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Surat Shabd Yoga
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 Rimembranza o ripetizione (Simran) - prima parte
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Inserito il - 28 Dicembre 2016 :  07:03:59  Visualizza profilo  Modifica messaggio  Rispondi citando  Visualizza l'indirizzo IP dell'utente
Rimembranza o ripetizione (Simran)
Kirpal Singh
tratto dal Gurmat Sidhant

Il mondo intero è occupato nel pensare al lavoro, o nel ricordare o pensare a qualcosa: il negoziante riguardo al negozio, il contadino alla terra o ai raccolti, una persona in servizio al lavoro, una madre al bambino, un amico al compagno e un nemico all’oppositore.
È un fatto ben noto che quando pensiamo a qualcosa, l’immagine mentale ci appare di fronte agli occhi. È più che naturale. Ognuno contempla le forme che pensa.
Nessuno è scevro dalla ripetizione o rimembranza di qualche tipo. Attraverso questo processo gli oggetti mondani penetrano in ogni poro del nostro corpo, mente e intelletto, e l’uomo è tinto virtualmente nella tonalità del mondo. Per questo l’anima deve rinascere ancora e ancora. “Come pensi, così diventi”. Se abbandoniamo la rimembranza del mondo e piuttosto pensiamo al Signore, possiamo agevolmente conseguire i mezzi per la salvezza.
Che cos’è il Simran? Al fine di comprenderlo in modo appropriato, bisogna prestare attenzione al suo vero significato. Simran è una parola sanscrita che deriva dalla radice “smar”. Ha diversi significati: proteggere, creare un’immagine mentale della propria deità nel cuore e contemplarne la forma, ricordare una certa persona o cosa in un modo tale da pensarla con ogni respiro, renderla parte della propria vita, e in conclusione risvegliarsi e vivere in essa. I musulmani lo chiamano “dhikr”, ossia ricordare qualcuno. Il Simran conferisce tutti i benefici degli ottuplici aspetti dello Yoga.
Il Simran è una parte essenziale dello Yoga. Vi si fa riferimento nella Gita: “È la più alta forma di pratica spirituale”. Il Simran conferisce felicità, pace e beatitudine, e ci conduce a uno stato di super-coscienza.
La ripetizione di qualsiasi nome o di nomi di Dio viene chiamata Simran, tramite il quale penetra nel corpo una straordinaria corrente di coscienza. Nelle scritture si afferma che chiunque consideri i santi Nomi come mere parole oppure reputi il Guru come un semplice essere umano anziché Dio incarnato, va dritto all’inferno.
La ripetizione va compiuta con attenzione focalizzata, e a tempo debito si raggiunge uno stadio un cui la ripetizione cessa e la Forma contemplata si manifesta. È l’acme della ripetizione.
Si possono svolgere ambedue la ripetizione e la contemplazione separatamente e simultaneamente. Guru Arjan ha elogiato lo stato del Simran così:

Dentro il cuore contempliamo il Maestro, sulla lingua è il suo santo Nome, negli occhi risiede la sua Forma, nelle orecchie risuona la Melodia divina. Rimaniamo completamente assorti nella sua rimembranza. Ci immergiamo nello stato in cui si dimora senza posa su di Lui. La nostra mente e intelletto – il loro stesso tessuto – sono totalmente tinti nella sua costante rimembranza. Tali persone conseguono onore e gloria nella Corte del Signore e adempiono così il grande destino della vita umana.
Una persona dovrebbe struggersi per il proprio Maestro come fa l’uccello della pioggia per una goccia di pioggia. Dovrebbe ripeterne il Nome con ogni respiro e pensare alla sua forma giorno e notte. In breve, non dovrebbe dimenticarlo nemmeno per un secondo. Veramente grandi nel mondo sono quelli che non serbano nel cuore nulla all’infuori del ricordo del Signore.

Metodo per ritirarsi nell’intimo
Da tempi immemorabili, l’uomo si è proiettato all’esterno, osservando gli oggetti attraverso i sensi. Tre sono gli organi dei sensi principalmente responsabili di attirare l’attenzione, ossia la lingua, gli occhi e le orecchie.
Con la lingua parliamo alle persone del mondo; ripetiamo pensieri e idee circa il mondo, e comunichiamo con il mondo. In questa maniera le impressioni del mondo penetrano nella mente e intelletto.
Con gli occhi vediamo gli oggetti del mondo e le loro forme rimangono impresse nella mente. Con le orecchie ascoltiamo le voci del mondo, e facendolo costantemente ci immedesimiamo con esse.
Gli occhi sono responsabili dell’83 per cento delle impressioni marcate nella mente, le orecchie del 14 per cento e il restante 3 per cento sono formate dagli altri sensi messi insieme. Se la nostra attenzione interrompe questa dispersione e così spezza l’accesso d’impressioni dall’esterno, possiamo realizzare la Verità con uno sguardo interiore. È per questo motivo che i Santi ci inculcano sempre di chiudere gli occhi e le orecchie mentre facciamo la ripetizione o ascoltiamo lo Shabd.
Il potere delle parole della lingua dovrebbe essere utilizzato nel Simran; il potere della vista degli occhi dovrebbe essere usato per contemplare la forma del Maestro, e il potere dell’ascolto delle orecchie dovrebbe essere adoperato per udire la Corrente Sonora. Queste tre pratiche sono assolutamente essenziali. Ora ci occupiamo della prima, ossia il Simran. Le altre due – contemplazione (Dhyan) e Shabd (Corrente Sonora) – saranno trattate nei capitoli seguenti.
Ogniqualvolta desideriamo ritirare la coscienza nell’intimo, i pensieri del mondo ci invadono. Si tratta delle impressioni che sono penetrate continuamente tramite i sensi. Quindi, le faccende domestiche, l’ufficio, i negozi e gli altri luoghi, nonché le fisionomie di parenti, amici e nemici che abbiamo visto, si proiettano sullo schermo della nostra mente e impediscono la concentrazione. Il primo passo dell’innalzamento spirituale, perciò, è di eliminarle.
La rimozione delle impressioni che si sono formate nella mente subcosciente e che si presentano davanti a noi involontariamente, è il secondo passo. Solo dopo che il devoto ha superato i due passaggi, può centrarsi o focalizzarsi interiormente.
È altresì necessario che la ripetizione sia sostituita dalla Ripetizione, proprio come un raccolto colpito dalla siccità, è ravvivato dall’acqua. Il simran degli oggetti del mondo dovrebbe essere sostituito dal Simran di Dio, e i pensieri del mondo dalla contemplazione del Maestro, che è Dio incarnato. Così si fissa nella nostra mente subcosciente l’impressione di Dio nella forma del Satguru. Laddove le onde del mondo dominavano una volta la scena, vi saranno ora la rimembranza del Signore e la contemplazione del Maestro. Il devoto incomincia a dimenticare il mondo e i suoi spettri. La mente perde gran parte della propria volubilità e si consegue un certo grado di concentrazione.
Qualsiasi tendenza sconclusionata che ancora sussista, viene terminata dall’ascolto della Corrente Sonora, la quale echeggia in tutti gli esseri umani. Solo allora giunge la concentrazione completa. Questa Corrente Sonora è il retaggio di tutti. Non la ascoltiamo perché la nostra attenzione è proiettata all’esterno. Questa Melodia divina risuona nella sede dell’anima nel corpo e si può udire al centro dell’occhio entrando nell’intimo.
La Corrente Sonora possiede la forza di un magnete, che attira l’anima e la rasserena. Questo luogo è l’origine del mondo intero. Quando una persona ascolta con attenzione il Suono celestiale, incomincia a essere catturata dalla sua beatitudine e automaticamente volge le spalle al mondo.
L’ostentazione di fama e rinomanza, la cultura e l’intelletto nel mondo sono responsabili della dispersione delle correnti dell’anima e costituiscono un impedimento sulla via per conseguire la concentrazione. A causa di quest’ostentazione, è difficile da parte nostra raccogliere l’attenzione nell’intimo. È facile sviluppare una cultura e progredire intellettualmente, mentre è difficile sottomettere la mente, raccogliere le correnti dell’anima e ascendere alle regioni superiori.
Non possiamo vedere il Signore con gli occhi dell’intelletto. Solo l’occhio dell’anima (nirat) può percepire Dio. Fintantoché le correnti della nostra mente sono disperse, è impossibile contemplarlo. Se dunque controlliamo la mente e i sensi, contempliamo nell’intimo il fulgore del Signore. Quando completiamo il corso della concentrazione attraverso il Simran, raggiungiamo il secondo stadio, ossia la contemplazione. E attraverso la contemplazione riusciamo ad ascoltare la Corrente Sonora.
Per l’autorealizzazione i Santi raccomandano sempre questi tre passi: Simran (ripetizione), Dhyan (contemplazione) e Bhajan (ascolto dello Shabd o Corrente Sonora).
Il controllo ritmico del respiro, conosciuto come Pranayama, che viene eseguito da alcune persone per acquisire la concentrazione, è un metodo artificiale. I metodi insegnati dai Santi, come descritti sopra, sono naturali e agevoli. Anche un bambino, un giovane o un anziano possono eseguirli. Nella pratica di questi metodi non s’incontrano difficoltà. Per giunta, non incidono in modo avverso sulla nostra salute. Le pratiche dell’Asthang Yoga sono ardue, e i capifamiglia non possono eseguirle. I metodi dei Santi sono completi di per sé. Seguendoli, realizziamo per certo la Verità.
Maulana Rumi dice:

Chiudi gli occhi, le orecchie e la bocca, e se non percepisci la bellezza di Dio, deridimi.

Metodo del Simran
Le persone eseguono il Simran in una varietà di modi:

1. Alcuni lo fanno con l’aiuto dei grani del rosario. Ciò divide l’attenzione perché una parte è assorta nel contare i grani, mentre l’altra nello rovesciare il rosario raggiungendo l’ultimo grano. In questo modo non si giunge alla concentrazione completa. Finché l’attenzione accompagna il processo, si raccoglie qualche beneficio. In caso contrario, mentre le dita ruotano i grani, la mente vagabonda. Kabir dice: “Il vero rosario è il rosario della mente. I rosari del mondo sono falsi. Se fosse possibile conseguire la comunione con il Signore girando il rosario, allora quelli che portano l’acqua al collo della ruota persiana, avrebbero realizzato Dio”.
I cinesi hanno inventato una macchina tramite la quale con l’unica rotazione di un albero a gomiti si gira il contenitore mille volte. Vi si pone un pezzo di carta sul quale è scritta una preghiera. Poi le persone vanno al tempio e girano la ruota due volte e si compiacciono dell’idea di aver ripetuto la preghiera duemila volte. Ma come possono trovare pace con questi sistemi?
2. Alcuni ripetono le preghiere verbalmente. Ha un certo valore finché l’attenzione è concentrata sulla ripetizione. Ma come la rotazione dei grani, allorché la ripetizione verbale diventa automatica, la mente vaga involontariamente.
Kabir dice:

La pratica in cui il rosario ruota nella mano, la lingua si muove nella bocca, e così la mente corre in tutte le dieci direzioni, non è chiamata Simran”.

Girando il rosario, la mente esulta, ma non ottiene alcun vero beneficio.
Se le mani sono occupate per muovere il rosario, come possono raccogliersi nell’intimo le correnti dell’anima? Se queste si concentrano, le mani non possono muovere i rosari. Se le correnti dell’anima non si ritirano alla sua sede, non si può conseguire nulla. Quindi facciamo della mente un rosario. Non serve uno di legno.
Molti adoperano le punte delle dita al posto del rosario per praticare la ripetizione. Kabir dice:

Se dite il rosario della mente, potete conseguire la comunione con il Maestro. Quando l’anima non è diventata immobile, a che serve contare le punte delle dita? Contate le dita con la mano, ma la mente si pavoneggia. È tutto futile.
Se si ripete il rosario della mente, allora la coscienza interiore è risvegliata e la luce appare nell’intimo. Per età le persone hanno usato il rosario, ma le loro menti non sono cambiate. Quindi abbandonando il conteggio dei grani con la mano, fate ruotare solo il grano della mente”.

Così facendo le mani e i piedi diventeranno insensibili, a tal punto che l’intera coscienza del corpo si raccoglierà al centro dell’occhio: l’anima entrerà nei reami interiori e contemplerà il fulgore nell’intimo.
3. Alcuni fanno la ripetizione con la gola. È di beneficio finché l’attenzione rimane propriamente concentrata; altrimenti la mente vaga senza meta, come fa con i primi due metodi.
4. Alcuni eseguono la ripetizione nel cuore. Soffre degli stessi difetti degli altri metodi soprammenzionati.
5. Esiste ancora un altro metodo di Simran in cui gli yoghi producono un suono facendo convergere il respiro al centro dell’ombelico. Questa pratica conduce a un controllo temporaneo della mente. Dunque anche questo metodo non è privo di difetti.

La ripetizione verbale è migliore di quella con il rosario, e quella della gola è superiore a quella verbale. Similmente, quella nel cuore è più vantaggiosa di quella nella gola. La quinta, ossia quella nel centro dell’ombelico, è tentata solamente dagli yoghi. Il Simran attraverso un rosario o verbalmente è considerato la più bassa forma di ripetizione, essendo quella nella gola e nel cuore nettamente superiore. Ad ogni modo, tutti i tipi di ripetizione, qualora accompagnati da attenzione focalizzata, producono risultati positivi. Purificano la mente e apportano una certa pace. Ma le correnti dell’anima non si raccolgono al centro dell’occhio, per cui il progresso nello sviluppo spirituale risulta limitato. È per questo motivo che i Santi partono dalla radice stessa della cosa. Esortano la ripetizione con la lingua dell’anima. In questo modo possiamo ottenere i mezzi per quietare la mente. I Santi lo chiamano il Simran dell’anima.
Seguendo questo metodo, la mente non vagabonda. Non è il caso in cui la ripetizione continua e la mente divaga fuori, come accade con i metodi descritti prima. Il Simran dell’anima risveglia la coscienza interiore e mette in grado uno di ascoltare lo Shabd o la Corrente Sonora (la Parola), che apporta vera pace e beatitudine.
Sheikh Farid-udin Attar ha diviso i vari metodi del Simran in tre parti. Dice:

Non capiamo il loro significato a causa della nostra ignoranza. Siamo consapevoli solo del Simran verbale. Ci sono alcuni che fanno Simran con l’attenzione del cuore. Pochi scelti, un tipo di devoto assai speciale, lo fanno con un metodo segreto. Finché il Simran non viene eseguito con quest’ultimo metodo, gli sforzi sono vani. La lettura di sacre scritture è il Simran verbale. Coloro che non fanno nemmeno questo, sono davvero assai indolenti. Questo metodo segreto del Simran, il luogo dove l’attenzione viene focalizzata mentre lo si ripete e il procedimento della sua direzione possono essere appresi solo da un Adepto perfetto.

I fachiri musulmani parlano di cinque metodi diversi di Simran:

1. Lasani, ossia verbale. Conosciuto altresì come Kalma-i-Shariat o Nasoot.
2. Kalbi, compiuto attraverso il cuore, mettendo pressione sul cuore attraverso la respirazione. Chiamato pure Kalma-i-Tariakat o Malkoot.
3. Ruhi, ripetizione dell’anima con l’attenzione al terzo occhio. Conosciuto come Kalma-i-Marfat o Javroot.
4. Siri, si ottiene per mezzo della rivelazione interiore. Conosciuto pure come Kalma-i-Hakikat o Lahoot.
5. Sufi, con cui uno s’immerge nel Signore. Chiamato altresì Hahoot. Il praticante perde la propria identità e assorbe quella del Signore. È uno stadio permanente ed eterno.

Un altro Santo dice:

La ripetizione verbale dà risultati temporanei. Il Simran nel cuore è di tipo ordinario, la ripetizione spirituale è superiore ed è praticata solamente da anime altamente evolute.

Maulana Rumi dice:

Pratica la ripetizione per manifestare Dio, ma non la ripetizione verbale, i cui risultati non sono duraturi.

La ripetizione spirituale al centro dell’occhio è la prerogativa dei Santi.
Nelle Upanishad indù troviamo:

Secondo i Veda esistono vari vantaggi nella ripetizione verbale. La ripetizione eseguita lentamente e impercettibilmente è migliaia di volte migliore di quella fatta velocemente, e quella mentale è dieci milioni di volte più proficua di quella verbale.

La ripetizione verbale, senza capire il significato delle parole, o quella pappagallesca di un nome senza una vera intenzione, è una mera ostentazione. Le persone ordinarie che fanno questo tipo di Simran, rimangono prive di alcun beneficio.

Scopo della ripetizione (Simran)
Il Simran è il primo passo della scala spirituale. Guru Arjan dice nel Sukhmani:

Solo attraverso il Simran realizzate il vero Shabd, o Corrente Sonora, che vi conduce a Dio.


continua…

Scritto Da - sevadar il 28 Dicembre 2016alle ore 07:05:52

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