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Surat Shabd Yoga
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 "Sul Simran e la brama"
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Inserito il - 03 Agosto 2014 :  16:44:17  Visualizza profilo  Modifica messaggio  Rispondi citando  Visualizza l'indirizzo IP dell'utente
"Sul Simran e la brama"
Sant Ajaib Singh Ji

domande e risposte del 14 febbraio 1997 allo S.K.A., presso Sampla, India


(a Sant Ji viene posta una domanda a proposito del Simran che non viene registrata sul nastro)
SANT JI: Saluti ai piedi dei Signori Onnipotenti Sawan e Kirpal, i quali, avuto pietà delle nostre anime, ci hanno elargito la grazia e ci hanno concesso l’opportunità di ricordarli, ci hanno permesso di sedere nella loro rimembranza.
Il Supremo Padre Kirpal soleva dire che prima della meditazione dovreste per lo meno cantare un bhajan che gradite di più. Benché tutti i bhajan siano molto belli, parlino tutti dell’amore del Maestro e creino brama per lui, dovreste scegliere un bhajan che la vostra anima apprezza di più e che gradite cantare. Perciò cantate quel bhajan che crea anelito dentro di voi e poi meditate: mantenete l’anelito che serbate, che avete sviluppato durante il canto del bhajan.
In effetti non solo va mantenuto, dovrebbe crescere in modo molteplice. Quando sedete per meditare, voi sviluppate l’anelito, confessate al Maestro tutte le manchevolezze e i peccati, gli chiedete scusa, gli chiedete perdono e diventate umili. Pertanto dovete mantenerlo, affinché la preghiera che state facendo al Maestro sia completata.
Quando entrate nell’intimo, quando rimanete concentrati al Centro dell’Occhio e fate Simran, non dovreste pensare che il Maestro non sia lì o che non sia consapevole di ciò che state facendo o di quel che gli state dicendo. Di fatto, come vi è stato detto al momento dell’iniziazione, quando il Maestro ci dà l’iniziazione, proprio da quell’istante risiede dentro di voi e vi sta sempre aspettando. È cosciente di ogni nostro singolo pensiero. Ogniqualvolta ci sediamo per meditare, aspetta che noi giungiamo al Centro dell’Occhio per poterci trascinare interiormente. Immaginate un po’, voltereste le spalle a Chi che vi sta aspettando? Se davvero lo amate, allora sicuramente fate ogni singolo sforzo, ogni sforzo possibile per incontrarlo. L’amato Maestro vi sta aspettando nell’intimo, quindi non tornate sui vostri passi, non perdete l’anelito, sviluppatelo sempre di più mentre fate Simran. In effetti dovreste mantenere la brama che avete ottenuto con il canto dei bhajan e dovreste continuare a fare Simran con la medesima brama.
Spesso ho detto che i sentimenti nell’amore, che sia fisico o spirituale, sono gli stessi e anche il rapporto è lo stesso, che si tratti di amore fisico o spirituale. In ambedue un innamorato non ha voglia di dormire e anela sempre il proprio beneamato. Nell’amore fisico quando siete innamorati di qualcuno, lo aspettate, ne anelate la compagnia, non riuscite a dormire di notte. Continuate sempre a pensare: “Vorrei che lui fossi qui” oppure “vorrei che lei fosse qui”. Se quella persona viene da voi, a quel punto la vostra gioia non conosce limiti.
Similmente se davvero amate il Maestro, se l’amore per il Maestro è ben forte dentro di voi, un amato continua sempre a progettare, a pensare a cose e nutre sempre questi pensieri: “Se il Maestro venisse qui, gli direi questo o quello. Esprimerei il mio amore in così tanti modi”. Se davvero amate il Maestro, allora pensate sempre a lui e mantenete sicuramente l’anelito e la brama per lui.
Miei cari, tantissimi uomini e donne, ragazzi e ragazze vengono a parlarmi dell’amore e dell’affetto reciproci, in quel modo si avvicinano l’un l’altro di fronte a me ed esprimono il proprio amore. Di rado incontro qualcuno che manifesti il proprio amore per il Maestro. Non significa che non ci sia nessuno a parlarmi dell’amore per il Maestro. Vi sono amati che vengono a dirmi quanto amore nutrono per il Maestro e quanta gratitudine serbano per il Maestro.
Vi ho narrato la storia di Sussi e Poono ed è stampata nella rivista Sant Bani. È possibile che la maggior parte di voi l’abbia letta. Nella storia è scritto che per dodici anni di separazione dall’amato Sussi non si nutrì bene, non dormì e rimase sempre in sua attesa. Alla fine quando l’incontrò, quando alfine s’incontrarono, ella si addormentò e in quello stato Poono fu rapito da altre persone. Ancora una volta erano separati. Nel momento in cui si destò e non trovò Poono, lo cercò girando per tutto il deserto e lì incontrò la propria morte. Pertanto capite che se avesse mantenuto la brama - se non si fosse addormentata - non sarebbe stata separata dall’amato.
Se vi siete sforzati di sviluppare brama dentro di voi, se avete lavorato duramente per molti mesi e se prima di meditare avete cantato un bhajan, se avete sviluppato la brama dentro di voi, poi se v’impigrite e non mantenete quella brama, allora anche il vostro Poono, il vostro Amato sarà nascosto da lussuria, avidità, collera, attaccamento ed egoismo. Se non c’è la brama, se non siete desti, è possibile che la mente e le altre passioni vi distraggano dalla meditazione. È possibile che la mente vi coinvolga nelle debolezze e passioni: in quel modo il Beneamato sarà occultato dietro tutte queste passioni.
Guru Arjan Dev Ji Maharaj dice: “Dovreste continuare ad andare avanti e mai guardare indietro. Non pensate mai al mondo”. Se manterrete questo, se continuerete ad andare avanti, allora come dice con amore Guru Arjan Dev Ji Maharaj: “Non rinascerete più nel mondo”.
Quando Sohni vide il vaso non cotto, sapeva che qualora lo avesse usato per tentare di attraversare il fiume, sarebbe morta di sicuro, eppure non esitò, pensò: “Il mio amore è incontaminato e dovrei mantenerne la purezza. Dovrei mantenere la promessa che ho fatto al Beneamato”. Ecco perché andò avanti pur sapendo che sarebbe morta per la rottura del vaso non cotto.
Perciò sul Sentiero dei Maestri tutti quelli che sono innamorati del Maestro, coloro che hanno preservato l’amore, sanno che esso è sempre incontaminato e non permettono mai che nulla lo macchi. Sapete che quando siete innamorati del Maestro, il Maestro è seduto al Centro dell’Occhio e se durante il Simran, anziché fare Simran e mantenere la brama, permettete ai pensieri negativi di presentarsi, che cosa state facendo? Lo state facendo al cospetto dell’amato Maestro che risiede dentro di voi. Permettendo ai pensieri negativi di presentarsi durante la meditazione, non state insultando il Maestro? Gli mancate di rispetto quando non mantenete la brama durante il Simran, quando permettete alla mente di creare pensieri negativi.
Supponete che un giovane ragazzo sia seduto vicino a un negozio: non oserete andare a rubare nemmeno un piccolo libricino, perché temete quel giovane ragazzo e siete intimoriti del fatto che se cercherete di rubare qualsiasi cosa, egli vi colpirà o chiamerà qualcuno. Non consideriamo la presenza del Maestro tanto importante o reale quanto consideriamo l’importanza o la realtà di quel giovane ragazzo seduto nel negozio. Questo è il motivo per cui mentre il Maestro è ancora con noi, commettiamo tutti i tipi di misfatti, permettiamo ai pensieri negativi di penetrare nella mente. A volte pensiamo che il Maestro sia in India, a volte diciamo che è andato nel giro o sta dormendo oppure è altrove, in quel modo pensiamo: “Oh chi ci sta guardando? Facciamo quel che vogliamo”. Come possono ottenere beneficio dal Maestro quei cari che pensano che il Maestro non li stia guardando o che sia in India oppure che sia andato altrove?
Sapete che quando il Maestro protegge le anime che dipartono, sovente molti amati lasciano il corpo allo stesso tempo (in luoghi diversi). Le persone attorno a loro dicono che il Maestro è venuto per proteggere quelle anime e che il Maestro era proprio di fronte a loro. Perciò il Maestro è sempre dappertutto e protegge sempre le sue anime. Chi considera che il Maestro non sia consapevole dei nostri pensieri o chi pensa: “Non è presente fisicamente qui di fronte a noi, non è cosciente delle nostre azioni”, è soggetto ad una grande illusione e non può mai trarre beneficio dal Maestro.
Questa è la realtà: pur essendo passati tanti anni dalla dipartita del Maestro Sawan Singh, da quando è tornato a Sach Khand, e similmente sono passati tanti anni da quando il Signore Kirpal è tornato a Sach Khand lasciando questo mondo, tuttavia troverete tanti - anche non iniziati - se c’è qualcuno in famiglia che è iniziato, se parlano del Maestro, anch’essi sentono la presenza del Maestro ogniqualvolta qualcuno lascia il corpo. Dicono: “Sì, abbiamo sentito la presenza del Maestro. Abbiamo visto che il Maestro è venuto a proteggere l’anima”.
Quando vado in Occidente e anche quando vado a Bombay, parecchi genitori degli amati vengono a trovarmi per dirmi: “Siamo venuti a vederti perché hai fatto così tanto bene per i nostri figli e quindi siamo qui per vederti”. Hanno anelito dentro di loro e vengono a vedermi per questo. Non pensate che Dio Onnipotente li ricompenserà per la brama che serbano per il Potere del Maestro?
Ognuno ha il proprio ricettacolo, la propria ricettività, e questa è la cosa principale che voglio dirvi come risposta alla domanda. La vostra brama non dovrebbe mai diminuire, nemmeno mentre state dormendo, parlando, camminando, facendo qualsiasi cosa. Nel fare qualsiasi cosa, la vostra brama non dovrebbe mai calare: dovrebbe continuare sempre a crescere, va mantenuta.
Miei cari, non anelate il mondo e le cose del mondo anche mentre dormite? Pure durante il sonno sognate il mondo, ambite le cose mondane. Perciò se aveste brama per il Maestro, non sognereste il Maestro? Naturalmente sì, sicuramente avrete sogni del Maestro se lo anelerete.
DOMANDA: Sant Ji, parleresti dell’importanza di entrare interiormente e di vedere la forma del Maestro mentre è ancora nel corpo fisico. Potresti commentare con maggiori dettagli?
SANT JI: Tutti i Santi hanno detto: “Il lavoro che siete tenuti a fare domani, è molto meglio se lo fate oggi”. Infatti chi sa se il respiro che avete preso finirà o no? Chi sa se avremo questo tempo?
Miei cari, spesso vi ho parlato di una setta particolare nata dopo Guru Gobind Singh. Fu persino chiamata da Guru Gobind Singh come “l’amato Esercito”. Erano i soldati di Guru Gobind Singh, li chiamavano “nehung”.
C’è una storia in cui una volta un nehung era salito sui rami di un albero. Aveva messo l’abito migliore con le scarpe, l’armatura e ogni cosa. Gli domandarono che cosa stesse facendo lì sopra con l’uniforme completa. Rispose: “Beh sono salito qui per prendere alcuni rami dell’albero”.
Dissero: “Almeno potevi levarti le scarpe”, al che il nehung ribatté: “E se Dio Onnipotente mi chiamasse da lì? Gli direi di aspettare un minuto mentre mi metto le scarpe?”
Nello stesso modo, miei cari, l’Angelo della Morte vi darà altro tempo quando verrà da voi? Vi dirà: “D’accordo, va’ a finire le cose che vuoi, poi verrò a prenderti!” Non vi darà altro tempo: per questo dovreste fare subito qualsiasi lavoro siate tenuti a fare.
Vedete, se un bambino, nel ricevere i compiti per la scuola, dice che li farà dopo a casa, è possibile che quando arriva a casa, abbia altre cose da fare. Perciò non è meglio se finisce il lavoro ricevuto dall’insegnante proprio di fronte a lui? Se ha qualche difficoltà, e se fa i compiti davanti all’insegnante, può ricevere aiuto.
Miei cari, andammo a scuola in tre e quando l’insegnante ci diede una lezione in urdu perché in quei giorni insegnavano l’urdu, due di noi imparammo la lezione, mentre il terzo apparteneva a una famiglia di tintori e non voleva studiare, per cui andò a sedersi sul muretto.
Al rientro l’insegnante notò il terzo ragazzo seduto e disse: “Perché non studi? Perché non stai studiando?”
Il ragazzo rispose: “Beh non ti preoccupare, studierò”.
L’insegnante si arrabbiò: “Vieni qua e toccati le orecchie” (in segno di pentimento per l’impudenza). Invece il ragazzo afferrò le orecchie dell’insegnante.
Allora l’insegnante si arrabbiò ancora di più e lo schiaffeggiò, perché in quei giorni in India gli insegnanti schiaffeggiavano gli studenti che si comportavano così. Quel ragazzo si adirò, lasciò subito la scuola e da allora non tornò.
Al ritorno dall’esercito quando rientrammo a casa, quel ragazzo, che nel frattempo era cresciuto, venne a chiederci vestiti perché conduceva una vita poverissima. Ci chiese vestiti e pretese di essere nostro compagno di classe. Sebbene fosse rimasto a scuola con noi solo un giorno, diceva che era nostro compagno di classe.
Intendo dire che se anche lui avesse studiato come noi, avrebbe migliorato la propria vita. Avrebbe costruito la propria vita e avrebbe vissuto comodamente, invece non andò a scuola e per questo non migliorò la propria vita. Lavorò per tutta l’esistenza come bracciante e morì senza aver condotto una vita decente.
Intendo dire che qualsiasi lavoro riceviate, che si tratti di studio a scuola o di studio nella spiritualità dal Maestro, è ben meglio che facciate il lavoro che il maestro, l’insegnante vi ha chiesto di fare mentre egli è ancora nel corpo.
Miei cari, ho notato che c’erano tanti diletti iniziati del Maestro Sawan che solevano vedere il Maestro Kirpal Singh come la forma del Maestro Sawan Singh. Tuttavia c’erano molti che serbavano orgoglio, ego e dicevano: “Siamo i vostri fratelli di fede”.
Il Maestro Kirpal soleva sempre dire: “Dio non ha alcun fratello di fede, se ne ha qualcuno, ha solo Dio; non ha eguali. Se qualcuno diventasse qualsiasi cosa, diventerà solo Dio, non suo fratello”.
Miei cari, non dovremmo mai diventare ladri di meditazione. Kabir Sahib disse: “Quel che dovete fare domani, fatelo oggi. Qualsiasi cosa dobbiate fare oggi, fatela subito”. Infatti se continuate a procrastinare o posticipare il lavoro, chi sa quando verrà il vostro tempo! E in quel modo dovrete lasciare questo luogo senza aver completato il lavoro che vi è stato assegnato.
Miei cari, quando studiavo i segnali (radio, n.d.t. come marconista nell’esercito), c’erano molte letture e scritti. Ogni notte andavo a dormire solo dopo aver completato il lavoro ricevuto. Non ho mai pensato, non ho mai detto che lo avrei fatto più tardi. Terminavo tutti i compiti degli insegnanti e poi andavo a dormire.
Nello stesso modo quando l’amato Baba Bishan Das mi diede le prime due Parole, quando mi affidò il lavoro di meditare, non dormii molto bene finché non ebbi buon esito. Lasciai il riposo e il sonno da un lato e diedi importanza priorità al lavoro del Maestro.
Gurmel Singh, che è seduto qui, mi ha visto sin dall’infanzia e sa - potete chiederglielo - che finché non ho perfezionato la lezione del Signore Onnipotente Kirpal, non sono uscito, non ho visto nessuno né ho incontrato nessuno. Forse uscivo una volta ogni tanto, altrimenti sono sempre rimasto nella stanza sotterranea e ho continuato a meditare finché non ho perfezionato la lezione impartita dal Maestro.
Cari amici, avrei potuto conquistare il piacere del Maestro, che ho guadagnato durante la sua vita, dopo che se n’era andato? Quando fu compiaciuto della mia meditazione, disse: “Sono molto grato che per lo meno uno dei miei discepoli ha completato, ha passato gli esami”. Il piacere che ottenni da lui mentre era ancora nel corpo, pensate che lo avrei ottenuto se mi fossi perfezionato dopo la sua dipartita?
Perciò miei cari, non ritardate il lavoro, non rimandatelo a domani. Come posso dirvi di non manifestare il Maestro dentro di voi mentre il Maestro è ancora nel corpo? - perché io stesso l’ho fatto. Come posso dirvi: “Fate questo più avanti” oppure “fatelo più tardi”? - perché io stesso l’ho fatto nella mia vita ed ecco perché vi sto dicendo che qualsiasi lavoro siate tenuti a fare domani, dovreste farlo oggi. Non rimandate mai la meditazione, non impigritevi mai in meditazione. Fatela subito.
Trascorriamo tanto tempo, ci sforziamo molto nell’abbellire noi stessi. Dico che nello stesso modo dovremmo pure cercare di abbellire la nostra anima, dovremmo cercare di purificarci. Non dovremmo lordarci nemmeno nei pensieri. Pensare alla lussuria o anche permetterle di penetrare nei vostri pensieri è molto negativo, perché insudicia l’anima, la macchia. Così non sappiamo quanto tempo sia rimasto, ecco perché non dovremmo confidare sul futuro. Dovremmo fare ora qualsiasi cosa.
Le vite dei Maestri sono di esempio e con amore ci dicono che dovremmo adottare quell’esempio. Dicono, prima di tutto, che i vostri guadagni dovrebbero essere molto puri e sacri. Dovremmo lavorare con sincerità di cuore e poi dovremmo meditare. Dovreste tenere il corpo puro perché quanto più puro è il corpo, tanto più si purifica la mente. Via via che la mente diventerà più pura, anche l’anima si purificherà e quando l’anima sarà pura, avrete di sicuro buon esito in meditazione”.
Di fronte a tanti amati il Maestro Sawan Singh disse verso la fine: “Miei cari, se qualcuno è in debito con me, lo perdono, non deve darmi nulla. E se io devo qualcosa a qualcuno, per favore si alzi e glielo darò”. Disse: “Per tutta la vita ho usato solo la macchina del sangat, la benzina del sangat per la macchina e i vegetali del sangat. Al di fuori di queste tre cose non ho usato nemmeno un centesimo del sangat per me, anzi ho contribuito con le mie entrate”.
Ho visto anche il Maestro Kirpal Singh fare la stessa cosa. I Santi perfetti riducono le proprie spese in base a qualsiasi somma di denaro abbiano accesso o qualunque sia il loro guadagno. Limitano le proprie spese e vivono con quel denaro, tuttavia riescono a risparmiare qualcosa. E con i risparmi e le entrate aiutano comunque i poveri e i bisognosi.
I Maestri hanno fatto molto seva fisicamente e anche con la mente attraverso il Simran hanno fatto molto seva nella corte, nel lavoro dei propri Maestri. Fanno il seva con la mente e contribuiscono pure con la ricchezza nella corte dei loro Maestri, nel lavoro dei loro Maestri. Ben oltre la capacità, qualsiasi cosa abbiano, la abbandonano completamente per la causa del Maestro.
Lo fanno perché la ricchezza che usiamo per la causa del Maestro, la ricchezza che cediamo al Maestro, diventa pura e sacra, ne otteniamo la ricompensa.
Kabir Sahib dice: “Dobbiamo farlo con le mani, dobbiamo mandarlo con le mani e dobbiamo mangiarlo con le mani. Nel mondo non è mai nato nessuno che ci manderà le cose dopo che lo lasciamo”. Miei cari, non aspettate domani, sforzatevi dal vostro lato affinché possiate diventare perfetti mentre il Maestro è ancora nel corpo.
Il Maestro è ben compiaciuto quando vede che i figli hanno buon esito. Ci sono molti amati, molti figli del Maestro che hanno manifestato nell’intimo il flusso della Corrente Sonora, il flusso dello Shabd mentre il Maestro è ancora nel corpo.
DOMANDA: Caro Maestro, è meglio leggere i bhajan e cantare al Maestro oppure ottenere il darshan visto che entrambi sono importanti.
SANT JI: Il Maestro Sawan Singh parlava dell’importanza del darshan del Maestro. Diceva che l’importanza del darshan del Maestro è superiore a qualsiasi altra cosa perché Dio Onnipotente è inaccessibile, è insondabile, è invisibile e non possiamo contemplare la Forma di Colui che non abbiamo visto. Dio Onnipotente conosce la nostra debolezza e questa è la ragione per cui assume la forma umana e viene nella Forma del Maestro. Quando il Maestro è seduto di fronte a noi, è molto meglio per noi avere il darshan del Maestro.
Il Maestro Kirpal mi riferì che una volta mentre stava massaggiando con il dottor Johnson le gambe di Baba Sawan Singh, gli chiese: “Maestro, come sarà la Forma del Maestro interiore?”
Il Maestro Sawan Singh sorrise e disse: “Nell’intimo troverete le stesse sembianze, troverete la stessa Forma. Ecco perché coloro che hanno il privilegio di vedere la Forma del Maestro interiore, dicono che anche nell’intimo v’è la stessa Forma che vediamo all’esterno. Soltanto coloro che hanno perfezionato il dhyan, coloro che hanno perfezionato il darshan del Maestro, sanno questo e riferiscono qualsiasi vedano nell’intimo”.
Miei cari, il viso esteriore non è così attraente come quello interiore, come quello astrale perché il viso astrale ha un’attrazione magnetica. Proprio come il magnete vi attrae, similmente quella Forma interiore, quella Forma astrale vi affascina; via via che entrate oltre nell’intimo e vedete la Forma causale del Maestro, essa è ancora più radiante e più attraente.
Il Maestro guarda sempre le anime e questa è la ragione per cui non fa mai alcun errore, non le dimentica mai dopo aver dato l’iniziazione. Vedete che solo per quello il Maestro va e riconosce la sua anima. Molte volte accade che l’anima va in qualche altro piano o anche negli inferni, per cui il Maestro va lì per riconoscere la propria anima e riportarla indietro. Se c’è qualche segno sull’anima, solo allora il Maestro riesce a rintracciarlo e solo allora il Maestro è in grado di riconoscerla. Se non ci fosse alcun segno sull’anima, come potrebbe il Maestro riconoscerla?
Se il discepolo non ha perfezionato la contemplazione, se non ha avuto il darshan del Maestro e se non ha contemplato la Forma del Maestro, come andrà insieme con il Maestro quando questi verrà a prenderlo? Come sarà convinto? Come sarà sicuro che sia il suo Maestro?
Ecco perché Swami Ji Maharaj disse: “O fratello, contempla la Forma del Maestro, altrimenti non sarai salvato”.
Guru Arjan Dev Ji Maharaj disse: “Sviluppa la Forma del Maestro nell’intimo e nella tua mente continua a fare il Simran impartito dal Maestro”. Il Simran del Maestro è un Potere tale che nessuna forza del Potere Negativo può affrontarlo. Mentre fate il Simran del Maestro, portate la rimembranza della Forma del Maestro qui al Centro dell’Occhio.
Guru Arjan Dev Ji Maharaj dice: “La Forma del Maestro è oltre il tempo, è oltre Kal; possiamo concentrarci sulla Forma del Maestro solo contemplandola”. Vedete che è difficilissimo concentrarci e contemplare la Forma del Maestro perché egli non scende sotto il Centro dell’Occhio. È molto facile ricordare le cose del mondo. Nel momento in cui pensate a qualsiasi cosa del mondo, la sentite subito di fronte a voi. Perché? Perché viene dai centri sotto il Centro dell’Occhio e la nostra attenzione non è ancora perfezionata. Ecco perché possiamo facilmente avere la rimembranza delle cose mondane, ma della Forma del Maestro è difficile per noi, perché non siamo ancora al Centro dell’Occhio e non abbiamo perfezionato la concentrazione.
Il Maestro Sawan Singh diceva: “Nel Satsang dovremmo cercare un posto dal quale possiamo avere il darshan del Maestro. Non dovremmo cercare di sedere dietro, di fianco o laddove non possiamo avere il darshan del Maestro”. Aggiungeva: “Le persone che arrivano prima, dovrebbero sedere di fronte. Le persone che vengono dopo, non dovrebbero cercare di sedere di fronte, siedano altrove. Ma ovunque sediate nel Satsang, siate sempre sicuri di riuscire ad avere il darshan del Maestro”.
Al fine di sedere di fronte e avere il darshan del Maestro Sawan Singh, arrivavamo almeno cinque o sei ore, se non di più, prima del Satsang e ci sistemavamo per non rimanere indietro; se arrivavamo più tardi, non avevamo posti buoni.
Gli insegnamenti del Maestro Sawan Singh erano semplicissimi e con poche parole diceva qualsiasi cosa desiderasse. Diceva pure: “Il contadino guarda sempre alla fine, al punto più lontano, dove ha incominciato a irrigare il campo”. Intendeva: “Posso anche vedere le persone che sono sedute dietro, lontano e non dovreste litigare sul fatto di arrivare e sedere di fronte”.
Metteva molta enfasi sulla contemplazione della Forma del Maestro. Diceva che sedere nel Satsang è la migliore opportunità per sviluppare la concentrazione sulla Forma del Maestro. Per un’ora e un’ora e mezzo, mentre siete seduti per il Satsang, potete guardare la forma del Maestro e contemplarla. E dovreste essere così assorti, così concentrati nel guardare la Forma del Maestro da non essere nemmeno consapevoli del pathi che è seduto proprio di fianco a lui. Se il Maestro parla a qualcuno, anche allora non guardate quella persona: l’attenzione dovrebbe essere solo rivolta al Maestro.
Kabir Sahib disse: “Guardate sempre la fronte e gli occhi del Sadhu perché nei suoi occhi e nella sua fronte risiede sempre la verità”.
Coloro che guardano costantemente il Maestro durante il Satsang, ottengono un’esperienza eccezionale, un’esperienza incredibile.
Ora la domanda è: “Dovete leggere il bhajan?” Che fare? Spesso ho detto che dovreste praticare il canto dei bhajan. Dovreste imparare i bhajan così che, quando avete l’opportunità di cantarli, non dobbiate usare il libro. Guardate sempre la forma del Maestro e ricordate pure il numero della pagina. Tenete il libro di fronte a voi per il nome, il numero della pagina e così via, direi che dovreste perfino ricordare il numero della pagina così che quando arriva il vostro turno, dite subito che è su questa pagina e poi dovreste sapere il bhajan a memoria affinché possiate continuare a guardare il Maestro, ad avere il darshan del Maestro.
Miei cari, il Maestro Sawan Singh diceva: “Le mani al lavoro, il cuore con l’amato”. Anche noi, miei cari, dovremmo essere così, che la corda del cuore, la corda degli occhi dovrebbero sempre muoversi verso il Maestro. Dovremmo sempre continuare a guardare il Maestro.
Bene, le domande degli amati sono state molto belle e sono proprio contento di aver risposto. Mi ha fatto ricordare gli amati Maestri, il Maestro Kirpal Singh e il Maestro Sawan Singh Ji. Ogniqualvolta riesco a ricordarli, sono molto compiaciuto; il loro ricordo mi rende molto felice. Rammento i tempi che ho trascorso ai loro piedi. Le mie parole sono molto semplici e anche il modo in cui rispondo alle domande è semplicissimo. Il Maestro Sawan Singh parlava del suo stile: “Se qualcuno vuole imparare qualsiasi cosa con parole semplici, dovrebbe venire da me e gliela spiegherò”. Spiegava sempre le cose con pochissime parole. Diceva: “Se qualcuno vuole capire nel dettaglio, con più parole, dovrebbe andare da Kirpal Singh. Kirpal Singh prima smonta il fucile, pezzo per pezzo, e poi lo rimonta, in quel modo spiega a tutti. Ma il mio modo è diverso, dico poche parole e spiego alle persone con parole semplici”.
Pertanto il mio sistema, anche il mio stile è lo stesso; le mie parole sono semplicissime. Condivido solo l’amore, condivido la grazia che ho ricevuto sedendo ai piedi di quei grandi Maestri. Ogniqualvolta parlo di loro, ogniqualvolta li ricordo, mi sento - sapete che quando tirate una molla - nello stesso modo sento così tanta forza ed energia in me ogniqualvolta ricordo i tempi con il Maestro Sawan Singh e il Maestro Kirpal Singh. Perciò qualsiasi cosa abbia ottenuto, qualsiasi cosa abbia guadagnato sedendo ai loro piedi, è semplicissima. Apprezzo il tempo che ho ricevuto, che ho avuto per sedere ai loro piedi; ha edificato la mia vita. E vorrei dire anche voi che dovreste apprezzare il tempo che avete ottenuto, affinché anche voi possiate avere buon esito nella vostra vita.
Il Maestro Sawan Singh chiamava spesso il Maestro Kirpal Singh “malvi”.
Una volta ci fu un matrimonio e le persone aspettavano a Sikhandarpur, la fattoria del Maestro Sawan Singh e questi disse: “Per lo meno è venuto il mio malvi”. Malvi sta per prete musulmano.
Malvi è una persona assai istruita; conosce il sacro libro del Corano. Ecco perché il Maestro Sawan Singh chiamava il Maestro Kirpal Singh “malvi”. Il Maestro Kirpal Singh spiegava spesso il Sentiero ai malvi e ai musulmani.


Scritto Da - sevadar il 03 Agosto 2014alle ore 16:44:55

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