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Inserito il - 17 Ottobre 2020 :  08:47:03  Visualizza profilo  Modifica messaggio  Rispondi citando  Visualizza l'indirizzo IP dell'utente
Storia di Utmayee (dimora di Baba Jagir Singh)
Storia 15

dal libro “Memories of Sawan” di Bibi Lajo

Bibi Lajo servì, cucinò, accompagnò nei viaggi e si prese cura per quarant’anni di Baba Sawan Singh. Dopo la dipartita del grande Maestro, decise di suicidarsi, ma la voce del Guru le impedì di farlo. Allora scelse di scrivere tutte le esperienze e le storie che aveva vissuto con Lui. Ne fu testimone oculare e sono tratte dalla sua esperienza personale. Il grande Maestro la chiamava “Kako” (che significa “figlia”) mentre lei si rivolgeva a Lui con queste parole: “Sache Patshah” (“Vero Imperatore”). In seguito sedette ai piedi di Sant Kirpal Singh Ji.


Una volta Hazur andò nella città natale di Baba Jagir Singh, chiamata Utmayee e diede il darshan. La zona era abitata dai pathan (musulmani), solo l’ashram di Baba Jagir apparteneva alla comunità indù. Baba Jagir diede un caloroso benvenuto ad Hazur e chinò la testa ai suoi piedi giungendo le mani. Poi purificò la stanza con i piedi di loto di Hazur. Cucinai e mangiammo tutti insieme con il sangat. Per il seva di Baba Jagir chiesi il permesso e il gentile consenso di Hazur. Il sangat dei pathan ebbe il darshan di Hazur e gioì del suo Satsang.
La notte due pathan, che erano molto ricchi e anche fachiri (santi uomini, eremiti), vennero per un colloquio con Hazur sul sentiero spirituale. Data Ji li accolse con amore e insegnò loro la spiritualità. Per pura gioia implorarono la conoscenza della Via che conduce alla destinazione spirituale. Data Ji disse: “Questo non è il momento di dare il kalma (iniziazione in urdu). C’è poco tempo e domattina dobbiamo raggiungere Rawalpindi”. Presto la mattina Hazur si alzò ed era pronto a partire, nella sua auto, alle 6:00. Poi Baba Jagir prese a chiedere ad Hazur: “Bibi Lajo è mia figlia, lasciala con me per sei mesi. È tua figlia ed è pure mia figlia”. Hazur rispose: “Stai parlando di sei mesi e lei non riesce a separarsi da me nemmeno per sei ore”. Hazur rise e mi disse: “Sali in macchina rapidamente poiché dobbiamo percorrere un lungo tragitto”. Risposi: “Verissimo, Data Ji. Sache Patshah, come desideri, sono qui”. Poi Data Ji partì per Rawalpindi.

(Nota di R. K. Rajput, traduttore del libro dal punjabi all’inglese) Nella prossima parte del libro le storie sono per lo più ambientate nelle città del Pakistan e nella stazione collinare di Dalhousie, dove Hazur aveva la sua residenza. Adorava viaggiare in questa stazione collinare perché gli amati della zona erano veri devoti al suo servizio e lo amavano moltissimo. Non volevano mai separarsi dal Guru. Quando il discepolo è un vero amante, il Guru stesso non è a suo agio. Vuole vedere il discepolo di persona e in questo tipo di visite Hazur procurava grande felicità. Serbava tanto amore per gli amati di Dalhousie. Adorava visitarli personalmente in virtù del loro autentico amore.
Bibi scrisse: A volte, quando Hazur tornava da questo viaggio alla Dera di Beas, elogiava il sangat ed esultava a parlare di loro. Diceva: “Kako, presto visiteremo Dalhousie di nuovo”. Hazur amava tutti e voleva sempre stare con il sangat.
Bibi scrisse: “Bhagwan, bhagat kai vash mai hote ayai”. Traduzione: “In tutte le epoche Dio controlla il vero amore dei suoi adoratori”. Il sangat ripuliva sempre le strade e decorava le sale dei Satsang con fiori e ghirlande di rose di diversi colori in modo da dare il benvenuto all’amorevole Maestro. Cospargevano la strada di fiori.
Ovunque percorresse un passo con i suoi piedi di loto e con la sua meravigliosa barba bianca, Hazur pareva la forma di Dio stesso e sorrideva, il che inebriava i satsanghi.
Bibi scrisse: Non esistono parole per spiegare la bellezza e il fascino del suo viso bianco, soprattutto quando il sole luccicava nel cielo sulle colline. Hazur, in piedi e splendente sulla Terra, era grande ed è difficile spiegarne la bellezza in quei momenti. Si riusciva a percepire una gioia speciale nella mente e nel cuore dimenticando ogni obiettivo materialista. L’unico obiettivo era l’amore di Hazur e l’inebriamento creato dal suo darshan, che diffondeva la spiritualità dappertutto come il sole diffonde i suoi raggi. Lui aveva un viso rosaceo e lucente; elargiva la grazia a ogni satsanghi. Fissava tutti coloro che erano in piedi e lo aspettavano.
Alla fine, quando Sache Patshah aveva terminato di dare il darshan, soleva tenere il Satsang. Poi il sangat cantava questa preghiera di fronte a Lui:

Karo Benati Dou Kar Jari , Araj Sumo Radha Swami Meri
Sat Purush Turn Satguru Data, Sab Jivan ke Pita Aur Mata
Dya Dhar Apana Kar leejey , Kai Jal se Niara Keyjey
Satjug , Treta , Dwapar Beeta , Kahun Na Jane Shabad ki Reeta
Kaljug Maya Swami Dya Vichari , Pargat Karkey Shabad Pukari
Jiv Kaj Swami Jag Mayu Ayai , Bhav Sagar se par Lagayai
Teen Shad Chautha pad Deena , Satnam Satguru gat Cheena
Jug Mug Jot Hot Ujiara , Gagan sot per Chandar Niara
Sat Sighasan Chhatar Virayay , Anhad Shabad Gaile Dhun Gajay
Kashar , Akashar , Nih Akashar Para, Binati Karain Jahan Das Tumara
Lok Alok Paun Sukh Dhama , Charan Saran Deejay Vesama

Il sangat cantava in coro questo bhajan melodioso a mani giunte, con gli occhi chiusi e seduti a gambe incrociate, come in meditazione (n.d.t. quando Sant Ajaib Singh Ji teneva i programmi a Bombay, all’ultima sessione il sangat intonava sempre questo bhajan).
Vorrei tradurlo a beneficio di tutti:

Oh Signore Radha Swami, Sé Vivente e Maestro vivente,
caritatevole Padre e Madre di tutti.
Sii misericordioso. Rendici tuoi e salvaci dalle insidie del tempo.
Sat, Treta e Dwapar sono passati senza conoscere la melodia celestiale e la luce.
Ora, Tu sei Misericordioso. In questo Kali Yuga è difficile intonare la “Parola” ad alta voce
e con melodie lucide.
Oh Swami, scendendo in questo piano inferiore, aiuti le entità viventi ad attraversare l’oceano del mondo per superare la Trinità e raggiungere la Quarta Dimora.
Lì si manifestano il Nome Vivente e il Maestro Vivente, inondati di gloria e luce scintillante.
Il tuo servo prega con solennità. Concedici anche la Regione Non-Regione, la Dimora Suprema, la Sfera della Beatitudine, il santo Rifugio ai Tuoi Piedi, mio Satguru (mio Signore).


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