Messaggio di compleanno, 15 agosto 2008
Guru Pyari Sadh Sangat Ji, stimatissimo e amato sangat del mio grande Maestro,
inchiniamoci tutti ai santi piedi di loto di Sawan Singh Maharaj, Kirpal Singh
Maharaj e del Satguru Ajaib Singh, implorandone il perdono e la misericordia.
Kirpal Singh Maharaj Ji soleva dire che il modo migliore per celebrare il compleanno
di un Santo è quello di agire con sincerità in base alle sue parole
e consigli. Il Bani del perfetto Mahatma è una corrente di grazia che
fluisce da Sach Khand e, quando viene praticato con amore e fede, rimuove gli
strati di sporcizia e tenebre che avvolgono l’anima illuminando e purificando
gradualmente la mente in modo graduale. A quel punto il Maestro è in
grado di portare l’anima nell’intimo e di dar principio alla sua
relazione con l’affascinante, radiante, inafferrabile Forma del Maestro
interiore, che poi riunisce le anime con il Signore Onnipotente dal quale sono
state separate da lungo tempo.
Egli ha detto che la vera nascita degna di essere celebrata è la nascita
nell’aldilà, nella Casa di nostro Padre, e quella nascita avviene
quando incontriamo un perfetto Maestro, il quale ci concede il santo dono del
Naam. Quel giorno va considerato come il vero compleanno dato che in quel giorno
ci liberiamo dal ciclo delle nascite e morti, dal quale, mentre subiamo le pene
e i dispiaceri di milioni e milioni di nascite attraverso miriadi di specie,
di forme e corpi, non abbiamo trovato nessun sollievo e nessuna via d’uscita.
In un Bani del nostro grande Satguru, Sant Ajaib Singh Ji, egli ha scritto:
«O Signore, il tuo Naam è talmente puro che trasforma il ferro
in oro. Chiunque si rivolga a te col cuore, giunge alla vera dimora in un istante.
Kirpal aiuta sempre Ajaib; egli è l’amico di nascite e nascite».
Quando i Santi perfetti danno l’iniziazione al Naam, liberano l’anima
in quello stesso istante.
Senza dire nulla il Maestro si addossa il fardello dei karma di milioni di nascite
di quell’anima e strappandone il conto dei peccati, la libera dalla gigantesca
trappola del Potere Negativo, dal ciclo delle nascite e morti.
Avvince i cuori con la sua Forma incantevole, con sguardi misericordiosi, con
sorriso ammaliatore, con parole deliziose e modi dolci. L’anima, nel contemplarla,
perde la propria identità e, tinta nel colore unico del Naam del Maestro,
diventa sua per sempre.
Sant Ji dice: «La storia dell’amore del vero Guru è inenarrabile».
Egli rivela il segreto sconosciuto del sentiero verso Sach Khand, la casa eterna
della nostra anima, la regione della pura beatitudine divina e profonda pace
satura di nettare. Ispirandole a fare Simran, egli insegna alle anime la tecnica
per raggiungere Sach Khand e le riporta lì con clemenza, misericordia,
felicità.
Mostra e manifesta quel modo di vivere con il quale uno non creerà nel
mondo nessun nuovo fardello di peccati e karma. Ispirando a praticare la vera
devozione del Signore Onnipotente supremo, trasformerà i suoi devoti
innalzandoli dalla condizione più bassa a quella più elevata.
Rende la vita qui e nell’aldilà felice e di buon esito.
Può mai esistere una misericordia più grande di questa?
Egli dice di serbare nel cuore misericordia e perdono per tutti. E di chiedere
sempre perdono per i nostri peccati ed errori.
Ogniqualvolta fate un errore, giungete sempre le mani, chiedete scusa e perdono.
E fatelo anche quando non avete commesso nulla di male.
Se qualcuno vi fa un torto, accettate le sue scuse e poi perdonatelo.
Sant Ajaib Singh Ji diceva che se qualcuno commette un errore e poi chiede perdono,
e se quella persona alla quale ha chiesto perdono non lo concederà, allora
il fardello dei karma per i peccati e gli errori per i quali chiede scusa, saranno
trasferiti a quella persona.
Disse: «Se saremo clementi con gli altri, allora è possibile che
il Signore Onnipotente possa decidere di perdonare anche noi».
Sant Ji diceva: «Chiedere scusa e perdono è la cosa più
difficile in assoluto, perché quando a parole chiediamo perdono, il nostro
cuore non fa altrettanto, non intende farlo per davvero». Disse: «Se
ci scusassimo col cuore, rimuoveremmo i karma di età ed età, che
ci tribolano tantissimo».
Kirpal Maharaj Ji diceva: «Il significato delle scuse è che in
seguito voi non dovreste più ripetere quell’errore, dovreste tracciare
una linea e non oltrepassarla più». Disse: «Se chiedete scusa
per un errore e poi lo rifate di nuovo, allora non avete chiesto scusa».
Il motivo per cui i Santi e i Mahatma vi rammentano di imparare a chiedere scusa
e perdono, è che vogliono preparare l’anima per quel momento in
cui dovrà presentarsi a Dio Onnipotente per chiedere perdono.
Sant Ji diceva: «Quando il Maestro porta l’anima a Dio Onnipotente
e gliela presenta, allora il Maestro stesso prega: “O Signore, questa
è la tua anima, la tua figlia immemore, ed è venuta per chiederti
perdono».
Quando Guru Angad Dev Ji Maharaj stava per lasciare il corpo, trasferì
i suoi poteri spirituali all’amato discepolo gurumukh, Guru Amar Das Ji,
e lo rese pari a sé. I figli di Guru Angad Dev Ji non furono d’accordo
con la decisione del padre e una volta quando Guru Amar Das stava tenendo il
Satsang, si presentarono e incominciarono a prenderlo a calci con violenza per
allontanarlo dal podio. Guru Amar Das non s’incollerì, piuttosto
s’inchinò verso coloro che lo stavano prendendo a calci e incominciò
a massaggiare i loro piedi con queste parole: «Per favore, perdonatemi
perché il mio corpo è molto vecchio e forse nel darmi calci, queste
vecchie ossa dure vi hanno fatto del male, quindi perdonatemi».
Il Satguru Ajaib Singh Ji Maharaj ha scritto: «Il mio Guru è grande.
Egli libera le anime che furono addentate da Kal. Da anime sudicie le trasforma
in anime buone. O Ajaib, ricorda il tuo Beneamato con ogni respiro, Colui che
occulta i tuoi errori».
Il vostro lustrascarpe,
Sadhu Ram
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