Dovreste trarre beneficio
Sadhu Ram Ji
domande e risposte del 18 luglio 2003, Londra, Gran Bretagna
Domanda: Dovremmo mantenere i diari?
Il Maestro: Va bene tenere il diario perché per tutto il giorno siamo
coinvolti nel lavoro del mondo. In passato in molti Satsang Sant Ji ha detto
che è positivo tenere il diario. Dovreste tenere un resoconto degli atti
commessi: “Quanti peccati ho commesso? Quanti misfatti ho commesso? Quante
buone azioni?”. Una volta Guru Arjan Ji andò in un luogo e disse
alle persone di raccogliere delle piccole pietre per ogni atto negativo che
avrebbero commesso; così, una volta accumulatene un gran numero, si sarebbero
resi conto del peso dei loro peccati.
Il Satguru Ajaib Singh ha scritto che se affidiamo il corpo e la mente al Guru,
non c’è bisogno di mantenere il diario. Guru Arjan Dev Ji ha scritto:
“O donatore, vado ovunque mi mandi. Mangio quel che mi dai, sono un pupazzo,
la corda è nelle tue mani. O donatore, non ho bisogno di nessuno eccetto
te!”. Anche il Gurbani dice: “O fratello, se affidi il corpo e la
mente al Maestro e ubbidisci ai suoi ordini, allora lo incontrerai”.
Domanda: Va bene curare imponendo le mani e trasmettendo energia al corpo attraverso
le mani? Dovremmo farne uso o no?
Il Maestro: Svolgi la tua professione qualunque essa sia. Ma avere a che fare
con l’energia cosciente degli altri, come stai descrivendo, avrà
un effetto sulla tua mente e suoi tuoi pensieri. Per praticare la devozione
del Maestro dovete essere isolati dal mondo in qualche misura. I Santi toccano
le persone con le mani. Così se anche tu vai a Daswan Dwar e ti innalzi
a livello dei Santi, allora puoi porre le mani sulle persone e non avrà
un effetto negativo su di loro. I Santi ci parlano della propria esperienza
personale in base alla quale dobbiamo meditare in solitudine per incontrare
il Maestro e per praticare la sua devozione. Tuttavia il fatto di seguire o
meno il loro consiglio, spetta a noi.
Domanda: Dopo che il Guru lascia il corpo, dovremmo noi iniziati andare da qualcuno
al quale ha affidato il suo lavoro? In tal caso perché? Qual è
il ruolo del nuovo Guru per i vecchi iniziati?
Il Maestro: Miei cari, sta a voi decidere se andare dal nuovo Guru o no. Dipende
da quel che la mente vi suggerisce. Ma se lo farete, ne trarrete beneficio.
Vi dirà il metodo per fare il Simran, il nuovo Guru vi aiuterà
a fare il Simran. Vi aiuterà nelle difficoltà e tribolazioni.
Il Guru Shabd è sempre presente. Quando il Guru abbandona il corpo, viene
il nuovo Guru. E quando noi discepoli facciamo errori, il Guru ci perdona; ci
ispira a fare il Simran. Possiamo parlargli delle nostre gioie e dei nostri
dispiaceri, essere consolati e trovare la pace di mente.
Domanda: Alcuni vecchi satsanghi sentono che dopo la dipartita del Guru non
dovrebbero andare da nessuno finché non vengono diretti dal Guru interiore.
È corretto?
Il Maestro: Dipende da te. Se vieni o no, dipende dall’inclinazione della
tua mente. Se la mente non acconsente a far venire qualcuno, a quel punto spiegare
o cercare di convincerlo, non funziona.
Domanda: Amato, sei felice con noi?
Il Maestro: Miei cari, voi avete amore e affetto per il Maestro. Quando il discepolo
ha amore per il Maestro e il Maestro manda qualcuno per visitare quel discepolo,
allora viene volentieri.
Domanda: Baba Ji, questa è la mia domanda. Perché il programma
di Londra dura solo due giorni?
Il Maestro: Miei cari, è vero che il tempo è un po’ breve.
Chiedo a tutti voi di perdonarmi per questo. Sant Ji ha detto che quando riceviamo
il darshan del Maestro con amore nell’intimo, non fa alcuna differenza
se lui è lontano o vicino da noi. Non importa se otteniamo meno tempo
o più tempo. Attraverso l’amore per il Maestro esteriore sviluppiamo
altresì amore per il Maestro interiore. Hai chiesto perché il
programma dura solo due giorni. Questo è l’ordine del Maestro interiore.
È stato assegnato a questo programma il tempo che lui ci ha concesso.
Apprezzo la tua domanda e spero che anche in futuro, nel caso di un’ulteriore
opportunità, possiamo chiedere perdono al Satguru Ajaib e forse ci concederà
più tempo.
Domanda: Tutti noi diciamo che amiamo il Maestro. Qual è il modo migliore
per sviluppare amore per il Maestro?
Il Maestro: Miei cari, il modo migliore è di perfezionare e purificare
la vostra vita. Il Satguru Ajaib Singh seguì un comportamento corretto
nella sua comunità. Osservò una buona dieta di ciapati e di daal.
E per controllare le ondate di desiderio che sorgono nella mente, praticò
il Bhajan e Simran giorno e notte. Quando il Guru concede il dono del Naam,
in quel momento è misericordioso e risiede nel discepolo nella forma
dello Shabd. Il Maestro ispira l’iniziato a fare il Simran in base al
suo amore. La mente adora ed è attaccata alle cose esteriori: lussuria,
ira, avidità, attaccamento ed egoismo. Dobbiamo chiedere alla mente di
ritirarsi un poco da queste cose esteriori, dobbiamo pregare il Maestro come
pregò il Satguru Ajaib: “O donatore, non ho bisogno di nessun altro
eccetto te”.
A causa della lussuria l’anima cade molto in basso, attraverso l’ira
si disperde nel mondo. Kabir Sahib ha scritto: “Il lussurioso, il collerico
e l’avido non possono praticare la devozione. Soltanto qualche guerriero
coraggioso può farlo mettendo da parte le distinzioni di casta e di comunità”.
Sant Ji ha scritto: “I desideri dell’uomo non vengono mai esauditi,
senza il Naam rimarranno tutti inadempiuti”. La meditazione sul Naam serve
a calmare le ondate di desiderio che sorgono nella mente. Guru Nanak ha scritto:
“Concedimi il Naam che procura appagamento e sopprime i desideri della
mente”. Guru Arjan Dev ha scritto che lo stagno di Amritsar è dentro
il corpo. Dovremmo alzarci alle tre del mattino e bagnarci in quello stagno
di Amritsar. In quel modo abbandoniamo i modi di fare del corvo, incominciamo
ad agire come il cigno e ad apprezzare le perle del Naam.
Domanda: Baba Ji, molte volte abbiamo notato che i satsanghi devono superare
nella vita molte più difficoltà delle persone del mondo. Perché
questo?
Il Maestro: Mio caro, la tua domanda è positiva, l’apprezzo. Kabir
Sahib ha scritto: “Non frequentate la compagnia di chi non ha un Guru
benché possiate incontrare migliaia di altri peccatori. Infatti chi non
ha un Guru, porta un fardello di molti, molti peccati”. Magari pensiamo
che gli iniziati abbiano tanti dispiaceri. Abbiamo quest’impressione,
ma è secondo il nostro angolo di visuale.
Quando i paesi combattono tra di loro, non lasciano al popolo nemmeno il pane
o altro cibo da mangiare. Non lasciano nemmeno il tè. Questo succede
perché non consideriamo gli altri come noi, pensiamo che non ci appartengano,
li detestiamo. Se reputassimo gli altri come noi stessi, tutti i problemi sarebbero
risolti.
Ogni jiva è venuta con i propri karma, tuttavia non ha il potere di liquidarli.
Spetta al Guru, al Signore Onnipotente liquidare quei karma. Accade qualunque
cosa lui desideri. Sant Ajaib Singh ha detto che dovreste tralasciare tutte
le preoccupazioni perché il Signore si preoccupa per voi. Il Gurbani
dice: “Tutta la creazione è emersa da un’unica luce, chi
può essere chiamato buono o cattivo?”. Se accettiamo il volere
del Maestro, il rifugio del Maestro o il comandamento del Maestro, allora non
ci sarà spazio per le lamentele. Quello che è accaduto nelle vite
dei veri devoti è stato trascritto nei libri. Hanno accettato i suoi
comandamenti, hanno accettato il suo rifugio, hanno accettato il suo volere.
Guru Nanak Dev Ji ha scritto: “O Satguru, o Signore Onnipotente, che tu
mi renda un povero, un mendicante o un re, rimarrò tuo discepolo. Che
accada qualunque cosa tu desideri, l’accetterò con gioia”.
Nam Dev Ji ha scritto: “O Signore Onnipotente, se mi rendi un mendicante
o un re, oppure se mi ispiri a meditare sul Naam, il dovere del devoto è
di cantare le tue lodi”.
Domanda: Il Maestro Kirpal ha scritto in un bhajan: “Ogni foglia è
sotto il tuo controllo; ogni cellula è soggetta ai tuoi dettami. Se ci
ascolti, è per tua grazia. O Signore, se tu non ascolti, che diritto
abbiamo noi di domandare?”. Che cosa intendeva dire?
Il Maestro: Anche Sant Ji ha detto che non una foglia si muove senza l’ordine
del Signore. Questo chiarisce moltissimo le cose. Se il Signore desidera, la
foglia si muoverà; se non lo desidera, non si può muovere per
conto suo.
(C’è una pausa nelle domande mentre un diletto ne annota una)
Il Maestro: Dunque, miei cari, per favore ditemi che cosa otterrete facendo
domande. Per favore rispondete ora. Che cosa dite? (Una persona risponde: “Noi
cerchiamo pace per acquietare la mente, abbiamo bisogno di parole forti”).
Avete registrato quel che ho detto e potete ascoltarlo; avete ricevuto le risposte
alle vostre domande. Se ascoltate la registrazione fatta oggi, avete le risposte
alle domande. Ora che cosa ribatte la vostra mente? Io vi ho risposto. Quando
la mente non farà quel che le avete chiesto, come reagirete? Sto chiedendo
una risposta alla vostra mente. (Un’altra persona commenta: “Quando
siamo qui, la mente ha pensieri buoni, ma allorché ce ne andiamo, è
diverso”, dopodiché le domande continuano).
Domanda: Si dice che il Maestro ascolti il pianto del discepolo. Sadhu Ram ha
appena affermato che il Maestro è l’artefice ed è onnipotente.
Perché permette che i discepoli siano tormentati dai dubbi della mente?
Il Maestro: Una volta alcuni discepoli dissero a Guru Nanak Dev Ji: “Abbiamo
molti dispiaceri e sofferenze”, e Guru Nanak rispose: “Quando la
mente del discepolo dimentica il Maestro, allora soffre molto”. Sawan
Singh Ji Maharaj, Kirpal Singh Ji Maharaj e il Satguru Ajaib Singh, tutti hanno
detto che attiriamo la sofferenza allorché dimentichiamo il Guru. Guru
Nanak Dev Ji ha scritto che quando il discepolo ricorda il Maestro, i cinque
dacoita fuggono dalla casa (del corpo). In questa casa del corpo ci sono cinque
dacoita: lussuria, ira, attaccamento, avidità ed egoismo. Non lasciano
la casa del corpo senza la grazia del Maestro. Guru Nanak Dev Ji ha scritto:
“Ricordate il Guru per tutte le ventiquattro ore del giorno e della notte”.
Dovremmo pregare il Guru giorno e notte. Ora possiamo giudicare noi stessi con
quale intensità ricordiamo il Guru e quanto spesso lo dimentichiamo.
Kabir Sahib scrive che se cuciniamo un ciapati, ma lo teniamo e non lo mangiamo,
come si riempirà lo stomaco? Scrive: “Semplicemente dicendo ‘ricchezza,
ricchezza’, non otteniamo alcun denaro. Diventeremo ricchi solo se lavoreremo
duramente, se faremo qualche lavoro con le mani e ce la guadagneremo”.
Swami Ji Maharaj ha scritto: “Ho praticato la devozione per paura. Con
la grazia del Maestro la mia devozione è stata accettata”.
Domanda: Baba Ji ci hai detto di essere coraggiosi e di fare il Simran, ma abbiamo
bisogno della tua grazia.
Il Maestro: Miei cari, è proprio così. Se stiamo per ottenere
la grazia, ci riusciremo attraverso il Simran. Otterremo la grazia attraverso
il Simran. Come riusciremo a farlo in altro modo?
Dunque meditate da cinque a sei ore in una posizione. La mente si è dispersa
all’esterno e per questo motivo non si raccoglie al terzo occhio, non
si eleva alla propria casa. La mente fa parte di Brahm, risiede in Trikuti.
La sua sede sta tra le vene di ingala e pingala attraverso il canale centrale
di sukhman. Questa è la sua casa e l’ha dimenticata.
Il Signore ci ha uniti tutti qua. Gli amati hanno amore e l’amore mi ha
trascinato qua. Lui ci ha portato qua nel suo amore. I pensieri della mente
sono dispersi nel mondo. I Santi e Mahatma ci dicono di ritirare l’attenzione
dalle cose esteriori, di concentrarla al terzo occhio e di tornare alla nostra
casa dimenticata: a quel punto avremo il darshan del Maestro.
Domanda: Baba Ji, abbiamo letto il messaggio del giro estivo che hai mandato
ai sevadar. Hai qualcos’altro da dire ai sevadar qua?
Il Maestro: La tua domanda è ottima ed appropriata, l’apprezzo.
Quando ci incontriamo, sviluppiamo amore nel cuore e brama nella mente. Allora
il distacco (dal mondo) sorge nella mente. Dunque dovremmo incontrarci e sviluppare
amore per il Maestro. Quando ci riuniamo insieme, facciamo il Simran. Chi deve
spiegare, fa il Simran e chi deve capire, fa il Simran; in questo modo si crea
amore e possiamo progredire.
Sono passati sei anni da quando Sant Ji ha lasciato il corpo. In questo periodo
il nostro Simran si è indebolito e la mente si è infiacchita.
Come ho detto prima, dovreste sedere in una posizione da cinque a sei ore al
giorno. Se non ci riuscite, fatelo per un’ora o due e aumentate di un
minuto al giorno. In ogni mese ci sono circa trenta giorni: se aggiungiamo un
minuto ogni giorno, possiamo aumentare il tempo di circa trenta minuti ogni
mese e la nostra meditazione avrà buon esito. Un minuto al giorno non
è molto; aumenterà anche il nostro Simran. Ambedue l’amore
per il Maestro e il Simran cresceranno.
Dunque miei cari, avete fatto molte domande e dovreste trarne beneficio. Possiamo
tenere queste sessioni di domande e risposte, non è un problema, però
dovreste beneficiarne. Anch’io mi rallegro che il Signore Onnipotente,
il Satguru Ajaib, mi ha mandato per portare il suo messaggio e per ispirare
gli amati a fare il Simran. Così farò il Simran e anche voi dovreste
farlo. Se ci riuniamo tutti insieme e lo incontriamo, è una cosa positiva.
Ora vorreste dirmi come procedere?
Se farete la vostra parte, il Maestro vi aiuterà, elargirà la
grazia e il nostro lavoro sarà compiuto. Il Satguru Ajaib Singh ha annunziato
questo messaggio che se non riusciamo a meditare, dovremmo ubbidire alle parole
di chi medita. Lui sarà misericordioso con noi e se ci pentiremo e aumenteremo
il Simran, il lavoro sarà compiuto; lui ci unirà allo Shabd e
ci libereremo dalla sofferenza del ciclo delle nascite e morti.
Ora qual è la preghiera del sangat?
Saiya tu par langavi chad ke na javi.
O amato, portaci dall’altra parte. Non abbandonarci
e non lasciarci.
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