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Surat Shabd Yoga
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Inserito il - 14 Novembre 2020 :  08:07:44  Visualizza profilo  Modifica messaggio  Rispondi citando  Visualizza l'indirizzo IP dell'utente
La storia di Jammu (una grande città in Kashmir)
Storia 21

dal libro “Memories of Sawan” di Bibi Lajo

Data Ji arrivò a Jammu. Bibi Krishana e suo marito erano veri devoti di Hazur. Anche il sangat di Jammu era composto da persone che serbavano un grande amore per Hazur. Tutti non vedevano l’ora di vederlo. Din Dyal arrivò in serata. Non appena fu sceso dall’auto, incontrò il sangat con il viso che sembrava un fiore in piena sbocciatura. Migliaia di satsanghi cantavano bhajan in sua lode. Accettò il Radha Swami di tutti e li rese felici con il suo darshan. “Oh Guru! Tu sei il Sommo che ha aiutato tutti a sbarazzarsi delle sofferenze mondane”.
La sistemazione migliore per il Grande Maestro fu predisposta in una bella casa. Il podio era decorato e Lui vi si sedette per tenere il Satsang. La pioggia delle sue parole amorevoli rinfrescò il calore delle sofferenze mondane delle persone. Concesse tempo a tutti e tenne il programma per quattro giorni. Di notte andava a letto.
Alle 7:00 diede di nuovo il Satsang; molti ne rimasero colpiti. Il terzo giorno iniziò trecento persone. Spiegò il suo insegnamento: “Ascoltate, non c’è niente di dolce come il Naam. La canna da zucchero, lo zucchero, il miele e il latte di bufala sono tutti dolci, ma il Naam e il Simran sono più dolci di tutti. Ricordare Dio è la ricchezza più dolce. Fate Simran sempre di più, il suo nettare è dolcissimo. In principio il sapore è amaro perché deve uccidere i vostri sensi e desideri”.

Per prima cosa diventate veri devoti che sacrificano corpo e mente per Lui (il Guru).
Poi Data diventa il Guru che concede gentilmente il Naam (iniziazione) con le sue benedizioni.

“Quindi tutti voi fate Simran. Il Guru è dentro di voi. Non c’è niente all’esterno. Vi ho dato l’iniziazione, domani dovrò partire”.
Dopo l’iniziazione Data Ji uscì dalla sala e ricevette un telegramma da Rawalpindi che diceva che Raja Ram era malato. Raja Ram scrisse nel telegramma: “Data Ji, concedimi il tuo santo darshan prima di partire”. Data Ji mi chiamò e disse: “Kako, ecco un telegramma di Raja Ram. Dobbiamo tornare a Rawalpindi per vederlo perché è malato”. Dissi: “Va bene, Sache Patshah”. Sache Patshah, il Misericordioso, diede il darshan agli amati e consigliò di fare Simran e bhajan, poi disse: “Si tratta di ben poco disturbo perché dobbiamo tornare di nuovo a Rawalpindi; non voglio spezzare il cuore di Raja Ram. La casa di Dio è nell’amore dei cuori dei satsanghi ed è scritto nel Bani”:

Se desiderate vedere Dio, non ferite il cuore di nessuno.

Il Satguru Ji era molto puntiglioso riguardo ai cuori amorevoli dei satsanghi, che fossero ricchi o poveri.
Mentre stava per andare a coricarsi, disse: “Kako, fai le valigie e va’ a Lahore (una città al confine di Amritsar in Pakistan) la mattina. Ci vediamo lì dopodomani. Perché dovrei darti lavoro solo per una notte?” Risposi: “D’accordo, Sache Patshah, devo lasciarti la valigia piena di soldi e portare con me il resto dei bagagli?” Hazur disse: “No, Kako, non porterò niente con me. Prendi la mia valigia e la valigia con i soldi. Mi fido di te, ma prenditene cura”. Sospettavo che sarebbe successo qualcosa perché Hazur non mi aveva mai detto niente del genere. Se qualcuno diceva: “Bibi, prenditene cura”, allora Hazur rispondeva: “Bibi è intelligente. Non c’è bisogno di dirle nulla sul fatto di stare attenta con i soldi”.
Hazur uscì alle 4:00 e lo salutai al piano di sopra. Non scesi al piano di sotto perché avevo l’idea che Data Ji mi avrebbe detto di occuparmi dei soldi. Continuai a stare seduta vicino ai soldi. Dopo la sua partenza i satsanghi si sedettero al loro posto. Poi scesi al piano di sotto tenendo la valigia in mano.
Giunta a Lahore, dovetti cucinare per cinquanta persone. Cucinai tutto il cibo, tenendo quella valigia con me. Alle 9:00 dovevamo partire. Quando tutti i bagagli furono sistemati nell’auto, un sevadar del Maestro mi chiese: “Bibi, dammi questa valigia, me ne occuperò io in macchina”. Pensai che siccome era tutto sistemato e non c’era fretta o furia, non se ne sarebbe dimenticato, così gli diedi la valigia piena di soldi. Sham si dimenticò di portare la valigia con sé in macchina. La lasciò fuori dalla casa dove alloggiava il Maestro. Mise la scatola dei manghi in macchina, ma non la valigia con i soldi. Il sangat venne per salutarci e salutai Radha Swami a tutti; suggerii al conducente di avviare la macchina. La macchina si stava muovendo e chiesi: “Sham, dov’è la valigia?” Disse: “Bibi, è in macchina”. Alla fermata successiva cercai la valigia, ma non riuscii a trovarla. Così scesi dalla macchina e ne presi un’altra per tornare a Jammu a cercare la valigia. Per tutto il tempo continuai a pregare: “Satguru, per favore aiutami, per favore prenditi cura della valigia”. Quando arrivai alla casa in cui aveva soggiornato Hazur, chiesi a Rakmani se fosse rimasta lì una valigia. Disse: “Sì, ce n’è una. Ho chiesto al sangat se apparteneva a qualcuno, ma non è venuto nessuno, quindi l’ho tenuta dentro”. Nel vedere la valigia ringraziai Hazur e tornai a Lahore. Tutte le persone furono sorprese di vedermi con la valigia, ma tre uomini di nome Ghandi, Latha e Jangu dicevano: “Ha preso tutti i soldi per i suoi familiari a Jalwindar ed è tornata con una valigia vuota”.
Alle 21:00 stavo cucinando per Hazur quando entrò nella stanza alle 22:00. Nessuno lo aveva ancora visto o aveva detto qualcosa sulla valigia. Entrò nella stanza ridendo fragorosamente e disse: “Bibi, raccontami la storia della valigia”. Risposi: “Hazur, se me lo avessi detto prima, che male ci sarebbe stato?” Hazur affermò: “Sei stata salvata dal Guru, ma i bugiardi non lasciano nulla d’intentato per screditarti”. Giunsi le mani e gli toccai i piedi dicendo: “Ti ringrazio, Hazur, non c’è nessuno per me in questo mondo tranne te”.
Hazur diede solo un Satsang a Lahore e poi partì per Amritsar ove soggiornò nella sua residenza. Raccontò tutto del viaggio al sangat, che era molto affettuoso con lui. Il Satguru rimase ben salubre nel Kashmir. Nel vedere il volto splendente di Hazur, il sangat era felicissimo. Al mattino, dopo aver dato il darshan, partì per la Dera di Beas. Prima di salire in macchina, diede parshad e darshan a una lunga fila di amati. Anche alcuni operai che stavano costruendo le stanze nella sala del Satsang, presero il parshad e gioirono del suo santo darshan. Rese felice anche una jiva peccatrice come me dicendo: “Kako, hai lavorato duramente per me. Sono molto felice con te”. Era veramente il Re dei Re e ci incoraggiò sempre senza mostrare il suo potere. Notai questa virtù nel mio Satguru.
Alle 7:00 salì in macchina e partì per la Dera di Beas. Vi arrivò alle 8:00 insieme a me e al resto del seguito. Alla Dera migliaia di persone del sangat erano già lì a cantare bhajan nel suo amore e ad aspettarlo. Non appena Hazur fu sceso dalla macchina, i satsanghi lo circondarono come falene davanti alla luce. Il Satguru salutò tutti con un sorriso. Disse: “Miei cari, guardate come il sangat tutt’intorno ha un così grande amore per il mio Satguru (riferendosi a Jaimal Singh Ji). Questo è il vero sentiero spirituale nel mondo. Le persone in quei giorni avevano un grande rispetto per il Satsang. Ma ora i residenti della Dera non hanno alcun rispetto. Stimo solo coloro che fanno un buon seva e onorano il Satsang. Ho ben a cuore quelli che fanno seva, Simran e bhajan, e serbo un grande riguardo nella mia mente per loro. Sono uomini e donne, li amo tutti. Voi sedete alla Dera e parlate molto. Sapete tutto di me e cosa mi aspetto da voi. Ho dato l’iniziazione a millenovecento amati durante il giro. Non ho potuto dedicare molto tempo agli amati di Lahore e Amritsar. Maharaj Ji (Baba Jaimal Singh Ji) diceva: ‘Nessuno cerca di riconoscere Dio. Quando i Santi se ne vanno, vengono rispettati. I miracoli del bhajan e del Simran saranno conosciuti dopo che ce ne saremo andati da questo mondo’. Questo è il motivo per cui ve lo sto dicendo. Non dovete serbare inimicizia e gelosia. Sono molto felice quando vado per il giro perché nessuno si lamenta, ma alla Dera le vostre lamentele sono illimitate”.
Data Ji chiese: “Kako, sono arrivati tutti?” Risposi: “Sì, Satguru Ji”. Hazur disse: “Probabilmente sei stanca”, risposi: “No Sache Patshah, non ho fatto niente. Tu sarai stanco. Hai viaggiato molto, tenuto numerosi Satsang, iniziato molte persone e hai avuto un carico pesante di persone peccaminose come me”. Hazur disse: “Bene, Bibi, Baba Ji sta portando questo carico pesante. Faccio seva pensando a Lui. Continuerò a farlo finché mi verrà dato. Se si ferma, allora mi siederò e vedrò cos’altro Baba Ji vuole che faccia”. Dopo aver dato il darshan e detto queste parole d’oro, fece il bagno, mangiò, bevve dell’acqua e andò a letto.
Il giorno successivo era venerdì e il sangat era già lì ad aspettarlo. Era il mese di agosto. Hazur non si stancava mai con il Satsang. Di nuovo venne per il servizio del sangat. Lavorava giorno e notte, e non era mai stanco. Il Satguru svolgeva il dovere del seva e non era mai stanco. La mattina, appena alzatosi, controllò il lavoro con i satsanghi. Qualunque lavoro fosse rimasto, lo finì quella mattina.
Consegnai la valigia piena di soldi ad Hazur. Data Ji disse: “Kako, chiama il sevadar Bhagat Singh”. Risposi rapidamente: “Va bene, Sache Patshah”.


La seconda storia
Storia 22

Quando andai a chiamare Bhagat Singh, lui si espresse con rabbia e si rifiutò di venire. Entrai e dissi ad Hazur: “Bhagat Ji non verrà”. Data Ji rispose: “Va’ a chiamarlo di nuovo. Digli che Hazur vuole vederlo e dirgli qualcosa”. Data Ji non si teneva mai i soldi. Li consegnava a Sardar Bhagat Singh e al Deputy Hamarayan. Andai a chiamare Sardar Bhagat Singh e lo portai davanti ad Hazur. Data Ji disse a Bhagat Singh: “Ti ho chiamato”. Poi rise e iniziò a dire: “Kako, porta i soldi”. Risposi: “Va bene, Sache Patshah, li prendo”. Consegnai circa diciottomila rupie ad Hazur, il quale disse: “Fratello, è tutto merito di Bibi se abbiamo ricevuto le rupie di questi sevadar”. Hazur contò i soldi, li mise davanti a Bhagat Singh e disse: “Fratello, conta anche tu”. Disse: “Hazur, sono diciottomila rupie”. Quando Hazur disse: “È tutto merito di Bibi”, Bhagat Singh esclamò: “Da dove ha preso Kako questi soldi?” Hazur disse: “Senti fratello, avevi bisogno di soldi, quindi li prendi da dove sono venuti. Che cosa vuoi sapere? Hai parlato con rabbia a Kako e non eri nemmeno disposto a venire, e tutto questo senza motivo. Non cercare di discolparti. Da un lato qualcuno lavora per te e dall’altro ti arrabbi. Dov’è scritto che chiunque lavori per te, in cambio ti arrabbi con lui? Kako, sono molto felice con te perché hai fatto tantissimo seva per me”. Sardar Bhagat Singh sorrise e disse: “D’accordo, Kako, per favore scusami se ti ho parlato con rabbia”. “No fratello, non c’è niente di cui sentirsi male”, dissi. Data Ji esclamò: “Va bene, fratello, prenditi cura di questi soldi”.
Hazur se ne andò e Bhagat Singh iniziò a chiedermi: “Bibi, come sono stati raccolti questi soldi?” Dissi: “La grazia di Data Ji”. Dicendo queste parole andai da Hazur e gli dissi che Bhagat Singh stava ancora chiedendo dei soldi. Data Ji affermò: “Se Hari (Guru) fa qualcosa, la gente continua a dire ‘Kabir! Kabir! Come puoi farlo?’ Ho citato l’esempio di Kabir. La gente non ha mai creduto che Kabir sarebbe riuscito a fare qualcosa, ma il Guru era sempre al suo fianco a lavorare per lui”. Data Ji aggiunse: “Kako, il Maestro si prende sempre cura del discepolo, non devi preoccuparti. Sono molto felice del tuo seva”. Data Ji è stupendo. Conosce ogni cosa e ci aiuta a sapere cosa ha bisogno che gli venga fatto. Siamo tutti colpevoli nella sua corte.
Il Satguru, Sache Patshah, incoraggiava sempre tutti. Con le sue parole dolci e soavi scioglieva persino le persone dal cuore di pietra.


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