Messaggio sul Simran
ottobre 2007
Amato e benedetto Sadh Sangat Ji del Satguru,
inchiniamoci tutti ai piedi di loto di Sawan Singh Maharaj, Kirpal Singh Maharaj
e del Satguru Ajaib Singh e imploriamo il loro perdono e misericordia.
I Santi perfetti vengono mandati nel mondo per rimuovere i peccati delle anime
sofferenti e per ricollegarle con Dio Onnipotente.
I perfetti Maestri ci danno il Simran sul quale hanno lavorato e che hanno perfezionato
grazie al loro duro lavoro e sacrificio.
Il loro Simran, allorché eseguito con amore illimitato e determinazione
continua, unisce l’anima con il Maestro interiore.
Il Maestro interiore ci fa assaporare la coppa di nettare dell’immortalità
e desta la nostra anima, che è stata separata da Dio Onnipotente da età
ed età.
Sant Ji ha detto che i momenti trascorsi nel Simran sono preziosi.
Le parole del Simran sono il Maestro in persona.
Ogni singola ripetizione dei sacri Nomi del Simran, che voi eseguite, rappresenta
un passo intrapreso verso Sach Khand.
Sant Ji ha scritto: «Ajaib ha assorbito la sua attenzione in Sach Khand
dopo aver ricevuto gli ordini da Kirpal».
Guru Arjan Dev Ji Maharaj dice: «Possiamo conoscere la grandezza e la
gloria del Simran solo se continuiamo a farlo. Chi fa Simran nel mondo, è
assai onorato quando giunge alla Corte del Signore Onnipotente».
I veri devoti accrescono il Simran poco per volta ogni giorno finché
procede per tutte le ventiquattro ore del giorno; non s’interrompe mai.
Guru Nanak Dev Ji Maharaj dice: «Immersa nella sua dolce rimembranza per
tutte le ventiquattro ore, la mia anima si trova in uno stato di estasi divina».
Il Simran dovrebbe aumentare, diventare più forte e illuminare ogni giorno
nella vita del devoto; non dovrebbe mai diminuire.
Kirpal Maharaj Ji diede il diario introspettivo col quale vigilare e migliorare
la nostra vita, solo per questo scopo.
Se il nostro Simran si riduce, analizziamo con attenzione e scopriamo il motivo.
Perché il Simran si riduce?
1. Perché abbiamo ferito il cuore di qualcuno?
2. Perché abbiamo proferito parole scortesi o aspre nei confronti di
qualche persona?
Sant Ji ha detto che il devoto vive come un bambino di quaranta giorni. Un bimbo
di quest’età non riesce ancora nemmeno a parlare. Scegliete le
vostre parole con diligenza. Parlate con termini dolci, gentili, umili oppure
rimanete in silenzio.
3. Consideriamo gli altri diversi da noi o inferiori a noi?
Sant Ji ha detto: «Quando l’intera creazione è opera dell’unica
Luce divina, come possiamo chiamare qualcuno in toni positivi o negativi?».
Una volta Kirpal Maharaj Ji andò a visitare uno zio ammalato in ospedale
e si portò dietro dei frutti. Arrivato sul posto, vide un altro paziente
nella stessa stanza e divise i frutti in due parti; li distribuì equamente
ad entrambi. Lo zio domandò: «Pal, capisco che tu mi abbia portato
dei frutti, sono tuo zio. Ma perché li hai dati anche a questo estraneo
che non conosciamo?».
Il giovane Kirpal rispose: «Caro zio, nutro per lui lo stesso identico
amore che ho per te».
Kirpal Maharaj Ji ha scritto nei suoi inni: «L’amore è la
radice, l’amore è il frutto dell’albero della vita».
I Santi vivono per tutta la loro vita in questo modo, sin dal principio.
Provate per un giorno e, se vi aggrada, riprovate per un altro e poi un altro
ancora. Scoprirete così tanta pace e beatitudine divina al punto che
non vorrete più vivere in nessun altro modo.
4. Troviamo da ridire, critichiamo, calunniamo, screditiamo, umiliamo, detestiamo
o maltrattiamo qualcuno? Se abbiamo offeso o maltrattato qualcuno in uno di
questi modi, in pensieri, parole o atti, lo abbiamo fatto al Maestro. Come potrà
mai venirci incontro se stiamo facendo queste cose?
5. Il Naam e la lussuria sono nemici. Non possono coesistere nello stesso luogo.
Se siamo coinvolti nella lussuria, le nostre esperienze interiori e il nostro
progresso termineranno, la nostra anima cadrà.
6. Ci alziamo alle tre del mattino e meditiamo correttamente, amorevolmente
e accuratamente?
Sant Ji ha detto: «Non dobbiamo mai considerare la meditazione un fardello,
bensì facciamola con amore. Il lavoro svolto con amore soddisfa sicuramente
il Maestro e quando il Maestro è compiaciuto, allora anche il Signore
Onnipotente è contento di quell’anima».
Swami Ji Maharaj dice: «Pigrizia e fretta derubano la nostra meditazione».
Pigrizia: finché non meditiamo in modo corretto e accurato, con regolarità
e fede, non possiamo incontrarlo nell’intimo. Dobbiamo rimanere calmi
e mantenere la nostra attenzione concentrata al centro dell’occhio. Il
Maestro vi sta aspettando in quel punto. Dobbiamo ripetere il Simran costantemente,
sia durante la meditazione sia nel corso della giornata.
Fretta: se dopo alcuni giorni in cui ci siamo sforzati, non abbiamo percepito
alcun progresso, subentra la fretta e la mente incomincia a dubitare dell’efficacia
della tecnica. Lo scoraggiamento prende il sopravvento, la brama e lo sforzo
calano.
Il nostro lavoro è di sedere alla porta del Maestro e di attendere la
sua apparizione. Come un mendicante siate semplicemente lì; senza richieste,
senza aggrapparvi. Sedete e meditate con amore, umiltà, distensione e
anelito. Allorché giungerà il momento dell’ambrosia, lui
aprirà la porta interiore e vi verrà incontro. Non scoraggiatevi
durante l’attesa. Il tempo trascorso in attesa del suo arrivo è
una parte dolcissima della devozione.
7. Frequentiamo cattive compagnie? Se la nostra mente si tinge nel colore del
mondo e delle cose mondane, allora pecchiamo di più. Come possiamo progredire
in questo modo? Il sentiero interiore richiede purezza di vita. Sant Ji dice
che mantenendo puri i nostri pensieri e le nostre vite, riusciremo a fare più
Simran e di qualità migliore.
8. Siamo fieri di qualcosa? Sant Ji diceva che se mostrate la vostra ricchezza
a un ladro, ci sono ottime probabilità che la derubi. Intendeva dire
che se Dio Onnipotente vi sta elargendo della grazia, se vi sta benedicendo
con esperienze interiori, occultatele agli altri; non fatene mostra. La gelosia
altrui vi farà subire una perdita. Sant Ji diceva che dal nostro intimo
non dovrebbe sortire nemmeno un soffio di fumo. Kabir Sahib dice: «Nessuno
in questo mondo ci appartiene, ad eccezione del Maestro».
9. Vivete in base a una dieta strettamente vegetariana priva di carne, pesce,
pollo, uova o qualsiasi prodotto derivato, tanto meno fornite, servite, cucinate,
maneggiate o acquistate questi articoli per gli altri? Di pari passo vi astenete
rigidamente da tutti gli intossicanti, i liquori e il tabacco?
Kirpal Maharaj Ji diceva: «Il corpo umano è il vero tempio di Dio
Onnipotente, nel quale risiede e dal quale ha inizio il nostro viaggio per incontrarlo.
Chi possiede questo corpo per buona grande ventura, deve mantenerlo pulito all’esterno
e nell’intimo, senza mai introdurvi nulla che possa profanarlo».
Quando Sant Kirpal Singh Ji Maharaj era un bambino, alcuni familiari tentarono
di convincerlo a mangiare cibo non vegetariano. Con rispetto e fermezza si rifiutò
dicendo: «Non voglio trasformare questo corpo umano, concessomi per praticare
la sua devozione, in un cimitero».
10. I nostri guadagni sono puri e onesti in virtù dei quali nessuno è
stato ingannato, maltrattato o forviato, senza aver usurpato i diritti di nessuno
o senza aver spremuto il sangue di nessuno? Condividete i vostri guadagni sudati
per il bene altrui?
11. Vivete bene e in armonia con coloro che vi circondano senza mai far notare
le loro manchevolezze ed errori, ma perdonandoli in silenzio, sia che venga
chiesto o meno, proprio come vorremmo che Dio Onnipotente facesse con noi?
12. Abbiamo pietà e misericordia degli altri? Allunghiamo la nostra mano
quando richiesta in silenzio, senza ostentare o aspettarci alcuna ricompensa,
elogio od onore?
13. Cerchiamo perdono per gli sbagli e gli errori che abbiamo commesso e tentiamo
di migliorare la nostra vita secondo le istruzioni del Maestro nei Satsang?
14. Ricordiamo il Maestro nel bene e nel male, nei periodi positivi e nelle
difficoltà, in tutti gli aspetti della nostra vita e ambiente? Invochiamo
la sua grazia e misericordia in tutte le situazioni della vita affidandoci a
lui solo per portare pace e consolazione alle nostre menti diversamente tormentate
e ai nostri cuori affranti?
15. Ricordiamo di essere grati al Maestro per ogni cosa che capita nella nostra
vita e tentiamo di rimanere allegri a dispetto dei guai e delle difficoltà?
Abbiamo fede che qualunque cosa accada nella nostra vita, è di origine
divina e capita per il nostro bene, come suggeriva Guru Ram Das Ji Maharaj ogniqualvolta
difficoltà, dispiaceri, perdite, malattie o problemi subentrano nella
nostra vita? In quei periodi e circostanze lui si rallegrava molto e diceva:
«Ora il Maestro clemente e misericordioso ha pensato a me e mi ha mandato
queste cose solo per il mio miglioramento».
Guru pyari Sadh Sangat Ji (carissimo sangat del Satguru), se vivete in questo
modo, come il Maestro suggerisce e desidera, allora il vostro Simran non può
ridursi; a tempo debito voi dovete incontrarlo. Kirpal Maharaj Ji diceva: «Diventare
un uomo (un vero essere umano) è difficile, mentre incontrare il Signore
non è difficile. Innanzi tutto dobbiamo diventare veri esseri umani,
solo allora lui ci verrà incontro».
Il vostro lustrascarpe
Sadhu Ram
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