. Ora sapete che sono invecchiato; prima di opprimermi oltre, considerate almeno la mia vecchiaia”.
Hazrat Bahu disse che il cuore dell’amante di Dio è soffice come la cera, e i cuori degli amanti mondani sono neri. Disse: “Sapete che ogniqualvolta chiediamo qualcosa al Maestro, ogniqualvolta gli parliamo delle nostre pene, problemi, il Suo cuore è come la cera e si scioglie facilmente, ne rimane influenzato”. Il Maestro Kirpal Singh Ji diceva: “La maggior parte delle cose che chiediamo al Maestro sono cose che qualora le ottenessimo, non potremmo mai progredire sul Sentiero spirituale”. Tutte le cose mondane che chiediamo al Maestro non ci aiuteranno, anzi diventeranno ostacoli sul Sentiero spirituale, ecco perché il Maestro non ce le concede. Il Maestro fa solo quel che deve fare.
Il Maestro Kirpal Singh Ji diceva che se i perfetti Maestri continuassero ad esaudire i desideri e le aspirazioni dei discepoli, se venissero milioni di volte nel mondo e concedessero milioni di nascite umane ai discepoli, anche allora non li porterebbero nell’intimo. Non potrebbero riportare i discepoli alla Vera Casa poiché i desideri e le aspirazioni dei discepoli non hanno mai fine. Ecco perché Essi concedono sempre al discepolo solo quel desiderio utile alla sua crescita spirituale. Ma la maggior parte delle cose che chiediamo di natura mondana sono tali che non ci aiuteranno, bensì rappresenteranno un ostacolo sul nostro cammino spirituale.
Il Maestro diceva che al tempo dell’iniziazione i perfetti Maestri predispongono le cose dentro i discepoli affinché da un lato continuino a liquidare i karma e, dall’altro lato, continuino a progredire spiritualmente.
Dovremmo trarre giovamento del tempo prezioso che otteniamo con il Maestro nei colloqui. Non tutti sono così. Ci sono molti amati che capiscono il valore prezioso del tempo; non lo sprecano facendo domande mondane. Quando vengono ai colloqui, la maggior parte degli amati parla sempre di cose mondane.
Il Maestro Sawan Singh era molto rigido. Disse: “Non risponderò alle vostre domande, a lettere con problemi mondani. Risponderò solo a quelle riguardanti il Bhajan e il Simran”. Anche il Maestro Kirpal Singh Ji fece la stessa cosa, e anch’io ho fatto questa richiesta di fronte a tutti gli amati del sangat: di scrivermi solo riguardo al Bhajan e al Simran. Se mi chiederanno qualunque cosa a livello mondano, non risponderò alle lettere.
Se volete scrivere lettere al Maestro, dovrebbero riguardare solo questioni spirituali. Non scrivete di problemi mondani; chiedete solo riguardo al Bhajan, al Simran e a problemi spirituali. Nello stesso modo, se venite per un colloquio, dovreste trarre giovamento da quel tempo prezioso. Vi sarà di beneficio se non farete domande mondane al colloquio.
I Santi non interferiscono con le vite mondane dei discepoli e non impongono loro alcuna idea per quanto concerne le questioni mondane. Lasciano i discepoli liberi di fare quel che desiderano. Tuttavia ci dicono che se farete il Bhajan e il Simran, la vostra anima si rafforzerà e qualunque cosa dovrete affrontare a causa dei karma passati, avrete la forza di sopportarne le conseguenze, di patirne le conseguenze. Essi ci dicono sempre di evitare la contrazione di ulteriori karma liquidando con gioia qualunque cosa dobbiamo pagare a causa del passato.
Bene, se volessi, potrei continuare a parlare di questo soggetto per molti giorni eppure non sarebbe sufficiente. Poiché il tempo è finito, spero che capirete e vivrete in base a quel poco che ho detto.
Se i satsanghi faranno il Bhajan e Simran, la mente non creerà alcuna domanda in loro. Che cosa accade? La mente crea domande poiché non meditiamo e vogliamo che il Maestro risponda a quelle domande. Stiamo praticando la devozione della mente? O stiamo praticando la devozione del Maestro? Perché non meditare per liberarci da tutti questi pensieri, queste domande e fantasie create dalla mente che ci tribola?
Miei cari, abbiamo fatto della mente il nostro padrone, è tutto per noi: anziché obbedire ai comandamenti del Maestro, chiediamo al Maestro di obbedire a noi.
Il Maestro ci dà il grande dono del Naam e si è assunto la nostra responsabilità sulle sue spalle. Egli ci porta alla Vera Casa e ci fa parlare al cospetto del Signore Onnipotente; ci perdona per qualunque errore abbiamo commesso nel passato e si prende sempre cura della nostra anima. Non c’è dubbio su questo fatto. Anche ora, molti iniziati del Maestro dicono di come i Maestri sono venuti a prendersi cura delle loro anime. Pur essendo tornato a Sach Khand, la sua Vera Casa, il nostro Beneamato Maestro sorveglia ancora la nostra anima e ci protegge sempre.

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