Lo stile di vita della Sant Mat
detti di Sant Sadhu Ram Ji

«Custodite le parole del Maestro che sono preziose e voi sarete liberati».
Sant Satguru Ajaib Singh Ji


La vita di un satsanghi dovrebbe essere diversa da quella delle persone mondane. La sua vita è un’espressione dell’amore di Dio Onnipotente e dei modi di fare del Maestro. Fate del bene agli altri senza ostentare o dire nulla. Abbiate rispetto e stima per tutta la vita. Siate umili, tolleranti, generosi e cortesi. Usate parole dolci e abbiate maniere gentili. Considerate sempre che il Maestro vi sta osservando. Queste cose vi aiuteranno a fare più Simran.
Sant Sadhu Ram Ji

Noi tutti desideriamo sapere ciò che il Maestro pretende da noi e come vuole che viviamo. Secondo le istruzioni del Maestro (Sant Sadhu Ram Ji) vengono elencati alcuni punti da capire sui quali i diletti possono riflettere.
Queste annotazioni ricavate dalle sue parole sono state trascritte durante colloqui e darshan sia in India sia nei giri del mondo, e ora vengono trasmesse con la sua grazia e il suo permesso.
(15 novembre 2006)

1. Conducete una vita semplice e veritiera ringraziando l’Onnipotente per tutto quello che vi ha concesso.

2. Considerate Dio Onnipotente presente in ognuno e rimanete sempre umili, comportandovi correttamente con tutti. Ricordate sempre che l’acqua scorre nei livelli più bassi e anche l’albero carico di frutti si china verso il basso.

3. Non ferite il cuore di nessuno.

4. Chiedete perdono e perdonate gli altri per i loro errori.

5. Cercate di capire che Dio ci ha dato ogni cosa per adoperarla; dovremmo farlo in modo appropriato per gli altri e per noi stessi, ma senza attaccarci ad essa.

6. Va bene aiutare gli altri senza pretendere nulla in cambio, tuttavia prima di dare soldi a chicchessia, è nostro dovere accertarci che saranno adoperati in modo appropriato; in caso contrario contrarremo nuovi karma e saremo responsabili di quell’abuso del nostro denaro.

7. Ricordate, la verità è che chiunque nasca in questo mondo, deve andarsene lasciando tutti i suoi possedimenti. La vita è una fase di passaggio e dovremmo essere pronti ad andarcene in qualsiasi momento.

8. I Santi non lasciano mai la propria mente inattiva, la quale crea numerosi problemi. Rimangono occupati nel loro lavoro professionale e fanno Simran.
Dobbiamo svolgere un’occupazione onesta.
Non trascorrete tempo in cose che non siano d’aiuto ed evitate di coinvolgervi nel mondo più di quanto non sia necessario per la vostra professione.
Dobbiamo lavorare per guadagnare i nostri mezzi di sussistenza, ma non dovremmo pretendere troppo, solo quel tanto per avere il necessario e per una vita confortevole. Ravi Das Ji fece il suo lavoro mondano senza preoccuparsi del fatto che venisse pagato o meno dai clienti.
Se abbiamo più soldi, la nostra mente si disperde di più nel mondo.
Se i nostri compensi sono minori, agevoliamo anche la vita degli altri.
Se utilizziamo una parte dei nostri guadagni per aiutare gli altri, diventiamo più umili e sviluppiamo più amore.

9. Se non gradite qualcosa, rimanete in silenzio. Dite agli altri solo quello che avranno piacere di sentire. Parlate con amore, con parole dolci e gentili. Non discutete. Sono mai migliorate le situazioni con la rabbia o con i litigi? Se qualcuno si incollerisce, rimanete semplicemente in silenzio. Chi rimane in silenzio, alla fine ha buon esito.

10. Non attaccatevi al mondo e alle cose mondane.
Se avete qualcosa di cui siete appassionati o che gradite tantissimo, donatela a qualcuno e rendetelo felice; non trattenetela.

11. Teniamo presente che siamo venuti nel mondo per saldare il nostro karma, il dare e avere, delle vite passate. Anche i familiari hanno un dare e avere con noi.
Se qualcuno dei nostri cari lascia il piano terreno, dovremmo accettare la volontà di Dio e rimanere felici della sua decisione. Non dovremmo angustiarci né addolorarci per quella perdita, giacché Dio Onnipotente è il possessore di tutte le anime e Lui solo decide come e quando richiamarle. Nessuno ci appartiene, tutte le relazioni sono temporanee; rimaniamo vincolati all’amore del Guru, non alle cose transitorie. Se ci addoloriamo della loro perdita, significa che pensiamo di conoscere più di Dio Onnipotente ciò che è giusto per quell’anima o che l’amiamo troppo per il nostro interesse personale. Al contrario preghiamo il nostro amato Satguru: «O grande Maestro, Protettore delle Anime, per favore proteggi questa tua anima e non permetterle di ricadere nella prigione terrificante della chaurasi, il ciclo infinito delle nascite e morti. O Satguru Ji, per favore perdona quest’anima, giacché nessun altro può farlo».

12. I Santi ci insegnano l’amore. Se non riusciamo ad amare gli esseri umani che vediamo e con i quali ci rapportiamo tutti i giorni, come possiamo sperare di amare Dio che non abbiamo mai visto? Dio è amore e possono raggiungerlo soltanto coloro che vivono con amore.

13. I Santi vengono nel mondo dopo aver ricevuto dal Signore Onnipotente un’inesauribile riserva di perdono. Vengono per condonare il nostro vasto fardello di peccati e ci liberano portandoci via da questo piano. All’iniziazione il Maestro accorda pienamente il suo perdono; assolve le colpe, i peccati e gli errori del nostro passato. I Maestri vengono solo per perdonare e per ispirarci a praticare la devozione.
I Santi ci perdonano per poterci riunire con Dio Onnipotente.
Anche noi dobbiamo perdonare gli altri.

14. Nel matrimonio due individui si uniscono nella sua volontà. Prima di impegnarci in una relazione/matrimonio, possiamo riflettere tanto quanto desideriamo, ma una volta che abbiamo deciso, la nostra unione deve perdurare per tutta la vita. Dovremmo aiutarci reciprocamente nei momenti difficili e rimanere insieme per condividere quelli positivi. Se rispetterete il vostro coniuge e lo farete sentire a suo agio, allora sarete felici e sereni. Una vita familiare satura d’amore e di gioia apre la strada a meditazioni coronate da ottimi risultati.

15. Accudire ai genitori è importantissimo, soprattutto quando hanno bisogno del nostro aiuto nella vecchiaia e nella malattia. Chi assiste i propri genitori, ottiene felicità.
Se ci prendiamo cura degli altri, che si tratti dei genitori, dei figli o di chicchessia, ci prendiamo cura del Maestro.

16. È dovere dei genitori prendersi cura dei figli nel modo dovuto e guidarli affinché possano diventare buone persone, familiari e cittadini.

17. La disciplina riguardo al cibo e a quello che beviamo è essenziale. Dovremmo assicurarci di mangiare cibo strettamente vegetariano e di evitare ogni tipo di intossicante.

18. Il cibo che mangiamo riveste una grande importanza e per quanto possibile dovrebbe essere cucinato e consumato facendo Simran. Dovremmo considerarlo un dono ricevuto da Dio senza trovare da ridire su come viene cucinato per noi.

19. Non è possibile immaginare la perdita che deriva dall’atteggiamento critico verso gli altri. I devoti non si rammaricano per quello che chiunque altro fa o dice sul loro conto, vanno avanti semplicemente con la loro devozione. Non si preoccupano e non si infastidiscono per come vengono trattati dagli altri, piuttosto si rapportano con tutti solo con amore. Kabir Sahib dice che si soffermava al mercato desiderando il bene di tutti. Se volete elogiare qualcuno, elogiate il Maestro e se volete criticare, criticate la vostra mente.

20. Senza una fede totale nel Maestro non possiamo avere buon esito nel Simran né nella nostra vita sul santo Sentiero.
Non dovremmo preoccuparci né avere timori.
Qualunque cosa ci accada nella vita, è il Maestro a compierla.
Se veniamo lodati, è il Maestro ad accordarci quella lode.
Se veniamo malmenati, è pure il Maestro a farlo.
Quando un vasaio plasma il contenitore, tiene la mano dall’altro lato e lo sostiene.
Tulsi Sahib dice: «Qualunque cosa faccia il Maestro, per me è la più dolce».
Kabir Sahib sostiene che nemmeno una foglia si muove senza l’ordine del Signore Onnipotente.
Nel mondo tutti vengono divorati vivi dalla preoccupazione. Chi non si preoccupa, diventa un Santo.
Veniamo nel mondo con il nostro proprio karma. Se siamo preoccupati, il nostro corpo si indebolisce e allora sopraggiungono le malattie e le infermità. Accadrà qualunque cosa debba accadere. La nostra preoccupazione non può cambiare nulla di ciò che verrà. Avendo preso rifugio nel Maestro, dobbiamo avere fede in lui. Quello che lui decide per noi, sarà il meglio; ha profondamente a cuore il nostro benessere.
Il Maestro ci sorveglia in continuazione, è sempre consapevole di noi. I satsanghi non dovrebbero mai preoccuparsi né avere timori. Sant Ji disse: «O Ajaib, tralascia tutte le ansietà, il Maestro e il Signore si preoccuperanno per te».
Se uno frequenta compagnie mondane più del minimo necessario, ha maggiori paure e preoccupazioni. Il Simran eliminerà le ansietà e gli effetti del mondo. Se uno rimane nella compagnia del Satsang, avrà più amore e fede.
Se nutriamo paura, significa che pensiamo di essere più grandi di Dio Onnipotente. Il Maestro decide la nostra felicità e i nostri dispiaceri. Dovremmo vivere nel suo Volere, qualunque cosa accada. Se impariamo a vivere nel suo Volere, significa che non possiamo più avere paura di nulla, perché abbiamo capito che qualunque cosa ci capiti, è decisa e mandata da lui per il nostro miglioramento. Se diventiamo timorosi, nervosi o preoccupati, è dovuto all’ego e significa che pensiamo di essere più grandi di Dio. Se vogliamo cambiare ciò che Lui ha deciso per noi, non significa che ci sentiamo più grandi di Lui?
I Santi vivono in modo ordinario e rispettano la società e le tradizioni in cui sono nati e vissuti; non se ne distaccano. Vivono in mezzo a voi come uno di voi. Il Maestro è venuto come vostro servo non retribuito. Potete ottenere da lui qualunque cosa desideriate. Lui è venuto per lavorare per voi; agisce per il meglio e compie cose provvidenziali per voi. Coloro che hanno dubbi, non possono trarre giovamento. Coloro che hanno fede, raccolgono grandi benefici. Lui ha a cuore il vostro interesse. Non perdetevi quest’opportunità. Se indugerete nel dubbio, rimarrete qui.

21. Il Simran è una strada maestra che vi condurrà direttamente alla Corte del Signore senza fermate e senza ostacoli sul cammino.
Fate Simran mentre lavorate per tutto il giorno e a poco a poco la mente si interiorizza.
Una volta che la mente si interiorizza e torna alla propria casa, allora vi permette di fare Simran per tutto il tempo; a quel punto conseguite la vera pace.
Lavorate duramente sul Simran e accrescete gli sforzi un po’ per volta ogni giorno finché riuscite a fare Simran per tutte le ventiquattro ore. Portate a termine definitivamente il corso del Simran durante questa nascita umana.
Qualunque cosa dovremo ottenere dal Maestro e dal santo Sentiero, la conseguiremo attraverso il Simran.
Quando pratichiamo la rimembranza interiore del Maestro, la nostra mente diventa paga. Quale ricompensa darà il Maestro a chi non serba contentezza nella propria mente?
Un satsanghi deve rimanere felice e non preoccuparsi. Un satsanghi deve fare Simran. Colui di cui stiamo ripetendo il Simran, si preoccupa per noi e deve prendersi cura di noi.
Il sangue di chi nutre collera o preoccupazioni, s’infiamma; egli contrae più malattie, commette più peccati. Chi fa Simran, non dovrà fare cose mondane e non rimarrà intrappolato in questa condizione.
Alzatevi alle tre del mattino e fate Simran consapevoli che il Maestro è presente con voi. Alle tre il Maestro viene da ogni iniziato con un cesto di grazia. Il Simran è l’unico modo per impedire alla mente di girovagare all’esterno e di molestare. Il Maestro è alla decima porta interiore e dà il Nettare del Naam quando vi innalzate da lui. Una volta che la mente avrà assaporato questo nettare, non vagherà più all’esterno.
Se facciamo Simran per tutto il giorno, possiamo avere esperienze interiori quando ci sediamo per meditare e a quel punto sapremo per certo che il Maestro è sempre con noi. L’amore del Maestro supera quello di migliaia di genitori messi insieme. La mente ci fa dimenticare il Maestro.
Coloro che non hanno alcuna esperienza, non serbano piena fede. Se mediterete con amore, otterrete esperienze.
Non dimenticate mai il Maestro e il Simran nemmeno per un istante. Confidate solo in lui. Il Simran, il Maestro e Dio Onnipotente sono uno e la stessa cosa.
Tramite il Simran la mente e i cinque ladri - lussuria, ira, avidità, attaccamento ed egoismo - vengono malmenati. Attraverso il Simran l’anima reclama e incomincia ad assaporare quel nettare interiore, che ora i cinque ladri le stanno derubando. Quando l’anima sperimenta il nettare interiore del Naam, esso si trasforma in un inebriante per lei e diventa un veleno che uccide i cinque ladri.
Se desideriamo fare qualcosa o raggiungere qualcosa, lo faremo con amore e determinazione. Se faremo Simran in questo stesso modo, avremo buon esito.

22. Pochissimi, rarissimi fortunati incontrano un autentico, perfetto Maestro, che vi porterà a Sach Khand. Chi viene a riportarci a Sach Khand, è il nostro unico amico. Solo lui vi impedirà di commettere peccati.
È un vero Maestro chi riporta l’anima a Sach Khand. Dio Onnipotente stesso sta lavorando nelle sembianze del vero Maestro. Le cose mondane rimangono qui, il corpo rimane qui. Perché inorgoglirsene? Sono distruttibili. Dovremmo essere fieri solo del nostro Maestro. Grande è colui che riunisce le anime separate. Cantiamo le lodi del Satguru Ajaib Singh Ji. Grandi sono le sue qualità.
Fate Simran. Rimanete sempre felici.
Nulla può mai contrariare chi fa Simran tutto il tempo.
Quando facciamo più Simran, il Maestro elargisce più grazia.
Il Maestro è sempre a fianco di chi fa il Simran costante.

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