Sotto il controllo dell’amore
Sadhu Ram Ji
30 luglio 2003 ad Acton, Massachusetts, Stati Uniti
O mio caro, se vuoi compiacere il Guru,
devi creare la brama dentro di te.
Il fieno va tagliato, dovrai patire sofferenze,
ricordando il nome del Guru, dovrai portare il cesto sul capo.
Mi inchino milioni di volte ai piedi di loto di Sawan Singh Maharaj, Kirpal
Singh Maharaj e del Satguru Ajaib Singh. Abbiamo scelto un bhajan del Satguru
Ajaib in cui dice: “O mio caro, se vuoi compiacere il Guru, devi creare
brama per lui dentro di te”. Che cos’è la brama? È
il momento in cui il dolore della separazione sopraggiunge nel cuore. Quando
sopraggiunge l’amore, allora possiamo incontrarlo. Quando Ajaib Singh
Ji percepì questo anelito, pensò: “O Signore, per favore
vienimi incontro ovunque tu sia”. In passato aveva frequentato il suo
primo Guru (n.d.t. Baba Bishan Das), che aveva il segreto delle prime due parole
e si era innalzato fino a Brahm. Quando gli amati di Dio lo cercano, vanno in
tutti i luoghi finché la ricerca non è completata.
Una volta qualcuno aveva perso un ago e lo stava cercando all’esterno
dove la luce era molto brillante. Arrivò un altro uomo e gli domandò
che cosa stesse cercando. Rispose: “Ho perso un ago e lo sto cercando”.
L’uomo domandò: “Dove l’hai perso?”. Rispose:
“L’ho perso dentro casa, ma non c’è molta luce lì”.
Quella casa è il nostro corpo e se cercheremo dentro di esso, riusciremo
a trovare il Signore Onnipotente.
Se ti prostri come Mastana, attirerai il Beneamato con il tuo amore.
Come Mastana, o amico, dovrai trascorrere la vita calpestando sporcizia.
Shah Mastana Ji visse nel Belucistan e venne da Maharaj Sawan Singh che gli
diede il Naam e gli concesse un dono dicendo: “Va’ nella terra dei
bagar (il Rajasthan) e annunzia il messaggio del Naam”. Sawan Singh Maharaj
elargì la grazia a Shah Mastana Ji e in quello stesso periodo ispirò
Kirpal Maharaj a meditare sul Naam.
Se implorerai alla porta dell’Amato, un giorno ti mostrerà
il sentiero.
Proprio come Kabir, o mio caro, occorre tenere a freno la lingua per tutta la
vita.
Kabir Sahib venne e annunziò il messaggio del Guru. Fece tutto quello
che il suo Guru, Ramanand, gli disse di fare. Risiedendo nei devoti nella forma
dello Shabd, Dio stesso annunzia il messaggio del Naam. Il Satguru Ajaib ha
scritto: “Tu stesso risiedi nel discepolo e lo ispiri a meditare sul Naam”.
Se fai il seva come Guru Amar Das, allora procedendo in quel modo vedrai
la ricompensa.
Se vi cade dalla testa il sundi (un certo insetto), raccoglietelo e rimettetelo
dov’era.
Il terzo Guru dei sikh, Guru Amar Dev Ji, faceva il seva del Guru. Quando Amar
Dev andava a prendere l’acqua dal lago, camminava all’indietro tenendo
sempre il volto rivolto al Guru. Alle tre del mattino portava l’acqua
per il bagno del Guru. Fece questo seva per dodici anni. Una volta accadde che
sul sentiero un tessitore aveva scavato un fosso e vi aveva sistemato il telaio
(n.d.t. a quel tempo i tessitori, anziché sedere su una seggiola di fronte
al telaio, scavavano una fossa, sedevano per terra e sistemavano le gambe nella
fossa). Era la stagione dei monsoni e stava piovendo. Quando Amar Dev Ji stava
andando a portare l’acqua, il piede scivolò nella fossa del tessitore
e cadde, ma non permise al recipiente d’acqua di cadere. Ci fu un frastuono;
il tessitore e la moglie che stavano lavorando vicino, sentirono quel rumore.
La moglie disse: “Che cosa sta accadendo?”. Il marito rispose: “È
solo quell’Amaru senza casa. Non ha nessun luogo dove stare, non ha famiglia;
porta l’acqua, dev’essere caduto scivolando”. Al mattino si
sparse la notizia di quel che era accaduto e le parole pronunziate dal tessitore.
Così il Maestro chiamò quel tessitore che aveva fissato il telaio
e gli chiese quel che aveva detto. Quando fu chiesto anche alla moglie, impazzì
e incominciò a strapparsi i vestiti. In seguito, Guru Arjan Dev diede
l’incarico di Guru ad Amar Das Ji e gli disse: “Tu sei la casa dei
senza casa, sei l’onore dei senza onore”. Ogni onore viene dal Guru,
solo il Guru può dare l’onore. Che cosa ha da offrire la mente?
La mente deve diventare mite per poter ricevere la grazia del Maestro.
O amico, guarda Lehna e cammina sul sentiero che lui ha percorso.
Se il Maestro ordina, dobbiamo bagnare il corpo nel fango.
Lehna Ji andava da Guru Nanak Dev Ji. Una notte Guru Nanak disse ai due figli:
“Il giorno è spuntato, andate a lavare le lenzuola”. I figli
pensarono che si fosse confuso mentalmente. Ma quando disse a Lehna che era
mezzogiorno e che doveva andare a lavare le lenzuola, Lehna rispose: “Sì
Maestro, è giorno”. Guru Nanak gli disse di andare a lavare le
lenzuola e di asciugarle, e lui rispose: “Sì Maestro, le laverò
e le farò asciugare ovunque mi dirai”. Sebbene fosse effettivamente
mezzanotte, lui aveva prestato ascolto agli ordini del Guru.
Una volta Guru Nanak portò alcuni discepoli a camminare in un campo di
cremazione. Mentre stavano camminando, trovarono un cadavere coperto da un lenzuolo.
Guru Nanak ordinò ai discepoli: “Mangiate questo cadavere”.
Allora tutti quei discepoli dissero: “È invecchiato, per questo
il suo cervello non funziona correttamente”. Ad uno ad uno tutti i discepoli
lo lasciarono finché ne rimase solo uno, Lehna Ji. Guru Nanak gli disse:
“Vai anche tu, che cosa stai facendo qui?”. Lehna Ji era convinto
che il Guru fosse il Possessore di tutto e l’Onnipotente, affermò:
“Se ti lasciassi, dove andrei?”. Guru Nanak Dev Ji gli disse: “Mangia
questo cadavere”. Allora Lehna cominciò a girare intorno al corpo
e Guru Nanak Dev Ji disse: “Che cosa stai facendo?”. Lehna rispose:
“Sto pensando da quale lato dovrei cominciare? Dovrei cominciare a mangiare
dalla testa o dai piedi?”. Nel momento in cui sollevò il lenzuolo
e lo mise da parte, trovò dell’halva come parshad. Qualunque ordine
dia il Maestro, è giusto. Swami Ji Maharaj ha scritto: “Quel che
vi sto dicendo è per il vostro beneficio”.
Guarda Bibi Bhani, che si fece trafiggere il piede da un chiodo.
Sotto il controllo dell’amore, mio caro, devi lasciar fluire le correnti
di sangue.
Guru Amar Das Ji si stava lavando su uno sgabello che aveva quattro gambe e
una di queste si ruppe. Bibi Bhani se ne rese conto e pensò che lo sgabello
potesse cedere. Non voleva che il Guru cadesse e mise il piede al posto della
gamba rotta: il chiodo di quella gamba rotta le trafisse il piede. Gli innamorati
sono saturi di amore. Hanno trascritto le storie del loro amore: “Fecero
questo innamorate del Guru”. Tale amore non cresce nei campi, non si trova
nei negozi. L’amore risiede nell’intimo; si sviluppa dentro il cuore.
Coloro che serbano amore per il Guru, quali lunghe distanze percorrono per andare
a vederlo! E quando andiamo da lui, ci dice: “Devi fare il Simran, da
nascite e nascite hai accumulato peccati che si possono rimuovere solo attraverso
il Simran”. La nostra mente non rimane inattiva. Se tralasceremo il Simran,
criticherà o troverà da ridire su qualcuno; creerà mille
nuovi karma.
Abbandona la vergogna pubblica, mio caro, il Signore ti porterà dall’altra
parte.
Affidati al Beneamato e allora lui ti dovrà salvare.
Qui dice: “Lascia da parte la vergogna pubblica, mio caro, affidati al
Beneamato”. Quando vi affiderete al Guru, lui si prenderà cura
di voi. Penserà: “Devo dargli qualcosa”. Nel Gurbani è
scritto: “Affidate il corpo e la mente al Guru. Se seguirete i suoi ordini,
lo incontrerete”. Quando il Guru concede il dono dell’iniziazione,
ambedue la mente e l’anima riescono a praticare la devozione del Signore;
migliorano. Quando il discepolo considera il Guru come il Signore Onnipotente,
non ha più nulla a che vedere con i cinque ladri: lussuria, ira, avidità,
attaccamento ed egoismo. Sant Ji ha detto che una volta ricevuto il Naam, la
nostra mente dovrebbe rimanere in pace. Per esempio, se sopraggiunge l’ira,
rovina tutto il Simran che abbiamo fatto. Dobbiamo raccogliere l’anima
e concentrarla facendo il Simran, ma attraverso l’ira l’anima si
disperde nel mondo. Quando il discepolo non riesce ad avere buon esito in meditazione
dopo molti giorni, incomincia a chiedere: “Perché non riesco a
meditare? Che cosa c’è che non va in me?”. Attraverso la
lussuria l’anima cade in basso e non riesce ad innalzarsi nei piani interiori.
“Il lussurioso, il collerico e l’avido non possono praticare la
devozione, può farlo un guerriero coraggioso tralasciando le differenze
di casta e comunità”. Il Gurbani conferma: “Tutto il mondo
è stato creato da un’unica luce, dunque chi può essere chiamato
buono o cattivo?”. L’anima di tutti è uguale e siamo tutti
fratelli e sorelle; ci coinvolgiamo nelle dispute solo quando dimentichiamo
il Guru. Bulleh Shah scrive che quando andò dal Guru, Arain (Inayat Shah),
gli domandò : “Per favore, dimmi come incontrare il Signore”.
Arain Sahib disse: “Ascolta, o Bulleh. Se danneggi le moschee o i templi
fatti di mattoni o di altro materiale, ti perdono. Ma se vuoi incontrarmi, allora
non ferire mai il cuore degli esseri umani perché il Signore Onnipotente
vi risiede. Se ferisci i loro cuori, non ti perdonerò”.
Sant Ji disse che due tori non possono vivere in un villaggio o in un paese,
ma mille Gurumukh possono restare insieme in una piccola capanna. Guru Nanak
Dev Ji scrive che questo mondo è come un sogno. Possiamo vedere la condizione
del mondo. Se ci ammaliamo di febbre per due o tre giorni, il volto diventa
pallido. Miei cari, la mente è invischiata “nell’io e nel
mio“. Abbiamo possedimenti ma se il desiderio della mente è vincolato
a queste cose, non va bene. In seguito, al momento della morte, dove andremo?
Le persone che sono vissute prima di noi, se ne sono andate. Le persone che
erano più vecchie di noi, se ne sono andate. Non si sono portate nulla
dietro. Allora che cosa ci porteremo dietro quando verrà il nostro momento?
Kabir Sahib scrive che quando muore una persona anziana, quando lascia il corpo,
i familiari dicono: “Strappate gli abiti per vedere se c’è
denaro”. Quando muore un vecchio, i parenti dicono: “Andiamo a vedere
se ha del denaro o della ricchezza per consolarci”. Il vecchio ha lavorato
duramente, ha guadagnato denaro e ha accumulato molta ricchezza, ma ha dovuto
lasciare ogni cosa quando se ne è andato. Soffriamo tantissimo per guadagnare
ricchezza, lavoriamo giorno e notte. Piuttosto dovremmo assicurarci di non ritornare
ancora in qualche altro corpo, che sia il corpo di un cane, un gatto, un asino
o un serpente.
Caro sangat del mio Guru, ho detto quel che il Maestro mi ha ispirato, ma se
ho fatto qualche errore, chiedo agli amati di perdonarmi.
Se il tuo occhio è come quello di Mansur, solo allora puoi salire
sul patibolo.
Come Shamaz Tabrez preparati a essere scuoiato.
Quando venne Mansur, proclamò: “An-al-hhq“ - sono Dio. Che
cosa fecero le persone? Gli misero una corona di spine sul capo e gli trafissero
le mani con dei chiodi. Quale atrocità hanno inflitto ai beneamati di
Dio! Quando i devoti vengono ad annunziare il messaggio di Dio, gli ortodossi
dicono: “Non annunziare questo messaggio di Dio”. Quando il Signore
manda i devoti ad annunziare il messaggio, le persone si adirano e affermano:
“Perché riveli questo messaggio?”. Loro vengono per il bene
del mondo, dicono: “Potete eliminare il dolore di nascita e morte, potete
diventare proprio come Dio”.
Sembra difficile raggiungere questa destinazione, ma per gli innamorati
di Dio è facile.
Per raggiungere la meta, dobbiamo accettare sempre le difficoltà.
Giunge a destinazione solo quel raro amante che non indietreggia davanti alla
morte.
Il mio caro Beneamato deve trasformare il patibolo nella puntura di uno spillo.
Accettate il volere del Signore, il Beneamato è al vostro fianco.
O mio caro, come Guru Arjan dovrai permettere che versino sabbia cocente sul
tuo capo.
Guru Arjan Dev Ji accettò il volere di Dio senza curarsi di quel che
accadde. Fu torturato, gli misero sabbia cocente sul capo. Ma il devoto rimane
felice nel volere di Dio. E qualunque cosa il Guru faccia per i discepoli (nella
volontà di Dio), è per il loro bene. Il Guru si prende cura dei
discepoli.
O Ajaib, guarda la scena, il Sadhu ha incontrato il Beneamato.
L’Amato deve costruire il destino del discepolo.
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