L’acqua scorre nel luogo più basso
Sant Sadhu Ram Ji

domande e risposte del 3 giugno 2003 a Delhi, India


Domanda: Maestro, vorresti dirci per favore quale metodo hai utilizzato per praticare costantemente il Simran quando hai iniziato la Via?
Il Maestro: Mi inchino milioni di volte ai piedi di Sawan Singh Maharaj, Kirpal Singh Maharaj e del Satguru Ajaib Singh Ji. Miei cari, il discepolo non ha alcun metodo suo personale. Il Satguru conosce il metodo ed è tutta la sua grazia. Il discepolo dovrebbe fare qualunque cosa gli dica il Maestro. Il discepolo riesce a fare qualcosa solo con la grazia del Maestro. Ho fatto quello che il Maestro mi ha fatto fare e posso solo parlarvi di quel metodo.
Quando il Maestro concede l’iniziazione, il primissimo giorno unisce l’anima con lo Shabd. Poi risiedendo nel discepolo giorno e notte, lo ispira a meditare.
In una sessione precedente di domande e risposte fu posta questa stessa domanda: “Perché Lui ha deciso di venire a sedere qua?”. Miei cari, è la sua decisione. Se vogliamo la risposta a questa domanda, dobbiamo andare a chiederglielo.
Quando Ajaib Singh meditò, il Satguru Kirpal Singh viaggiò cinquecento chilometri per vederlo. Allora Sant Ji chiese: “Perché sei venuto da me?”. Kirpal Singh disse: “Sono circondato da numerosi lottatori intellettuali, eppure sono venuto ad incontrarti vedendo che il tuo cuore e la tua mente sono vuoti”.
Quando Ravidas venne nel mondo, Mirabai, che era una principessa, prese l’iniziazione da lui. I pandit di quell’epoca si opposero con grande forza, domandarono: “Perché hai preso l’iniziazione da qualcuno di bassa casta? Non è bene permettere che nemmeno l’ombra di uno di bassa casta cada sul tuo corpo”.
A volte accade nella missione del Maestro che esteriormente alcuni possono sembrare progrediti e acquisiscono importanza, ma il Potere del Maestro prende silenziosamente dimora altrove senza che nessuno se ne renda conto.
Domanda: Dopo la dipartita del Maestro si nota che a volte alcuni iniziati o sevadar importanti rimangono sconcertati e non è facile per loro accettare il successore. Perché questo?
Il Maestro: Le persone che fanno seva, spesso non meditano di pari passo con il seva. Rimangono attaccate al seva e incominciano a pensare di essere qualcosa di speciale. Nel contempo il sangat incomincia a rispettarle e loro rimangono legate a quel rispetto. Se osservate un cane, noterete che tiene la coda alta, pensa: “Se non tengo la coda alta, gli altri cani verranno a infastidirmi”. I contadini sono familiari con l’esempio dell’acqua. Sanno che l’acqua non rimane in un luogo elevato, scorre sempre nel livello più basso, non importa quello che fanno. Se qualcuno diventa importante, allora comincia a pensare di esserlo più degli altri. Pensa che dovrebbe sedere in un luogo più alto e non riesce ad accettare di rimanere seduto in un posto più basso. I satsanghi non dovrebbero farsi intrappolare dall’orgoglio e dall’ego; quando facciamo un po’ di seva, otteniamo riconoscimento e incominciamo a pensare di essere importanti, che dovremmo essere rispettati. Ma confrontate i modi del manmukh e quelli del Gurumukh. Il Gurumukh vuole che tutta la lode vada al proprio Maestro mentre il manmukh vuole essere elogiato lui stesso.
Guru Nanak ha scritto che possiamo conseguire la liberazione vivendo nelle nostre case. Mentre mangiamo, beviamo, ci sediamo, ci alziamo, dormiamo, dovremmo sempre ripetere il Simran del Naam. Anche ieri vi è stato detto che chiunque vi abbia iniziato – che sia Sawan Singh Maharaj, Kirpal Singh Maharaj o Ajaib Singh Maharaj - si prenderà cura della vostra anima. Se si prendono cura di voi, non dovete preoccuparvi, il vostro lavoro viene svolto.
Se vogliamo che i nostri figli vengano educati, non possiamo andare da un insegnante di cento o duecento anni fa. Ora ci sono insegnanti nuovi che possono educare i nostri figli. Gli insegnanti del momento possono fare il lavoro correttamente e istruire i nostri figli. Sant Ji diceva nel Satsang che un dottore può essere venuto cinquecento anni fa, ma se vogliamo avere qualche medicina e una buona cura, dobbiamo andare da un dottore di oggi.
Così il Satguru sa chi lo ha compiaciuto. Questo amore si è consolidato molto prima, Lui ha preparato quell’anima nel corso di numerose vite. Che il sangat venga o no, è una decisione sua. Sta al Signore Onnipotente scegliere il polo umano in cui opererà. Il sangat ha fatto molte domande, tuttavia devo implorare perdono a tutti voi perché io non sono nulla. Se pensate che sia appropriato, continuate a chiedere.
Domanda: Come possiamo fare in modo che la nostra mente gioisca del Simran? È impossibile?
Il Maestro: Sì, potete far sì che la mente gioisca del Simran. Proprio ora Babu Gurjant stava cantando un bhajan di Mastana Ji: “Canta le qualità del Satguru, o uomo, ed elimina le nascite e morti. Egli si vergognerà di non proteggerti se sei nel suo rifugio; ti salverà dal Signore della Morte”. Sant Ji ci ha detto che non dovremmo avere fretta e non dovremmo impigrirci.
Domanda: Non sono un ottimo discepolo e non ho buone esperienze. Posso essere iniziato di nuovo?
Il Maestro: Che tu ottenga esperienza o meno, se hai ricevuto l’iniziazione da Sawan Singh Maharaj, da Kirpal Singh Maharaj o dal Satguru Ajaib Singh, hai ancora il Naam e non devi preoccuparti. Alcuni hanno un fardello più pesante di karma, altri ne hanno uno più leggero. Sapete che tutti noi facciamo il nostro lavoro. Alcuni di noi fanno gli agricoltori o lavorano sui treni o fanno altri mestieri; poniamo molta enfasi su questo, quanti sforzi facciamo! Ma quanta enfasi poniamo sulla nostra meditazione? Esaminate con attenzione. Quando Ajaib Singh dava il Satsang, alcuni amati si addormentavano durante il Satsang. A volte Darshan Singh Ji e Babu Gurjant Singh Ji si addormentavano e, senza rendersene conto, Maharaj Ajaib aveva già finito il Satsang e se ne era andato.
È una questione di amore. Chiunque abbia amore, non avrà difficoltà a progredire. Non importa se sono vicini al Guru o molto lontani. Se dovete sviluppare amore per qualcuno, quell’amore incomincia nel corpo, ma in seguito si vincola al Simran. Proprio come quando i bambini studiano con l’insegnante. Se i bambini vanno dall’insegnante e studiano, superano gli esami. Se non vanno nemmeno dall’insegnante, falliranno. Abbiamo ottenuto la nascita umana e dunque cerchiamo di fare il lavoro in questa stessa vita.
Domanda: Amato Maestro, che accade alle anime che non riconoscono un vero Santo anche se sono iniziate da un Maestro precedente?
Il Maestro: Anche se non riescono a riconoscerlo, ma mantengono la fede nel Maestro che li ha iniziati, allora Lui li porterà nei piani superiori dove potranno completare la meditazione e saranno liberati.
Proprio come se un bambino è cattivo, la mamma può impaurirlo affinché si comporti meglio dicendo: “Se non ti comporti bene, verrà un leone o verrà un serpente oppure verrà un grande gatto”. Spaventa il bambino per indurlo a comportarsi bene. Sant Ji ci diceva che una volta ottenuta l’iniziazione al Naam, non dovremmo contrarre nuovi karma. Dovremmo riporre tutta la nostra fede nel Naam e rivolgerci solo al Naam tralasciando gli altri sostegni.
Sawan Singh Maharaj, Kirpal Singh Maharaj e il Satguru, Sant Ajaib Singh Ji, tutti dicevano: “Venite, praticate e vedete da voi stessi”. Gli sfortunati che vengono per mettere alla prova il Maestro, sperimentano solo quel che è già nel loro intimo e tornano a mani vuote. Coloro che vengono con amore, ottengono amore. Chiunque porti amore, otterrà ancora più amore in cambio.
È scritto nel libro di Sawan Singh che una volta un’anima ebbe pensieri negativi e andò all’inferno. Il Maestro di Sawan Singh gli disse che un’anima era andata all’inferno a causa dei pensieri negativi e che lui doveva andare a salvarla. Sawan Singh andò e chiamò quell’anima, chiese: “Ricordi il Simran?”. L’anima rispose: “No”. Domandò: “Puoi vedere la forma del Maestro?”. L’anima rispose: “No”. Domandò: “Puoi sentire la mia voce?”. L’anima rispose: “Sì, posso sentire la tua voce”, e allora Sawan Singh disse di seguire la sua voce. L’anima dichiarò: “La tua voce è la corda del Naam. Dalla corda del Naam emerge la luce e ora posso vedere la forma del Maestro. Ora ho ripreso coraggio e le mie preoccupazioni sono scomparse”.
Domanda: Se è nel nostro karma incontrare un perfetto Maestro in questa vita, è anche nel nostro karma incontrarlo nell’intimo in questa stessa vita?
Il Maestro: In qualche modo queste cose sono scritte nel nostro destino e in qualche misura sono il risultato degli sforzi che facciamo in questa vita. Nel Satsang Sant Ji diceva: “È anche scritto nel destino di una persona se avrà fede nel Maestro o no”. Ci sono due o tre tipi di satsanghi. Alcuni fanno il lavoro per conto loro, il secondo tipo lo fa solo quando gli viene detto di farlo, il terzo tipo fa il lavoro solo dopo aver guardato gli altri.
Domanda: Amato Maestro, quando un Maestro cammina nella linea del darshan dando il darshan a tutti, se non guarda direttamente negli occhi una persona, quella persona ottiene comunque il beneficio del darshan?
Il Maestro: Miei cari, che vi guardi o no, quel Potere che deve guardare, guarda tutti. Quando andiamo dal Maestro, se facciamo un passo nei suoi confronti, Lui ne fa due verso di noi. Se facciamo anche un po’ di spazio nel nostro cuore per il Maestro, Lui renderà il suo cuore molto grande per noi.
È solo il Guru che insegna, il povero discepolo non ha nulla di suo personale.
Domanda: Amato Maestro, che cosa dovrebbe fare il discepolo per accettare con amore e umiltà il dolce volere del Maestro?
Il Maestro: Dovremmo fare qualunque cosa ci insegni il Maestro, non dovremmo fare nulla per conto nostro. Kaude Rakash era un grande demone, aveva commesso peccati terribili. Anche Ganika (la prostituta) aveva commesso molti atti negativi, eppure quando incontrarono il Guru e lui insegnò loro la giusta via, abbandonarono tutto ed ebbero buon esito nella loro vita.
Kabir Sahib ha scritto: “Se custodiamo il Naam nel cuore, allora tutti i nostri peccati saranno distrutti”. Se mettiamo una piccola scintilla di fuoco in una pila di fieno secco, sarà completamente distrutta.
Domanda: Maestro, Sant Ji ci ha insegnato che mentre ripetiamo il Simran, non ci dovrebbe essere nessun pensiero. Ho notato che mentre faccio il Simran, a volte posso anche ripetere il nome di Sant Ji nello stesso tempo. È corretto? Che cosa sta accadendo in quel momento?
Il Maestro: Miei cari, ora siete seduti nel Satsang, ma allo stesso tempo la mente elabora altre cose. Alcuni pensano a fare questa cosa, altri pensano a farne un’altra - forse buona o forse negativa. Se ripeteremo il Simran, tutte queste cose non penetreranno nella mente. Anche Sant Ji ci ha detto di fare il Simran e di non permettere alla mente di correre selvaggiamente.

 

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